incesto
Giochiamo al dottore ? Part. 1


10.04.2025 |
3.605 |
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"Carlo, ancora ridendo, si alzò di scatto e la afferrò, bloccandola sul letto con una forza che la fece sobbalzare..."
La storia è vera e mi è stata raccontata da un utente di A69 che ringrazio e che vuol restare anonimo.Carlo e Anna si conoscevano da sempre. Sono fratello e sorella. Carlo ha 3 anni più di Anna da piccoli quella distanza non contava: erano inseparabili. Passavano ore a giocare, spesso al “dottore e alla paziente”, un gioco innocente fatto di risate e curiosità infantili, con Carlo che fingeva di visitarla e Anna che si lasciava esplorare con la fiducia di chi non conosce ancora il desiderio. Crescendo, però, i loro interessi si erano evoluti, allontanandoli. Carlo si era tuffato in un mondo di ribellione e passioni sfrenate, mentre Anna, più riservata, aveva coltivato una bellezza discreta e un’attrazione segreta che non osava confessare. Fino a quel giorno. Lui, 21 anni, alto 1,80, un fisico prestante e villoso che emanava una mascolinità rude, e lei, 18 anni, minuta, 48 kg di pura grazia, con capelli castani lunghi fino a metà spalla, occhi azzurro cielo e un corpo completamente depilato, liscio come seta.
Era un pomeriggio afoso, i genitori fuori casa, e l’appartamento immerso in un silenzio rotto solo dal ronzio di un ventilatore. Anna, in cucina con un vestitino corto che le accarezzava le cosce, sentì un odore strano, pungente, provenire dalla camera di Carlo. Corrugò la fronte, incuriosita, e si precipitò verso la porta socchiusa. Spalancandola, lo vide: Carlo, sdraiato sul letto, una canna tra le dita, il fumo che si alzava in spirali pigre. “Cazzo, ti stai fumando una canna, ma sei stronzo!” urlò, imitando alla perfezione il tono della madre, con quell’accento bergamasco che esplodeva in ogni sillaba. La caricatura era così realistica che Carlo, sorpreso, scoppiò a ridere, un suono profondo e rauco che riempì la stanza. Anna, incapace di trattenersi, si unì a lui, le risate che scioglievano ogni tensione.
Ma poi, in un attimo, il gioco cambiò. Carlo, ancora ridendo, si alzò di scatto e la afferrò, bloccandola sul letto con una forza che la fece sobbalzare. Le immobilizzò i polsi sopra la testa, il suo corpo massiccio che sovrastava la figura minuta di lei. Il vestitino corto si alzò, rivelando un perizoma striminzito, un triangolino di pizzo nero che a malapena copriva la sua pelle liscia. Carlo, con gli occhi velati dal fumo e dal desiderio, lasciò scivolare una mano tra le sue gambe, sfiorandola con un gesto lento, quasi ipnotico. Anna non oppose resistenza. Il cuore le batteva forte, ma non era paura: era un desiderio che covava da anni, un segreto che aveva tenuto nascosto persino a se stessa. Aveva sempre sognato che lui, un giorno, la toccasse così.
La mano di Carlo si fece più audace, accarezzandola sopra il pizzo, sentendo il calore che emanava da lei. “Anna…” mormorò, la voce roca, incerta ma carica di voglia. Lei lo interruppe con un sussurro: “Non dire niente. Fallo e basta.” Quelle parole furono come una scintilla. Carlo le lasciò i polsi, scendendo con le mani a strapparle il perizoma con un gesto deciso, lasciandola nuda sotto di lui, la sua fica depilata che brillava di desiderio. Si chinò su di lei, la bocca che trovava la sua intimità calda e umida, la lingua che scivolava dentro con una dolcezza famelica. Anna gemette subito, inarcando la schiena, le mani che si aggrappavano ai capelli villosi di lui mentre lo guidava più a fondo. Lui leccava con avidità, assaporando ogni goccia del suo nettare, la lingua che danzava sul clitoride e poi più dentro, facendola tremare di piacere.
Anna, travolta, lo spinse via per un attimo, solo per invertire i ruoli. “Tocca a me,” disse con un sorriso malizioso, facendolo sdraiare. Gli slacciò i jeans con mani tremanti, liberando il suo membro turgido, grosso e circondato da quella peluria che lo rendeva ancora più selvaggio. Lo prese in bocca senza esitazione, un pompino delizioso che fece gemere Carlo all’istante. La sua lingua lo accarezzava, lenta e poi veloce, succhiandolo con una passione che lo portò al confine del piacere. Lei lo guardava con quegli occhi azzurro cielo, un misto di innocenza e lussuria che lo mandava fuori di testa. “Anna… cazzo…” riuscì a dire lui, prima che lei lo lasciasse, salendogli sopra con un movimento fluido.
Si posizionò su di lui, guidando il suo membro dentro di sé, la fica calda e bagnata che lo avvolgeva come un guanto. Iniziò a cavalcarlo, prima piano, poi con una foga che scuoteva il letto. Carlo le afferrò i fianchi, spingendo verso l’alto, affondando in lei con colpi profondi che le strappavano gemiti sempre più forti. Anna si abbandonò completamente, il piacere che montava come un’onda incontrollabile. “Carlo… sto per…” balbettò, e poi esplose: un orgasmo violento, uno squirting che le sfuggì con forza, bagnando il letto di Carlo, le lenzuola intrise del suo piacere liquido che colava ovunque. Lui, sentendo quel calore, perse ogni controllo, venendo dentro di lei con schizzi potenti, un’estasi che li unì in un groviglio di corpi sudati e respiri spezzati.
Crollarono insieme, il letto un disastro, il profumo del sesso e del fumo che aleggiava nella stanza. Anna, accoccolata contro il petto villoso del fratello Carlo, sorrise. “Ti ricordi quando giocavamo al dottore?” sussurrò. Lui rise, stringendola. “Sì, ma ora è molto meglio.” Quel giorno, la loro storia d’amore aveva preso una piega nuova, un fuoco che non si sarebbe spento facilmente.
Se volete conoscere della settimana di vacanza che hanno trascorso insieme da soli e di come Anna abbia perso la sua verginità anale scrivetelo nei commenti
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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