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incesto

Giochiamo al dottore Part. 5


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
11.04.2025    |    1.641    |    1 9.8
"Carlo, con il cazzo già duro nei boxer aderenti, non se lo fece ripetere..."
Il giorno dopo la loro notte intensa, i due fratelli Anna e Carlo ancora abbracciati si svegliarono con il sole che filtrava dalla finestra del piccolo appartamento a Rimini, i corpi ancora intrecciati sotto le lenzuola umide di passione. L’idea di passare una giornata al mare li riempiva di entusiasmo. Dopo una colazione veloce a base di yogurt e caffè, si prepararono per la spiaggia. Anna indossava un costume molto sexy: un bikini nero a triangolo, con il pezzo sopra che copriva appena il suo seno piccolo ma sodo, lasciando intravedere i capezzoli sotto il tessuto sottile, e uno slip con laccetti laterali che mettevano in risalto il suo culo sodo e la sua silhouette minuta, completamente depilata. I suoi capelli castani, sciolti, le cadevano a metà spalla, e gli occhi azzurro cielo brillavano di malizia. Carlo, invece, aveva scelto un paio di boxer aderenti blu scuro, che gli modellavano il fisico prestante e villoso, il cazzo che si intravedeva sotto il tessuto, un dettaglio che non passava inosservato.
Arrivarono allo stabilimento balneare, un posto vivace con file di ombrelloni colorati e musica di sottofondo. Furono accolti da Mario, un bagnino siciliano di 28 anni, con un fisico scolpito che sembrava scolpito nel marmo: addominali definiti, spalle larghe, e una abbronzatura invidiabile che gli dava un’aria mediterranea irresistibile. I suoi capelli neri erano corti, e i suoi occhi scuri avevano uno sguardo intenso che non passava inosservato. “Benvenuti! Avete bisogno di qualcosa?” chiese, con un sorriso caldo e un accento siciliano che faceva sciogliere.
Carlo gli si avvicinò, stringendogli la mano. “Sì, ci serve un lettino, una sdraio e un ombrellone per tutta la settimana,” disse, e Mario annuì, accompagnandoli a un posto in prima fila, sul lato destro, con una vista perfetta sul mare. “Ecco qua, siete sistemati. Se avete bisogno di me, sono sempre qui,” disse Mario, lanciando un’occhiata ad Anna che non sfuggì a Carlo.
La giornata al mare iniziò con relax: si stesero al sole, la pelle di Anna che brillava sotto l’olio solare, mentre Carlo non poteva fare a meno di guardare sua sorella, il desiderio che gli cresceva dentro. Anna, come al solito, non perdeva occasione di provocarlo: si girava sul lettino, il culo in bella vista, e ogni tanto gli sfiorava il braccio con un sorriso malizioso. Dopo un po’, decisero di fare il bagno. Entrarono in acqua, ridendo e schizzandosi, ma poco distante dalla riva, dove l’acqua era profonda abbastanza da coprirli fino alla vita, Anna si fece più audace.
Si avvicinò al fratello, avvolgendogli le braccia intorno al collo, e con un gesto rapido si abbassò lo slip del bikini, lasciandolo scivolare lungo una gamba. “Scopami qui, Carlo,” gli sussurrò, la voce roca di desiderio, mentre i loro occhi si spostavano verso i bagnanti sulla riva, ignari di quello che stava succedendo. Carlo, con il cazzo già duro nei boxer aderenti, non se lo fece ripetere. Si abbassò i boxer quel tanto che bastava, il cazzo che spuntava, e la penetrò con un affondo lento ma deciso, l’acqua che li avvolgeva, rendendo ogni movimento più fluido.
