orge
La notte di Iris e Klaus


19.04.2025 |
513 |
2
"“Cazzo, che troia, ” grugnì, e Iris urlò, il piacere che la squarciava, la fica che si contraeva intorno al suo cazzo, ogni colpo che la devastava, ..."
Questa storia racconta di un fatto realmente accaduto a una coppia di miei amici dell'A69, che vivono all'estero e spesso vengono in Italia per le loro vacanze. (versione originale italiana)Iris, 28 anni, era una visione di pura lussuria nel suo loft di Amsterdam, un angolo di depravazione affacciato sui canali, con finestre alte che lasciavano filtrare la luce della luna. Alta 1,65, appena 52 kg, il suo corpo era un’esplosione di curve: seni pieni, una terza abbondante che sfidava ogni logica, capezzoli rosa sempre turgidi, un culo tondo che implorava di essere profanato, e una fica depilata, stretta, eternamente bagnata, pronta a ingoiare qualsiasi cazzo. I suoi capelli biondi cadevano in onde morbide, gli occhi azzurri brillavano di fame insaziabile, e il suo profumo di gelsomino era un richiamo al peccato. Klaus, suo marito, 38 anni, robusto, 1,80, 85 kg, era un uomo dalla mente estrema, un porco che trasformava ogni fantasia in un’orgia di carne e piacere. Il suo cazzo era duro, instancabile, ma ciò che lo rendeva unico era la sua ossessione: vedere Iris scopata, posseduta, riempita, trasformata in un giocattolo per il suo godimento.
Klaus aveva ideato un piano che avrebbe spinto i loro limiti oltre ogni confine. “Voglio che i miei amici ti mettano incinta, Iris,” le aveva detto una sera, la voce un ringhio, il cazzo che premeva nei jeans, l’odore di whisky nel suo alito. Iris, la sua troia perfetta, aveva gemuto, la fica che si bagnava al solo pensiero: una gang bang con cinque bull, i loro cazzi che la devastavano, il loro sperma che la riempiva, e Klaus che guardava, segandosi, per poi reclamarla. “Sì, amore, fallo,” aveva risposto, la voce tremante, il corpo già pronto a essere il loro altare del piacere, l’odore della sua eccitazione che riempiva la stanza.
La serata era stata organizzata nel loro loft, un open space con travi a vista, luci al neon soffuse, un letto king-size al centro coperto di lenzuola di seta nera, e un divano di pelle dove Klaus si sarebbe goduto lo spettacolo. Iris si era preparata come una regina del porno: un babydoll di pizzo nero trasparente, senza mutandine, le cosce nude che scintillavano sotto le luci, tacchi a spillo rossi che ticchettavano sul parquet, smalto rosso fuoco su mani e piedi, rossetto scarlatto che gridava “scopatemi”. Il suo profumo di gelsomino si mescolava all’odore della sua fica, un lago che già le colava tra le cosce, il suono del suo respiro accelerato che echeggiava nel loft. Klaus la osservava, il cazzo duro, gli occhi che bruciavano di lussuria. “Sei una troia perfetta, Iris. Stasera ti fanno a pezzi,” grugnì, e lei sorrise, il cuore che batteva come un tamburo, la fica che pulsava, pronta a essere devastata.
Alle nove, i cinque bull arrivarono, ciascuno un predatore pronto a montarla. Markus, 35 anni, alto e muscoloso, con un cazzo di 20 cm, spesso, con vene pulsanti; Lukas, 30 anni, moro, con un cazzo curvo che prometteva di colpire il punto G; Stefan, 40 anni, robusto, con un cazzo largo come una lattina; Paul, 32 anni, biondo, con un cazzo lungo e sottile perfetto per il culo; e Dominik, 38 anni, il più rude, con un cazzo tozzo che odorava di maschio puro. I loro occhi la divoravano, i cazzi già duri nei pantaloni, il suono delle loro cinture che si slacciavano, l’odore di testosterone che si mescolava al gelsomino di Iris. Lei sentiva la fica contrarsi, il babydoll che si incollava alla sua pelle bagnata, il pavimento freddo sotto i tacchi che amplificava ogni passo.
Klaus si accomodò sul divano, il cazzo in mano, la mano che scivolava lenta, il suono del suo respiro pesante che riempiva l’aria. “Scopate mia moglie, riempitela, fatela godere,” ordinò, la voce un ruggito che fece tremare i vetri. Markus fu il primo. Afferrò Iris per i fianchi, strappando il babydoll con un gesto secco, il pizzo che si lacerava con un suono che era un invito. La buttò sul letto a pecorina, il culo in aria, la fica che gocciolava, e infilò il suo cazzo con un affondo brutale, le palle che sbattevano contro la sua pelle, il suono bagnato che echeggiava. “Cazzo, che troia,” grugnì, e Iris urlò, il piacere che la squarciava, la fica che si contraeva intorno al suo cazzo, ogni colpo che la devastava, l’odore di sesso che saturava l’aria. Scopava con forza, il letto che cigolava, le sue mani che sculacciavano il culo di Iris, lasciando segni rossi. Iris girò la testa verso Klaus, i suoi occhi pieni di lussuria, la mano che accelerava sul cazzo, e il primo orgasmo la travolse, un’esplosione che la fece urlare: “Sì, sto venendo!” La sua fica schizzò, un fiotto caldo che bagnava le lenzuola, l’odore del suo squirt che si mescolava al sudore di Markus. Lui venne dentro di lei, lo sperma caldo che la riempiva, un getto potente che la faceva tremare, il suo grugnito che era un trionfo, il suono che rimbombava nel loft.
