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Il dominio di Clara: un gioco di dolore


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
05.04.2025    |    321    |    0 8.7
"Le strinse con forza, un dolore acuto che mi fece sobbalzare, e mi sussurrò all’orecchio, “Ma quanto riesci a resistere, porco?” Il suo tono era un misto..."
Ero entrato in un bar elegante nel centro di Roma, un locale con luci soffuse e divanetti di velluto, quando la vidi: Clara. Era una donna mozzafiato, alta, con un portamento regale, i capelli biondi che le cadevano in onde perfette sulle spalle, e un corpo che era pura seduzione. Indossava un abito rosso aderente, con una scollatura profonda che metteva in mostra il suo seno abbondante, un décolleté che sembrava implorare di essere venerato. Ai piedi, décolleté nere con un tacco 10, che slanciavano le sue gambe lunghe e perfette. Il suo sguardo, freddo e dominante, mi colpì subito: Clara era una donna che sapeva cosa voleva, e io, Fabio, 48 anni, robusto e con un debole per le donne che comandano, non potei resistere.
Mi avvicinai, ordinai due drink, e la invitai a sedersi con me su un divanetto appartato. Lei accettò con un sorriso malizioso, e mentre sorseggiavamo i nostri cocktail, sentii la sua mano scivolare sotto il tavolo, dritta sulle mie palle. Le strinse con forza, un dolore acuto che mi fece sobbalzare, e mi sussurrò all’orecchio, “Ma quanto riesci a resistere, porco?” Il suo tono era un misto di sfida e lussuria, e io, con il fiato corto, risposi, “Quanto vuoi, Clara.” Lei rise, stringendo ancora più forte, le sue unghie che affondavano nella mia carne, e disse, “Bene, vediamo. Andiamo in albergo, e ti metto alla prova.”
Ci spostammo in una stanza d’albergo, un ambiente raffinato con un letto king-size e un tappeto morbido. Clara si tolse l’abito con un gesto lento, rivelando un corpo perfetto: il seno abbondante, i capezzoli duri che spuntavano da un reggiseno di pizzo nero, e un perizoma che spariva tra le sue chiappe sode. Mi ordinò di spogliarmi, e io obbedii, il mio cazzo già duro per l’eccitazione. “Prima sfida,” disse, “se resisti a due calci nelle palle, ti faccio leccare le mie tette.” Mi mise in piedi, le mani dietro la schiena, e prese la mira. Il primo calcio arrivò con una forza brutale, il suo piede che colpiva le mie palle, un dolore lancinante che mi fece piegare in due, il fiato che mi mancava, le palle che pulsavano come se fossero in fiamme. “Uno,” contò lei, e io, con le lacrime agli occhi, mi rialzai. Il secondo calcio fu ancora più forte, un colpo secco che mi fece urlare, il dolore che mi attraversava tutto il corpo, le palle che sembravano esplodere. Ma resistetti, e Clara sorrise. “Bravo, porco,” disse, slacciandosi il reggiseno e rivelando le sue tette perfette. Mi inginocchiai, e le leccai, la mia lingua che scivolava sui suoi capezzoli, succhiandoli con devozione, un premio dolce dopo tanto dolore, il suo profumo che mi inebriava mentre lei gemeva piano.
Ma Clara non era soddisfatta. “Seconda sfida,” disse, “se resisti ad altri due calci, ti faccio vedere e leccare il mio culo.” Mi rimise in posizione, e il primo calcio arrivò, un dolore ancora più intenso, le mie palle che bruciavano, un’agonia che mi fece quasi svenire, ma tenni duro. Il secondo calcio fu devastante, un colpo che mi fece crollare in ginocchio, il dolore che mi attraversava come un fulmine, ma resistetti. Clara si girò, si tolse il perizoma, e mi mostrò il suo culo, tondo e sodo, un’opera d’arte. Mi ordinò di leccarlo, e io, ancora dolorante, mi avvicinai, la mia lingua che scivolava tra le sue chiappe, assaporando il suo buco, un piacere che mi faceva dimenticare il dolore, il suo sapore che mi mandava in estasi mentre lei gemeva, “Sì, porco, leccami bene.”
