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Altro che concerto rock cap 1 di 2

29.03.2025 |
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"” esclamo Biagio
“E' lei ti dico..."
Claudio, Dante, Andrea e Biagio erano quattro amici scapoloni poco meno che quarantenni, dipendenti della stessa azienda ma con mansioni diverse in settori che poco avevano a che fare l'uno con l'altro.Quando seppero che un famoso gruppo rock americano, in tournée in Europa avrebbe tenuto anche un concerto a Roma, l'unico in Italia, decisero di assistervi essendo tutti e quattro amanti del genere ed estimatori del gruppo.
Partirono convinti che non fosse un problema il non aver potuto reperire i biglietti, dichiarati “esauriti” già molto tempo prima che loro decidessero di andare ad ascoltarli.
Biagio era convinto che ad un prezzo maggiorato, forse definibile anche “da strozzino”, certamente li avrebbero trovati da qualche bagarino.
Sfortunatamente molti avevano pensato la stessa cosa e al loro arrivo a Roma anche i bagarini avevano esaurito i biglietti che si erano accaparrati.
Biagio non aveva desistito e con convinzione aveva trascinato anche gli altri tre davanti agli ingressi dello stadio nel quale ci sarebbe stato il concerto, dando per certo che, magari falsi, ma i biglietti li avrebbero trovati o, in alternativa, avrebbero escogitato una qualche soluzione per entrare ad ogni costo con qualsiasi mezzo.
Incrementarono solo di quattro unità la marea di illusi che avevano pensato più o meno la stessa cosa e che al loro arrivo stavano già creando una preoccupante baraonda. Di li a poco più che di baraonda si poteva già parlare di tafferugli che sembravano dover divenire anche violenti. Infatti apparvero massicce squadre di polizia e a quel punto furono gli altri tre a persuadere l'ancora convinto Biagio che era meglio rinunciare al concerto e cercare un'altra alternativa, tanto Roma non era certo avara di possibilità di svago e di divertimento.
All'arrivo della polizia in formazione massiccia non furono i soli ad allontanarsi. Anzi, furono tanti.
Tra i tanti due donne appariscenti per fisicità e look.
Una non alta, con grosse tette e gran culo, tutta inguainata in aderentissimi vestiti in pelle nera, con labbra carnose e rosse, stivali in pelle con tacco almeno di 12 cm, capelli tinti di uno strano viola-azzurrognolo, tagliati a zazzera. L'altra alta, slanciata con pantaloni e giubbetto di jeans, entrambi impreziositi da strass e pietruzze luccicanti, camicetta bianca, sbottonata al punto da lasciare vedere le due belle tette, non grandissime ma eretti. I pantaloni aderentissimi fasciavano un bel culo armoniosamente proporzionato a tutto il resto del corpo . Questa aveva i capelli lisci, lucenti neri, lunghi fino alle spalle e aveva un trucco meno pesante della sua amica.
Ad attirare su di loro l'attenzione di Claudio probabilmente fu l'appariscenza della bassa e prosperosa nero-vestita, ma l' interesse di Claudio si spostò subito sull'altra, oggettivamente più bella. Ne incontrò lo sguardo ed esclamò “Cazzo, io quella la conosco”
Dante chiese chi conoscesse e Claudio rispose “quella” indicando la figona in jeans con strass e camicetta bianca..
“Effettivamente ha qualcosa che ricorda anche a me qualcuna, ma non ricordo chi- disse Biagio, mentre Andrea e Dante fecero supposizioni campate in aria, del genere “Magari l'avrai vista in televisione, sarà qualche valletta” o “Una cosi l'avrai sognata chissà quante volte” ed altre fesserie simili.
Claudio si era concentrato, estraniatosi psicologicamente da quello che stavano dicendo gli altri ma facendo tesoro del fatto che anche a Biagio quella sembrava una conosciuta.
Ricordò un qualcosa avvenuto una quindicina di anni prima ed esclamò:“ Io quella l'ho vista dal vero non in televisione o nei sogni, quegli occhi li ho già visti...o cazzo! Ecco chi è. E' “lei” Ragazzi è lei, la miss! Tu te la ricordi Biagio? Al mare l'anno che ti sei laureato e siamo andati in vacanza insieme in riviera. Dai ...Ti ricordi che c'era una pre-selezione di belle ragazze che volevano partecipare a miss Italia? Te lo ricordi? C'erano anche Enzo e Fulvio con noi due ….”
Noooo!..” esclamo Biagio
“E' lei ti dico. Scommettiamo?”
“ Come fai a scommettere? Che fai glielo vai a chiedere?”
“Certo. Aspettate qui...se è lei...ma è lei...stasera ragazzi ci va meglio che assistere al concerto”.
