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Il suo vibratore anale Part. 2


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
10.04.2025    |    1.999    |    1 8.3
"Si inginocchiò sul letto, il sedere alzato verso Alesia..."
Ana si sistemò sul divano, accavallando le gambe con una grazia naturale, il suo vestito corto che saliva appena, rivelando le cosce toniche. “Avevo diciotto anni,” cominciò, la voce che si abbassava in un tono vellutato, “e lui ne aveva venti. Si chiamava Marco, un ragazzo del mio quartiere, con quei capelli mossi e un sorriso che mi faceva sciogliere. Era la mia prima vera passione. Una sera, dopo un’uscita al cinema, mi portò a casa sua. I suoi genitori erano via, e ci ritrovammo sul suo letto, tra le lenzuola stropicciate che odoravano di lui.”
Alesia ascoltava, il respiro che si accorciava mentre Ana descriveva ogni dettaglio. “Ci baciammo a lungo, le sue mani che mi spogliavano con una fretta che mi eccitava. Mi tolse tutto, lasciandomi nuda, e poi mi girò, mettendomi a pancia in giù. ‘Voglio provarci dietro,’ mi disse, e io, inesperta com’ero, annuii, curiosa ma spaventata.” Ana fece una pausa, un sorriso malizioso che le curvava le labbra. “Prese una crema dal cassetto, me la spalmò sul sedere con le dita, accarezzandomi piano, ma non abbastanza da prepararmi davvero. Quando mi entrò dentro, fu… doloroso. La sua punta mi forzò, un bruciore che mi fece stringere i denti, e io gemetti, un misto di dolore e qualcosa di più profondo. Lui si fermò, spaventato dal mio lamento, ma io gli dissi di continuare, di spingere.”
Alesia sentì un calore crescerle tra le gambe, il racconto di Ana che la travolgeva. Senza farsi accorgere, strinse le cosce sotto la gonna, il tessuto che sfregava contro la sua vagina già umida. Con un movimento lento, quasi impercettibile, portò una mano sotto il bordo della gonna, le dita che sfioravano il clitoride sopra le mutandine, un tocco leggero che la fece rabbrividire mentre Ana continuava.
“Fu lento, all’inizio,” proseguì Ana, gli occhi persi nel ricordo. “Ogni spinta era un misto di dolore e piacere, il suo sesso che mi apriva, che mi riempiva in un modo che non avevo mai provato. Poi, qualcosa cambiò. Il dolore si trasformò, divenne un’onda calda che mi saliva dentro, e io iniziai a muovermi contro di lui, a volerlo di più. ‘Sì, così,’ gemetti, e lui accelerò, prendendomi con forza, il suo respiro che si spezzava mentre mi possedeva. Venni per la prima volta così, un orgasmo che mi fece tremare tutta, e da allora… non potei più farne a meno.”
Alesia strinse le gambe più forte, le dita che premevano sul clitoride, un fremito che le saliva lungo la schiena. Il racconto del dolore iniziale di Ana, della sua resa al piacere, la mandava in estasi, un’immagine che si mescolava al suo segreto vibratore, al modo in cui lo spingeva dentro di sé ogni giorno. “E ora?” chiese con voce roca, cercando di mantenere la compostezza.
Ana sorrise, sensuale e sicura. “Ora sono un’esperta. Non mi sembra completo se non lo prendo dietro. Lo cerco, lo voglio. Quando un uomo mi penetra lì, mi sento… posseduta, viva. È un piacere che mi scuote, che mi fa urlare.” Si sporse verso Alesia, il suo profumo che la avvolgeva. “Dovresti provarlo con lui, Alesia. Ma capisco il tuo segreto… è bello avere qualcosa di tuo.”
Alesia era al limite, il clitoride che pulsava sotto le sue dita mentre Ana finiva di parlare. Il pensiero del dolore di Ana, della sua trasformazione in piacere, le accendeva un fuoco dentro, un’urgenza che non poteva più contenere. Stringeva le cosce con forza, sfregandosi piano, i suoi umori che le bagnavano le mutandine mentre immaginava il vibratore nel suo sedere, la vibrazione che le esplodeva dentro. Non si fece accorgere, il viso composto, ma dentro era un tumulto di desiderio, un’estasi silenziosa che la spingeva a voler correre a casa.