“Sì, fratellone… scopa forte tua sorella porca,” ansimava Anna, le gambe che gli avvolgevano i fianchi sotto l’acqua, il corpo che si muoveva contro di lui. Carlo la scopava con passione, i colpi profondi e ritmici, l’acqua che schizzava intorno a loro, mentre guardavano i bagnanti sulla riva, un misto di eccitazione e pericolo che li faceva fremere. La fica di Anna era calda e bagnata, stringendosi intorno al cazzo di Carlo a ogni affondo, e i suoi gemiti soffocati si mescolavano al rumore delle onde. “Cazzo, Anna… sei così stretta,” grugnì Carlo, le mani che le stringevano il culo, il sudore che si mescolava all’acqua salata. Anna, con il viso arrossato e gli occhi socchiusi, sentiva il piacere montare dentro di lei. “Sto venendo!” urlò piano, e con un gemito soffocato esplose in un orgasmo, la fica che pulsava intorno al cazzo del fratello, un piacere che la fece tremare. Carlo, al limite, le venne dentro, fiotti caldi che la riempivano, un orgasmo che lo fece gemere contro il suo collo, mentre l’acqua nascondeva il loro segreto.
Tornarono sulla spiaggia, ridendo come se niente fosse, i corpi ancora caldi di desiderio. Dopo pranzo, però, Carlo ricevette una chiamata dal padrone di casa: c’era un problema con la caldaia dell’appartamento, che non dava acqua calda bene, e doveva andare perché arrivava il tecnico a sistemarla. “Torno presto, Anna,” le disse, dandole un bacio sulla fronte prima di allontanarsi. Anna, rimasta sola sulla spiaggia, si stese sul lettino, il corpo ancora accaldato dal sole e dall’eccitazione, ignara di quello che sarebbe successo di lì a poco.
Mentre Anna prendeva il sole, Mario si avvicinò, il suo fisico scolpito che brillava sotto il sole, un sorriso malizioso sulle labbra. “Tutto bene qui?” chiese, e Anna, con un sorrisetto, lo invitò a sedersi accanto a lei. Parlarono per un po’, flirtando senza vergogna, e la tensione tra loro crebbe rapidamente. Mario prese una bottiglia di crema solare e, con un gesto galante, si offrì di spalmarla sulle spalle di Anna. “Non voglio che ti scotti, spero che il tuo ragazzo non sia geloso” disse, le sue mani forti che iniziavano a massaggiarle la pelle, scivolando lentamente verso il basso. Anna rispose in tono malizioso “non è il mio ragazzo è mio fratello”.
Mario si fece allora più ardito le sue dita sfiorarono il culo di Anna, coperto solo dallo slip del bikini, e lei, invece di ritrarsi, si inarcò leggermente, un gemito leggero che le sfuggì dalle labbra. Mario, incoraggiato, fece scivolare una mano più in basso, sfiorandole la fica sopra il tessuto, un contatto che la fece fremere di eccitazione. “Ti piace, vero?” le sussurrò all’orecchio, e Anna annuì, il respiro corto, il corpo che già bruciava di desiderio. “Portami da qualche parte,” gli disse, e Mario la prese per mano, guidandola verso uno spogliatoio sul retro dello stabilimento, un piccolo spazio con pareti di legno e l’odore di salsedine nell’aria.
Una volta dentro, Mario la spinse contro il muro, le sue mani che le sollevavano il bikini, e la baciò con urgenza, le loro lingue che si intrecciavano in un bacio selvaggio. Anna si inginocchiò davanti a lui, abbassandogli i boxer e prendendo il suo cazzo in bocca, duro e pulsante, con una cappella già umida di desiderio. Lo succhiò con avidità, la lingua che girava intorno alla punta, le labbra che si stringevano intorno all’asta, mentre Mario gemeva forte, le mani nei suoi capelli. “Cazzo, sei una troia,” le disse, e Anna sorrise, succhiandolo ancora più a fondo, la gola che si contraeva intorno a lui.
Dopo qualche minuto, Mario la fece alzare, la girò contro il muro e le abbassò lo slip del bikini, penetrandola con un affondo deciso, il cazzo che la riempiva, scopandola forte. “Sì, Mario… scopami!” urlava Anna, godendo come una vera troia, il corpo che si inarcava contro di lui, la fica che schizzava a ogni colpo. Mario, al limite, stava per ritirarsi, ma Anna lo fermò. “No, vienimi dentro… lo voglio per Carlo,” gli disse, e Mario, eccitato, le venne dentro, fiotti caldi che la inondavano, un orgasmo che la fece tremare, mentre lei godeva, il piacere che le scuoteva il corpo. Anna guardando Mario gli dice “Grazie Mario mio fratello saprà apprezzare quando mi leccherà la fica questa sera”, Mario rimase senza parole pietrificato, sarebbe stata una settimana interessante.
