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Prime Esperienze

L'ovetto Part. 1


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
01.03.2025    |    273    |    0 8.0
"Terminai la scansione alle 11:00, salutammo il padrone di casa e tornammo in macchina..."
Il lavoro con B&B Passion procedeva a gonfie vele. La casa di Sofia e Carlotta rendeva bene, e presto prendemmo in gestione altri cinque appartamenti nella stessa zona. Alesia era eccezionale nel creare arredi affascinanti e intriganti, dando a ogni spazio un tocco unico. Una mattina, il telefono squillò. “Pronto, B&B Passion?” rispose Alesia con prontezza. Una voce pacata dall’altro capo chiese: “Stiamo cercando un B&B con una sexy room.” “Certo, abbiamo un B&B con una red room perfetta per voi,” replicò Alesia. Ma la voce insistette: “Vogliamo una sexy room completa e adeguatamente attrezzata.” Non eravamo pronti per una richiesta del genere, e Alesia, costernata, rispose: “Al momento non possiamo soddisfare la vostra richiesta, ma entro un mese avremo una struttura adeguata.”
Alle 8:30, quando ci incontrammo, Alesia era entusiasta. “Sono felice che il progetto ti entusiasmi,” le dissi. “Oggi andremo a vedere una villetta a Castel Gandolfo, potrebbe essere perfetta per una dark room.” Alesia mi abbracciò, regalandomi un bacio passionale, profondo, come solo lei sapeva fare. Entrati in macchina, le porsi un piccolo pacco regalo. I suoi occhi si illuminarono: “Cosa mi hai regalato? C’è qualcosa da festeggiare che non ricordo?” Aprì il pacco e rimase sorpresa. Dentro c’era un ovetto speciale, nero con inserti in oro e una piccola codina, un oggetto elegante. “Scusa, cos’è questo?” chiese, incuriosita. La guardai negli occhi, sorridendo: “Un oggetto da indossare.”
Fece finta di non capire, con un’espressione stupita. “Andiamo al bar di fronte,” proposi. “Potrai indossarlo, e ne approfittiamo per prendere due caffè. Nella scatola ci sono le istruzioni.” Quando uscì dal bagno, aveva un’espressione interrogativa. “Allora, ti piace il regalo? È comodo?” le chiesi. “Direi che mi ci sto abituando,” rispose, con un sorriso. Le sorrisi maliziosamente: “Vedrai, il meglio della sorpresa deve ancora venire.”
L’ovetto che Alesia aveva “indossato” nella sua vagina era un dispositivo radiocomandato all’avanguardia, arrivato dagli Stati Uniti. Poteva misurare temperatura, umidità, livello di piacere e battito cardiaco, vibrare in 15 modalità, riscaldarsi e dare piccole scosse elettriche grazie agli inserti in oro. L’avevo già abbinato a un’app sul mio cellulare. Mentre facevamo colazione, aprii l’app per controllare i parametri: temperatura 37,1 gradi, battiti 73, umidità 78%, eccitazione 55%. Il giocattolo funzionava perfettamente, ma non era ancora il momento di attivare i programmi. Alle 9:00, finimmo la colazione e partimmo per il sopralluogo.
Ci dirigemmo verso Castel Gandolfo. Essendo mattina, il traffico era in direzione opposta, e arrivammo presto. La villetta a schiera, costruita intorno al 1990, aveva un piccolo giardino, un vialetto di mattoni di cotto, un portico con veranda e un rivestimento in cortina. Ci accolse il signor Mario sotto la veranda. Dopo i saluti e le presentazioni, facemmo un sopralluogo. La casa era un po’ trascurata, ma spaziosa: due camere da letto al piano terra con cucina, salone e bagno; al piano superiore, una camera con bagno interno; nel seminterrato, un posto auto, un vano caldaia e un locale di 30 metri quadri con un tavolo da ping pong e finestre in alto. Alesia mi sorrise, e con uno sguardo d’intesa capimmo che era il posto perfetto per una dark room, con accesso riservato, e il vano impianti ci avrebbe permesso di aggiungere un bagno di servizio.
Mentre tornavamo in salone, chiesi al signor Mario il permesso di fare rilievi tridimensionali per valutare i lavori di ristrutturazione. Ottenuto il consenso, andai in macchina a prendere il mio Leica BLK360, lasciando Alesia a controllare i documenti. In macchina, controllai l’app: temperatura 37,2 gradi, battiti 70, umidità 40%, eccitazione 22%. Serviva un po’ di adrenalina. Scelsi un programma di “warm up” di 3 minuti e lo avviai. Alesia, mentre parlava con il signor Mario, sentì una vibrazione interna di 5 secondi. Rimase in silenzio, strinse le gambe, poi si concentrò di nuovo sui documenti. Iniziò a sentire un calore interno, ma cercava di restare composta.
