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Un massaggio proibito


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
25.04.2025    |    1.525    |    2 9.2
"“Vuoi che ti faccia un massaggio? Sono brava, lo sai, ” aggiunse, un sorriso timido sulle labbra, ma con uno sguardo che tradiva un’intenzione più profonda..."
Simone, 49 anni, era un uomo affascinante, alto e con i capelli brizzolati che gli davano un’aria distinta, un architetto di successo che viveva a Bologna con sua moglie Laura, 48 anni, una donna elegante con capelli castani e occhi azzurri, insegnante di storia dell’arte all’università. Con loro viveva ancora Sofia, loro figlia di 18 anni stata per diversi anni in casa famiglia. Sofia era una giovane di una bellezza naturale, con lunghi capelli biondi, occhi verdi che brillavano di vitalità, un corpo snello e un sorriso dolce che illuminava ogni stanza in cui entrava. Era anche particolarmente brava nei massaggi, un talento che aveva sviluppato seguendo corsi online e nel periodo passato in casa famiglia, e la madre Laura ne approfittava spesso, trovando nei suoi trattamenti un momento di relax dopo le lunghe giornate di lavoro.
Era l’autunno del 2024, e la famiglia viveva in una villetta a due piani alla periferia di Bologna, con un piccolo giardino sul retro e un salotto accogliente dove il camino crepitava nelle serate più fresche. Laura, che spesso tornava a casa stanca, aveva preso l’abitudine di chiedere a Sofia un massaggio serale, un rituale che si ripeteva almeno due volte a settimana. “Sofia, sei un angelo, hai delle mani magiche,” le diceva, mentre si sdraiava sul divano, un asciugamano sul corpo, lasciando che la figlia lavorasse sulla sua schiena con oli essenziali al profumo di lavanda e rosmarino. Sofia, con la sua canotta bianca e i leggings neri, sorrideva timidamente, ma col tempo aveva iniziato a osare: i suoi massaggi si erano fatti più lenti, più sensuali, le mani che scivolavano lungo i fianchi della mamma, sfiorando i glutei coperti dall’asciugamano, un tocco che andava oltre il semplice relax, un gesto che accendeva qualcosa di proibito.
Simone, spesso presente in casa durante questi momenti, osservava tutto dal tavolo della cucina, dove fingeva di lavorare al computer. Ogni volta che Sofia massaggiava la mamma, non poteva fare a meno di guardarla: le sue mani delicate che scivolavano sulla pelle, i capelli biondi che le cadevano sul viso, il modo in cui si mordeva il labbro mentre si concentrava, un’immagine che lo turbava profondamente. Sentiva un calore salirgli al petto, un’erezione che cercava di nascondere, un desiderio che lo faceva sentire sporco, un uomo che tradiva i suoi stessi principi. Era sposato, Laura era sua moglie, e Sofia loro figlia era altamente erotica, e questo spesso accendeva i suoi pensieri, che si facevano sempre più oscuri, più insistenti.
Una sera, dopo cena, mentre il camino crepitava e un bicchiere di vino rosso riposava sul tavolo, Laura si sdraiò sul divano per il suo massaggio. Sofia iniziò come al solito, le mani che lavoravano con maestria, ma quella volta osò ancora di più: lasciò cadere l’asciugamano, scoprendo i glutei della madre, e iniziò a massaggiarli con movimenti lenti, circolari, le dita che sfioravano la pelle in modo quasi provocante scendendo fino a vicino alla fica. Laura, rilassata dal vino e dal calore del camino, emise un gemito leggero, “Sofia figlia mia, sei incredibile,” mormorò, ignara del fatto che quel suono fece sobbalzare Simone, seduto sulla poltrona con un libro in mano, il cuore che gli martellava nel petto. Sofia alzò lo sguardo, incontrando gli occhi del padre, e gli sorrise, un sorriso che sembrava un invito, un misto di innocenza e malizia che lo fece arrossire.
Finito il massaggio, Laura si alzò, avvolta nell’asciugamano, e andò a farsi una doccia, lasciando Simone e Sofia da soli nel salotto. Sofia, ancora inginocchiata accanto al divano, si voltò verso il papà, i capelli biondi che le cadevano sul viso, gli occhi verdi che lo fissavano con una dolcezza disarmante. “Papà, sembri sempre così teso,” disse, la voce morbida, che rendeva ogni parola un sussurro seducente. “Vuoi che ti faccia un massaggio? Sono brava, lo sai,” aggiunse, un sorriso timido sulle labbra, ma con uno sguardo che tradiva un’intenzione più profonda. Simone sentì il cuore accelerare, il desiderio che lo consumava, un’erezione che non poteva più nascondere, il senso di colpa che lo soffocava. “Non so se è una buona idea,” balbettò, ma la voce di Sofia lo interruppe, “Dai, solo un massaggio, ti farà bene,” insistette, alzandosi e avvicinandosi a lui, il profumo di vaniglia che lo avvolgeva, un’onda che lo travolgeva.
