Lui & Lei
La traviata Part. 1


03.03.2025 |
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"Si abbassò su di me, baciandomi, e la sua bocca sapeva di pioggia dorata mista ai suoi umori..."
Era il 7 luglio, un sabato mattina. Alle 7:00, mi alzai con la solita energia per il mio allenamento mattutino. Prima di uscire, mi avvicinai al letto dove Alesia dormiva ancora, avvolta nelle lenzuola. “Tesoro, scendo per il mio allenamento. Quando ti svegli, troverai tutto pronto sul tavolo in cucina,” le sussurrai, sfiorandole la fronte con un bacio leggero. Alesia fece un cenno con la testa, ancora immersa nel dormiveglia. La sera prima avevamo fatto tardi, lavorando al nuovo progetto, e capivo che non avesse alcuna voglia di alzarsi.Alle 8:30, Alesia finalmente si svegliò. Si stiracchiò pigramente, con i capelli leggermente spettinati che le cadevano sul viso, e si diresse in cucina per prepararsi la sua tisana. Sul tavolo, accanto alla tazza fumante, trovò un biglietto. Lo aprì con curiosità e dentro scoprì due biglietti per la serata: La Traviata alle Terme di Caracalla. I suoi occhi si spalancarono, un misto di incredulità e gioia le attraversò il viso. Non era mai stata a un’opera lirica, e l’idea di assistere a uno spettacolo così importante in un luogo magico come le Terme di Caracalla le fece venire un brivido lungo la schiena.
Alesia fissò i biglietti, sentendo un’ondata di emozione mista ad ansia. “Cosa indosso?” fu il primo pensiero che le attraversò la mente, quasi sovrastando l’entusiasmo iniziale. Non era un’esperta di moda, e la prospettiva di un evento così elegante la metteva in agitazione. “Non posso sembrare fuori luogo… ma neanche esagerare,” si disse, immaginando già gli sguardi degli altri ospiti, tutti impeccabili nei loro abiti raffinati.
Si avvicinò all’armadio e iniziò a sfogliare le grucce con un misto di nervosismo ed eccitazione. Ogni abito veniva esaminato con uno sguardo critico: “Questo è troppo semplice… Questo troppo vistoso… E questo? No, troppo corto.” Non riusciva a decidere. Nessun vestito sembrava all’altezza di un’occasione così speciale. Poi si fermò, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. “Aspetta,” si disse, “non è l’abito che conta. È il momento, l’esperienza. E lui…” Pensò a me, al gesto d’amore dietro quei biglietti, e un sorriso le illuminò il volto.
Proprio in quel momento, il suo telefono squillò. “Buongiorno, amore mio,” dissi con un tono dolce e un pizzico di mistero. “Stavo pensando… hai guardato bene in fondo all’armadio, a destra?” Alesia si bloccò, confusa. “In fondo all’armadio? A destra?” ripeté. “Sì,” risposi, ridendo piano. “C’è una sorpresa per te.”
Incuriosita, Alesia tornò all’armadio e si accovacciò per guardare meglio. Ed eccola lì: una scatola rosso vivo con la scritta “Valentino” in caratteri dorati. Per un attimo, trattenne il respiro. Valentino. Aprì la scatola con delicatezza, come se stesse maneggiando un tesoro, e ciò che vide la lasciò senza parole. Era un abito nero, un capolavoro di eleganza e sensualità. La parte anteriore era semplice ma raffinata, con due strisce di seta che si incontravano al collo, unite da un delicato laccio di perle che fungeva da reggiseno. La parte posteriore, però, era mozzafiato: lasciava la schiena completamente scoperta, con il filo di perle che scendeva lungo la pelle, ricongiungendosi in basso in una gemma scintillante. Uno spacco sensuale sul lato sinistro, fino a metà coscia, completava il design.
Alesia accarezzò il tessuto, morbido come una nuvola, con il cuore che le batteva forte. Non aveva mai indossato nulla di così splendido. Un sorriso incredulo le si dipinse sul volto, seguito da un’ondata di emozione. Non era solo l’abito a commuoverla, ma il pensiero dietro quel gesto. L’avevo scelta per farla sentire speciale, per regalarle un sogno.
“È troppo,” mormorò tra sé, con gli occhi lucidi. Ma in fondo, sapeva che quella sera sarebbe stata magica. Compose il mio numero, e quando risposi, la sua voce tremava di emozione. “Amore, è incredibile… Non ho parole per ringraziarti. È il regalo più bello che abbia mai ricevuto,” disse, cercando di contenere la gioia. “Mi fa piacere che ti piaccia,” risposi con calma, trasmettendole sicurezza. “Ma c’è una cosa importante, Alesia…” Feci una pausa, lasciando che le mie parole la incuriosissero. “Questa sera dovrai indossarlo senza biancheria intima. Niente reggiseno, niente mutandine.”
Alesia rimase in silenzio per un attimo, sorpresa e un po’ imbarazzata. Non era mai stata particolarmente audace, e l’idea la faceva sentire vulnerabile. “Perché?” chiese con un filo di voce. “Perché voglio che tu ti senta libera, sicura di te stessa. Voglio che questa serata sia speciale, per noi, e che tu possa vivere ogni momento pienamente, senza pensieri,” spiegai con dolce fermezza. Alesia abbassò lo sguardo sull’abito, sentendo la leggerezza del tessuto tra le mani. Sapeva che quella serata sarebbe stata unica, un’occasione per scoprire un lato di sé che non aveva mai esplorato. Con un sorriso timido ma determinato, rispose: “Sì.”
