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Scambio di Coppia

Appunti di una coppia scambista


di Zindo
01.12.2024    |    3.133    |    3 9.9
"Vedere mia moglie toccare il cazzo di un altro, sia pure da sopra i pantaloni, mi ha immediatamente eccitato, e sorpreso perché non avevo previsto questa..."
Quasi lo sento lo sguardo di Silvia, mia moglie, che si posa su di me.
Da quando siamo saliti in macchina mi guarda e sorride.
So perché sorride ed evito di girarmi perché se i nostri sguardi si dovessero incontrare lei passerebbe dal sorriso al ridere sonoramente.
Lo so, a lei è piaciuto vedere Gianni tastarmi il culo e sentirlo farmi proposte esplicite.
Sono quasi le quattro del mattino ed abbiamo lasciato da poco la casa della coppia che ci ha ospitato.
E' stata la prima volta che abbiamo incontrato questa coppia, non la prima che incontriamo altre coppie, anzi ho perso il conto di quante volte l'abbiamo fatto.
Con le coppie incontrate in precedenza di solito le cose sono andate quasi sempre alla stessa maniera: un inizio quasi sempre con battute, scherzi e complimenti verbali, poi qualche gesto concreto e poi, queste sì con molte varianti di volta in volta, i rapporti sessuali veri e propri ma sempre rigorosamente rapporti etero, io con la lei della coppia, Silvia con il lui.
Un paio di volte mi è successo anche di essere io solo ad agire con le due donne perché l'altro lui era uno che preferiva guardare. Mai nessun uomo prima aveva prestato più attenzioni a me che a Silvia.
Gianni, il lui della coppia che abbiamo appena lasciato, lo ha fatto.
Anche la sua donna, Laura, si è molto interessata a Silvia.
Insomma questi volevano più che uno scambio di coppie la formazione di due omo coppie.
Ecco perché ora Silvia mi guarda di sottocchio e sorride.
Lei ha trovato la cosa divertente, anzi direi che ha molto apprezzato le arti amatorie di Laura. Silvia, tra l'altro non è nuova a rapporti lesbici, un poco soft magari ma quando siamo capitati con le coppie che ho ricordato poco fa, quelle con il lui amante più del guardare che del fare, Silvia e l'altra di turno tra loro hanno fatto più di qualcosina, non sfacciatamente come questa notte, ma Silvia non ha mai disdegnato le attenzioni femminili, pur preferendo di molto quelle maschili.
Io sono stato fatto oggetto di attenzioni maschili questa notte per la prima volta.
Con un certo garbo ho cercato di far cambiare le intenzioni al padrone di casa e siccome ha insistito ho preferito tagliare la corda.
Per questo stiamo tornando a casa in piena notte.
Silvia sorride.
Immagino quello che sta pensando: che quello che non ho lasciato fare a Gianni prima o poi lo lascerò fare a qualche altro.
Sono sicuro che pensa questo, perché il nostro aprirci al sesso trasgressivo non si arresta mai, è in continua progressione; gli eventi ci prendono e ci trascinano.
E pensare che abbiamo cominciato per scherzo, per lo sguardo di un giovincello alle cosce di Silvia. Alcuni anni fa.
Tutto è cominciato per caso in una cittadina di mare dove eravamo in vacanza. Non era ancora ora di cena e ci eravamo seduti per un aperitivo ad un tavolino all'aperto del bar annesso all'albergo - pensione presso il quale alloggiavamo. I tavolini erano praticamente sull'area della piazza antistante l'albergo, entro uno spazio delimitato con fioriere basse che non impedivano a noi di vedere il brulicare di gente nella piazza , né alle persone in piazza di vedere noi. Silvia indossava un gonna decisamente estiva per la leggerezza della stoffa e il modello: quelle con un solo telo, senza cuciture verticali, che si chiudono intorno ai fianchi accavallando un lembo all'altro. Mi pare che si dica “a portafoglio” ma non ne sono certo.
Stando seduta in posizione comoda, con le spalle spinte verso lo schienale e le gambe leggermente distese in avanti, anche per la leggerezza del tessuto, il lembo della gonna che avrebbe dovuto rimanere sotto era scivolato verso il basso e l'altro, sia pure di poco, tra le gambe. In tal modo una coscia di Silvia era in bella e totale vista.
Ad un certo punto mi sono accorto che un ragazzo molto giovane, tra i quindici ed i diciotto anni, che stava sulla piazza era come incantato, con lo sguardo verso Silvia. L'ho osservato a lungo incuriosito da quello sguardo fisso, rapito e ho informato Silvia: "Mi sa che hai fatto colpo su quel ragazzino, guarda come ti fissa”. Solo allora Silvia si era resa conto della sua coscia ben esposta.
Nulla di scandaloso, caso mai era sexy: era solo una coscia nuda che usciva lateralmente da una gonna a tutto spacco, e si intravvedeva anche la sottile striscia di pizzo delle mutandine sull'anca.
Anziché coprirsi Silvia mi ha detto: “Sfido io, guarda come sto” e si è fatta ancora più in dietro col corpo per farmi vedere il suo stato.
In quel momento il giovincello si è toccato i calzoni per sistemare il pene che certamente gli si era indurito: si vedeva la bozza.
Mi è sembrato che gli si stesse imperlando la fronte di sudore, di certo era come in estasi, isolato dal mondo circostante, totalmente rapito dalla coscia di Silvia che fece per coprirsi.
