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Incesti nella tenuta - Parte IV


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
09.04.2025    |    2.258    |    5 9.9
"Ogni volta che la trovava sola – mentre lavava i piatti, mentre stendeva i panni, mentre portava l’acqua ai cavalli – le lanciava occhiate cariche di..."
Il giorno dopo l’incontro nella rimessa, Elena si svegliò con un misto di emozioni che le pesava sul petto. Il suo corpo portava ancora i segni della notte precedente: il culo dolorante, devastato dall’inculata brutale di Zio Mario, ma anche una nuova consapevolezza di sé, un piacere oscuro che le faceva battere il cuore. Si alzò presto, cercando di mantenere una parvenza di normalità, ma ogni passo le ricordava ciò che era successo, e ciò che Zio Mario le aveva promesso: “Ogni giorno, Elena. Lo prenderai così.”
La mattina trascorse in modo relativamente tranquillo. Elena aiutò Zia Carla in cucina a preparare la colazione, tagliando il pane e scaldando il latte, mentre Zia Carla chiacchierava del tempo e delle faccende della tenuta. Ma quando Zio Mario entrò nella stanza, il suo sguardo la colpì come un pugno. “Buongiorno, Elena,” le disse, la voce carica di un doppio senso che la fece arrossire. Si avvicinò a lei, troppo vicino, mentre Zia Carla era girata a mescolare il caffè, e le posò una mano sul fianco, scivolando verso il culo con un gesto rapido ma intimo. “Ti sei ripresa dalla notte?” le sussurrò all’orecchio, stringendole una natica con forza. Elena sobbalzò, cercando di allontanarsi senza attirare l’attenzione. “Zio Mario, smettila,” mormorò, il viso in fiamme, ma lui rise piano, un suono crudele, prima di allontanarsi.
A pranzo, la tensione non fece che aumentare. Seduti al tavolo, con Zia Carla che serviva un piatto di pasta al ragù, Zio Mario continuò a provocarla. Le lanciava occhiate cariche di lussuria, i suoi occhi che indugiavano sul seno di Elena, sul suo collo, come se la stesse spogliando con lo sguardo. Sotto il tavolo, la sua mano tornò a cercarla, posandosi sulla coscia e risalendo fino a sfiorarle la fica sopra le mutandine, un tocco che la fece irrigidire. “Stai ferma, troia,” le sussurrò, approfittando di un momento in cui Zia Carla e Davide erano distratti. Elena cercò di evitarlo, spostandosi sulla sedia, ma ogni movimento sembrava attirare ancora di più la sua attenzione.
Davide, dall’altro lato del tavolo, non poteva fare a meno di notare l’agitazione di Zia Elena. Ogni volta che la vedeva, cercava di restare solo con lei, il desiderio che lo consumava. Durante la mattina, mentre portavano il fieno alle stalle, riuscì a rubarle un momento. “Zia Elena, mi manchi,” le sussurrò, tirandola dietro un angolo, lontano da occhi indiscreti. Lei sorrise, il cuore che le batteva forte, e lo baciò con passione, le loro lingue che si intrecciavano, i respiri che si mescolavano. Con una mano, Elena gli toccò il cazzo dentro i pantaloni, sentendolo duro e pulsante sotto le sue dita, un contatto che li fece gemere entrambi.
Ma il desiderio era troppo forte per fermarsi lì. Elena, con un gesto rapido, gli slacciò i pantaloni, tirandogli fuori il cazzo, già eretto e pronto per lei. Si inginocchiò, il pavimento della stalla che le graffiava le ginocchia, e lo prese in bocca, succhiandolo con una passione che fece gemere Davide immediatamente. Lo succhiava in profondità, la lingua che girava intorno alla cappella, poi scendendo lungo l’asta, prendendolo tutto fino in gola, le labbra che si stringevano intorno a lui. “Cazzo, zia… sì, così,” ansimava Davide, le mani nei suoi capelli, spingendola più a fondo. Elena continuava, la bocca che lavorava senza sosta, il sapore salato del suo cazzo che la inebriava, fino a che Davide non poté più trattenersi. Con un gemito profondo, le scaricò tutto lo sperma in bocca, schizzi caldi che le riempivano la gola, un sapore intenso che lei ingoiò fino all’ultima goccia, leccandolo per pulirlo bene. “Sei incredibile,” le sussurrò Davide, ancora ansimante, mentre lei si rialzava, le labbra ancora bagnate, un sorriso complice sul viso.