Quando tornai per pranzo, Alesia era ancora immersa nei preparativi per la serata. Appena mi vide, il suo cuore batté più forte. Tenevo dietro la schiena una scatola marrone con una scritta dorata: Christian Louboutin. “Allora, sei pronta per questa sera?” chiesi con un sorriso entusiasta. Alesia, visibilmente emozionata, rispose: “Devo ancora scegliere le scarpe da abbinarci…” Sorrisi e le porsi la scatola. “Prendile, sono per te.”
Con mani tremanti, Alesia aprì la scatola e scoprì un paio di Kate nere con tacco 10, eleganti e affusolate, con la suola rossa che brillava come una promessa di perfezione. Rimase senza parole, lo sguardo fisso su quelle scarpe straordinarie. Poi, senza pensarci, si alzò e mi gettò le braccia al collo, iniziando a baciarmi con una passione travolgente. Mi baciò sulla bocca, sul collo, lasciando che la gioia la travolgesse. Ricambiai i suoi baci, stringendola forte, mentre le nostre mani cominciavano a cercarsi.
Alesia afferrò il mio crescente desiderio, stringendolo forte, poi iniziò a muovere la mano con lentezza, mentre le mie dita si facevano strada tra le sue grandi labbra, penetrandola in profondità. Le nostre bocche non si staccavano, e con le mani ci spogliammo a vicenda. Quando fummo nudi, Alesia si inginocchiò, prendendo il mio sesso in bocca. I suoi movimenti erano caldi e sensuali, e con lo sguardo cercava i miei occhi per vedere il mio piacere. Le sue mani massaggiavano i miei testicoli, facendoli gonfiare di desiderio.
Era difficile resistere a quelle attenzioni. Ci spostammo sul divano di pelle nera nel salone, e al contatto con la pelle fredda, Alesia mollò per un attimo la presa. La adagiai sul divano, le aprii le gambe e cominciai a baciarle la vulva, infilando la lingua nella sua vagina, cercando il suo punto G. Alesia si scioglieva in umori di eccitazione, che colavano dappertutto. “Anch’io voglio leccarlo, ti prego,” disse. Mi avvicinai al suo volto, e lei fece scivolare il mio pene in bocca, ingoiandolo fino alla base.
La situazione era di un’eccitazione crescente. Quando infilai quattro dita nella sua vagina, la dilatazione le procurò scosse di piacere così intense che, insieme alla mia lingua sul clitoride, esplose in un orgasmo violento, squirting nella mia bocca. Mentre godeva, i suoi muscoli si contrassero, e quasi morse il mio pene. Il suo orgasmo si prolungò, poi continuò a leccarmi i testicoli, mordicchiandoli come una piccola vendetta. “Ora ho io un regalo per te,” disse.
Salì sul mio petto, posizionando la sua vulva sulla mia bocca, e iniziò una dolce danza avanti e indietro, colando i suoi umori caldi nella mia bocca. Chiusi gli occhi, assaporando il suo nettare, caldo, profumato e dolce. “Amore, apri bene la bocca,” mi disse. Obbedii, e Alesia mi inondò con il suo caldo liquido dorato. Era così eccitante che ebbi un’erezione violenta, e lei si eccitò vedendomi bere da lei. Quando finì, la mia lingua leccò dolcemente la sua rosellina, portandola a un altro orgasmo, uno squirt che mi inondò il petto.
Alesia scivolò lungo il mio corpo, lasciando che il mio pene entrasse lentamente nella sua vagina, allargandola piano. Quando toccai il suo utero, ebbe un sussulto di piacere. Si abbassò su di me, baciandomi, e la sua bocca sapeva di pioggia dorata mista ai suoi umori. La tenevo ferma per i fianchi, penetrandola con colpi sempre più forti. Alesia godeva, i suoi umori colavano lungo il mio pene, e io sentivo ogni sensazione. La feci piegare sul bracciolo del divano, posizionandomi dietro di lei, e ripresi a pomparla con forza. “Ti prego, non ti fermare, spingi più forte,” mi incitava.
Le tenevo i seni, stringendo i capezzoli, e infilai un dito nel suo sedere, poi un secondo. La dilatazione anale la mandò in tilt, e Alesia iniziò a muovere il sedere per sentire di più. “Amore, è bellissimo essere dentro di te così,” le dissi. “Sì, non ti fermare, fammi godere, mi piace sentirmi aperta da te ovunque,” rispose. Aumentai il ritmo, e arrivammo insieme: i suoi umori si mescolarono al mio sperma, che le invase l’utero. Restammo fermi, con le mie dita ancora nel suo sedere, poi ci baciammo appassionatamente. “Amore, mi hai fatto godere tanto,” disse Alesia. “Anche tu, Alesia, e il tuo regalo è stato speciale,” risposi sorridendo.
Ci ricomponemmo e ci preparammo per il pranzo. Alesia aveva preparato un pasto semplice ma delizioso: verdure al forno con rosmarino e timo, e un pollo in salsa di miele, senape e limone. Ogni boccone era un’esplosione di sapori, e ci scambiammo sguardi complici, gustando il momento di intimità. Dopo pranzo, ci sedemmo al tavolo del soggiorno per lavorare al progetto dei campi da tennis e della club house con appartamenti per un B&B. Discutemmo con passione, trovando nel lavoro un altro modo per costruire qualcosa di speciale insieme.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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