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Lui & Lei

"Casa mia è proprio a due passi da qui."


di Membro VIP di Annunci69.it MoMi70
06.04.2025    |    3.400    |    2 9.3
"Mentre venivo, potente, caldo, spruzzandole sul viso, la sua lingua spuntava tra le labbra aperte per raccogliere tutto..."
Era una serata d'inizio estate, la città avvolta nel caldo di una notte che prometteva qualcosa di inaspettato.
Il ristorante era illuminato da luci soffuse, le luci delle candele sui tavoli tremolavano creando giochi di ombre che sembravano danzare. Io sedevo al tavolo, il cuore che batteva forte, non tanto per l'attesa, ma per l'incertezza di ciò che stava per arrivare. Un appuntamento al buio. Nessun volto, solo una promessa di scoperta.
Le porte si aprirono e, all'improvviso, il silenzio del locale sembrò spezzarsi. Lei entrò con grazia, un movimento sinuoso ma sicuro sulle sue décolleté tacco 12. I suoi occhi, intensi e magnetici, mi trovarono subito. Un sorriso sfuggente le incorniciava il volto, le sue labbra color carminio che sembravano nascondere mille segreti, mille desideri. Il suo abito nero e leggero le accarezzava la pelle, delineando ogni curva ad ogni passo che faceva. Il seno prosperoso non aveva bisogno di nessun reggiseno, era decisamente bella e sexy.
Si avvicinò con un passo lento, come se ogni movimento fosse studiato per affascinare, per sedurre. Un profumo delicato ma avvolgente, una miscela di fiori e vaniglia che mi invadeva i sensi. Si sedette, il volto vicino, gli occhi che non si distaccavano dai miei. "Ciao," sussurrò, la voce bassa, quasi un segreto tra di voi. Ogni parola sembrava una carezza, ogni gesto un invito a scoprire qualcosa di più.
Il suo sguardo si fece più intenso mentre parlavate, le sue mani sfioravano leggermente le mie quando si avvicinava ed ogni contatto sembrava bruciare sulla pelle. Ogni risata, ogni parola pronunciata, sembrava avvolgere l'aria di un'intimità crescente, un gioco sottile di sguardi e sensazioni non dette. L'atmosfera era densa, ogni silenzio carico di promesse. Il desiderio non era esplicito, ma vibrava nell'aria come una musica che solo noi due riuscivamo a sentire.
Quando, nel momento in cui le mani si toccarono, il tempo sembrò fermarsi. I suoi occhi si fecero più profondi, più misteriosi, e per un attimo mi sembrò di poter sentire il battito del suo cuore contro il mio. Era come se il mondo intorno a noi non esistesse più. Solo quella connessione, quella chimica esplosiva che scorreva tra noi, che cresceva con ogni istante, con ogni respiro.
La serata continuò, ma sembrava che niente potesse interrompere la magia tra noi due. Ogni parola, ogni gesto, sembrava tessere un filo invisibile che vi avvicinava sempre di più, in un gioco di seduzione delicata e irresistibile.

