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Myrna cap 19


di MissSerena
17.03.2025    |    552    |    3 8.3
"“Se vuoi ti potrei far conoscere un riccone che non aspira altro che diventare un vero cuckold..."
Una sera Edward mi presentò Julia, che era la titolare di un club per scambisti e non solo, situato dentro una villa fuori città, anche se in giro si diceva fosse solo la prestanome di chissà chi. La donna che a occhio doveva avere una cinquantina d’anni, mi prese subito in simpatia, favorendo quando possibile il mio lavoro di accompagnatrice di un cornuto.
Un giorno Julia mi chiamò per dirmi che aveva aperto una nuova sala nella sua villa, dove chiunque poteva esibirsi, o per meglio dire qualunque donna poteva mostrare come aveva sottomesso il proprio compagno.
“Tieni presente che non possono accedervi le professioniste, altrimenti diventa quasi un set a luci rosse, però può salire sul palco anche chi non ha un cornuto al seguito, ma ha voglia di fare la pornostar per una sera.”
Nonostante non amassi troppo il guardare, preferendogli di gran lunga il fare, decisi di andare a vedere come funzionava la nuova area, e così mi recai alla villa fasciata in un lungo abito viola reso molto sexy da un profondo spacco laterale.
Trovai Julia vicino all’entrata della villa, e dopo i soliti convenevoli, m’accompagnò in quello che di fatto era un piccolo teatro, con tanto di palco e sipario, dove al posto dei posti in fila, c’erano dei tavolini con al massimo tre sedie. La proprietaria mi fece accomodare proprio al centro, per poi fermarsi a bere qualcosa con me, mentre le raccontavo del mio nuovo stato di aspirante dominatrice.
“Se vuoi ti potrei far conoscere un riccone che non aspira altro che diventare un vero cuckold.” mi disse sorseggiando il suo drink “Così potresti non solo dar sfogo alle tue voglie esibizionistiche, ma anche scopare con dei bei ragazzi e guadagnarci anche sopra.”
“Ma per quello ho già Edward, e credimi non solo è generoso, ma sta diventando sempre più partecipe anche se non ancora come sottomesso. Inoltre, non voglio diventare una semplice sweet a pagamento, non è perché farei prima a fare la puttana, ma sai a volte mi piace fare una semplice scopata senza guardoni fra i piedi.” le risposi facendo scoppiare entrambe a ridere.
Julia mi lasciò coi miei pensieri un attimo prima che nella sala s'abbassassero le lui, per riaccendersi solo al centro del palco, dove nel frattempo era stato portato un tavolo quadrato con le gambe corte, con sopra un grosso cuscino.
Fu la stessa Julia ad annunciare l’ingresso di Lilly ed il suo schiavo, facendo partire subito un bell’applauso.
La donna seppur coperta da un lungo mantello rosso, che non faceva vedere nulla del suo corpo, era decisamente bella, con lunghi capelli color mogano e uno sguardo a dir poco magnetico. L’uomo invece era il classico cinquantenne un po’ calvo e con la pancia, che era stato portato sul palco tenuto al guinzaglio, e il cui pene era chiuso in una cintura di castità.
Non sapevo se fossero una coppia reale, o solo per quell’esibizione, ma parve chiaro a tutti che entrambi conoscessero bene i propri ruoli.
Un assistente portò una borsa sul palco e subito dopo Lilly fece sistemare l’uomo carponi sul tavolo, rivolgendo il culo verso il pubblico. La dominatrice iniziò a colpire le natiche del sottomesso con le mani, ma quasi subito passò ad un lungo paddle che le faceva letteralmente suonare in tutta la stanza.
“Sai perché ti punisco non è vero schiavo ?” furono le prima parole dette dalla donna che sino a quel momento era rimasta in silenzio.
“Sì Padrona perché non sono in grado di soddisfarla come uomo, e merito ogni punizione che lei voglia darmi.” rispose l’uomo con voce chiara.
Quando poi Lilly prese la classica frusta con più flagellanti, l’uomo dovette ringraziarla dopo ogni colpo subito, mentre lei lo insultava per il suo non essere in alcun modo maschio.
Mi guardai intorno e vidi un paio di uomini accucciati sotto il tavolo, intenti a leccare i piedi delle proprie donne, mentre altre coppie si baciavano con notevole trasporto.
“Ora togliti dai coglioni che ho voglia di godere.” disse Lilly tirando via per il guinzaglio lo schiavo, che si mise in ginocchio in disparte.