Simone, incapace di resistere, si sdraiò sul divano, il corpo teso, il cuore che gli martellava nel petto. Sofia gli tolse la camicia con mani delicate, le dita che sfioravano la sua pelle, un tocco che lo faceva rabbrividire, lei aveva sempre amato e desiderato suo padre. Versò dell’olio di mandorla sulle mani, scaldandolo tra i palmi, e iniziò a massaggiarlo, le mani che scivolavano sulla schiena, i muscoli che si rilassavano sotto il suo tocco, ma il desiderio che cresceva dentro di lui, un fuoco che non poteva spegnere. Sofia, con movimenti lenti, scese lungo la schiena, sfiorando i fianchi, le dita che si avvicinavano pericolosamente ai glutei, un massaggio che si faceva sempre più sensuale, un gioco proibito che li stava portando oltre il confine.
Simone si voltò, guardandola negli occhi, il desiderio che lo travolgeva, il pensiero di prenderla tra le braccia, di baciarla, di toccarla, che lo assaliva come un’onda. “Sofia, non dovremmo…” mormorò, ma la voce gli morì in gola, il cuore che gli martellava nel petto, il senso di colpa che lo soffocava. Sofia lo guardò, un sorriso dolce sulle labbra, “È solo un massaggio, papà,” sussurrò, ma i suoi occhi dicevano altro, un invito che lo faceva tremare, un segreto che non poteva confessare.
Simone, sdraiato sul divano, sentiva le mani di Sofia scivolare sulla sua schiena, l’olio di mandorla che rendeva ogni tocco un’esperienza sensuale, il profumo di vaniglia della ragazza che lo avvolgeva, un desiderio che lo consumava, un fuoco che non poteva spegnere. Sofia aveva iniziato a osare: le sue mani si erano fatte più audaci, scendendo lungo i fianchi, sfiorando i glutei, un massaggio che non aveva più nulla di innocente. Simone cercava di resistere, il senso di colpa che lo soffocava, ma il desiderio era troppo forte, un’erezione che non poteva più nascondere, il cazzo duro che premeva contro il divano.
Sofia, da dietro, lasciò scivolare le mani ancora più in basso, un gesto lento e deliberato: le sue dita raggiunsero le palle del papà, massaggiandole con delicatezza, un tocco che lo fece gemere piano, il corpo che si tendeva, il piacere che lo travolgeva. “Sofia… non dovremmo…” mormorò, ma la voce gli morì in gola, il desiderio che lo consumava. Sofia non rispose, un sorriso malizioso sulle labbra, mentre infilava le mani sotto di lui, trovando il cazzo, un’asta di 17 cm dura e pulsante, il glande che si bgnava di precum. Iniziò a massaggiarlo, le mani che scivolavano lungo l’asta, un movimento lento e ritmico, le dita che stringevano appena, un risucchio osceno che echeggiava nel salotto, il camino che crepitava in sottofondo, il profumo di sesso che saturava l’aria.
Simone non resistette più: si girò, sdraiandosi sulla schiena, il cazzo che svettava, duro e pronto, gli occhi che fissavano la figlia con lussuria. “Non possiamo fermarci adesso,” sussurrò Sofia, la voce roca, ogni parola un invito. Si alzò, iniziando a spogliarsi con movimenti lenti, provocanti: la canotta bianca scivolò a terra, rivelando il seno sodo, una seconda abbondante con capezzoli turgidi che sembravano implorare di essere succhiati; i leggings neri seguirono, lasciando intravedere un perizoma di pizzo bianco, fradicio dei suoi succhi, la fica depilata che si intravedeva sotto il tessuto trasparente. Si tolse anche quello, restando nuda, il corpo snello che brillava alla luce del camino, un sogno di lussuria che si offriva a lui.
Salì sul divano, posizionandosi sopra al papà, le gambe aperte, la fica bagnata che gocciolava di nettare, un lago di desiderio che colava sulle cosce. “Voglio sentirti dentro,” gemette, e senza aspettare una risposta, si impalò sul cazzo del padre, la fica che lo accoglieva con un affondo, calda e stretta, un pugno di velluto che lo stringeva. “Cazzo, sei così grosso,” mormorò Sofia, iniziando a muoversi, il corpo che ondeggiava, il cazzo che scivolava dentro e fuori, ogni movimento un’esplosione di piacere, il suono della carne che sbatteva contro la carne, i gemiti di Sofia che riempivano il salotto, il camino che crepitava in sottofondo.
