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Un viaggio di scoperta


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
01.03.2025    |    224    |    1 9.2
"“No, ci sta pensando Alesia, io sono qui con lei a controllare le carte, ” rispondo..."
Il viaggio in macchina scorre tranquillo verso il primo appuntamento, un percorso di quasi 100 km accompagnato dalla musica che riempie l’abitacolo. Alesia, visibilmente stanca, dorme sul sediolino accanto, il suo respiro regolare che mi tiene compagnia. Arriviamo puntuali alle 10:30, e ci viene incontro il signor Mario, che ci ha contattato per valutare la sua casa da trasformare in un B&B.
Facciamo un giro veloce della casa e delle pertinenze: io mi concentro sui documenti catastali dell’immobile, mentre Alesia controlla il mobilio e gli accessori. La casa ha bisogno di una ristrutturazione per diventare un B&B funzionale, e il piazzale antistante, sebbene ampio, va sistemato per ospitare più vetture. A me e Alesia basta uno sguardo di intesa per capirci: con franchezza, diciamo al signor Mario che la casa è interessante, ma richiede un investimento per renderla adeguata. Gli promettiamo una proposta concreta per la gestione entro 15 giorni.
Nel frattempo, Alesia scatta foto dell’immobile, sia all’interno che all’esterno, un’abitudine che rende il nostro lavoro più preciso. Ci rimettiamo in macchina per il prossimo appuntamento, a 30 km di distanza, fissato alle 11:30: abbiamo un po’ di tempo. Riavvio il motore, lasciando la casa di Mario alle nostre spalle, il pensiero già al prossimo incontro.
Alesia, con un gesto lento, lascia salire leggermente la gonna, rivelando le sue gambe vertiginose fino al bordo delle autoreggenti color carne. So bene che sotto non ha le mutandine, un dettaglio che mi fa fremere, ma faccio finta di non guardare, concentrandomi sulla strada. “Amore, sai che ho una certa voglia,” sussurra, la voce carica di malizia. “Alesia, sto guidando, dobbiamo arrivare in orario al prossimo appuntamento,” rispondo, cercando di mantenere il controllo. “Ma non ti ho detto di cosa ho voglia… uffa,” sbuffa, incrociando le braccia con un’espressione imbronciata.
Appena imbocchiamo l’autostrada, Alesia allunga una mano sui miei pantaloni, iniziando un lento massaggio. “Alesia, che fai? Si eccita tutto,” protesto, ma il desiderio cresce. “Lo so bene, ed è quello che voglio,” risponde, con un sorriso provocante. In un battito di ciglia, sbottona la cintura dei pantaloni, tira giù la cerniera e li fa scorrere fino alle ginocchia, liberando il mio sesso, che svetta duro e desideroso.
Si slaccia la cintura di sicurezza, si rannicchia sul sediolino, afferra il mio pene con entrambe le mani, scopre la punta e lo infila tutto in bocca, spingendolo fino alla gola. La sensazione è stupenda, un calore che mi avvolge, ma non posso distrarmi: sto guidando. Alesia si posiziona in modo da non farsi notare dalle altre macchine, il suo culo esposto e alla portata della mia mano destra.
Non resisto: infilo la mano sotto la sua gonna, accarezzando il suo sedere, e lei sposta le gambe per permettermi di raggiungere la sua vagina, già bagnata. Le infilo due dita dentro, e Alesia inizia ad ansimare, succhiando il mio pene con più forza. Sento che sto per esplodere: tolgo le dita dal suo sesso e le lecco, assaporando il suo nettare, ma lei protesta, il suo desiderio insaziato. Immediatamente rimetto le dita dentro di lei, e la sento muoversi per accoglierle più a fondo, il suo bacino che asseconda il movimento.
Alesia continua a succhiare e leccare il mio pene con una voglia che mi manda in estasi. Tento di scostarmi, la supplico di fermarsi, ma lei non si muove, decisa a farmi arrivare. Le mie dita si muovono vorticosamente dentro di lei, mentre lei accompagna il succhiare con una stretta ai testicoli. Non resisto più: “Alesia, sto arrivando, sto arrivando, sto arrivando,” la avverto, e in quel momento erutto quattro schizzi di sperma caldo nella sua bocca.
Non si scompone: continua a leccare e succhiare, pulendo ogni traccia, un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Adoro fare colazione così,” dice, prima di baciarmi, facendomi assaporare il sapore del mio sperma dalla sua bocca. Estraggo le dita dalla sua vagina, le lecco di nuovo, e lei mi guarda, maliziosa: “Mi ridaresti la mutandina sporca di ieri che ti ho dato? Così evito di bagnare il vestito.”
