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Myrna cap 14

10.02.2025 |
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"“Per stasera pensi possa bastare ?” mi chiese ancora provata per l’orgasmo..."
Una sera uscendo dalla villa con Edward, vidi chiaramente nel parcheggio l’ingegner Tobbard titolare dell’agenzia dove lavoravo, nonché uno dei soci fondatori della “Mycity”.Con lui che aveva la classica postura dell’uomo sottomesso, c’era la moglie Kayden che mi aveva ricattata per avermi vista far sesso con la mia collega Alyssa, e che per questo era in cima alla lista delle persone che odiavo.
L’idea di vendicarmi usando anch’io l’arma del ricatto fu la prima che mi venne in mente, così usando il mio smartphone feci loro delle foto, registrando anche un piccolo video mentre lei lo insultava per non essere un vero maschio. Pensai subito di chiederle di fare la mia schiavetta per non sputtanarla, anche se temevo una sua violenta reazione essendo chiaro che era una vera dominatrice, ma la voglia di renderle ciò che aveva fatto a me fu più forte della paura.
Sapendo che Kayden veniva due volte alla settimana a trovare il marito in ufficio, mi bastò aspettare che entrasse per poter mettere in atto la mia vendetta.
“Buonasera signora Kayden.” le dissi a voce abbastanza alta non appena la vidi “Spero che giovedì sera si sia divertita, e con lei suo marito.”
“Buonasera Myrna.” mi rispose con una certa supponenza “Per il resto non capisco a cosa si riferisca.”
“Per esempio a questa foto.”
Le misi davanti il mio smartphone con a tutto schermo lo scatto in cui lei vestita non certo come una signora, facendola quasi sbiancare in volto.
“Però se vuole ho anche un breve video durante il quale riempie di complimenti suo marito.” le dissi con un tono di voce che era sarcasmo allo stato puro.
“Lei forse non capisce, e del resto anche lei era lì, quindi…”
“Solo che io non faccio parte dell’alta borghesia, e quindi posso fare quel che voglio, anche andare in una villa dove si scopa a più non posso, mentre per lei la situazione è ben diversa o sbaglio ? Inoltre io posso anche sputtanarmi, mentre lei non sopravvivrebbe ad uno scandalo, senza dimenticare la reputazione del suo caro marito.”
“Mi dica quanto vuole e finiamola qui.”
“Nulla.” le risposi rimettendo lo smartphone nella borsetta.
“Nulla !” ripeté forse per esser sicura d’aver compreso bene quanto le avevo appena detto.
“Hai capito bene, però voglio divertirmi prima con te da sola e poi con quel gran cornuto di tuo marito. Sia chiaro le regole le detto io, ma sono certa che non ti dispiacerà per una volta sottostare ad una donna, quanto a tuo marito credo che il suo volere conti meno di zero.”
Kayden si rese conto che non poteva che cedere, anche se fece finta di pensarci un po’ su, per poi darmi la sua scontata risposta.
“Va bene ma sia chiaro niente violenza o eccessi, altrimenti preferisco lo scandalo.”
“Stai tranquilla odio la violenza forse più di te, quanto al primo incontro ti farò sapere io la tempistica e il luogo, ma in ogni caso sarà la settimana prossima.”
Anche se ero certa che mi stesse odiando con tutta sé stessa, non disse nulla per poi infilarsi nello studio del marito, al quale probabilmente confessò quanto pattuito con me, se non altro perché lui cercò d’evitarmi neanche fossi un’appestata.
Chiamai Kayden martedì dicendole che doveva venire da me la sera seguente, dandole anche precise indicazioni su cosa doveva indossare.
“Un miniabito elasticizzato e un perizoma, altrimenti non venire neanche.” le ordinai con tono perentorio.
“Ma col mio seno non posso girare così !” protesto lei ricordandomi poi che portava una quarta.
“Cazzi tuoi così impari a rifarti le tette, però se vuoi puoi metterti sopra uno spolverino, ma giusto per uscire di casa e dalla macchina. Ah dimenticavo, depilati la fica perché se vedo un solo pelo ti faccio inculare da chiunque veda nel raggio di un chilometro, e credimi ho un’ottima vista.”
Sapevo quanto quella donna ci tenesse al suo folto boschetto, e proprio per questo volevo lasciarle un segno della sua sottomissione, anche se nulla le avrebbe impedito di farlo ricrescere.
Kayden arrivò puntualissima e vestita come volevo io, ma prima d’iniziare i giochini che avevo in mente, volli togliermi un paio di curiosità.