Il signor Mario la invitò ad alzarsi per mostrarle i mobili dei bagni e fare foto, ma proprio in quel momento partirono 15 secondi di vibrazioni intermittenti. Alesia faticava a camminare, temendo che Mario se ne accorgesse. Si fermò, fingendo di fare foto al salone. Quel giorno indossava pantaloni Levis aderenti che esaltavano le sue forme. Arrivata in bagno, evitando lo sguardo di Mario, sentì di nuovo il calore, seguito da 20 secondi di vibrazioni. “Signora, tutto bene? Vuole un bicchiere d’acqua?” chiese Mario. Alesia annuì con la testa. Mentre lui si allontanava, mise una mano sui jeans per contenere le vibrazioni, ma subito dopo sentì una leggera scossa elettrica, stimolante. Mario tornò con l’acqua, e l’ovetto riprese a vibrare con più forza.
Montai l’attrezzatura per la scansione nel garage e controllai l’app: temperatura 37,2 gradi, battiti 85, umidità 80%, eccitazione 79%. Il programma funzionava. Avviai la scansione e salii in casa per godermi l’ultimo minuto. Alesia era seduta sul divano, con le gambe accavallate e strette, mentre Mario cercava di convincerla che i mobili erano ancora buoni. Quando entrai, mi guardò con uno sguardo di fuoco. Mi sedetti accanto a Mario, fissandola mentre godeva in silenzio. L’ultimo minuto fu intenso: vibrazioni alternate e il calore che stimolava il suo punto G. Alesia si contorceva lentamente, senza proferire parola. “Alesia, che ne pensi dell’arredo?” chiesi. Il suo sguardo d’odio le permise solo di dire: “Mmm, sì, valuto.”
Controllai l’app: temperatura 37,5 gradi, battiti 88, umidità 92%, eccitazione 89%. Sorrisi al signor Mario: “Le faremo sapere a breve, ci sono dei lavori da fare. Ora finisco la scansione, e venerdì le invieremo una proposta per trasformare la casa in un B&B.” L’ovetto si fermò, e Alesia tirò un sospiro di sollievo, cercando di ricomporsi. Approfittando della distrazione di Mario, controllò se ci fosse un alone tra le gambe, poi, rassicurata, tornò a sorridere e chiese un caffè. Terminai la scansione alle 11:00, salutammo il padrone di casa e tornammo in macchina.
“Sei uno stronzo,” mi disse Alesia. “È stato terribile, stavo per venire davanti al proprietario. Stronzo.” Sorrisi: “Ammettilo, ti è piaciuto. L’app dice che ti è piaciuto tanto.” Mi guardò con odio, ma poi ci avvicinammo, perdendoci in un bacio passionale, le nostre lingue che si cercavano. “Sì, mi sono eccitata molto, ma la prossima volta…” “Sì, tesoro, la prossima volta ti succhio tutta e ti faccio arrivare sulla mia bocca,” le promisi. Alesia sorrise, e riprendemmo a baciarci.
Tornati in ufficio, trasferii i dati della scansione sul CAD e iniziai a lavorare a un computo metrico dei lavori, ridisegnando il locale per la dark room. “Alesia, che ne dici della disposizione degli spazi?” le chiesi. Diede un’occhiata e suggerì modifiche agli impianti per ottimizzare l’arredamento. “Ci siamo, mi piace,” disse. “Ora mi accompagni a vedere l’arredamento?” Non potevo che rispondere di sì. Prima di partire, controllai l’app: temperatura 37,1 gradi, battiti 78, umidità 50%, eccitazione 44%.
La prima tappa fu l’IKEA, per farci un’idea, anche se non era specializzata in quel tipo di “tematica”. Arrivammo al parcheggio alle 13:00. Prima di scendere, avviai il programma “long pleasure” di 20 minuti. Alla prima vibrazione, Alesia disse: “Mmm, stronzo, dopo me la paghi.” Camminando tra l’esposizione, si fermava ogni tanto, trattenendo il fiato quando l’ovetto vibrava per 20 secondi. Nel reparto salotti, trovammo un divano in pelle nera perfetto. Un’altra scarica, con aumento di temperatura, la fece poggiare al muro, convinta di aver bagnato i pantaloni. L’ovetto vibrava in doppio, stimolando il punto G. I colpi la stavano facendo impazzire.