Le restituisco la mutandina, e lei la indossa, lasciando che il bagnato del suo sesso si impregni di nuovo nel tessuto. “Così avrai una mutandina molto più odorosa per te, amore mio,” sussurra, con un sorriso provocante. “Certo, amore, falla bagnare tanto di te,” rispondo, il desiderio che mi pulsa ancora dentro, mentre ci dirigiamo verso il prossimo appuntamento.
Il resto della giornata scorre serenamente, tra sopralluoghi e valutazioni, fino all’ultima visita delle 17:30, a casa della signora Sofia. La signora ci ha contattato per mostrarci un appartamento particolare che vuole dare in gestione come B&B. Sofia, una donna di circa 60 anni che ha perso il lavoro, spera che questa strada le garantisca un fisso mensile. La nostra compagnia, che gestisce B&B, offre un canone mensile fisso ai proprietari, indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’immobile.
La casa è una piccola villetta ben tenuta, circondata da un giardino di circa 300 mq con un ingresso riservato per le auto. Si sviluppa su due piani e un seminterrato, e basta uno sguardo di intesa con Alesia per capire che prenderemo in gestione quell’immobile. Bussiamo alla porta, e ci apre una ragazza di circa 28 anni, Carlotta, molto carina: indossa una camicetta bianca leggermente trasparente, una mini di pelle nera che sembra inguinale, e un paio di Dr. Martens ai piedi.
Ci fa accomodare nella cucina-salone al piano terra, dicendoci di attendere mentre va a chiamare sua madre. Carlotta sculetta uscendo dalla stanza, e Alesia mi fissa negli occhi. Appena la ragazza scompare, mi afferra i testicoli con forza, sussurrandomi all’orecchio: “Non ti permettere di guardarla, che ti castro. Giuro, ti castro.” La sua presa è decisa, lasciandomi senza fiato, un misto di paura e eccitazione che mi attraversa.
Dopo poco, scende la signora Sofia, una donna attraente nonostante l’età, con una tuta verde, una maglietta da fitness e un paio di Nike, una tipa sportiva che si tiene in forma. Iniziamo a parlare: le chiedo i dati catastali dell’immobile e i certificati degli impianti, e lei va nello studio accanto per recuperarli. Chiama Carlotta, che nel frattempo si era allontanata: “Per cortesia, puoi accompagnarli a vedere la casa?” “Certamente, mamma, lo faccio subito. Prego, seguitemi,” risponde Carlotta, con un tono gentile.
Tengo lo sguardo basso, temendo davvero la reazione di Alesia, e guardo appena la punta dei miei piedi. Mentre percorriamo il corridoio del piano terra verso il bagno, Carlotta nota un paio di pantofole fuori posto, si china proprio davanti ad Alesia senza piegare le ginocchia, mostrando un tanga bianco che le ricopre il sedere. Sono imbarazzato, non so che fare, e per evitare problemi mi giro, dicendo: “Sento che è tornata Sofia con le carte, continuate voi la visita dello stabile mentre io guardo i documenti.” Furtivamente, me ne vado, lanciando uno sguardo ad Alesia, che ha notato il gesto di Carlotta.
Mi reco nel salone, dove Sofia ha posizionato le carte sul tavolo. Inizio a esaminarle con attenzione. “Ha già visto tutta la casa?” mi chiede. “No, ci sta pensando Alesia, io sono qui con lei a controllare le carte,” rispondo. “Capisco, ero curiosa di sapere che ne pensavate della camera da letto di sopra,” aggiunge. “Non saprei dirle, dopo chiediamo ad Alesia, tanto farà le foto di ogni particolare,” replico, concentrandomi sui documenti.
Nel frattempo, il giro di Alesia e Carlotta continua: visitano i vari ambienti al piano terra, poi salgono le scale verso il secondo piano. A metà delle scale, Carlotta si ferma e si volta a guardare Alesia, come per cogliere il suo sguardo, ma Alesia non ci fa caso, e continuano a salire. Dopo aver visto il bagno degli ospiti, entrano nella camera da letto patronale.
