Lui & Lei
Vibrazioni a distanza Part. 2


11.04.2025 |
199 |
1
"Non ci fu tempo di arrivare in camera..."
Tornammo ai nostri tavoli, il corpo ancora tremante. Io mi sedetti con Antonio e Marco, cercando di sembrare normale, ma il mio viso era arrossato, il respiro affannoso. Alesia, a Monaco, tornò al suo tavolo, ma il suo amico del cuore, Lukas, la guardò con un sorrisetto malizioso. “Che succede, Alesia, sembri accaldata,” disse, e lei arrossì, reggendo il gioco mentre il Lush 3 vibrava ancora dentro di lei, un nuovo orgasmo che la colpiva in silenzio. Si morse le labbra, gli occhi che brillavano di piacere, e Lukas rise piano, capendo che c’era un segreto che non poteva immaginare.Il viaggio di ritorno a Roma fu un’agonia di desiderio. Dopo giorni separati, con il Lush 3 e il Hush 2 che ci avevano tenuti uniti a distanza, ogni pensiero era per Alesia: il suo profumo, il suo corpo, il modo in cui gemeva quando godeva. Arrivai a Termini per primo, il cuore che batteva forte mentre l’aspettavo al binario. Quando il suo treno da Monaco entrò in stazione, la vidi scendere, bellissima: indossava un cappotto leggero che nascondeva a malapena una minigonna nera e calze a rete autoreggenti che le fasciavano le gambe come una promessa.
Ci abbracciammo, un bacio profondo che sapeva di nostalgia e passione, e tornammo a casa in silenzio, le mani intrecciate, il desiderio che ci bruciava dentro. Appena varcammo la soglia del nostro appartamento, Alesia si tolse il cappotto, rivelando l’outfit provocante. La minigonna era cortissima, lasciando intravedere il bordo delle calze a rete, e i tacchi alti le slanciavano le gambe in modo irresistibile. “Ma… come mai questo abbigliamento?” chiesi, la voce roca, il mio pene già duro nei pantaloni solo a guardarla.
Alesia mi sorrise, un sorriso malizioso e carico di desiderio. “L’ho comprato in Germania,” sussurrò, avvicinandosi a me, il suo profumo di vaniglia che mi avvolgeva. “Il gioco remoto… mi ha fatto impazzire di voglia. Pensavo a te ogni secondo, immaginando di tornare e sedurti così.” Mi baciò, un bacio feroce, la lingua che invadeva la mia bocca, e con un gesto rapido tirò su la minigonna, mostrandomi che sotto non indossava nulla: la sua vagina era nuda, lucida di desiderio, un invito che mi fece gemere.
Non ci fu tempo di arrivare in camera. Ci spogliammo con una fretta selvaggia, le mani che tremavano di desiderio mentre ci liberavamo dei vestiti. Io mi tolsi la camicia e i pantaloni, il mio cazzo duro che svettava libero, mentre Alesia si sfilava la minigonna, restando solo con le calze a rete e i tacchi. “Cazzo… sei stupenda,” ansimai, e ci gettammo sul tappeto del salotto, i nostri corpi che si intrecciavano con una fame che ci consumava.
La feci sdraiare, sollevandole le gambe con una dolcezza feroce, le cosce aperte che rivelavano la sua fica bagnata, un fiore rosa e lucido che pulsava di desiderio. Mi chinai su di lei, prendendole un piede tra le mani, e iniziai a leccarlo, succhiando le dita attraverso le calze a rete, la lingua che scivolava sulla pelle liscia mentre lei gemeva: “Sì… cazzo, leccami i piedi… mi fai impazzire.” Continuai, venerandola, mentre posizionavo il mio cazzo sulla sua vagina, penetrandola con un colpo lento e profondo, riempiendola fino in fondo.
“Cazzo… sei così grosso,” urlò, le gambe alzate, i piedi vicino alla mia bocca mentre la scopavo, ogni spinta che la faceva sobbalzare, i suoi seni che ondeggiavano liberi, i capezzoli duri che spiccavano contro la pelle chiara. Le succhiai le dita con passione, la lingua che scivolava tra le calze, mentre il mio cazzo scivolava dentro e fuori dalla sua fica, un ritmo selvaggio che ci portava al confine. “Sto venendo… riempimi!” gridò, e io cedetti, schizzi di sperma caldo che le inondavano la vagina, colpendo il suo utero con una forza che la fece esplodere. Il suo squirting arrivò come un’onda, un fiotto caldo che schizzò sul tappeto, bagnandomi il ventre mentre lei urlava: “Siiii… cazzo… sto venendo!” Il suo corpo tremava, la vagina che si stringeva intorno al mio cazzo, prolungando il mio piacere mentre il suo liquido ci univa.