Claudio si avvicinò alle donne. La bassa, con il culo e le tette grosse, lo guardò con diffidenza, l'altra sorrise e fu lei per prima a dire “Noi due ci siamo già visti da qualche parte o sbaglio?”
Claudio :“Visti per modo di dire, era molto buio il parco quella sera. Tu partecipavi al concorso per miss qualcosa, in riviera, qualche anno fa....”
“Il moretto con un solo preservativo in tasca? Sei tu,vero?”
“Ti ricordi pure tu di me allora? Ciao, come stai? Posso abbracciarti?”
Sentire quei seni sul petto, quel corpo dentro le sue braccia, il profumo di lei nelle narici fecero immediatamente eccitare Claudio che, nell'abbraccio tentò anche di baciare, ma lei, sorridendogli disse “Vacci piano con le effusioni. Non sono più quella di una volta”
“Infatti ti trovo molto migliorata, ora sei più donna”
Lei glissò, distaccandosi con garbo e presentandogli l'amica “Questa è Sonia, la mia amica”
“Quelli invece sono i miei amici”- Claudio fece cenno ai tre di avvicinarsi, li presentò prima Andrea poi Dante e infine “Questo è Biagio, era con me quella sera”
La bella donna con la quale ormai parlava come fosse una vecchia amica disse “Era con te, non con noi, c'erano tutti e tre mi pare”
“No, eravamo io lui ed altri due che non sono questi ”
Pian piano, mettendo a fuoco alcuni particolari di contorno sia Claudio che Giulia, la donna, ricordarono esattamente il loro precedente incontro, il quale per molti versi aveva avuto aspetti incredibili; per questo nessuno dei due l'aveva scordato nei quindici anni circa che erano trascorsi, anche se nessuno dei due ricordava il nome dell'altro. Forse non se lo erano neanche detto quella volta.
Era l'anno in cui Biagio si era laureato. Claudio aveva trovato da poco il primo impiego e, di conseguenza, aveva avuto anche se non proprio una indipendenza economica almeno una certa disponibilità di denaro. Per questo aveva potuto permettersi di andare per la prima volta in vacanza sulla riviera non al seguito dei genitori ma con due suoi amici, tali Enzo e Fulvio, a loro volta amici anche di Biagio il quale fece parte del quartetto.
Era stato in quell'occasione che Biagio e Claudio si erano conosciuti, successivamente, ritrovatisi a lavorare nella stessa azienda, erano diventati anche amici.
Una sera di quella lontana breve vacanza al mare si erano casualmente trovati ad assistere ad una selezione di belle ragazze aspiranti all'ammissione alle fasi successive di uno dei più noti concorsi di bellezza nazionali. Si intuirà facilmente quale.
La manifestazione si svolgeva in un grande parco annesso ad una ex villa ottocentesca che era stata adattata per l' utilizzo come luogo di intrattenimento e di eventi in genere.
I quattro giovincelli non avrebbero potuto trovare di meglio di uno dei tavoli più vicini alla passerella sulla quale sfilavano le ragazze e si erano divertiti a fare i bulli, gridando a tutte aggettivi o brevi frasi per complimentarsi, o incitarle o, a volte, deriderle. Espressioni come “ A bona!”, “Gran culetto”, “A bel seno” si sprecavano anche se a volte scappavano anche frasi come “ Ma dove ti presenti?”, “ Ti sei vista allo specchio?”.
Tra le partecipanti alle selezioni c'era lei, Giulia. Costei aveva un corpo da schianto per l'armonia delle forme tutte proporzionate alle slanciate gambe che si notavano anche prima del seno e del culo tanto erano perfette; aveva un volto sensuale ben lungi dal cosiddetto “perfetto ovale” che allora era ritenuta una caratteristica della beltà femminile, al contrario aveva tratti un poco spigolosi ma soprattutto uno sguardo particolarissimo che si sarebbe potuto definire “cattivo” se tale presunta cattiveria non fosse stata smentita dal radioso sorriso che la ragazza, di circa vent'anni, elargiva generosamente al pubblico fissando, magari anche per un solo attimo, ogni persona con i suoi occhi neri, grandi e luminosi.
Aveva incrociato anche gli occhi dei quattro amiconi e con quello sguardo fulminante era riuscita a zittirli o almeno a togliere il volume alle loro considerazioni fatte tutte a voce poco più che sussurrata.
“Questa sì che è una gran gnocca” aveva bisbigliato Enzo al quale avevano fatto eco Biagio e Fabio “Altro che portarla alle fasi successive del concorso, io questa la porterei subito in camera mia”,
“Ecco cosa giustifica i prezzi alti della consumazione: comprende anche la visione di questa dea”.
