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Il segreto confessato Part. 3


07.04.2025 |
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"Presi la cintura, facendola scorrere sul suo ventre, un tocco leggero che la fece rabbrividire, poi la alzai e la lasciai cadere sul suo sedere con un colpo..."
Era una sera d’autunno, la luce calda delle candele che tremolava nella nostra camera da letto, creando ombre morbide sulle pareti. Alesia era seduta sul letto, avvolta in una vestaglia di seta bianca che le scivolava appena sulle spalle, le autoreggenti nere che le accarezzavano le cosce come un segno del suo desiderio. Mi guardò con occhi profondi, un sorriso dolce che nascondeva una fame segreta. “Amore,” sussurrò, la voce un soffio di seta, “voglio sentirti ancora… ma in un modo diverso. Quel piccolo dolore di cui mi ha parlato Ana… lo voglio da te. Fammi sentire che mi vuoi così.”Le sue parole erano un gesto di desiderio, una richiesta che mi colpì al cuore, e io mi avvicinai, sedendomi accanto a lei. “Alesia, sei tutto per me,” dissi, posandole una mano sul viso, accarezzandole la guancia con una tenerezza che si mescolava alla passione. “Se lo vuoi, ogni punizione sarà un bacio… ogni dolore un modo per dirti quanto ti voglio.” Lei annuì, gli occhi che si velavano di emozione e bisogno, e io presi una cintura di pelle morbida dal cassetto, insieme a un paio di pinze per capezzoli, semplici ma eleganti, un regalo che avevamo comprato insieme tempo prima.
La feci sdraiare sulla schiena, la seta della vestaglia che si apriva come un fiore, rivelando i suoi seni perfetti e la pelle liscia che tremava sotto il mio sguardo. Le legai i polsi sopra la testa con una corda di seta, i nodi delicati che le accarezzavano la pelle, un gesto che diceva “ti tengo con desiderio”. “Sei bellissima,” sussurrai, chinandomi a baciarle le labbra, un bacio lento e profondo che le fece sfuggire un gemito. Presi la cintura, facendola scorrere sul suo ventre, un tocco leggero che la fece rabbrividire, poi la alzai e la lasciai cadere sul suo sedere con un colpo morbido, un suono dolce seguito da un “Oh” che era più piacere che dolore.
“Lo faccio perché ti voglio,” dissi, la voce calda mentre colpivo ancora, due volte, ogni schiaffo che le arrossava appena la pelle, un segno di passione che le strappava gemiti delicati. Le accarezzai il punto colpito con le dita, un gesto tenero che la fece tremare, poi presi le pinze, sfiorandole i capezzoli con la punta fredda prima di applicarle. “Per te,” sussurrai, stringendole appena, un pizzico leggero che le fece socchiudere gli occhi, un sorriso di resa sulle labbra. “Sì… ti voglio così,” ansimò, il corpo che si inarcava mentre il dolore dolce si mescolava al calore che le cresceva tra le cosce.
Le mie mani scivolarono sul suo corpo, accarezzandole i fianchi, poi più in basso, sfiorandole la vagina già umida di desiderio. “Sei mia,” dissi, e infilai due dita dentro di lei, muovendole lente mentre le pinze le tiravano i capezzoli, un piacere che la travolse in un primo orgasmo, dolce e silenzioso, un fiotto caldo che le bagnò le cosce mentre gemeva, “Amore… è per te…”
L’eccitazione saliva, un fuoco che non potevamo più contenere. Le slegai i polsi, togliendole le pinze con una carezza, e lei mi guardò, gli occhi pieni di desiderio selvaggio. “Prendimi… forte,” implorò, e io mi spogliai, il mio pene duro e pulsante che si liberava davanti a lei. La feci girare a pancia in giù, il sedere alzato verso di me, e le spalmai del lubrificante sulla rosellina, accarezzandola con le dita prima di penetrarla anale con un movimento lento ma deciso. “Ti voglio,” ringhiai, spingendo dentro, il suo sedere che mi accoglieva, caldo e stretto, un gemito profondo che le sfuggiva mentre si apriva a me.
Cominciai a muovermi, un ritmo profondo che la faceva tremare, le mani che le stringevano i fianchi mentre la possedevo con forza. “Sì… Padrone… ti voglio così,” ansimava, e io accelerai, ogni affondo che la spingeva verso un secondo orgasmo, un’esplosione che le fece squirting, un fiotto caldo che schizzava sul letto mentre urlava il mio nome, il dolore dolce della penetrazione che si trasformava in piacere puro. La girai sulla schiena, le gambe sulle mie spalle, e entrai nella sua vagina, il vibratore che presi dal comodino e infilai nel suo sedere, una doppia penetrazione che la dilatò tutta, un grido di passione che le sfuggì mentre si arrendeva.
“Ti voglio… ti voglio,” gemette, gli occhi socchiusi mentre la possedevo, il vibratore che pulsava nel suo sedere, il mio pene che affondava nella sua vagina con una forza selvaggia. Le pinzai di nuovo i capezzoli con le dita, un pizzico d’amore che la fece urlare, “Sì… ancora!” Il suo corpo si contorceva sotto di me, un terzo orgasmo che la travolse, lo squirting che mi bagnava il ventre, le cosce, le lenzuola, un mare di piacere che ci univa mentre continuava a venire, ogni spinta che amplificava la sua estasi. “Non fermarti,” implorò, e io la penetrai più forte, il vibratore che vibrava dentro di lei, il suo sedere e la vagina che si stringevano intorno a me in un ritmo selvaggio.
“Voglio sentirti in gola,” dissi, la voce roca, e lei annuì, il desiderio che le brillava negli occhi. Mi sfilai da lei, il mio pene lucido dei suoi umori e del mio sperma che pulsava, e la feci inginocchiare davanti a me. Lo prese in bocca, le labbra che lo avvolgevano con una fame avida, la lingua che scivolava sulla punta mentre lo spingeva in gola, un gemito soffocato che le sfuggiva mentre mi succhiava con passione. “Ti voglio,” ansimò tra un colpo e l’altro, e io esplosi, schizzi di sperma caldo che le inondavano la gola, un piacere che mi fece tremare mentre lei ingoiava tutto, le sue mani che mi stringevano i fianchi per non perdere una goccia.
Ci sdraiammo insieme, il suo corpo ancora tremante contro il mio, le lenzuola bagnate del suo squirting e del nostro desiderio. Mi guardò, un sorriso dolce sulle labbra, le pinze ancora sul letto come un ricordo del nostro gioco. “Ogni piccolo dolore… è il tuo volermi,” sussurrò, accarezzandomi il viso, e io la strinsi a me, sapendo che questo mix di dolcezza e passione ci aveva uniti più di ogni altra cosa. “Sempre tua,” disse, e io la baciai, un bacio profondo che sigillava il nostro legame, un desiderio che trovava nel dolore dolce la sua espressione più vera.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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