Il colpo d’occhio è impressionante: le pareti sono dipinte di rosso, il letto, ampio, è al centro, con una testiera in legno massello decorata da anelli sui quattro lati e sulla pediera. In fondo alla stanza, una porticina dà accesso alla cabina armadio. “Ti piace? Io ne vado molto fiera, è il mio posto preferito,” dice Carlotta. “Sì, carina, certamente di grande impatto,” risponde Alesia. “Ma devi sentire il materasso, è super confortevole e ha anche il meccanismo per i massaggi di notte,” aggiunge Carlotta. “Ma dai? Posso provarlo?” chiede Alesia, incuriosita. “Ma certo,” risponde Carlotta, indicando il letto.
Alesia si siede sul letto, rimbalzando un po’ con il sedere: è davvero uno spettacolo. “Ma no, distenditi un secondo,” insiste Carlotta, avvicinandosi. Mentre Alesia si distende, Carlotta inciampa rovinosamente e cade su di lei. Il tempo si ferma: Carlotta si scusa subito, ma Alesia non risponde con parole, solo con un sorriso. Carlotta non perde tempo: ricopre quel sorriso con un bacio in bocca, la sua lingua lunga che si fa strada. Alesia, presa alla sprovvista, prova a stringere le gambe, ma Carlotta è abile: sposta le mutandine e le infila due dita dentro.
La situazione è paradossale, eppure Alesia gode di quella ragazza che la sta masturbando. L’incantesimo si interrompe quando dal fondo delle scale si sente la mia voce: “Alesia, io vado con la signora Sofia a vedere le pertinenze esterne e gli impianti dello stabile, torniamo tra un attimo.” La voce le fa destare, ma Carlotta, capendo la situazione, spinge le due dita più a fondo nella vagina di Alesia, continuando a masturbarla finché Alesia non perde il controllo.
Carlotta, raggiunto il suo scopo, sfila le mutandine ad Alesia, indossa uno strapon di 22 cm e lo accosta alla sua bocca, facendoglielo leccare, mentre lei inizia a leccare il sesso di Alesia. Dopo un po’, Carlotta si posiziona sopra di lei e comincia a possederla con forza. Lo strapon è grande, scende nelle parti più intime di Alesia, che non sa più cosa fare, in preda a una ragazza che la sta letteralmente scopando.
Nel frattempo, sono nel garage con la signora Sofia. Le chiedo: “Cosa ha di particolare la camera da letto?” “È stata disegnata e progettata da Carlotta, a lei piacciono le donne,” risponde. Penso tra me e me: “Meno male, sono salvo, non verrò castrato quando lo dirò ad Alesia.”
Nella camera rossa, Alesia continua a essere posseduta dallo strapon, fino a raggiungere l’orgasmo. Carlotta, tolto il giocattolo, si posiziona con il suo sesso sulla bocca di Alesia, strusciandosi e masturbandosi, mentre Alesia, inesperta, prova a far roteare la lingua su quel dolce sesso. Dopo un po’, anche Carlotta ha il suo orgasmo. Sentendo i nostri passi che tornano nel salotto per preparare un caffè, si ricompongono velocemente. “Sappi che verrò sempre io a incassare il nostro canone mensile,” dice Carlotta, alzandosi dal letto e lasciando Alesia frastornata.
Dopo un po’, sentiamo i loro passi scendere dalle scale e giungere in cucina. “Allora, com’è la casa? Merita?” chiedo. “Assolutamente sì, arredata con gusto e tutto è nuovo,” risponde Alesia. “Bene, allora signora Sofia, ora mi consulto con Alesia e le faremo una proposta a stretto giro, entro 3 giorni,” concludo.
Salutiamo la signora Sofia e Carlotta, che lancia un ultimo sguardo malizioso ad Alesia, un gesto che non capisco. Giunti in macchina, dico: “Ti devo dire una cosa fantastica prima che parli, così non mi castri: Carlotta è lesbica, me lo ha detto la madre.” Alesia mi guarda con un sorriso: “Lo so bene, mi ha scopato con uno strapon gigante e mi è venuta sulla bocca.”
Sgrano gli occhi, sorpreso: so che non ha mai avuto esperienze bisex, e la notizia mi lascia senza fiato. Non riesco nemmeno a mettere in moto la macchina. “Vieni qua, baciami, così sentirai il suo sapore,” mi dice. La bacio con passione: non sento un sapore particolare, ma un profumo di donna sul suo volto mi inebria. La abbraccio, accarezzandola dolcemente. “Mi hai sorpreso,” le dico, aggiungendo: “Allora, questa casa la prendiamo in gestione?” Dopo una breve riflessione, Alesia risponde: “Direi di sì, sono certa che ci riserverà altre sorprese.”

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