Claudio invece aveva detto con tono determinato “Non mi basta vederla, io questa me la devo fare”
Per chissà quale misteriosa casualità le parole sussurrate da Claudio avevano avuto una forte corrispondenza con il pensiero che era passato nella mente di Giulia in quello stesso momento.
Giulia era consapevole di essere bella e ne era fiera.
Ovvio che si era presentata alle selezioni sognando anche di arrivare alle finali nazionali, ma non si illudeva molto di riuscire anche in questo. Lei aveva partecipato soprattutto per farsi ammirare, desiderare, applaudire.
La sua vanità la faceva godere all'ennesima potenza quando gli uomini giravano la testa vedendola camminare per le strade, quando i mariti ricevevano gomitate di rimprovero dalle relative mogli perché si distraevano da esse per guardare lei, quando gli uomini deviavano la traiettoria delle loro camminate lungo la spiaggia per passare vicino a lei e spogliarla quasi con gli occhi.
Aveva voluto concedersi il piacere di essere ammirata e desiderata non da pochi individui per volta ma da una folla intera. Quella sera aveva guardato tutti ,proprio per vederli rapiti dalla sua bellezza, pervasi dal desiderio del suo corpo. Godeva nel percepire negli sguardi e nelle espressioni dei maschi presenti il gran desiderio che suscitava e si eccitava delle eccitazioni che provocava, appagando la sua vanità.
Poi però, tra i tanti sguardi aveva incrociato quello di Claudio. Solo per lui a Giulia successe di non accontentarsi di veder solo lo sguardo da imbambolato ma, perdendo per un attimo anche il ritmo della camminata, aveva rapidamente messo a fuoco i lineamenti del viso, i riccioluti capelli, la corporatura, persino il livello di abbronzatura di Claudio ed aveva pensato anche lei, come Claudio in quello stesso momento “con questo si che ci farei sesso davvero”.
Era nato così, con un colpo di fulmine, l'intesa tra Claudio e Giulia.
Era scoppiato il grande amore?
Assolutamente no.
Entrambi avevano notato solo la piacevolezza fisica l'uno dell'altro ed avevano contemporaneamente percepito un desiderio meramente sessuale, ma forte, prepotente, difficile da dominare.
Claudio aveva lasciato gli amici, Giulia si era ritirata dal concorso senza in motivo logico, per mero capriccio. Alcuni minuti dopo, come se si fossero dati appuntamento, si trovarono appena fuori la porta dalla quale uscivano le ragazze che andavano a rivestirsi all'interno della villa, dopo aver sfilato.
Non si stupirono di trovarsi faccia a faccia.
Lui disse “Ciao”
Lei rispose “Ciao”
“Mi piaci molto”
“Anche tu a me”
“Ti va di fare due passi con me nel parco?”
“Sì, andiamo da quella parte però” aveva detto Giulia indicando la direzione opposta a quella dove era assiepata la folla intorno alla passerella.
Non erano state necessarie ulteriori parole, avevano camminato fianco a fianco verso una zona buia del parco. Lì c'era una casetta di legno, probabile rimessa degli attrezzi da giardino.
Claudio aveva provato ad aprire la porta ma era chiusa a chiave. Aveva guardato Giulia che aveva sorriso alzando le spalle, come a dire “non importa”. Poi lei si era girata di schiena alla casetta ed a questa si era appoggiata con le spalle ed il capo. Claudio si era fulmineamente portato a ridosso di lei, le aveva messo le mani sui fianchi, aveva allungato il collo verso di lei che si era fatta avanti con il capo. Le bocche si erano trovate, sfiorate, unite, baciate.
Le mani di lui s'erano intrufolate dal basso sotto la corta gonna di lei e carezzevolmente erano risalite verso l'alto; una era finita tra le cosce, l'altra si era spinta sul versante opposto per arrivare a palpare i glutei.
Giulia non si era limitata a lasciarlo fare ma si era aggrappata al collo di lui con entrambe le braccia, poi ne aveva lasciato uno solo attorno al collo e con l'altra era scesa anche lei a palpeggiare il basso ventre di Claudio. Aveva provato piacere a sentire la compattezza e la sostanziosità di quello che il giovane aveva nei calzoni e senza indugio aveva aperto la patta, introdotto la mano, afferrato il caldo, duro, voluminoso cazzo e lo aveva liberato dai vestiti.
Claudio, nel frattempo le stava facendo scivolare le sue mutandine giù per le cosce. Continuavano a baciarsi.
Claudio aveva posto il suo membro tra le cosce di lei, dondolando leggermente per farlo scorrere ed aveva sussurrato ad un orecchio della ragazza “Ho un preservativo in tasca. Lo prendo?”.
“Sì, che aspetti?”.