Ana si alzò, ignara del tormento di Alesia. “Ci vediamo presto,” disse con un sorriso, posandole un bacio sulla guancia prima di andarsene. Quando la porta si chiuse, Alesia rimase sola, il respiro corto, le mani che tremavano. Non vedeva l’ora di tornare al suo segreto: il vibratore la aspettava, e lei sapeva che quel giorno avrebbe spinto ancora più a fondo, inseguendo lo squirting che il racconto di Ana le aveva fatto desiderare con una fame vorace.
Si alzò, le cosce lucide sotto la gonna, e corse in camera, il cuore che batteva all’idea di quel piacere proibito che l’aspettava, pronta a perdersi ancora una volta nella sua estasi nascosta.
Nei giorni successivi al loro incontro, Alesia si ritrovava spesso con il telefono in mano, il pensiero del vibratore anale che le accendeva la mente ogni volta che lo usava in segreto. Una mattina, mentre sorseggiava il suo caffè, il cellulare vibrò: un messaggio da Ana. “Ehi, Alesia… come va il tuo giochino dietro? Ti stai divertendo con quel vibratore tutto da sola?” Le parole erano accompagnate da un’emoji di un diavoletto, e Alesia sentì un fremito tra le cosce, il ricordo del racconto di Ana che ancora le bruciava dentro.
Non rispose subito, ma un altro messaggio arrivò poco dopo. “Sai, ieri ho usato il mio strap-on… è grosso, nero, lo spingo dentro fino in fondo e mi fa tremare tutta. Pensavo a te… ti piacerebbe provarlo un giorno? Magari insieme… le tue mani sul mio sedere, le mie sul tuo… solo per giocare, per goderci quel piacere profondo che ci prende così tanto.” Il tono era sensuale, provocatorio, ogni parola scelta per stuzzicarla, per farla bagnare al solo pensiero.
Alesia si morse il labbro, le dita che tremavano mentre digitava. “Ana… mi fai impazzire così. Sì, mi piace da morire, ogni giorno lo metto tutto dentro e… squirto, non riesco a fermarmi.” Fece una pausa, poi aggiunse: “Perché non vieni da me oggi pomeriggio? Lui non c’è, saremo sole. Portalo… voglio provare.” Premette invio, il cuore che batteva forte, un desiderio segreto che si trasformava in una promessa reale.
“Ci sarò,” rispose Ana, con un’emoji di un fuoco che diceva tutto.
Il pomeriggio arrivò con una luce calda che filtrava dalle tende della nostra camera da letto. Alesia aveva aperto la finestra, lasciando entrare una brezza leggera, e si era preparata con cura: indossava solo una camicia di seta bianca, semiaperta, e le sue autoreggenti nere, senza nulla sotto. Quando Ana bussò alla porta, Alesia la accolse con un sorriso malizioso, notando subito la borsa di tela che l’amica portava con sé.
Ana era splendida: un vestito aderente rosso che le fasciava il corpo snello, i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle, e un’aria di sicurezza che trasudava sensualità. “Ciao,” disse, posando la borsa sul tavolo e avvicinandosi ad Alesia. Senza dire altro, le posò una mano sul sedere, accarezzandolo sopra la seta con un tocco leggero ma deciso. “Che bel culetto,” sussurrò, la voce roca, e Alesia ricambiò, le sue dita che scivolavano sul fondoschiena di Ana, morbido e sodo sotto il tessuto. “Anche il tuo,” rispose, un fremito che le saliva lungo la schiena mentre si sfioravano.
“Non sono lesbica, lo sai,” disse Ana, guardandola negli occhi. “Non voglio baciarti, non voglio sesso lesbico. Solo… il tuo sedere mi eccita, e voglio giocarci. E tu col mio.” Alesia annuì, il respiro corto. “Nemmeno io, Ana. È solo… piacere. Voglio imparare, voglio goderti dietro.” Si scambiarono un sorriso complice, un patto silenzioso di pura scoperta.
Ana aprì la borsa, tirando fuori lo strap-on: un dildo nero, lungo e spesso, con una cintura di pelle che lo rendeva pronto a essere indossato. “È il mio preferito,” disse, accarezzandolo con le dita mentre lo mostrava ad Alesia. “Ti farà impazzire.” Alesia lo prese in mano, sentendo il silicone morbido ma rigido, e lo lubrificò con cura, il gelsomino che profumava l’aria mentre lo preparava.
