Lui & Lei
Vibrazioni a distanza Part. 1


17.03.2025 |
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"Guardai intorno, cercando di non farmi notare: il ragazzo con le cuffie era immerso nella sua musica, ma la signora anziana mi lanciò un’occhiata curiosa..."
Eravamo seduti sul divano del nostro appartamento a Roma, immersi nella luce calda del tramonto che filtrava dalle finestre, tingendo la stanza di riflessi arancioni. Alesia era accoccolata contro di me, il suo corpo caldo che emanava un dolce profumo di vaniglia, i capelli castani che mi sfioravano il viso mentre ridevamo insieme. Stavamo programmando i nostri viaggi: io dovevo prendere un treno per la Calabria per visitare mia madre, mentre lei sarebbe partita verso nord, in Germania, per vedere la sua. Era un periodo di separazione necessario, ma entrambi sapevamo quanto ci sarebbe mancata la nostra intimità.“Non voglio starti lontano,” sussurrò Alesia, le sue labbra che sfioravano il mio collo, posando un bacio leggero che mi fece rabbrividire. “Mi mancheranno le tue mani… il tuo corpo.” La sua voce era carica di desiderio, un tono che accendeva ogni mia fibra. La strinsi più forte, accarezzandole la schiena con una dolcezza che nascondeva la mia fame crescente.
“Ho un’idea,” dissi, un sorriso malizioso che mi increspava le labbra. “Perché non ci regaliamo qualcosa di speciale? Qualcosa che ci tenga… uniti, anche a 2.000 chilometri di distanza.” Presi il telefono e le mostrai il sito di Lovense: il Lush 3, un vibratore vaginale, e il Hush 2, un plug anale, entrambi controllabili a distanza tramite un’app. Gli occhi di Alesia si illuminarono, un misto di curiosità ed eccitazione che le arrossava le guance.
“Cazzo… possiamo controllarci a vicenda?” chiese, ridendo piano mentre scorreva le immagini dei dispositivi. “Immagina… io che ti faccio impazzire mentre sei in Calabria, e tu che mi fai venire mentre sono in Germania.” Mi guardò, mordendosi il labbro, e io annuii, sentendo il mio pene indurirsi al solo pensiero di quel gioco.
Acquistammo i giocattoli con una passione che ci univa, scegliendo insieme i modelli, ridendo e fantasticando su come li avremmo usati. Quando arrivarono, li provammo subito. Il ronzio del Lush 3 nella sua vagina, mentre io controllavo l’intensità dal telefono, ci fece gemere entrambi di piacere. Il Hush 2, dentro di me, mi fece pulsare la prostata, e Alesia rise, aumentando la vibrazione mentre mi guardava contorcermi. “Sarà incredibile,” sussurrò, e ci baciammo, un bacio profondo e carico di promesse.
Il giorno della partenza arrivò. Io salii sull’Intercity da Roma Termini verso Reggio Calabria, un viaggio di 6 ore sotto il sole di marzo, mentre Alesia prese un Eurostar verso Monaco, diretta a nord. Ci salutammo alla stazione con un bacio lungo e intenso, le sue mani che si intrecciavano nei miei capelli, il suo profumo di vaniglia che mi avvolgeva. “Non vedo l’ora di sentirti,” sussurrò, e io le sorrisi, sapendo che il Lush 3 era già dentro di lei, e il Hush 2 dentro di me.
Mi sedetti al mio posto, accanto a una coppia di anziani che leggevano riviste e un ragazzo che ascoltava musica con le cuffie. Il treno iniziò a muoversi, e il mio telefono vibrò: un messaggio di Alesia. “Sono pronta, amore… fammi godere.” Sentii un brivido lungo la schiena e aprii l’app Lovense, aumentando lentamente l’intensità del Lush 3. Pochi secondi dopo, il suo messaggio arrivò: “Cazzo… lo sento… mi sta devastando la fica.” La immaginai, seduta sul suo treno, le cosce strette, il vibratore che le pulsava dentro, e il mio pene si indurì nei pantaloni, premendo contro la stoffa.
Risposi: “Tocca a te.” Subito sentii il Hush 2 attivarsi nel mio culo, un ronzio profondo che mi colpiva la prostata, un piacere che mi fece sobbalzare. Guardai intorno, cercando di non farmi notare: il ragazzo con le cuffie era immerso nella sua musica, ma la signora anziana mi lanciò un’occhiata curiosa. Mi sistemai meglio, il viso arrossato, mentre il plug mi devastava, la vibrazione che mi faceva pulsare il cazzo, duro e stretto nei jeans.
