Scambio di Coppia
L'avvocato Part. 2


18.04.2025 |
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"I loro corpi si tesero, e un orgasmo li travolse, un’esplosione di piacere che era più resistenza che sottomissione, i loro gemiti che sovrastavano il suono..."
L’umiliazione subita nella villa di Ruggero e Clara Martelli aveva lasciato cicatrici profonde su Lorenzo e Sofia, ma il loro amore, come una fiamma inestinguibile, li spingeva a non cedere. Avevano iniziato a raccogliere prove: Lorenzo aveva scovato tracce di un’evasione fiscale di Ruggero, nascosta dietro società di comodo, e Sofia aveva scoperto, tramite colleghi, che Clara deviava fondi dell’ASL per favori personali. Eppure, le prove non erano ancora sufficienti per incastrarli. Quando un secondo invito arrivò, un biglietto freddo che ordinava “Stasera, ore 21. Non mancate”, sapevano di dover tornare nell’inferno, fingendo di piegarsi per guadagnare tempo.Entrarono nella villa, le mani intrecciate, il cuore che martellava. La sala da pranzo, con i suoi specchi antichi e il candelabro che gettava fiamme tremolanti, era un’arena di crudeltà. Clara li attendeva, il corsetto nero che le fasciava il corpo ossuto, lo strap-on da 20 cm già allacciato, nero e minaccioso, un frustino di cuoio che dondolava nella sua mano destra. Ruggero, in boxer di seta nera, camicia bianca sbottonata e cravatta allentata, li fissava con un sorriso da lupo, un calice di Chianti in mano. “Siete puntuali,” disse, la voce vellutata che nascondeva sadismo. Clara, con un ghigno, sibilò: “Riprendiamo da dove abbiamo lasciato.”
Senza preamboli, Clara indicò il Chester di pelle al centro della sala. “A novanta, subito,” ordinò, il frustino che tagliava l’aria con un sibilo. Lorenzo e Sofia, con un ultimo sguardo di amore, si posizionarono sullo schienale, i culi esposti. Clara si avvicinò, strappando il vestito di Sofia e i jeans di Lorenzo, lasciandoli nudi, vulnerabili. Il frustino colpì il culo di Sofia, un colpo secco che le strappò un grido, la pelle che si arrossava. Poi fu il turno di Lorenzo, il cuoio che mordeva, il dolore che gli fece stringere i denti. Si tenevano per mano, le dita intrecciate, un’ancora contro l’umiliazione.
Clara, con un sorriso sadico, spalmò gel sul culo di Sofia e affondò lo strap-on con violenza, il buco che si lacerava sotto la pressione. Sofia urlò, le lacrime che le rigavano il viso, ma Lorenzo, accanto, le accarezzò il clitoride, le dita che sfregavano rapide per darle piacere, per alleviare il dolore. Clara, soddisfatta, passò a Lorenzo, il suo culo vergine che si contraeva. Spinse lo strap-on dentro, più lenta ma crudele, ogni colpo che gli strappava un gemito. Sofia, con la mano tremante, gli prese il cazzo, masturbandolo per confortarlo, i loro occhi che si incatenavano, un giuramento silenzioso.
Ruggero, eccitato, si posizionò dietro Sofia appena Clara si ritirò. Il suo cazzo duro la inculò con forza, affondi brutali che la fecero sobbalzare, il dolore che si mescolava a un’umiliazione bruciante. Poi, senza venire, passò a Lorenzo, il suo culo già aperto da Clara. Ruggero lo penetrò, godendo nel passare da un culo all’altro, il suo respiro pesante che riempiva la stanza. Lorenzo e Sofia, nonostante il tormento, si toccavano, le loro mani che si cercavano, lei che gli accarezzava il cazzo, lui che le sfregava la fica, un atto di amore che li teneva in vita.