Terminata la cena, ormai eccitatissimi, ci alzammo con lentezza, come se ogni gesto fosse il preludio a qualcosa di più profondo, di più intenso. Lei si avvicinò al mio orecchio, sfiorandomi appena la guancia con le labbra.
"Vieni con me?" sussurrò, ma non fu una domanda, aveva quasi il timbro di un comando.
Si voltò senza attendere risposta, lasciando dietro di sé una scia di profumo e desiderio. I suoi fianchi ondeggiavano sotto il vestito nero, un invito che non lasciava spazio a esitazioni. La seguii, il cuore che pulsava nel petto, ogni passo un battito, ogni istante un crescendo di desiderio.
Attraversammo il corridoio che portava ai bagni, le luci più soffuse, i suoni del ristorante ormai lontani, ovattati. Lei spinse la porta del bagno delle donne con naturalezza, senza voltarsi. Un attimo dopo, sparì dentro.
Esitai solo il tempo di un respiro, poi entrai.
La porta si chiuse dietro di me con un suono sordo. Eravamo soli. Il silenzio del bagno si fece carico, elettrico, spezzato solo dal nostro respiro già alterato. Lei si voltò verso di me, le mani lente a risalire lungo le sue cosce, sollevando quel vestito che sembrava disegnato apposta per accendere ogni fantasia. Nessuno slip. Solo la pelle nuda e completamente liscia, incorniciata dalle cinghie sottili di un reggicalze di pizzo nero che le stringeva i fianchi come mani. Le calze velate salivano lungo le sue gambe perfette, fermandosi sotto le cosce toniche. Il contrasto tra l’eleganza di quei dettagli e la sua totale esposizione era selvaggiamente erotico.
"Chiudi la porta a chiave," disse, senza voltarsi.
Lo feci, senza distogliere lo sguardo. Quando mi girai di nuovo, era piegata in avanti, il vestito alzato a scoprire la schiena, le mani sul bordo del lavabo, il culo inarcato verso di me, completamente aperto. La luce al neon rifletteva sulla sua pelle lucida. La sua figa era già bagnata, pronta, gonfia, con le labbra più intime che pulsavano.
"Leccami." Mi disse.
Non attesi. Mi inginocchiai dietro di lei e le affondai la lingua tra le gambe divaricate. Il suo sapore era caldo, intenso, un misto di sesso e desiderio. Lei gemette forte, muovendosi contro il mio viso, spalancandosi di più, spingendosi sulla mia bocca. Le passai la lingua da sotto in su, lentamente fino ad arrivare al buco del culo, le mani le tremavano. I suoi gemiti si fecero più acuti, più disperati. Le succhiai il clitoride, mentre due dita scivolavano dentro di lei, calde e bagnate fino al fondo.
"Scopami. Adesso. Voglio sentirti dentro di me."
Mi alzai di scatto, abbassai i pantaloni, il cazzo duro che mi pulsava da minuti uscì con violenza. Senza esitazione, la presi per i fianchi e lo infilai dentro, prima delicatamente, poi con un colpo secco e profondo.
"Ahh! Siiii…scopamiiii" urlò, con la testa che le ricadeva all’indietro. Fammi sentire quanto mi desideri.
Ogni spinta faceva schioccare le nostre pelli, il suono umido del sesso che riempiva il bagno. Le tirai per i capelli, l’addome che si tendeva mentre affondavo ancora e ancora. Lei gemeva senza pudore, spingendosi contro di me.
La presi con forza, la mano sul suo collo, la bocca sul suo orecchio.
Le sussurrai: "Sei un lago… ti piace essere scopata così, eh?"
"Sì... più forte… adesso infilamelo nel culo… fammi completamente tua…"
La tirai a me, il cazzo mi stava esplodendo. La costrinsi a rimanere piegata mentre la scopavo nel culo senza sosta, il suo respiro si faceva sempre più corto ed affannato. Raggiunse l'orgasmo almeno due volte una delle quali squirtò, colando sulle cosce. Poi si girò all’improvviso e si inginocchiò davanti a me. Se lo prese tutto in bocca con avidità, profonda, le labbra che scivolavano sul mio cazzo turgido e bagnato dei suoi fluidi. Mi guardava da sotto in su, le mani sulle mie cosce, mentre si muoveva avanti e indietro, la lingua che mi leccava ovunque, fino a farmi impazzire.
"Ora voglio che schizzi sulla mia lingua," disse, tirandosi indietro. "Fallo adesso"
Non resistetti. Con una mano le afferrai i capelli, con l’altra presi il mio cazzo ed iniziai a menarmelo forte. Mentre venivo, potente, caldo, spruzzandole sul viso, la sua lingua spuntava tra le labbra aperte per raccogliere tutto. Alcune gocce di sperma colarono anche sulle sue tette.
Lei si leccò le labbra lentamente ma avidamente, poi si alzò, ancora nuda sotto il vestito sollevato, il volto soddisfatto e ancora eccitato.
"Questo era solo l’inizio," sussurrò, baciandomi il collo.
“Andiamo”.
"Casa mia è proprio a due passi da qui."


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