Tornata a casa, Anna trovò il fratello che aveva appena finito di sistemare la caldaia, il viso sudato e le mani sporche per aver aiutato il tecnico. Senza dire una parola, lo bloccò per le spalle, spingendolo contro il divano. “Leccami la fica, ora, subito,” gli ordinò, la voce carica di autorità, mentre si stendeva sul divano, togliendosi il bikini e aprendo le cosce, rivelando la sua fica bagnata, che sapeva di sale ma aveva un sapore strano. Carlo, estasiato dalla vista, si tuffò su di lei, la lingua che scivolava sulle sue labbra, leccandola con avidità, assaporando ogni centimetro.
Le sue mani le sollevarono il pezzo sopra del bikini, rivelando i suoi seni piccoli ma sodi, e iniziò a leccarle le tette, la lingua che girava intorno ai capezzoli, succhiandoli con passione, mentre Anna gemeva forte, il corpo che tremava di piacere. “Cazzo, Carlo… lecca tutto,” ansimava, e poi, con un sorrisetto malizioso, aggiunse: “Ti piace, vero… lecca tutto, l’ho conservata per te… è la sborra di Mario, il bagnino.”
Carlo si fermò per un istante, alzando lo sguardo su di lei, il cazzo che gli si induriva nei boxer. “Sei una vera porca sorellina ma come è successo?” chiese, la voce roca, un misto di curiosità ed eccitazione. Anna, con un sorriso soddisfatto, iniziò a raccontare, mentre Carlo continuava a leccarla, la lingua che scivolava dentro, assaporando il mix di sborra e succhi. “Ero sola sulla spiaggia… Mario si è seduto vicino a me, abbiamo iniziato a parlare… poi mi ha messo la crema solare sulle spalle, e le sue mani sono scese, mi ha toccato il culo… poi la fica… ero così eccitata” disse, gemendo mentre lui le succhiava il clitoride. “Mi ha portata in uno spogliatoio… gli ho fatto un pompino, succhiandolo tutto, e poi mi ha scopata contro il muro… stavo venendo così forte, e quando lui stava per uscire, gli ho detto di venirmi dentro… l’ho fatto per te,” concluse, il respiro corto, il corpo che tremava di piacere.
Carlo, eccitato dalla scoperta, sentì il cazzo pulsare nei boxer, il pensiero di Anna scopata da Mario che lo faceva impazzire di desiderio. “Sei una porca incredibile sorellina” le disse, e continuò a leccarla, la lingua che scivolava dentro, assaporando ogni goccia della sborra di Mario mescolata ai succhi di Anna, un sapore che lo mandava in estasi. Le succhiava il clitoride, le leccava le labbra, e poi tornava sulle tette, succhiandole i capezzoli con avidità, mentre Anna si contorceva sotto di lui, il piacere che le montava dentro. “Sto venendo, Carlo!” urlò, e con un grido esplose in uno squirting potente, schizzi caldi che gli inondavano la bocca e il viso, un orgasmo che la fece urlare di piacere, il corpo che tremava incontrollabilmente.
Carlo, eccitato come non mai, la fece girare, mettendola a carponi sul divano, e come promesso le sfondò il culo con forza, il cazzo che scivolava dentro con affondi sempre più profondi, il buco già dilatato dalla notte precedente che lo accoglieva con facilità. “Ti riempio il culo, Anna,” ansimò, le mani che le stringevano i fianchi, i colpi che si facevano sempre più veloci e intensi. Anna gemeva forte, il culo che bruciava di piacere, il corpo che si inarcava contro di lui. “Sì, Carlo… riempimi tutto,” lo incitava, e lui, al limite, esplose, riempiendole l’intestino di sborra calda, fiotti che la inondavano, un calore che la fece gemere ancora più forte, il seme che colava lentamente dal suo buco mentre lui si ritirava, il respiro affannato.
Esausti, si accasciarono sul divano, i respiri affannati, i corpi sudati. Anna, con un sorriso soddisfatto, si girò verso di lui, gli occhi azzurro cielo che brillavano. “La settimana sta prendendo una piega bellissima,” disse, e Carlo annuì, sapendo che quella vacanza sarebbe stata indimenticabile.

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