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Prime Esperienze

Il primo incontro Part. 2


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
11.04.2025    |    157    |    0 6.0
"I suoi movimenti erano cadenzati, spingendo forte, il ritmo che aumentava fino a farla sembrare in trance..."
Il giovedì, Alesia mi scrisse, chiedendomi cosa stessi facendo. Le risposi che ero al lavoro e che l’avrei contattata in serata. In realtà, mi passò di mente, e non le scrissi. Il venerdì mattina avevo un appuntamento con un cliente, contattato tramite passaparola, per valutare i lavori di ristrutturazione del suo appartamento. Arrivato sul posto, mi accolse la signora Carmela, che mi mostrò l’appartamento. Presi le misure, controllai gli impianti, annotai tutto sul portatile. Mentre stavo per congedarmi, qualcuno bussò alla porta.
Stavo uscendo, e davanti all’uscio vidi Alesia. “Cosa fai qui?” le chiesi, sorpreso. “Sono qui perché la signora ha chiesto un’interior designer, e sono la migliore,” rispose con un sorriso. “Non ho dubbi,” replicai, sorridendo. “Ci vediamo questa sera?” Lei controllò l’agenda: “Non ho impegni, ci sentiamo dopo per accordarci.” Non capivo perché la mia mente continuasse a dirmi che “non ne valeva la pena”, eppure l’avevo appena invitata a rivederci.
Alle 16:00, Alesia mi mandò un messaggio, e ci accordammo per una cena a casa mia a base di pesce. Il tempo era poco, ma mi misi subito all’opera per fare la spesa. Decisi il menù: paccheri con gamberi e burrata, orata al forno, mousse di lamponi e tante bollicine italiane. Saltai gli appuntamenti del pomeriggio e mi dedicai ai fornelli. Cucinare mi rilassa, e amo creare piatti deliziosi con prodotti di qualità.
Alle 19:30 in punto, Alesia citofonò e salì. Indossava un vestito rosso lungo, con una scollatura posteriore che arrivava fino al sedere, scarpe nere con tacco 12, una borsetta nera. Mi lasciò senza fiato. Mi porse un pacchettino con del gelato di una nota gelateria romana. Ci accomodammo sul divano, questa volta per parlare. Scoprii che Alesia, oltre a essere un’interior designer, era madre di un bambino di 10 anni, avuto da giovane. Il padre non aveva mai riconosciuto il figlio. Si era fatta strada nella vita con fatica, affrontando momenti difficili, soprattutto quando i suoi genitori erano tornati in Romania. Condivideva la casa con un’amica che l’aiutava con il figlio quando era fuori per lavoro.
La conversazione scorreva piacevole, finché la campanella del timer in cucina non mi avvisò che era ora di terminare i preparativi e apparecchiare. Avevo curato ogni dettaglio: posate impeccabili, un centro tavola elegante, una bottiglia di Fiano fresco. Iniziammo con il vino, che Alesia apprezzò per i profumi e l’intensità. Impiattati i paccheri, cominciammo a cenare. A fine primo, i calici erano vuoti. Mentre prendevo l’orata dal forno, Alesia riempì di nuovo i calici, e brindammo, questa volta su mio suggerimento: “Alle sorprese intriganti.” Lei sorrise, accostando il bicchiere.
Prima del dolce, riempii di nuovo il calice di Alesia. Parlammo del mio progetto di aprire un’agenzia per gestire B&B in Italia, un sogno ambizioso: una catena con uno stile comune, partendo da Roma, per poi espandersi in Toscana e Abruzzo. Alesia rimase colpita e si disse disposta a collaborare, ma ne avremmo riparlato. Portai in tavola la mousse di lamponi, il cui colore rosso si sposava perfettamente con il suo vestito. Ne approfittai per farle un complimento: “Sei bellissima stasera, il tuo abito è splendido.” Concludemmo con bollicine piemontesi. Alesia si offrì di aiutarmi a sparecchiare, ma le chiesi di aspettarmi sul divano: “Ci metto un minuto.”
Fui di parola e tornai da lei. Il vino l’aveva resa più disinibita: era seduta con le gambe accavallate, lo spacco del vestito alzato fino agli slip di pizzo rosso. La scena era irresistibile. Mi sedetti accanto a lei, posando una mano sulle sue gambe, e cominciai a baciarle il collo con dolcezza. Alesia assecondava ogni carezza, assaporando il momento, molto diversa dalla donna fredda e impacciata di qualche giorno prima. “Mmm, sei terribile con questi baci,” sussurrò, con un sorriso.