Alesia mi scrisse: “Non ce la faccio… mi sto toccando… ho messo la maglia sulle gambe.” La immaginai sul suo Eurostar, con la maglia che le copriva le cosce, la mano che scivolava sotto, le dita che sfioravano la sua vagina mentre il Lush 3 la faceva impazzire. “Sto venendo… cazzo, sto venendo!” scrisse, e io aumentai l’intensità al massimo, sapendo che il vibratore le stava squarciando la fica, un orgasmo continuo che la faceva tremare sul suo sedile. Sentii il mio Hush 2 vibrare più forte, e il piacere mi travolse, la prostata che pulsava mentre il mio cazzo era sull’orlo di esplodere. Mi trattenni, sudando e stringendo i denti per non gemere davanti agli altri passeggeri.
“Sei incredibile,” le scrissi, il cuore che batteva forte, e lei rispose con un cuore, ancora scossa dal suo orgasmo. Il viaggio continuò, ma il nostro gioco ci aveva uniti, un filo invisibile di passione che ci legava nonostante la distanza.
Arrivai a Reggio Calabria nel tardo pomeriggio, il sole che tramontava sul mare, un vento salmastro che mi accoglieva. Mia madre mi abbracciò sulla banchina, emozionata. “Uè, figghiu meu, comu stai?” mi chiese in dialetto, e io sorrisi, abbracciandola forte. “Bene, mà, ma mi manca Alesia.” Passai il pomeriggio con lei, aiutandola a preparare una parmigiana di melanzane, ridendo mentre mi raccontava i pettegolezzi del paese. Ma il pensiero di Alesia non mi lasciava.
Nel frattempo, Alesia era arrivata a Monaco, accolta dalla madre con un abbraccio caldo. “Liebling, wie schön dich zu sehen!” disse sua madre, e Alesia rise, aiutandola a sistemare la casa mentre parlavano di vecchie memorie. Ma anche lei, come me, sentiva la mia mancanza, il Lush 3 ancora dentro di lei, un segreto che le scaldava il corpo.
Quella sera, decidemmo di uscire con amici. Io andai in un locale sul lungomare di Reggio, un posto affollato con musica dal vivo, dove incontrai i miei amici d’infanzia, Antonio e Marco. “Oh, compare, quannu si turnatu?” mi chiese Antonio, dandomi una pacca sulla spalla. Ridemmo, bevendo birre e parlando di calcio, ma il mio telefono vibrò: Alesia mi aveva mandato un messaggio. “Sono in un bar con amici… facciamo un gioco?”
Alesia era in un biergarten a Monaco, circondata da amici e amiche, il tavolo pieno di boccali di birra. “Prost!” gridò la sua amica Katrin, alzando il bicchiere, e Alesia rise, ma il suo corpo era già teso, il Lush 3 pronto a vibrare. Mi scrisse: “Fammi venire… ora.”
Aprii l’app e attivai il Lush 3, aumentando l’intensità lentamente. Alesia mi scrisse subito: “Cazzo… lo sento… mi sta distruggendo la fica!” La immaginai, seduta al tavolo del biergarten, le cosce strette, il vibratore che le pulsava dentro, un piacere selvaggio che le squarciava la vagina. “Non ce la faccio… sto per venire,” scrisse, e io aumentai ancora, sapendo che il Lush 3 la stava devastando, orgasmi continui che la facevano tremare mentre cercava di non farsi notare dagli amici.
Contemporaneamente, lei attivò il mio Hush 2, e il plug iniziò a vibrare nel mio culo, un ronzio profondo che mi colpiva la prostata, un piacere che mi fece sobbalzare. Il mio cazzo si indurì nei pantaloni, duro e pulsante, e Antonio mi guardò. “Uè, che c’hai, stai bene?” chiese, e io annuii, il viso arrossato. “Sì… solo un po’ caldo,” mentii, mentre il Hush 2 mi devastava, la vibrazione che mi faceva pulsare, il mio cazzo sull’orlo di esplodere.
Ci scambiammo un messaggio: “Non ce la faccio più… andiamo in bagno?” Ci alzammo entrambi, io al locale di Reggio e lei al biergarten di Monaco, e ci chiudemmo nei bagni. Avviammo una videochiamata, i nostri volti arrossati sullo schermo, il desiderio che ci univa a 2.000 chilometri di distanza. “Cazzo… ti voglio,” gemette Alesia, la sua mano che scivolava sulla vagina, il Lush 3 che vibrava forte, devastandole la fica con un’intensità che la faceva urlare in silenzio. Io mi abbassai i pantaloni, il Hush 2 che mi squarciava il culo, la prostata che pulsava mentre il mio cazzo svettava, duro e gocciolante.
“Sto venendo… cazzo, Alesia… mi stai distruggendo,” ansimai, masturbandomi mentre il plug mi faceva impazzire, un orgasmo che mi travolse, schizzi di sperma che colpivano il pavimento del bagno mentre gemevo il suo nome. Alesia venne nello stesso momento, il Lush 3 che le devastava la vagina, un orgasmo continuo che la faceva squirting, un fiotto caldo che le bagnava le cosce mentre si mordeva le labbra per non urlare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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