Alesia mi guardò, gli occhi ancora velati di piacere, e sussurrò: “Voglio un 69… ma speciale.” Si posizionò sopra di me, il suo corpo caldo che mi sovrastava, e iniziò a succhiarmi il cazzo con una passione selvaggia, la lingua che scivolava sulla cappella, le labbra che mi avvolgevano mentre gemeva: “Cazzo… sei ancora duro… lo voglio tutto in gola.” Ma teneva il bacino sollevato, la sua fica appena fuori dalla mia portata, un tormento che mi fece gemere di frustrazione. Feci per muovermi, per raggiungerla con la lingua, ma lei mi fermò, continuando a succhiarmi con una furia che mi faceva impazzire.
Dopo un po’, capii le sue intenzioni. Mentre mi succhiava, il suo corpo si tese, e un flusso caldo e dorato iniziò a scendere, colpendomi la bocca. “Bevi tutto, amore… bevi la mia piscia,” ordinò, la voce carica di desiderio, un misto di dolcezza e comando che mi accendeva. Il sapore salato mi riempì, un calore che scivolava in gola mentre io ingoiavo ogni goccia, il mio cazzo che pulsava nella sua bocca, il desiderio che ci univa in un atto di sottomissione e amore. “Cazzo… mi eccita fartela bere,” gemette, il flusso che continuava, un rivolo che mi bagnava il viso mentre lei succhiava più forte, portandomi al confine.
Quando finì, abbassò il bacino, spingendo la sua fica sulla mia bocca. “Puliscimi… leccami dentro,” sussurrò, e io obbedii, la lingua che scivolava nella sua vagina, succhiando il mix di sperma, squirting e piscia, un nettare selvaggio che mi faceva impazzire. La leccai con passione, penetrandola con la lingua, mentre lei gemeva: “Sì… cazzo, puliscimi tutta… mi fai venire ancora.”
Il mio cazzo era di nuovo duro, pulsante di desiderio, e Alesia si girò, posizionandosi a quattro zampe sul tappeto, il culo perfetto che si apriva davanti a me. “Prendimi dietro… voglio sentirti nel culo,” disse, la voce rotta dalla passione. Versai un po’ di lubrificante, le mie dita che scivolavano nel suo ano stretto, allargandola con dolcezza mentre lei gemeva: “Sì… preparami… ti voglio tutto dentro.”
Posizionai il mio cazzo sul suo forellino, penetrandola lentamente, il suo calore che mi avvolgeva mentre scivolavo dentro, riempiendola completamente. “Cazzo… è grosso,” ansimò, il suo corpo che si rilassava per accogliermi, e io spinsi più a fondo, iniziando a muovermi con colpi forti e profondi, ogni spinta che le spalancava il culo, un piacere oscuro che ci univa. “Scopami… spaccalo… riempimi,” urlava, e io aumentai il ritmo, il mio cazzo che scivolava dentro e fuori con una forza che la faceva tremare, il suo ano che si stringeva intorno a me.
“Sto venendo… riempimi l’intestino,” gridò, e io esplosi, schizzi di sperma caldo che le inondavano l’ano, colpendo le sue viscere con una potenza che la fece venire. Il suo orgasmo colò tra le sue cosce, un fiotto caldo che le bagnava la pelle mentre urlava: “Siiii… cazzo… sto venendo!” Il suo corpo tremava, il culo che pulsava intorno al mio cazzo, un piacere che ci univa in un’estasi profonda.
Ci lasciammo cadere sul tappeto, i corpi sudati e intrecciati, il respiro affannoso che riempiva la stanza. Alesia si accoccolò contro di me, il viso sul mio petto, le sue mani che accarezzavano il mio cazzo ancora duro, un sorriso dolce sulle labbra. “Ti amo,” sussurrò, la voce morbida, “è stato incredibile… voglio farlo ancora, presto.” La strinsi forte, baciandole la fronte, il desiderio che rinasceva già nei nostri sguardi. “Sempre, amore,” risposi, sapendo che il nostro amore, forgiato da passione e complicità, ci avrebbe portati a esplorare nuovi confini, ancora e ancora.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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