Le carezzai le gambe, poi l’interno coscia, seguendo i contorni della sua mutandina con le dita, attento a non toccare il monte di Venere. Con l’altra mano scesi lungo la scollatura della schiena, percorrendola fino poco sotto gli slip, seguendo la linea che conduceva alla sua rosellina. Continuai a baciarle il collo, dietro l’orecchio, finché non si girò, e le nostre bocche si unirono in un bacio di pura passione. La sentivo ansimare, il suo ventre muoversi, cercando il contatto della mia mano, che però restava sui bordi dello slip. Il suo profumo di donna rendeva tutto magico, e la mia mano dietro la schiena si fece più audace, sfiorando la rosellina.
Alesia si abbandonava a ogni carezza, ogni tocco la eccitava. Il suo slip mostrava una macchia umida al centro, ma continuai a non toccarla, finché non afferrò la mia mano, infilandosela sotto gli slip, guidando le mie dita nella sua vagina. Continuai a baciarle la bocca, mentre due dita si muovevano dentro di lei, spingendo sempre più in fondo. “Ti prego, prendimi, non resisto più,” sussurrò, sfilandosi le mutandine.
Mi abbassai rapidamente i pantaloni, e il mio pene, duro e gonfio, si fece largo nella sua vagina, penetrandola mentre il suo ventre si muoveva a ritmo, desideroso di godere. Alzò le gambe per sentirlo tutto dentro, trattenendomi con le mani sul sedere. Rapiti da quell’alchimia, mi resi conto che ero senza preservativo: era troppo rischioso. Uscii da lei, che era vicinissima all’orgasmo, e senza chiedere nulla mi misi a leccarle intensamente il clitoride, spingendo la lingua nella sua vagina, provocandole un orgasmo. Mi inondò la bocca.
Le sfilai completamente il vestito e il reggiseno, mi spogliai e la portai in camera da letto. Era la prima volta che vedevo il suo corpo completamente nudo: un seno sodo, fianchi scolpiti, un addome perfetto. La adagiai sul letto, mi infilai un preservativo e scivolai di nuovo dentro di lei, succhiandole i capezzoli con dolcezza. All’inizio tutto fu lento, per farla riprendere, ma presto il ritmo aumentò. Alesia mi spinse di lato, si mise sopra di me e iniziò una cavalcata meravigliosa.
Si spingeva con tutto il corpo sul mio pene, facendosi penetrare fino all’utero, gemendo di piacere, indietreggiando e spingendo di nuovo per averlo tutto dentro. Quella danza era incredibile, stavo per scoppiare. Sentii i muscoli della sua vagina contrarsi, le afferrai i capezzoli, strizzandoli forte, e Alesia esplose in un secondo orgasmo, bagnando le coperte con uno squirt. Non mi aspettavo quella sorpresa. Restammo fermi per darle il tempo di riprendersi.
Ero desideroso di assaporare il suo squirt, così la distesi e mi girai per leccarle la vagina. Il suo sapore era dolcissimo, e non mi staccai da lei. Alesia sorrise: “Ti piace proprio, vedo.” Con il mio pene all’altezza della sua bocca, mi sfilò il preservativo e lo prese tutto in bocca. Iniziammo un 69 spettacolare: più succhiavo il suo nettare, più il mio pene pulsava nella sua bocca, finché non le regalai tre schizzi caldi in gola. Provò ad aprire la bocca, ma non ebbe il tempo e ingoiò tutto.
Dopo qualche istante, mi girai verso di lei, e ci baciammo teneramente, le nostre labbra che si sfioravano con dolcezza. Quella notte dormimmo insieme, nudi sotto le coperte, stretti l’uno all’altra, fino alle 8:00 del mattino successivo.
Da quella notte, la storia con Alesia prese il volo. Ogni momento era buono per scriverci, sentirci o vederci, per fare l’amore con una passione che cresceva ogni giorno. Quando ero a Roma, non perdeva occasione per passare a cenare da me, e ogni incontro era un’occasione per scoprire nuovi aspetti della nostra intimità. Era passato quasi un mese, e quella sera decisi di affrontare un argomento delicato, ma non trovavo le parole.
“Alesia, sto proprio bene con te, abbiamo una bella intesa,” le dissi, guardandola negli occhi. Lei sorrise: “Sì, è vero, sappiamo creare un mondo tutto nostro quando siamo insieme.” Un bacio dolce sulle labbra completò la frase. “Alesia, forse potremmo avere una maggiore intimità,” continuai, esitante. Lei mi guardò, sorpresa, con aria interrogativa. “Mi sono documentato sulle pillole anticoncezionali. Quelle moderne, ‘leggere’, offrono un controllo efficace con pochissimi effetti collaterali. Ci sono, per esempio…” Non riuscii a finire: Alesia mi mise una mano sulla bocca, sorridendo: “Non è il caso che tu continui. Non vorrai farmi una lezione di biologia?”