“Ti voglio,” gli disse Elena, ma quel giorno non riuscirono a trovare il tempo per stare insieme veramente: Zia Carla li chiamò per aiutare con le faccende, e il momento svanì, lasciandoli con un desiderio insoddisfatto.
Nel frattempo, Zio Mario non smetteva di tormentare Elena. Ogni volta che la trovava sola – mentre lavava i piatti, mentre stendeva i panni, mentre portava l’acqua ai cavalli – le lanciava occhiate cariche di lussuria, toccandola senza pudore. Le pizzicava il culo, le sfiorava il seno, e le ricordava costantemente l’appuntamento delle 22:00. “Non dimenticarti della rimessa stasera,” le sussurrava, la mano che le scivolava sotto la gonna per un istante, facendola rabbrividire. “E vieni pronta, come ieri,” aggiungeva, con un sorriso che la faceva sentire nuda sotto il suo sguardo.
Ma Zia Carla, che fino a quel momento era sembrata ignara di tutto, iniziò a notare qualcosa. Durante il pomeriggio, mentre era in giardino a raccogliere erbe aromatiche, sentì per caso Zio Mario parlare a Elena vicino alla porta della cucina. “Alle 22:00, nella rimessa, non fare tardi,” le disse, la voce bassa ma autoritaria, mentre le dava una pacca sul culo. Zia Carla si fermò, nascosta dietro un cespuglio, il cuore che le batteva forte. Aveva notato le occhiate di Mario, i suoi tocchi, il modo in cui Elena cercava di evitarlo, e ora quelle parole le confermarono i suoi sospetti.
Zia Carla non era una donna che si arrabbiava facilmente, ma qualcosa dentro di lei si accese: un misto di gelosia, rabbia e curiosità. Decise allora di sconvolgere i piani del marito. Non avrebbe lasciato che Mario continuasse a giocare con Elena senza conseguenze, e quella sera, alle 22:00, avrebbe fatto in modo di essere presente, pronta a cambiare le carte in tavola.
Zia Carla aveva deciso di agire. Dopo aver sentito Zio Mario ricordare a Elena l’appuntamento delle 22:00 nella rimessa, si era nascosta nel capanno di legno poco prima dell’orario stabilito, il cuore che le batteva forte. Si era infilata dietro una pila di balle di fieno, avvolta dall’odore di paglia e cuoio, il respiro corto per l’anticipazione. La lampadina fioca che pendeva dal soffitto gettava ombre lunghe, e Zia Carla, nascosta nell’oscurità, aspettava di vedere cosa sarebbe successo, pronta a sconvolgere i piani del marito.
Alle 22:00 in punto, Zio Mario entrò nella rimessa, un’espressione dura sul viso, il desiderio che gli bruciava negli occhi. Elena lo seguì pochi istanti dopo, la gonna leggera che ondeggiava sulle sue cosce, il viso arrossato dall’imbarazzo e dalla paura. Zio Mario non perse tempo: la afferrò per i capelli, tirandola a sé, e la baciò sulla bocca con una passione brutale, la lingua che si intrecciava con la sua, un bacio che era più un possesso che un gesto d’affetto. “Brava, troia, sei venuta,” le disse, alzandole la gonna con un gesto rapido, rivelando che era senza mutande, come lui le aveva ordinato.
Senza preamboli, Zio Mario la fece girare, spingendola contro una balla di fieno, e le sollevò la gonna fino alla vita. Sputò sulla sua rosellina, lubrificandola appena, e le infilò il cazzo nel culo con un affondo deciso, un movimento che fece gemere Elena di dolore e piacere. “Sì, così, prendilo tutto,” grugnì Zio Mario, iniziando a scoparla con un ritmo selvaggio, il suo membro che entrava e usciva dal culo di Elena, aprendolo senza pietà. Elena gemeva, il corpo piegato a 90 gradi, le mani che si aggrappavano alla paglia, mentre Zio Mario la inculava con forza, il suono dei loro corpi che sbattevano che riempiva la rimessa.