La sfida finale era la più dura. “Altri due calci,” disse Clara, “e ti faccio leccare la mia fica.” Mi fece mettere davanti a lei, a cosce aperte, il mio cazzo e le palle esposti, e lei prese la mira, il suo sguardo freddo e calcolatore. Il primo calcio fu un’esplosione di dolore, il suo piede che colpiva le mie palle con precisione, un’agonia che mi fece urlare, le palle che pulsavano, il mio corpo che tremava. Il secondo calcio fu ancora peggiore, un colpo che mi fece crollare a terra, il dolore che mi annebbiava la mente, ma resistetti, sapendo che il premio valeva tutto. Clara si sdraiò sul letto, spalancò le gambe, e mi mostrò la sua fica, depilata e bagnata, un fiore che implorava di essere assaporato. Mi avvicinai, la mia lingua che scivolava sul suo clitoride, succhiandolo con fame, il suo sapore che mi inebriava, ma mentre la leccavo, Clara iniziò a pisciarmi in bocca, un getto caldo che mi riempiva, e con la mano mi tenne la testa ferma, ordinando, “Bevi, bevi tutto, porco!” Ingoiai, il sapore acre che mi faceva rabbrividire, mentre lei, vera zoccola, si toccava la fica, venendo sulla mia faccia, il suo piscio e i suoi succhi che mi bagnavano tutto.
Mi fece mettere ai suoi piedi, e mi ordinò di leccarle le scarpe e i piedi dentro le décolleté. Leccai il cuoio, la mia lingua che scivolava sulle sue scarpe, poi sui suoi piedi, il sapore salato della sua pelle che mi eccitava, mentre lei continuava a toccarsi la fica, gemendo di piacere, il suo corpo che tremava mentre veniva ancora. Poi mi fece girare a pecora, e tirò fuori un grosso strap-on, nero e spesso, che si fissò in vita. “Ti scopo il culo,” disse, “e tu devi venire solo con il culo.” Lo lubrificò con la sua saliva, e me lo infilò dentro, un dolore acuto che mi fece urlare, il mio culo che si dilatava al limite mentre lei mi inculava con forza, ogni spinta un’agonia che si trasformava in piacere. Mi scopava così forte che alla fine sborrai senza toccarmi, un orgasmo che mi fece tremare, il mio sperma che schizzava sul tappeto, il mio culo completamente rotto e sfondato.
Ero esausto, mi sdraiai sul tappeto, fradicio del suo piscio, il corpo dolorante, ma Clara non era contenta. Continuava a toccarsi la fica, e di lì a poco fece entrare un suo amico, un ragazzo giovane e atletico, con un cazzo già duro. Lui si inginocchiò e le leccò la fica, succhiandola con fame, mentre Clara mi guardava, gemendo di piacere. Poi il ragazzo la scopò, il suo cazzo che le entrava nella fica con forza, e lei godeva, urlando, “Sì, scopami, riempimi!” Quando arrivò all’orgasmo, strinse le palle del ragazzo con forza, impedendogli di venire, e mi chiamò, “Vieni, porco, lecca la mia fica sporca di cazzo.” Mi avvicinai, la mia lingua che scivolava sulla sua fica, assaporando il sapore del cazzo del ragazzo, ma poi Clara ordinò, “Scopalo in culo.” Il ragazzo mi penetrò, il suo giovane cazzo che mi entrava nel culo con forza, scopandomi mentre io le leccavo la fica, un ritmo selvaggio che mi faceva gemere. “Scopalo forte e riempilo di sperma,” ordinò Clara, e di lì a poco sentii il mio culo riempirsi di sborra, un fiotto caldo che mi colava fuori, mentre Clara veniva sulla mia faccia, e per concludere mi pisciò ancora in faccia, un getto caldo che mi bagnava tutto.
Il mio cazzo era di nuovo duro, e Clara non perse tempo: si mise con il suo culo sopra di me, sedendosi sul mio cazzo, e lo fece scivolare dentro, tutto nel suo culo, muovendosi forte, un ritmo selvaggio che mi faceva impazzire. Mi scopava con il culo, e io sborrai, riempiendole il culo di sperma, un orgasmo che mi fece urlare, il mio cazzo che pulsava dentro di lei. Clara chiamò il ragazzo, e gli ordinò di leccarle il culo sporco di sperma, mentre a me disse, “Lecagli il cazzo, sa ancora del tuo culo.” Obbedii, la mia lingua che scivolava sul cazzo del ragazzo, assaporando il mio stesso culo, un’umiliazione che mi eccitava ancora di più.
Alla fine, esausti, ci sdraiammo tutti sul letto, ciascuno toccando il sesso dell’altro: io che accarezzavo la fica di Clara, lei che stringeva le mie palle, il ragazzo che si masturbava guardandoci. Ci ripromettemmo di ritrovarci presto, per scopare ancora tutti e tre insieme, un trio che aveva trasformato il dolore in un piacere indimenticabile.

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