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Un Dono di Desiderio – La Rinascita


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
14.04.2025    |    848    |    4 9.0
"A 15 anni aveva avuto Mario, frutto di un’avventura con un balordo che non aveva mai voluto rivedere..."
(Racconto vero di un'amica di A69 -vanessaenculada- che ringrazio per aver condiviso con me la sua storia accattivante)
Franca era una forza della natura. A 30 anni, il suo corpo vibrava di un’energia sessuale che attirava chiunque: amava il sesso, soddisfare gli uomini, sentirsi desiderata in ogni modo possibile. A 15 anni aveva avuto Mario, frutto di un’avventura con un balordo che non aveva mai voluto rivedere. Nonostante la giovane età, Franca era stata fortunata: i suoi genitori, benestanti e di mentalità aperta, gestivano un’azienda di confezioni e l’avevano cresciuta insieme a Mario, offrendo a entrambi un ambiente di amore e stabilità. Ma Franca non era fatta per la routine: passava da un amante all’altro, e Mario, crescendo, non poteva fare a meno di osservarla, incantato.
Mario non desiderava Franca in senso carnale; la sua era un’ammirazione pura, un’ossessione per la sua femminilità. Amava il modo in cui gli uomini la guardavano, i suoi vestiti che esaltavano ogni curva, il suo passo deciso, il modo in cui si atteggiava, la sua sensualità sfrenata. Franca era la quintessenza della donna, e Mario voleva essere come lei. A scuola, dove era ancora Mario, un ragazzo di seconda ragioneria, la sua femminilità emergeva in segreto: durante le pause, si intrufolava nel bagno dei maschi, non per necessità, ma per spiare i compagni. Li guardava fare pipì, i loro piselli in mostra, e immaginava come sarebbe stato essere una ragazza, desiderata da loro, sentirsi femmina in ogni fibra del suo essere. Tornava in classe con il cuore che batteva forte, il desiderio di essere Vanessa che cresceva ogni giorno.
A 15 anni, Mario iniziò a esplorare questo desiderio a casa. Nei pomeriggi in cui era solo, indossava la biancheria di Franca – un perizoma di pizzo, collant velati, un reggiseno che riempiva con calzini – e si truccava con il suo rossetto e mascara, provando a imitare i suoi gesti allo specchio. Si sentiva vivo, autentico, ma temeva il confronto. Un giorno, però, tutto cambiò. Era tornato a casa per pranzo, e Franca, come sempre, aveva lasciato il pasto pronto prima di correre al lavoro nell’azienda di famiglia. Mario non mangiò subito: andò in camera di lei, si spogliò, indossò un perizoma rosso, collant neri, un reggiseno, si truccò con cura e si infilò un abitino aderente. Stava scaldando il pranzo in cucina quando sentì la porta aprirsi. Franca entrò e lo trovò lì, seduto al tavolo, una forchetta in mano e un’espressione di puro panico sul viso.
Mario si aspettava rabbia, invece Franca lo guardò con un sorriso intrigante, gli occhi che brillavano di complicità. “Oh, tesoro mio,” disse, posando la borsa sul tavolo, “se vuoi brillare come una donna, dobbiamo affinare il tuo stile.” Mario balbettò: “Mamma… io… non è quello che pensi, è solo un gioco…” Ma Franca lo interruppe, ridendo dolcemente: “Un gioco? Piccolo mio, credi che non abbia mai notato il mio rossetto fuori posto o i miei collant stirati? Pensi che non ti abbia visto guardarmi mentre mi preparo per uscire, con quegli occhi pieni di sogni?” Mario abbassò lo sguardo, il viso in fiamme: “Hai ragione… lo faccio spesso.”
Franca si avvicinò, sedendosi accanto a lui, la voce morbida ma decisa: “Allora parliamo, cuore mio. Dimmi chi sei, cosa vuoi sentire dentro. Io sono Franca, una donna che vive per il piacere: amo gli uomini, le donne, più corpi insieme, amo essere desiderata e desiderare. Non mi sconvolge vederti così – sai, ho sempre sognato una figlia. Ora dimmi, chi sei tu?” Per la prima volta, Mario si aprì: “Mamma, non so tutto di me, ma so che invidio le ragazze, non le desidero. I maschi… li guardo, sogno di essere tra le loro braccia, di baciarli, ma non ho mai avuto esperienze. Voglio essere come te, una donna vera.” Franca lo strinse forte, un bacio leggero sulla guancia: “Da oggi, amore mio, sarai Vanessa. E io ti aiuterò a diventarlo.”