“Com’è che sei finita in quella villa.” le chiesi quasi a bruciapelo.
“Mio marito è un leone sul lavoro, e questo lo sai benissimo, ma un gattino a letto, così una volta che ha scoperto che lo tradivo, mi ha accompagnato in quella villa, ma non chiedermi come sapesse di quel posto perché non me l’ha mai detto. Una volta entrati nel giro poi è tutto più facile per entrambi, a me basa prendere del buon cazzo e a lui guardare, quindi volendo siamo una coppia perfetta, ma non credo tu mi abbia fatta venire qui per fare discussione.”
“No era solo una mia curiosità, a proposito vuoi del vino ? O preferisci del prosecco ?”
“Meglio il vino grazie.”
Stappai una bottiglia che mi avevano regalato dicendomi che era molto buono, per poi riempire due bicchieri e portarne uno a Kayden, la quale lo svuotò tutto d’un fiato.
“Dimmi cosa vuoi che faccia.” mi disse mentre io ancora sorseggiavo il mio vino.
“Balla e fammi eccitare.” le risposi accendendo lo stereo nel quale avevo già messo un cd di musica lounge.
Kayden iniziò a muoversi con la grazia di un orso, finendo col diventare presto ridicola e per nulla sensuale. Anche quando si tolse il vestito più che seguire la musica, andava per i fatti suoi tanto che dovetti fermarla per non finire col riderle in faccia.
“La musica lasciala perdere adesso toccati e non dirmi che fai pena come col ballare.”
“Hai ragione ma non è colpa mia se non so proprio muovermi con la musica.” mi rispose iniziando a toccarsi il seno, per poi scendere con una mano dentro il perizoma.
Nonostante l’odiassi quella donna m’eccitava tanto che la chiamai vicino a me per poterle infilare la lingua in bocca, e toglierle l’ultimo indumento che le era rimasto addosso. Kayden mi lasciò per potersi toccare fra le gambe sempre più lascivamente, girando su stessa in modo da potermi far vedere anche il suo bel culo, mentre io la imitavo anche se con minor trasporto.
“Dimmi quanto ti piace farti sbattere davanti a tuo marito.” le chiesi dicendole anche d’avvicinarsi a me.
“Tanto ma solo se mi trattano un po’ da puttana, tanto a lui va bene tutto.” mi rispose quando era oramai in piedi fra le mie gambe.
“E non c’è neanche bisogno che mi dica quanti ti hanno sfondato il culo.” le dissi palpandole con forza il sedere “Magari messa a pecora come una comune troia.”
“Sì anche perché la moglie di un cornuto deve sempre dare il culo, fosse solo per dimostrare al marito che lui è un incapace e lei è disposta a tutto pur di godere con un vero maschio.”
“Adesso però basta parlare, inginocchiati e leccami la fica.”
Mi sdraiai sul divano, ma Kayden invece di fare quello che le aveva appena ordinato mi baciò sulla bocca per poi scendere dandomi dei piccoli baci prima sul collo, poi sul seno che scoprì facendomi scivolare le spalline sulle braccia, per arrivare alla fine al monte di Venere, che a quel punto era un fiume in piena.
Lentamente mi resi conto che per quanto volessi esser io a condurre le danze, era lei a decidere come farmi godere, a seconda di come usava lingua e mani, e soprattutto dove poggiarle.
Mi lasciai quindi trasportare in un lungo viaggio verso il piacere, dov’ero sì la protagonista passiva, ma anche quella che si stava dirigendo verso l’orgasmo, e tanto mi bastò per decidere di lasciarle fare ciò che voleva.
Kayden sarà anche stata una che andava con uomini dotati solo per farsi sodomizzare davanti al marito, ma era anche una donna che sapeva donare quel piacere che si ci sa dare solo fra persone dello stesso sesso.
Facendomi perdere la cognizione del tempo mi portò alla soglia dell’orgasmo, ma una volta arrivata a pochi metri dal traguardo si fermò quasi avesse paura di fare quei passi mancanti.
“Se vuoi ho portato un giochino che mi fa impazzire.” mi disse con l’aria di chi la sa lunga.
“Fammelo vedere.” le risposi senza riuscire a nascondere la curiosità.
Kayden prese uno strano dildo a coniglietto un po’ bianco e un po’ viola, che una volta acceso sembrava una giostra del luna park.
“Lo so visto così sembra più uno strumento di tortura che altro, ma credimi per godere è magico.”
“Va bene mi hai convinta, usalo ma fermati subito se te lo dico.”
“Tranquilla che non dirai mai, ora però siediti sul bordo del divano e apri bene le gambe.”