Clara, tolto lo strap-on, si posizionò davanti a Sofia, la sua fica pelosa a pochi centimetri dalla sua bocca. “Leccala,” ordinò, spingendole la testa contro di sé. “Metti la lingua dentro.” Sofia, con le lacrime agli occhi, obbedì, la lingua che esplorava le sue pieghe, il gusto amaro che le bruciava la gola. Clara gemeva, stringendole i capelli, il piacere che la consumava. Ruggero, ancora nel culo di Lorenzo, lo lasciò per infilare il cazzo nella fica di Sofia, penetrandola da dietro con colpi violenti, il corpo di lei che tremava sotto l’assalto. Clara, vedendo Lorenzo libero, si spostò davanti a lui, ordinandogli di leccarle la fica. Lorenzo, ribollendo di rabbia, obbedì, la lingua che sfiorava la sua carne mentre Sofia, accanto, gli accarezzava il cazzo, le loro mani che non si lasciavano mai.
Clara, notando il cazzo duro di Lorenzo, eccitata dai tocchi di Sofia, si posizionò a novanta gradi sullo schienale del Chester accanto a loro. “Scopami,” ordinò a Lorenzo, spalancando le gambe, la sua fica pelosa pronta. Lorenzo, con il cuore pesante, la penetrò, i colpi meccanici mentre Sofia gli accarezzava i testicoli, un gesto per alleviare la sua umiliazione. L'avvocato, finito con Sofia, tornò a inculare Lorenzo, il suo cazzo che affondava nel suo culo con una crudeltà che lo faceva gemere, ma Sofia, sempre accanto, gli continuava a massaggiare le palle, i loro occhi che si parlavano.
Clara raggiunse l’orgasmo con un urlo rauco, la sua fica che si contraeva intorno al cazzo di Lorenzo, il corpo che tremava, un forte squirting inondò il sesso di Luca. Ruggero, eccitato dalla scena, tornò nella fica di Sofia e dopo pochi violenti colpi, le sborrò dentro con un grugnito ed il suo sperma caldo che colava lungo le sue cosce. Ma il loro sadismo non era finito. Clara si posizionò davanti a Lorenzo, afferrandogli la testa. “Apri la bocca,” sibilò, e gli pisciò dentro, un fiotto caldo che lo fece tossire, il gusto acido che lo soffocava. Ruggero, davanti a Sofia, fece lo stesso, il suo piscio che le colava sul mento mentre lei tremava. Ma in quel momento di profanazione, Lorenzo e Sofia si toccarono, le loro mani che si masturbavano con frenesia, un atto di ribellione. I loro corpi si tesero, e un orgasmo li travolse, un’esplosione di piacere che era più resistenza che sottomissione, i loro gemiti che sovrastavano il suono del piscio sul pavimento.
Clara rise, un suono tagliente. “Siete disgustosi,” sputò, pulendosi. Ruggero, sistemandosi la cravatta, aggiunse: “Non dimenticate chi comanda.” Con un ghigno, lasciarono la stanza per lavarsi, ordinando: “Rivestitevi e sparite.” Lorenzo e Sofia, soli sul Chester, tremavano, i corpi doloranti. Ma Lorenzo vide l’opportunità. Con dita rapide, estrasse due microspie dalla tasca dei jeans strappati, nascondendone una sotto il bordo del Chester e un’altra dietro un dipinto. Sofia, con gli occhi lucidi, lo guardò, un barlume di speranza. “Ce la faremo,” sussurrò lui, aiutandola a rialzarsi. Si rivestirono in silenzio, il dolore che si mescolava a una nuova determinazione.
Uscirono dalla villa, il freddo della notte che mordeva la loro pelle, le mani intrecciate. Umiliati, profanati, portavano con sé una piccola rivincita. Le microspie avrebbero catturato ogni segreto di Ruggero e Clara, il primo passo verso la loro caduta. Nel silenzio del viaggio verso casa, Sofia posò la testa sulla spalla di Lorenzo, le lacrime che si trasformavano in un sorriso. “Li distruggeremo,” disse, la voce ferma. Lorenzo annuì, stringendola. “Insieme.”
La villa, con i suoi marmi e le sue ombre, restò alle loro spalle, ignara del seme della vendetta che avevano piantato. Il loro amore, ferito ma più forte che mai, era la fiamma che li avrebbe guidati verso la libertà.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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