La presi per mano e la portai in un allestimento bagno limitrofo. Le infilai la mano nei pantaloni, toccandola: era molto bagnata. Cominciai a muovere la mano velocemente sul suo clitoride, mentre con la lingua le esploravo l’orecchio. Alesia avrebbe voluto fermarmi, ma aveva bisogno di arrivare. Mordendo la mia spalla per non urlare, si sciolse in un forte orgasmo. Contenni i suoi umori con la mano, assaporandoli come nettare. Restammo fermi un attimo per riprenderci, poi continuammo il giro. Controllai l’app: temperatura 37,5 gradi, battiti 95, umidità 95%, eccitazione 97%. Mancavano ancora 10 minuti al programma.
Nella zona notte, trovammo un letto a baldacchino di ferro battuto, perfetto con il giusto tendaggio. Alesia osservava i dettagli, annotando le misure, mentre l’ovetto vibrava a scariche ritmate di 3 secondi ogni 5 secondi. Sopportava la stimolazione, controllandosi meglio. Si sedette sul letto per testarne la resistenza, e notai una chiazza umida tra le sue gambe, ma non dissi nulla per non metterla in imbarazzo. Si alzò con naturalezza, ormai abituata alla vibrazione ritmata, e propose di andare al reparto accessori per un tappeto e altri elementi per il bagno.
Attraversammo il reparto camerette e ci avviammo al piano terra, ma all’altezza della mensa Alesia si fermò. L’ovetto vibrava forte, a 3 minuti dalla fine del programma. Ci sedemmo a un tavolo in fondo alla sala, affollata per l’ora di pranzo. Le tenni la mano stretta, mostrandole l’app: temperatura 37,5 gradi, battiti 96, umidità 97%, eccitazione 96%. Alesia sorrise, stringendo i denti per trattenersi. L’ovetto passò a scariche elettriche ritmate sul punto G, una stimolazione continua che le faceva salire il piacere. Stringeva le gambe e la mia mano, socchiudendo gli occhi. L’app indicava: temperatura 37,5 gradi, battiti 110, umidità 99%, eccitazione 99%.
L’ovetto si riscaldò, e negli ultimi 20 secondi vibrò, colpendo il punto G. Alesia esplose in un orgasmo profondo e violento, soffocandolo con piccoli movimenti sulla sedia. Il soffocamento prolungò il piacere, e le ultime scosse le regalarono un secondo orgasmo, un’estensione del primo. L’app mostrava: temperatura 37,5 gradi, battiti 128, umidità 100%, eccitazione 100%. Rimase immobile per riprendersi, poi notò di essere vistosamente bagnata. Abbottonò il giaccone per coprirsi e disse: “È il caso di andare, guarderemo le cose uscendo.” Alle 14:00, il giro all’IKEA si concluse con ottimi risultati. Per la fame, prendemmo un panino al chiosco lungo la strada mentre la riaccompagnavo a casa.
“Dai, sali a casa, devo fare una doccia e cambiarmi,” disse Alesia. Non mi aveva mai invitato a casa sua. Parcheggiai nel garage a ore della zona e salimmo. La casa era arredata con gusto: nel salone, una poltrona LC2 di Le Corbusier, un divano Frau, una libreria contenitore Frau, un tavolino di cristallo Kartell; in cucina, un arredamento minimal con sedie di Arne Jacobsen; all’ingresso, una scultura in bronzo di Rabarama illuminata da un faretto e una rara stampa numerata di Andy Warhol alle pareti. Mi accomodai sul divano mentre Alesia sparì in camera da letto. “Versati qualcosa da bere, nel mobile trovi tutto,” mi disse.
Aprii il mobile, ma non avevo voglia di superalcolici, e lo richiusi, scorgendo la sagoma seminuda di Alesia che si muoveva verso il bagno. “Ma non dovevo baciarti tutta come promesso?” le chiesi. Si affacciò dalla camera, con indosso solo mutandine di pizzo nere, coprendosi il seno con le mani: “Vero, me la devi pagare. Che aspetti?” Mi avvicinai, entrando in camera. Mi accolse con un dolce bacio, mentre il mio sguardo si fermava su un elegante letto Cassina. Stavo per parlare, ma le parole mi si strozzarono in gola.
Alesia afferrò i miei testicoli con la mano, stringendo forte: “Ti sei divertito oggi, vero? Ora tocca a me.” Non mollò la presa, stringendo con più vigore, e quando presi fiato, fece un movimento di torsione. Mi piegai per sfuggire, ritrovandomi con il volto nel suo seno. Mi ripresi e cominciai a leccarle e succhiarle i capezzoli, dedicando lo stesso tempo a entrambi. Tirando via la coperta, ci sdraiammo sul letto. Mentre succhiavo avidamente i suoi capezzoli, infilai la mano nelle sue mutandine, scoprendo che non aveva tolto l’ovetto. “Allora ti è proprio piaciuto se lo indossi ancora?” Non finii la frase: Alesia aveva sbottonato i miei pantaloni, abbassato le mutande e afferrato di nuovo i miei testicoli. “Zitto, o te li strappo. Fammi godere come promesso,” disse con decisione.