Zia Carla, nascosta dietro le balle di fieno, osservava la scena senza parole, il cuore che le martellava nel petto. Avrebbe dovuto essere furiosa, disgustata, ma invece… qualcosa dentro di lei si accese. La vista di Elena, sottomessa e desiderosa, e di Mario, così dominante, la eccitò in un modo che non si sarebbe mai aspettata. Dopo un momento di esitazione, decise di unirsi a loro, uscendo dal suo nascondiglio con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Carla?!” esclamò Zio Mario, fermandosi per un istante, il cazzo ancora piantato nel culo di Elena, mentre lei, sconvolta, si voltò a guardare Zia Carla con gli occhi spalancati. Ma Zia Carla non sembrava arrabbiata. “Non fermarti, Mario,” disse, la voce carica di desiderio, mentre si avvicinava. Si chinò su Elena, che era ancora piegata sulla balla di fieno, e iniziò a leccarle il seno, la lingua che girava intorno ai capezzoli, succhiandoli con avidità. Elena gemette, il corpo travolto da una nuova ondata di piacere, mentre Zio Mario riprendeva a incularla, i suoi affondi che si facevano più profondi, più violenti.
Zia Carla scese più in basso, posizionandosi sotto Elena, tra le sue cosce, e iniziò a leccarle la fica, la lingua che scivolava sul clitoride, succhiandolo con una passione che fece urlare Elena. “Sì, Zia Carla… non fermarti,” ansimava, il corpo che tremava, mentre Zio Mario la scopava nel culo e Zia Carla la portava al confine dell’estasi. L’orgasmo arrivò violento, un’esplosione che la fece urlare, il sesso che si contraeva, un fiotto caldo che bagnava la bocca di Zia Carla, che continuava a leccarla, bevendo ogni goccia di lei. Elena si sentiva sempre più porca, sempre più troia, con gli zii che si approfittavano di lei, e quel pensiero la eccitava in un modo che non avrebbe mai immaginato.
Zia Carla si alzò, il viso ancora bagnato degli umori di Elena, e si slacciò i pantaloni, rivelando la sua fica, già umida di desiderio. “Leccami,” le ordinò, e Elena, sottomessa, si inginocchiò, la lingua che scivolava sul sesso di Zia Carla, assaporando il suo sapore dolce e salato. Zio Mario, imperterrito, continuava a incularla, il suo cazzo che entrava e usciva dal culo di Elena con un ritmo selvaggio, il dolore che si mescolava al piacere. Zia Carla, mentre Elena la leccava, raggiunse l’orgasmo rapidamente: un’esplosione che la fece squirtare, un fiotto caldo che inondò la bocca di Elena. “Bevi tutto,” le ordinò Zia Carla, tenendole la testa fissa, costringendola a ingoiare ogni goccia, mentre Elena, sconvolta ma eccitata, obbediva.
Poi Zia Carla si chinò su di lei, baciandola sulla bocca con la lingua, un bacio profondo che sapeva dei loro umori, mentre Zio Mario, sempre più vicino al suo orgasmo, gemeva forte. Con una mano, Zia Carla iniziò a toccare il clitoride di Elena, sfregandolo con forza, mentre Zio Mario la inculava senza sosta. Elena sussultò, il corpo che tremava, un nuovo orgasmo che la travolgeva, il culo che si contraeva intorno al cazzo di Zio Mario. “Ti riempio di nuovo,” grugnì lui, e con un ultimo affondo esplose, schizzi di sperma caldo che inondavano il culo di Elena, riempiendola completamente, mentre lei veniva ancora, il corpo scosso da fremiti di piacere.
Esausti, i tre si lasciarono cadere sulle balle di fieno, i respiri pesanti, i corpi sudati. Elena, sconvolta ma appagata, si sentiva ormai una troia, una donna che aveva oltrepassato ogni confine, e quel pensiero le dava una strana soddisfazione.
Epilogo
Da quel momento, l’intimità tra loro era tale che avrebbero scoperto sempre nuove frontiere, un gioco di desiderio e sottomissione che li legava in modo indissolubile. Ma cosa sarebbe successo se Davide avesse scoperto tutto? La tenuta nascondeva segreti che presto sarebbero venuti alla luce, e il desiderio di Elena avrebbe trovato nuovi modi per esprimersi.
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