Mi sistemai come lei voleva e subito dopo la vidi inginocchiarsi fra le mie gambe col dildo spento, ma poi invece di masturbarmi col suo giocattolo preferito, riprese a leccarmi la passera anche se con meno intensità.
Eccitata com’ero non ci misi molto a bagnarmi peggio di prima, e fu allora che Kayden fece entrare la punta del dildo nel mio sesso, per poi accenderlo e farlo ruotare alla velocità più bassa.
Man mano che mi penetrava, aumentava anche la velocità di rotazione, alla quale dopo un po’ s’aggiunse anche una piccola pulsazione, che rese il tutto ancor più eccitante. Quando poi arrivò e mettermelo tutto dentro, poggiò lo stimolatore clitorideo dove doveva svolgere il suo ‘sporco lavoro’.
Impiegai forse meno d’un secondo per andare in estasi, con quello strano dildo che ogni tanto cambiava modo di vibrare, e Kayden che oramai mi leccava la passera come un’ossessa, portando via a colpi di lingua ogni traccia del mio piacere.
Quella donna che tanto volevo dominare mi fece avere un orgasmo di una violenza inaudita, tanto che persi quasi i sensi, per poi rimanere fisicamente provata sul divano senza alcuna forza negli arti.
“Dimmi subito dove hai comprato quel mostro !” le dissi come mi tornò un minimo di fiato.
“In un sexy shop on-line, costa un po’ ma vale ogni centesimo che ci spendi o sbaglio ?”
“No che non sbagli però adesso vieni qui che voglio vederti godere con questo bel culo che ti ritrovi.”
Feci mettere Kayden carponi sul divano e non potei non rimanere ben più d’un secondo intenta ad ammirare il suo fondoschiena, che per forme e dimensioni rasentava la perfezione. Volendo interpretare il ruolo della dominatrice m’ero preparata alcuni oggetti che secondo me andavano bene per quello scopo, ma vedendola così disponibile scelsi solo un grosso fallo anale ricurvo, dotato in testa di una sfera di notevoli dimensioni, tanto che avevo ribattezzato quell’oggetto lo sfondaculo.
Non avendo però nessuna intenzione di massacrare quella donna, ma solo di sodomizzarla come forse anche lei desiderava, presi anche dell’olio lubrificante che iniziai a far cadere all’inizio del solco delle chiappe, per poi spargerlo intorno all’ano usando le dita. Ovviamente man mano che procedevo in questo modo, il buchetto si unse sempre più, e alla fine un mio dito fu quasi risucchiato dentro quella porta del peccato, facendole uscire ben più d’un gemito di piacere.
“Myrna cos’aspetti a mettermelo dentro ?” mi disse fin troppo impaziente di farsi possedere.
“Adesso no è troppo divertente vederti soffrire.” le risposi infilandole un altro dito nel retto “E t’avverto se rompi ti butto fuori di casa senza averti fatto godere.”
La mia minaccia era credibile come una banconota da sei euro, ma Kayden stette al gioco sino a quando non si ritrovò quattro falangi nello sfintere. A quel punto presi il fallo e poggiai la punta sul suo buchetto, per poi farla entrare senza neanche bisogno di spingere più di tanto.
“Cazzo t’è entrato dentro senza che facessi chissà che ! Ma sei proprio una troia da culo ! Ora vediamo quanto cazzo sei sfondata !” esclamai con un misto di stupore e rabbia.
Presi così a scopare Kayden non solo spingendo dentro e fuori il dildo, ma facendolo anche roteare il più possibile, in modo da dilatarle l’ano rendendolo ben presto simili al cratere di un vulcano.
Lei però non protestò in alcun modo, anche perché era ben visibile che stava godendo e non poco visto le urla soffocate per il piacere che stava provando.
Mi bastò poggiarle l’altra mano sulla passera per farla venire, e come me rimase poi a lungo ferma, incapace di fare qualsiasi movimento.
“Per stasera pensi possa bastare ?” mi chiese ancora provata per l’orgasmo.
“Sì ma ti ricordo che devi ancora finire di pagare il mio silenzio.”
“E chi se lo dimentica ! Se poi finisce che godo come stasera possiamo anche fare la terza rata !”
Ci mettemmo a ridere su quella battuta, alla quale ne fece seguire altre aventi protagonista sempre dei cornuti. Alla fine si rivestì per tornare a casa sua, lasciandomi col solo pensiero di come avrei potuto organizzare il nuovo incontro.
Poi ricevetti una telefonata di un cliente e mi fu tutto più chiaro.
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