Abbassai lo sguardo, imbarazzato: “Scusami, hai ragione. Magari ti mando per email la ricerca che ho fatto?” Lei rise: “Se non ne puoi fare a meno, mandamela pure.” Si alzò e andò in bagno. Avevo fallito: non aveva preso in considerazione il mio discorso. Sperando che leggesse la mail, mentre era in bagno, le inoltrai gli appunti. “Non hai perso tempo, mi è già arrivata la notifica,” disse, tornando. “No, era solo per non dimenticarmi, non per metterti pressione,” risposi, un po’ a disagio. Su quel terreno minato, sembrava che sbagliassi ogni mossa.
L’argomento non fu più ripreso, e dopo cena andammo in camera da letto. Ci baciammo appassionatamente, spogliandoci a vicenda, desiderosi di appartenerci. Nudi, le nostre mani esplorarono i nostri corpi, le nostre bocche cercarono i punti più intimi per stimolare il piacere dell’altro. Baciai il suo petto, i capezzoli, sotto le ascelle, l’ombelico, le dita delle mani, i suoi piedi, il ventre, il culetto: la mia lingua esplorò ogni parte di lei, e Alesia fece lo stesso, indugiando sugli stessi punti, non lesinando carezze al mio pene e ai testicoli. Era un tornado di emozioni, in cui ciascuno cercava il piacere dell’altro.
Non riuscivamo a fermarci, osando sempre di più. Mi ritrovai a leccare i piedi di Alesia, con il pene che pulsava mentre lei lo massaggiava. Quella sera eravamo entrambi molto eccitati. Alesia mi fece distendere sulla schiena, salì a cavalcioni e si impalò sul mio pene, con un’erezione poderosa. I suoi movimenti erano cadenzati, spingendo forte, il ritmo che aumentava fino a farla sembrare in trance. Io non riuscivo a resistere: pensavo a Nonna Papera, alla voce ridicola di Paperino, ma era difficile.
Sentii il calore del suo liquido colare sul mio pene, e trattenermi diventava impossibile. Alesia continuava a muoversi, ma la fermai: “Sto per arrivare, sono senza, ti prego, fermati.” Lei mi guardò: “Non ci penso proprio a fermarmi.” Aumentò il ritmo per raggiungere il suo orgasmo. Rassegnato, decisi di velocizzare: le strinsi forte i capezzoli, toccai il clitoride, poi di nuovo i capezzoli. Alesia iniziò a contrarre i muscoli della vagina, e urlò il suo orgasmo, lungo e intenso: “Arrivoooo.”
Non potei fare nulla: le arrivai dentro, prima con due, poi altri due schizzi di sperma caldo direttamente nell’utero. Fu fantastico, ma un’ombra di preoccupazione si stampò sul mio viso. Alesia mi guardò, sorridendo: “È stato bellissimo sentire i tuoi schizzi nell’utero, come un doppio orgasmo. Ma stai tranquillo, sono già due settimane che prendo la pillola. Voglio sentirti sempre al naturale dentro di me.” Tirai un sospiro di sollievo: “Da oggi sarà un piacere riempirti sempre con il mio calore.”
La nostra intesa cresceva di giorno in giorno, con nuove scoperte e sempre meno inibizioni da parte di entrambi. Nel frattempo, il progetto della nostra agenzia per i B&B prendeva forma. Registrammo lo statuto, versammo i contributi, aprimmo la partita IVA e ci iscrivemmo al registro delle imprese. Eravamo soci al 50% di B&B Passion, un nome scelto con un doppio significato che rispecchiava la nostra storia.
Con il passaparola tra gli amici, arrivarono i primi appuntamenti per visionare appartamenti da gestire. Il lavoro ci appassionava, e creammo uno stile unico su carta per ristrutturare e arredare gli immobili. Realizzammo un prototipo in grafica 3D di come dovesse essere un B&B Passion, definendo servizi classici e specifici per la “passione”. Decidemmo che ogni appartamento dovesse avere un angolo dedicato a passioni come il calcio, il tennis, la Formula 1, e anche il sesso.
Sì, anche la più grande delle passioni trovava posto nei nostri B&B tematici. Per gli appartamenti a tema “sesso”, scegliemmo una doccia con doppio soffione, molto larga, una poltrona tantra, un letto con anelli, quadri a tema e lampade rosse a forma di scarpe da donna con tacchi altissimi. Il progetto aveva un senso, e ci credemmo fin da subito. Eravamo pronti per il primo sopralluogo insieme, e Alesia, per provocarmi, decise che, se fosse andato bene, avrebbe fatto tutti gli altri senza mutandine. Quel giorno indossava una minigonna cortissima: la giornata si prospettava interessante.
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