Da quel giorno, Franca guidò Vanessa con amore. A scuola restava Mario, ma a casa poteva essere sé stessa: Franca le insegnò a truccarsi, a scegliere i vestiti, a muoversi con grazia. I nonni, inizialmente sorpresi, accettarono Vanessa con affetto, e il tempo scorreva sereno. Vanessa, però, era piena di curiosità: “Mamma, com’è essere scopata da un uomo? Si sente tanto quando te lo mettono nel culo? È bello?” Sapeva che Franca lo aveva preso lì – l’aveva vista con i suoi amanti, spesso più di uno, estasiata, posseduta, splendida con più cazzi che la riempivano. Franca rispondeva con pazienza: “Lo scoprirai, Vanessa. Se è nella tua natura, lo amerai. Ma non avere fretta, lascia che accada.”
La svolta arrivò a 18 anni, poco prima del suo compleanno. Franca frequentava Vittorio, un camionista di 40 anni, un uomo rude ma affascinante, sposato, con cui aveva una tresca. Vittorio era passionale, un amante instancabile, e con Vanessa era sempre gentile, i suoi complimenti che la facevano arrossire. Franca notò i fremiti di Vanessa e decise di farle un regalo speciale per il suo 18° compleanno. Quel giorno, al rientro da scuola, un’amica di Franca, estetista, trasformò Vanessa: le sistemò i capelli lunghi, le fece manicure e pedicure con smalto scarlatto, e la truccò con un’eleganza naturale. Comprarono un completo intimo – guepière, calze velate, perizoma – e un abitino aderente a tubo. Franca le fece fare una doccia e una pulizia anale, sorridendo: “Stasera, tesoro, potresti vivere qualcosa di speciale.”
Andarono a cena in un ristorante elegante, con Vittorio che le trattava come due principesse. Vanessa, un po’ brilla dal vino, si sentiva radiosa. Tornati a casa, Franca e Vittorio si ritirarono in camera, mentre Vanessa si sedette in salone. Dopo pochi minuti, Franca uscì, la prese per mano e sussurrò: “Vieni, piccola mia, è ora di festeggiare davvero.” In camera, Vittorio era nudo, il cazzo ancora duro, lucido dei succhi di Franca, che aveva appena scopato. Vanessa lo fissò, il desiderio che le bruciava dentro, e Franca le accarezzò il viso: “È il tuo momento, Vanessa. Vai da lui.”
Vanessa si avvicinò, tremando, e si inginocchiò davanti a Vittorio. Franca le posò una mano sulla spalla: “Assaggia, tesoro, senti il sapore del desiderio.” Vanessa prese il cazzo di Vittorio in bocca, leccandolo con avidità, il sapore della fica di Franca ancora sull’asta, un misto di sudore e succhi che la fece fremere. “Cazzo… che brava,” gemette Vittorio, accarezzandole i capelli, mentre Vanessa succhiava con passione, la lingua che scivolava sulla cappella, la bocca che si riempiva del suo sapore.
Franca si avvicinò, sollevando l’abitino di Vanessa e abbassandole il perizoma: “Girati, amore mio, lascia che ti prepari.” Vanessa si mise a carponi, il culo esposto, e Franca spalmò un gel freddo sul suo buchino, massaggiandolo con cura, le dita che lo allargavano dolcemente: “Rilassati, piccola, sarà bellissimo,” sussurrò. Vittorio si posizionò dietro di lei, il cazzo duro che premeva contro il suo culo, e la penetrò lentamente. Vanessa urlò, il dolore che la travolgeva: “Cazzo… fa male…” gemette, ma Franca le prese la mano: “Respira, tesoro, presto sarà solo piacere.” E così fu: il cazzo di Vittorio la riempì, un ritmo lento che si trasformò in estasi, un orgasmo anale che la fece tremare: “Sì… cazzo… sto venendo!” urlò, il corpo scosso.
Franca, eccitata, si stese accanto a loro, toccandosi la fica: “Sei splendida, Vanessa,” disse, mentre Vittorio uscì da lei per penetrarla, il cazzo che scivolava nella sua fica bagnata: “Cazzo… Franca… sei una troia incredibile,” grugnì, scopandola con forza. Franca venne, i succhi che colavano: “Sì… sto venendo… cazzo!” urlò, e Vittorio, al culmine, tornò nel culo di Vanessa, sborrandole dentro con fiotti caldi: “Cazzo… prendilo, Vanessa,” gemette, accasciandosi.
Franca e Vanessa, ancora ansimanti, si guardarono con complicità. Si avvicinarono a Vittorio, il cazzo ancora sporco di sperma e succhi, e lo leccarono insieme, le loro lingue che si intrecciavano sull’asta, pulendolo con devozione. “Sei stata perfetta, amore mio,” disse Franca, accarezzando il viso di Vanessa. “Grazie, mamma… è stato incredibile,” rispose Vanessa, il cuore pieno. Franca sorrise: “Vittorio ci scopa, ma il nostro amore è unico.” Si baciarono, un bacio tenero, sapendo che quella notte aveva segnato l’inizio di un nuovo capitolo per Vanessa, finalmente donna pronta a vivere la sua passione.

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