La donna, una volta la centro del palco, slacciò il mantello, facendo uscire dal pubblico un “Oh” di stupore per la sua mise. Lilly, infatti, aveva solo un bustino in pelle nera, con degli stivali a mezza coscia dello stesso colore e materiale, e per finire delle autoreggenti a rete anche loro nere. Con grande calma, e notevole sensualità, si sedette al centro del tavolo, aprendo poi le gambe ed iniziare a toccarsi sempre più lascivamente la passera. Nonostante fosse una situazione molto estrema, la donna non era affatto volgare, e non lo fu neanche quando si mise di lato per infilarsi due dita, che aveva precedentemente leccato, fra le natiche.
“Stronzo prendimi il dildo.” ordinò la dominatrice all’uomo che ubbidì prontamente porgendole un lungo toy trasparente dalla forma un po’ bizzarra.
Lilly appena ebbe il dildo in mano, si mise carponi per sodomizzarsi con la sbarra in plexiglas, e quindi gemere sempre più intensamente.
Mi resi conto d’essere molto eccitata, e quasi me ne vergognai essendo sola, mentre intorno a me c’era chi stava prendendo esempio da quella donna. I più indaffarati erano quasi sicuramente i vicini di tavolo alla mia destra, il classico terzetto cuckold, con lui ai piedi della moglie che veniva palpeggiata con molto vigore dall’amante.
All’improvviso entrò sul palco un uomo vestito in modo elegante, che si mise davanti a Lilly, la quale lasciò cadere il dildo per terra, per poi baciare con molto trasporto quello che doveva essere lo stallone di turno.
“Guarda il cazzo di un vero uomo.” disse la donna quasi sgridando il suo sottomesso, mentre tirava fuori la mazza del suo amante che finì subito fra le sue labbra.
Stavo ormai facendo fatica a tenere le mani a posto, quando un altro uomo fece la sua comparsa sul palco, e Lilly si spostò rimettendosi seduta al centro del tavolo per poter succhiare anche il suo membro.
Cercando di non dare troppo nell’occhio, feci scivolare una mano fra le mie gambe, scoprendo così che avevo un lago, e mi bastò sfiorarmi la passera con un dito per fremere di piacere.
La donna continuò a succhiare le mazze dei due uomini, che si spogliarono sino a rimanere nudi; quindi, ne fece sdraiare uno per poi impalarsi dandogli la schiena, ma soprattutto infilandosi il membro nel retto.
“Tu non vedi che ho la fica vuota.” disse Lilly all’altro uomo che era rimasto in piedi “Cos’aspetti a scoparmi o vuoi l’invito ?”
L’uomo non disse nulla, ma si sistemò fra le sue gambe e la penetrò con un violento affondo, facendola poi urlare di piacere.
“Sì scopatemi, voglio godere !” urlò la donna “Fatemi quello che quell’incapace non riesce fare, voglio i vostri cazzi !”
Quasi non mi resi conto che mi stavo masturbando sconvolta da quell’insolito spettacolo, e continuai a farlo anche dopo che Lilly fu di fatto girata dai due uomini che continuarono a scoparla insieme, senza darle un attimo di respiro. I due si fermarono solo dopo che la donna ebbe un orgasmo che non esitò a far sentire a tutti gli spettatori, gridandolo a pieni polmoni.
“Lasciatemi un attimo, voglio con me qualcuna del pubblico.” disse ai due stalloni rivolgendosi però a me, che non feci in tempo a chiudere le gambe, che mi ritrovai con lei sul palco.
Lilly si era nuovamente seduta, così non mi rimase che accovacciarmi davanti a lei, ritrovandomi ben presto la sua lingua che sapeva di sesso, contro la mia che non desiderava altro che baciarla.
“Io ti voglio.” le dissi spingendola con la schiena contro il tavolo e inginocchiandomi fra le sue gambe.
La sua passera sapeva di umori femminili e maschili quasi in ugual misure, rendendo così il leccarla un vero piacere, amplificato da lei che aveva ripreso a gemere. Uno dei due uomini mi spogliò permettendomi così di sdraiarmi su di lei, e poter strusciare il mio sesso contro il suo, mentre ci baciavamo nuovamente con ancor più passione di prima.
“Io ho ancora voglia di cazzo.” mi sussurrò all’orecchio quasi non volesse farsi sentire da altri.
“Anch’io.” le risposi scivolando sul tavolo sino a ritrovarmi seduta e chiamare a me uno dei due stalloni.
Non badai a lei che si stava facendo sodomizzare dopo essersi messa carponi, ma iniziai a leccare prima i testicoli, e poi la mazza di quel giovane così ben dotato, prima di sdraiarmi ed offrirmi a lui.