Con i baci scesi lungo il suo petto, soffermandomi con la lingua nel suo ombelico, spingendola in fondo, poi sulle sue grandi labbra, assaporando il suo ventre ancora eccitato. “Perché non accendi l’ovetto ora?” mi chiese. Senza smettere di baciarla, presi il cellulare e avviai un programma casuale. L’ovetto iniziò a vibrare, e sentivo le vibrazioni attraverso il suo ventre sulla mia lingua. Il suo nettare caldo colava nella mia bocca, e mi abbandonai al piacere. Il mio pene era gonfio, i testicoli pieni di desiderio dopo le sue strette.
Mi girai, continuando a baciarla, così che Alesia potesse accogliere il mio sesso nella sua bocca, bagnandolo tutto. Lo succhiò forte, come se volesse fargli un succhiotto, lasciandolo pulsare, poi accarezzò i testicoli con la lingua. Stavo impazzendo di piacere. Continuavo a darle piacere con la lingua, spingendola nella sua vagina fino a toccare l’ovetto, poi fuori, leccando la rosellina del suo culetto. Alesia succhiava il mio pene sempre più veloce, come se volesse farlo esplodere in bocca. Faticavo a trattenermi, così decisi di calmarla infilandole due dita nel sedere. Era così bagnata ed eccitata che entrarono senza fatica. Alesia ebbe un sussulto di piacere e rallentò il ritmo sul mio pene.
Con le dita sentivo l’ovetto vibrare e scaldarsi, una sensazione incredibile. Scostai il pene dalla sua bocca, ora concentrata a sentirsi aperta, e infilai tre dita nel suo sedere. La dilatazione le provocò un orgasmo inaspettato. Con la mano, spinse la mia più in fondo, mentre il suo squirt finiva nella mia bocca. Bevevo ogni goccia, adorando il suo sapore, e lei spingeva la mia testa sul suo ventre per farsi pulire. Le vibrazioni dell’ovetto non si fermavano, e presto Alesia fu di nuovo all’apice. Afferrò il mio pene, massaggiandolo velocemente: “Lo voglio, lo voglio, lo voglio.”
Spinsi ancora la mano nel suo sedere, forzando anche il pollice. Ogni dilatazione anale aumentava il suo piacere. “Lo voglio, LO VOGLIOOO ORA,” urlò. Tolsi la mano dal suo ano e mi girai, posizionando il mio pene all’altezza della sua vagina. Le alzai le gambe sopra le mie spalle, aspettando un suo gesto. Alesia spinse il ventre verso il mio pene, dandomi il segnale. Spinsi dentro di lei, ma il pene trovò l’ovetto a bloccargli il cammino. Alesia non si fermò, continuando a spingere. Spinsi con più forza, mentre lei era in un mare di emozioni e orgasmi continui.
Il pene si fece spazio, spingendo l’ovetto, arrivando fino all’utero. Alesia aveva dentro sia il mio pene che l’ovetto vibrante. Si sentiva piena, dilatata oltre misura, incapace di smettere di godere. La sua vagina, così aperta, la stava facendo impazzire, con le vibrazioni e il mio pene che premeva sull’utero. Anche per me l’effetto era devastante: “Non resisterò molto, sto per arrivarti dentro,” le dissi. “Non ti permettere,” urlò, afferrando i miei testicoli per bloccare il mio orgasmo. Passato quel momento, ripresi con movimenti veloci e affondi sempre più forti.
“Che bello, non ti fermare, sto avendo un altro orgasmo,” disse Alesia. Sentivo la sua vagina dilatata colare di piacere lungo il mio sesso. Mi fece sdraiare e si sedette sul mio pene, muovendosi velocissima, con l’ovetto ancora dentro. Pensai che si sarebbe sfondata, ma presto la sua vagina si contrasse forte, come per espellere l’ovetto. Stava per avere un orgasmo incredibile, e anch’io non riuscivo più a trattenermi. Esplosi dentro di lei, schizzandole nell’utero, mentre anche lei godeva.
Restammo immobili in quella posizione, poi mi tolsi da lei e, su sua richiesta, estrassi l’ovetto. Le chiesi di aprire la bocca, facendole leccare l’ovetto, e ci baciammo come sempre. Facemmo la doccia insieme prima di scendere per andare al sexy shop, che apriva alle 16:00, per cercare fornitori per l’arredamento della dark room.


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