Claudio, preso il preservativo, aveva cominciato a strappare l'involucro da un lato . Non ebbe il tempo di aprirlo, lei glie lo aveva sottratto dalle mani dicendogli “voglio mettertelo io”.
Cosa che fece, ma non immediatamente. Prima, tenendo in una mano la bustina. si era accoccolata davanti a Claudio, cominciando a leccare la dura asta dalla base alla punta, poi aveva fatto girare la lingua intorno al glande mentre con la mano libera palpeggiava i testicoli. Cosa che aveva continuato a fare anche quando si era introdotta nella bocca il cazzo per sfoggiare la sua bravura nel praticare un signor pompino.
Si era dilettata abbastanza prima di sospendere la prestazione per finire di aprire la confezione del profilattico. Questa volta era stato Claudio a dirle “Aspetta” tirandola su da sotto le ascelle.
Appena lei fu in piedi si era accovacciato lui per andare ad assaporare l'intimità della ragazza.
E di sapore ne trovò perché lei era già abbastanza bagnata.
Quando, dopo un poco, Giulia aveva fortemente divaricato le gambe, non per agevolare il leccamento di Claudio ma perché non voleva più attendere, lei aveva preteso: “Scopami adesso, scopami”.
Avevano collaborato alla “vestizione” del cazzo con il preservativo, poi lei era stata spinta con le spalle contro la casupola di legno e il cazzo aveva puntato dritto alla figa.
Claudio aveva giocherellato solo frazioni di attimi sull'imboccatura poi, al “E dai” di sprono detto da Giulia, aveva spinto con decisione ed era entrato, avanzato, introdotto tutta l'asta, era poi tornato in dietro e riavanzato con una sequenza veloce di affondi e ritirate. Lui aveva cominciato cosi a pomparla, lei aveva cominciato ad emettere gemiti. Claudio le aveva suggerito di non esagerare perché avrebbe potuto essere sentita ed essere scoperti da qualcuno.
La risposta di Giulia era stata “Magari, così facciamo una bella orgia” gemendo ancora più forte. Claudio le aveva tappato la bocca con un bacio. Lui credeva poco che se scoperti ci sarebbe scappata un'orgia, piuttosto temeva che la scopata sarebbe stata inopportunamente interrotta.
Giulia aveva moderato il volume sonoro dei gemiti ma aveva chiesto di essere penetrata ovunque da Claudio. Lo aveva fatto girandosi di spalle per offrirsi a novanta gradi poi aveva indirizzato lei le mani di Claudio, una sulle tette e l'altra alla sua bocca, per succhiarne le dita come se stesse facendo un pompino mentre veniva sbattuta a pecora.
Quando Giulia aveva raggiunto l'orgasmo non aveva più trattenuti i gemiti ma si era sfrenata, senza alcun ritegno, sia con i toni di voce che con i movimenti, quasi come fosse stata colta da convulsioni. Aveva così trascinato all'eiaculazione generosa anche Claudio.
Poi, rigirandosi ed abbandonandosi per l'ennesima volta contro la casupola di legno aveva commentato “Grazie, avevo proprio voglia”
“Si vedeva. Avevo voglia anch'io, perciò sono io che ringrazio te. Come ti chiami? Sei qui in vacanza o solo per il concorso? Ci possiamo rivedere? Io parto domani sera. Tu?”
“Quante domande. Non mi va di parlare adesso. Fammi le coccole invece e se te la senti tra poco bissiamo”
“ Non sono riuscita a soddisfarti?” chiese Claudio
“Che c'entra? Fuggirei se non mi fosse piaciuto, invece voglio farlo ancora con te, perché io sono fatta così, di cazzo non ne ho mai abbastanza. Non me ne basta una sola dose, ne voglio sempre ancora uno, anzi, due, tre, dieci, tanti cazzi tutti per me...dai dimmi troia, dimmi zoccola, mica mi offendo sai”
“Invece ti dico che se lo vuoi rifare lo dobbiamo rifare senza preservativo, perché io ne avevo uno solo, a meno che non ne hai anche tu”
Ecco cos'era successo quella lontana sera.
Già nel riconoscerla Claudio aveva ricordato le parole di Giulia quella sera, ovvero “Io sono fatta così, di cazzo non ne ho mai abbastanza da non desiderarne ancora uno, due, dieci, tanti cazzi tutti per me..”. Per questo aveva detto ai suoi amici “... Aspettate qui...se è lei...ma è lei...stasera ragazzi ci va meglio che assistere al concerto”.
Si è visto che era effettivamente lei, ma riusciranno Giulia e la sua amica a far diventare il proseguimento della serata così interessante da non far rimpiangere ai quattro scapoloni il concerto perso?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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