Il ragazzo mi coprì col suo corpo, ma soprattutto riempì la mia passera col suo membro, facendomi godere intensamente fin dal primo affondo. Mi resi conto di non conoscere neanche il suo nome, ma in quel momento ero troppo intenta ad assaporare ogni attimo di piacere, per preoccuparmi d’altro. Nonostante non fossi in una posizione stabile, lui mi scopò con notevole maestria, tenendomi per i piedi anche per non farmi scivolare più in basso.
Quasi non mi accorsi che i due ragazzi aveva scambiato posto, e che mi stava scopando adesso aveva la mazza un po’ più corta, ma allo stesso tempo più grande come diametro, del tipo, cioè, che preferivo prendere altrove.
“Mettimelo nel culo.” gli dissi senza troppi preamboli mentre cercavo d’allargarmi il buchetto con le mani.
“Sì ma tu girati come la tua amica troia.” mi rispose quasi indicandomi Lilly.
Mi misi così a quattro zampe proprio davanti a quella donna che m’aveva trascinata in quella piccola orgia, trovando subito la sua bocca pronta ad accogliere la mia. Non feci però in tempo a trovarla che l’uomo dietro di me mi sodomizzò brutalmente, tirandomi con forza a sé dopo aver fatto entrare la cappella nel mio buchetto.
Lilly mi guardò come alla ricerca di un qualunque segnale che le indicasse il mio stato, ma dopo un attimo in cui sentì solo un gran dolore, mi ripresi e le feci capire che era tutto a posto.
“Sì così mi piace !” dissi prima di girarmi e vedere il sottomesso di Lilly che non mi toglieva gli occhi di dosso “E tu frocio guarda come godo incapace di merda !”
Come prima i due maschi si scambiarono posto dietro di noi più volte, sodomizzando entrambe senza alcun riguardo, davanti agli occhi di un pubblico ormai in estasi. Come mi succedeva sempre in quelle situazioni, iniziai a godere come una pazza, e in un momento di pura follia, sputai in faccia allo schiavo di Lilly senza che questi mi dicesse qualcosa.
I due stalloni si dimostrarono a dir poco instancabili, tanto che abbi qualche dubbio sul fatto che provassero un vero piacere, tanto ci stavano scopando intensamente e senza darci un attimo di pausa. Soprattutto quello più basso era un vero toro quando mi prendeva mettendosi quasi in piedi dietro di me, riuscendo a lasciare sempre solo la cappella nel mio sfintere per poi abbassarsi di colpo e riempirmi con la sua mazza, facendomi urlare di piacere.
Mi ritrovai alla fine di quella folle esibizione al fianco di Lilly con davanti i due uomini che ci schizzarono il loro orgasmo soprattutto in faccia, per poi andarsene fin troppo in fretta mentre noi ci pulivamo il viso leccandoci a vicenda.
A quel punto intervenne Julia che ci fece fare un applauso come a siglare la fine dello spettacolo, quindi raccolsi il mio vestito, dimenticando le mutandine tanto ero stravolta.
Mi rivestii in quello che doveva diventare un camerino per poi ritornare alla mia macchina, quando fui fermata da un distinto signore sulla cinquantina.
“Posso presentarmi sono Philip ma tutti mi chiamano Phil, e volevo farle i miei complimenti per quello che ha fatto stasera.” mi disse con un chiaro accento straniero allungando la mano che strinsi con poca convinzione.
“Grazie ma credo che la vera protagonista sia stata Lilly, non certo io.” gli risposi volendo tagliare corto il discorso.
“È vero ma sono stato io a chiederle di coinvolgerla, Julia mi aveva parlato molto bene di lei, ma si sa che vedere in prima persona è sempre meglio che fidarsi delle parole altrui.”
Venni così a sapere che Julia non solo mi aveva fatto mettere in quel posto preciso in modo che Philip mi potesse vedere, ma che aveva anche detto a Lilly di coinvolgermi nel suo spettacolo.
“Posso chiederle il perché di tutto ciò ?” chiesi con una punta di stizza.
“Perché vorrei che lei diventasse la mia sweet, ma di questo credo sia il caso di parlare domani, magari a cena in modo d’avere tutto il tempo necessario.”
“Sa già dove abito ?”
“Sì perché ?”
“Allora passi a prendermi alle otto, sono proprio curiosa di sentire la sua richiesta.”
Me ne andai dopo averlo salutato certa che il giorno seguente, non m’aspettava una cena banale o ancor peggio noiosa.
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