Simone, travolto dal piacere, le afferrò i fianchi, spingendo più a fondo, ogni colpo un tuono, il cazzo che colpiva il punto giusto, il corpo di Sofia che sobbalzava, i seni che dondolavano, un orgasmo che montava, uno squirt potente che schizzava sul cazzo di Simone, un lago di piacere che colava sul divano, il liquido che rifletteva la luce del fuoco. Ma in quel momento, un rumore interruppe la scena: la porta del bagno si aprì, e Laura entrò nel salotto, l’accappatoio che le scivolava dalle spalle, cadendo a terra, lasciandola nuda, il corpo snello che brillava alla luce del camino, la fica depilata che gocciolava di desiderio.
Laura, invece di arrabbiarsi, si avvicinò con un sorriso osceno, “Siete dei porci e tu Sofia una vera zoccola come tua madre, non pensavate di divertirvi senza di me, vero?” disse, la voce roca, mentre saliva sul divano, aprendo le gambe e mettendo una gamba sulla testata del divano posizionandosi sopra il viso della figlia. Mise cosi la sua fica a pochi centimetri dalla bocca di Sofia. “Leccami, figlia mia, tu sei la nostra troia,” ordinò, e Sofia, con un gemito, obbedì, la lingua che scivolava nella fica della madre, succhiando il clitoride, il nettare che le riempiva la bocca, un sapore dolce che la travolgeva. Laura gemeva, “Sì, così, brava,” mentre Sofia continuava a muoversi sul cazzo del padre, un triangolo di lussuria che li univa, i gemiti che si mescolavano al crepitio del camino.
L’amore in famiglia prese vita: Sofia, con un movimento rapido, si alzò, il cazzo del padre che scivolava fuori, e si inginocchiò, prendendolo in bocca, le labbra che si chiudevano intorno alla cappella, la lingua che danzava sul glande, succhiando con avidità, il sapore salato che la travolgeva. Simone si dedicò a leccare la fica di Laura tenendola stretta per le tette e tirando i suoi capezzoli.
Poi Simone, eccitato, si alzò, e si dedica a alla figlia posizionandola a pecorina, la prepara con lunghe leccate alla sua giovane rosellina e la penetrò nel culo, il cazzo che scivolava dentro, il buco che si apriva con un misto di dolore e piacere, i colpi violenti che la sfondavano, un orgasmo anale che la travolgeva, un altro squirt che schizzava sul divano, il liquido che colava sul pavimento.
Laura, vedendo la scena, si unì: si sdraiò accanto alla figlia, le gambe aperte, la fica esposta, e Simone, con un ghigno, passò a lei, penetrandola senza preservativo, il cazzo che affondava nella fica, ogni colpo un’esplosione di piacere, il suono della carne che sbatteva contro la carne, i gemiti di Laura che si mescolavano a quelli di Sofia che si stava toccando la fica. Simone riprese a pompare Sofia la figlia questa volta nella fica a pecorina, nel frattempo Laura si posizionò sul divano a gambe aperte difronte a Sofia per farsi leccare il clitoride mentre il padre continuava a scoparla, un triangolo di lussuria che li portava al confine del piacere, orgasmi multipli che scuotevano i loro corpi, squirt che schizzavano ovunque, il divano ormai fradicio, il profumo di sesso che saturava l’aria.
Mamma e figlia, travolte dal desiderio, si guardarono, un’intesa silenziosa che si creava tra loro. Si sdraiarono in un 69, leccandosi a vicenda la fica, le lingue che scivolavano dentro, succhiando i clitoridi, il nettare che si mescolava nelle loro bocche, un balletto di lussuria che le portava all’estasi, orgasmi che le scuotevano, squirt che schizzavano l’una nella bocca dell’altra, il liquido che colava sui loro visi, un gemito condiviso che echeggiava nel salotto. Simone, vicino al culmine, si posizionò sopra la figlia, penetrandola nella fica nuovamente mentre la mamma continua a leccarle la fica, il cazzo che la riempiva, ogni colpo un tuono, affondi che scuotevano tutti e dopo poco sborrò dentro di lei, la sborra calda che le inondava la fica, un fiume che la riempiva, il calore che la faceva gemere, il corpo tremante.
Laura, con un sorriso da troia, quando Simone si tolse dalla fica della figlia aprì con le mani la giovane fica della ragazza, leccandola con passione, succhiando la sborra di Simone che colava fuori, il sapore salato che si mescolava al nettare di Sofia, un ultimo orgasmo che le travolgeva entrambe, il camino che crepitava in sottofondo, il salotto che si trasformava in un tempio del piacere. "Sofia sei proprio una bella troia come tua madre, ci divertiremo tanto insieme" disse Laura baciandola sulla bocca.
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