Ana si spogliò, lasciando cadere il vestito e rimanendo nuda, il corpo snello e i seni sodi che brillavano sotto la luce. Si inginocchiò sul letto, il sedere alzato verso Alesia. “Tocca me per prima,” sussurrò, e Alesia si avvicinò, le mani che scivolavano sui suoi fianchi, poi sul suo fondoschiena perfetto. Lo accarezzò con lentezza, le dita che sfioravano la rosellina di Ana, morbida e invitante, prima di lubrificarla con cura. “Sei bellissima così,” mormorò, indossando lo strap-on con un movimento fluido.
Si posizionò dietro di lei, la punta del dildo che sfiorava il sedere di Ana, e spinse piano, entrando con delicatezza. “Oh, sì,” gemette Ana, il corpo che si tendeva mentre lo accoglieva, centimetro dopo centimetro, fino a che non fu tutto dentro. Alesia iniziò a muoversi, un ritmo lento ma profondo, le mani che stringevano i fianchi di Ana mentre la penetrava, il dildo che scivolava dentro e fuori con una sensualità selvaggia. Ana si inarcò, i gemiti che le sfuggivano dalle labbra, “Più forte, Alesia, sfondami,” e Alesia obbedì, spingendo con forza, sentendosi potente mentre il piacere dell’amica cresceva.
Ana si toccò il clitoride con le dita, il corpo che tremava mentre l’orgasmo si avvicinava. “Sto venendo,” urlò piano, e un’esplosione la travolse, un orgasmo forte e profondo che le fece contrarre i muscoli intorno al dildo, il sedere che pulsava mentre godeva. Alesia rallentò, accarezzandole la schiena con dolcezza, il respiro corto per l’eccitazione che provava nel darle tanto piacere.
“Ora tocca a me,” disse Alesia, togliendosi lo strap-on e porgendolo ad Ana con un sorriso. Si sdraiò sul letto, a pancia in giù, il sedere alzato, le autoreggenti nere che incorniciavano le cosce lucide di desiderio. Ana si inginocchiò dietro di lei, le mani che esploravano il suo fondoschiena, accarezzandolo con una lentezza che la fece tremare. “Che culo perfetto,” sussurrò, lubrificando la rosellina di Alesia con le dita, un tocco caldo e scivoloso che la fece gemere piano.
Ana indossò lo strap-on, la cintura che le aderiva ai fianchi mentre posizionava il dildo contro il sedere di Alesia. “Pronta?” chiese, e Alesia annuì, “Sì, spingilo tutto dentro.” Ana lo fece scivolare dentro con un movimento lento, la punta che la apriva, un’onda di piacere e pienezza che la travolse. “Oh, Dio,” gemette Alesia, il corpo che si tendeva mentre lo accoglieva, il dildo che la riempiva fino in fondo. Ana iniziò a muoversi, un ritmo sensuale che cresceva in intensità, le mani che stringevano i fianchi di Alesia mentre la penetrava con forza.
Alesia si toccò il clitoride, le dita che danzavano rapide mentre il dildo le scuoteva il sedere, un piacere profondo che le saliva dentro come un fuoco. “Sì, Ana, così,” ansimava, e Ana spingeva più forte, il suono dei loro corpi che si incontravano che riempiva la stanza. L’orgasmo arrivò come un’onda, un’esplosione che la fece urlare piano, il corpo che si contraeva mentre lo squirting le sfuggiva, un fiotto caldo che le bagnava le cosce e il letto. Ana continuò, prolungandole il piacere, finché Alesia non collassò, tremante e appagata.
Si sdraiarono una accanto all’altra, ansimanti, i corpi lucidi di sudore. “Non è lesbico,” disse Ana, accarezzandole il fianco con un tocco leggero. “È solo… piacere. Il tuo culo è divino, Alesia.” Alesia sorrise, la mano che sfiorava il sedere di Ana. “Anche il tuo. Voglio imparare ancora… solo questo, solo goderci così.” Si guardarono, complici, sapendo che il loro era un desiderio puro, una scoperta dei loro corpi senza bisogno di baci o altro.
Ana si alzò, infilando il vestito. “Ci rivediamo presto,” disse con un sorriso malizioso, lasciando lo strap-on sul letto come un invito. Alesia rimase lì, il cuore che batteva forte, già pensando al prossimo pomeriggio sola, pronta a spingere quel piacere ancora più lontano.
Quella sera, mentre rientravo a casa, Alesia mi accolse con un sorriso enigmatico, il suo segreto che si arricchiva di nuove sfumature. Non sapeva che presto avrei scoperto tutto, ma per ora si godeva la sua complicità con Ana, un mondo di piacere anale che la faceva vibrare di desiderio ogni volta che ci pensava.

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