Lukas prese il suo posto senza aspettare. Girò Iris, mettendola a missionario, le gambe spalancate come ali, il suo cazzo curvo che scivolava nella sua fica, ancora piena dello sperma di Markus, il suono viscoso che era una sinfonia. “Prendi tutto, puttana,” disse, la voce rauca, e Iris gemette, il suo cazzo che colpiva il punto G a ogni affondo, l’odore di sperma e umori che la ubriacava, il calore della sua carne che la consumava. Lukas le pizzicava i capezzoli, il dolore che si mescolava al piacere, il suono dei suoi gemiti che si intrecciava al respiro di Klaus. Iris venne di nuovo, il secondo orgasmo che la scuoteva, la fica che pulsava, un altro squirt che schizzava sul petto di Lukas, le lenzuola ormai un lago, l’odore di sesso che impregnava ogni cosa. “Cazzo, sei una fontana,” grugnì Lukas, e sborrò dentro di lei, lo sperma che si mescolava al primo, un calore che la riempiva, il suo cazzo che pulsava, il suono del suo piacere che echeggiava.
Stefan fu il terzo, il suo cazzo largo che forzava la sua fica, un’invasione che la faceva urlare di piacere e dolore. La prese contro una delle finestre del loft, la schiena di Iris contro il vetro freddo, le gambe avvolte intorno ai suoi fianchi, il cazzo che la riempiva con colpi profondi, il suono della sua carne che sbatteva, l’odore muschiato del suo sudore che la avvolgeva. “Troia, ti spacco,” ringhiò, e Iris si perse, il terzo orgasmo che esplodeva, la fica che schizzava senza sosta, il suo squirt che colava sul pavimento di legno, un ruggito che scuoteva la stanza, la vista dei canali di Amsterdam riflessa nel vetro. Stefan venne con un grugnito, lo sperma che la inondava, un altro carico che si univa agli altri, il suo cazzo che la dilatava, il piacere che era una droga, il suono del suo orgasmo che vibrava nell’aria.
Paul fu il quarto, e decise di prendere il suo culo. La mise a quattro zampe sul letto, lubrificando il buco con la crema sul comodino, il profumo chimico che si mescolava all’odore di sesso, il suono del tappo che si apriva. Il suo cazzo lungo e sottile scivolò nel culo di Iris, un dolore che si trasformava in piacere, ogni affondo che la faceva gemere, il suono della penetrazione che era una sinfonia, il calore del suo corpo che la avvolgeva. “Cazzo, che buco stretto,” grugnì Paul, e Iris venne ancora, il quarto orgasmo che la devastava, il culo che si contraeva, la fica che schizzava senza bisogno di essere toccata, un fiotto che bagnava le lenzuola, l’odore del suo piacere che riempiva il loft. Paul sborrò nel suo culo, lo sperma caldo che la riempiva, un’esplosione che la faceva tremare, il suo gemito che era puro piacere, il suono che si mescolava al respiro di Klaus.
Dominik, il più rude, fu l’ultimo dei bull. La prese a cavalcioni, il suo cazzo tozzo che forzava la sua fica, ogni colpo che la faceva sobbalzare, il suono bagnato che echeggiava, l’odore di maschio che la consumava, il calore della sua carne che la bruciava. “Sei una cagna in calore,” ringhiò, e Iris si abbandonò, il quinto orgasmo che la colpiva, la fica che schizzava come una fontana, il suo squirt che bagnava il petto di Dominik, un urlo che era liberazione, l’odore di sesso che era ovunque. Dominik venne dentro di lei, lo sperma che si univa agli altri, un calore che la riempiva, il suo cazzo che pulsava, il suo ruggito che chiudeva il cerchio, il suono che rimbombava contro le pareti.
Klaus si alzò dal divano, il cazzo duro come acciaio, gli occhi che bruciavano di desiderio. Gli amici si fecero da parte, i loro cazzi ancora gocciolanti, e lui prese Iris, stesa sul letto, la fica piena di sperma, il culo ancora pulsante, l’odore di tutti loro che la avvolgeva. La penetrò con un affondo, il suo cazzo che scivolava nel mix di umori e sperma, ogni colpo che la faceva gemere, il suono dei loro corpi che si univano, il calore osceno che era perfetto. “Sei mia, troia,” grugnì, e Iris venne ancora, il sesto orgasmo che la devastava, la fica che schizzava sul suo cazzo, un urlo che era amore e lussuria: “Sì, Klaus, riempimi!” Lui sborrò dentro di lei, lo sperma che si mescolava agli altri, un’esplosione che li unì, il suo ruggito che era possesso, il suo cazzo che pulsava, il piacere che era eterno, il suono dei loro gemiti che si spegneva piano.
Iris crollò sul letto, il corpo tremante, la fica e il culo pieni, il respiro spezzato, l’odore di sperma e squirt che impregnava il loft, il suono del suo cuore che batteva forte. Klaus la abbracciò, il suo corpo caldo contro il suo, un bacio che era amore e depravazione, il profumo di loro due che si mescolava. I bull si rivestirono, i loro sguardi soddisfatti, e lasciarono il loft, il suono dei loro passi che svaniva sui ciottoli di Amsterdam. Iris, la troia di Klaus, era stata scopata, riempita, e ora portava in sé il seme di tutti, un rituale che li aveva uniti più che mai, un’immagine che sarebbe rimasta incisa nei loro corpi e nelle loro menti.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per La notte di Iris e Klaus:
