La danza del desiderio

La stanza era avvolta da un silenzio che sembrava vivo, rotto solo dal crepitio di una candela che gettava ombre danzanti sulle pareti. Eravamo in due, due corpi che si erano cercati e trovati, attratti da un desiderio che non aveva bisogno di parole. L’aria era densa, profumata di muschio e della promessa di ciò che sarebbe stato. Lei, una figura di pura sensualità, era sdraiata sul letto, le lenzuola di seta che scivolavano appena sulle sue curve, lasciando intravedere la pelle morbida che implorava di essere toccata. Io, un uomo robusto, con il peso della mia esperienza che si leggeva in ogni movimento, mi avvicinai, il cuore che batteva come un tamburo.
Mi inginocchiai accanto a lei, le mie mani che sfioravano le sue cosce, un tocco leggero che la fece fremere. I suoi occhi, due pozze di desiderio, mi guardavano con un’intensità che mi accendeva dentro. Le mie labbra trovarono il suo collo, un bacio che scese lento, assaporando ogni centimetro della sua pelle, fino al seno, dove mi fermai, la mia lingua che danzava sui suoi capezzoli, facendola gemere piano. Lei si inarcò, un invito che non potevo ignorare, e scesi più in basso, il mio respiro caldo che anticipava ogni movimento.
La mia lingua esplorò il suo fiore, un nettare che mi inebriava, e lei si abbandonò, le sue mani che stringevano le lenzuola, i suoi gemiti che riempivano la stanza. La assaporai con devozione, portandola al confine del piacere, e quando il suo corpo tremò in un orgasmo che la fece gridare, il mio desiderio si fece insostenibile. Mi alzai, il mio membro duro e pulsante, e la penetrai con una passione che ci travolse entrambi. I nostri corpi si muovevano in un ritmo selvaggio, un’unione che era pura armonia, ogni spinta un’esplosione di calore, ogni gemito un canto.
La notte ci avvolse, i nostri sudori che si mescolavano, i nostri respiri che si intrecciavano, e ci amammo senza sosta, persi in un vortice di piacere che sembrava non avere fine. Quando l’alba iniziò a filtrare attraverso le tende, ci lasciammo cadere, esausti e appagati, i nostri corpi ancora intrecciati, il calore della passione che ci teneva uniti.
Al mattino, mentre lei dormiva ancora, avvolta nelle lenzuola che profumavano di noi, mi alzai in silenzio. Presi un foglio di carta e una penna, e scrissi una poesia, un ricordo della nostra notte, un messaggio che le lasciasse il sapore del nostro desiderio.
Lo posai sul letto, accanto a lei, sapendo che al suo risveglio lo avrebbe trovato, e con esso, il ricordo di me.

La danza del desiderio
Un corpo che chiama, un calore che sale,
la pelle che brucia, un istinto fatale,
mi muovo più vicino, il respiro che sale,
e il desiderio esplode, un fuoco totale.
Le mani che sfiorano, un brivido caldo,
sul seno che trema, un gemito baldo,
scendo più in basso, il mio fiato più saldo,
e il tuo fiore si bagna, un profumo che scaldo.
La lingua si insinua, un gioco che accende,
tra cosce che vibrano, il piacere che prende,
sospiri che crescono, un’onda che tende,
e il tuo corpo si arrende, un’estasi che rende.
Ti prendo con forza, i corpi si fondono,
il mio membro che spinge, i piaceri si confondono,
un ritmo selvaggio, i nostri succhi si rispondono,
e il tuo grido si libera, le barriere si confondono.
Sudore che scivola, un abbraccio che stringe,
la passione ci unisce, un fuoco che tinge,
ci amiamo nel buio, un piacere che finge,
e il nostro calore, per sempre ci dipinge.