Io, per gioco, le ho detto: Lascia che ti guardi, è solo un ragazzino, starà sognando, non coprirti, voglio vedere cosa fa”.
Siamo rimasti abbastanza in quello stato: io che guardavo il giovincello, costui che guardava Silvia e si passava a volte la lingua tra le labbra non in segno di libidine ma perché probabilmente era a corto di saliva ormai e si toccava sempre più spesso i calzoni, confermando che stava avendo una erezione vistosa. Silvia che per provocarlo, fingeva di parlare con me e intanto si accarezzava la coscia da sola.
Un altro giovane all'improvviso ha chiamato quello in estasi che, almeno per lo strabuzzamento che fece con gli occhi. ha reagito come se tornasse sulla terra da chissà quale altro pianeta e poi si è allontanato, quasi trascinato per un braccio dall'amico, camminando col il collo torto e la testa all'indietro per poter ancora sbirciare.
Dopo, a cena, io e Silvia, parlandone, abbiamo ipotizzato che il ragazzo probabilmente a quell'ora forse si stava masturbando ripensando a Silvia. E' stato allora che abbiamo provato anche noi qualcosa di stimolante ed eccitante: io pensando che un altro uomo sbavava di libidine per Silvia e mia moglie godendo di essere oggetto di desiderio per un altro uomo, in mia presenza e senza che io mi scandalizzassi.
“Scandalizzarmi? Ma dai, era un ragazzino!”
“Quello era un ragazzino, ma neanche tanto a ben vedere, comunque se invece di lui al suo posto ci fosse stato un altro, un uomo maturo, non nel senso di anziano, ma di età adulta, della nostra età per esempio, tu che avresti fatto?”
“Io? E che dovrei fare io? Quello guardava te, mica me”
“Si ma tu, se fosse stato un uomo, diciamo pure un bell'uomo, un tipo che a me potrebbe anche piacere, cosa avresti provato? Rabbia? Gelosia? Mi avresti incolpata per la gonna che porto o ti saresti arrabbiato con lui?”
Ci avevo pensato un poco, poi in tuta sincerità avevo detto “ Credo che avrei trovato la cosa divertente esattamente come ho trovato divertente la tensione di quel ragazzo”
“E se – aveva insistito Silvia- quel tale, adulto e piacente che stiamo immaginando, non si limitasse a guardarmi ma mi facesse delle avances? Dai, sentiamo, tu che proveresti?”
“E tu? Cosa proveresti tu?”
Mi aveva guardato, aveva pensato, aveva sorriso, poi sorniona aveva detto “Non lo so, dovrebbe succedere per saperlo”
Così, d'istinto, non come vera proposta, ma come proseguimento del gioco di immaginazioni che stavamo facendo, le ho detto subito :”Allora fallo succedere, dimmi se c'è un tipo che ti può piacere qui dentro e proviamoci a fargli intravvedere la tua coscia”
Mi aspettavo in risposta una risatina o un epiteto scherzoso. Invece rimasi di stucco quando mi disse: “Quel tipo laggiù per esempio, non è affatto male, anzi, anzi,..”
Il “tipo laggiù” era davvero un bell'esemplare di maschio: alto, fisico atletico, moro, abbronzato, ma soprattutto in compagnia di una ragazza stupenda: capelli neri, cortissimi, occhi luminosi, sorriso smagliante, un seno generosamente esposto dentro un'ampia scollatura e, saltando tutta la parte più interessante, coperta alla mia vista dal tavolo, avevo notato le caviglie sottili ed i piedi dentro sandali a striscette molto, molto, molto sexy con il loro tacco alto e sottile.
“Neppure quella che è con lui è male, se è per questo”
“Che fai?Guardi le altre donne?”
“Beh se tu ti lasci guardare dai giovincelli e guardi tipi come quello la, io mi adeguo.”
Per quella sera non siamo andati oltre materialmente. La notte, facendo all'amore nel nostro letto Silvia mi ha confessato che il parlare giocando di quella serata l'aveva fatta eccitare, che le sarebbe piaciuto molto se davvero l'uomo che mi aveva indicato l'avesse osservata come aveva fatto il giovincello. Questa sua confessione aveva fatto eccitare anche me.
Insomma a causa di quel ragazzino che aveva guardato la coscia di Silvia ci eravamo accorti che ci sarebbe piaciuto azzardare qualcosa di extra coniugale, magari agendo insieme e comunque sempre in accordo tra noi.
Quale tempo e luogo potevano essere più propizi di quel luogo e quel periodo di vacanze?
Infatti il giorno dopo in spiaggia, quella abbinata al nostro albergo, c'era anche la coppia che avevamo notato la sera prima. In costume lei era un vero schianto, lui non era da meno. Ho detto a Silvia: “Ci proviamo? Tu con lui io con lei, così per gioco”
Le donne ne sanno una più del diavolo. Infatti Silvia mi ha risposto “Facciamo il contrario, io cerco di diventare amica di lei, tu di lui, così si familiarizza e magari questa sera si va a ballare insieme e da cosa nasce cosa. Come dici tu nessuno si scioglie perché si sente osservato con sospetto dal coniuge, invece tra amici si ride, si scherza e ...hai visto mai. Ma guarda che se la cosa va in porto io con quello ci vado davvero”
“Facciamola andare in porto allora, perché anch'io con quella ci voglio andare davvero”
Non ricordo ora nei dettagli come abbiamo attaccato bottone, ma in spiaggia è facile, viene naturale. Strano sarebbe non familiarizzare stando nella stessa spiaggia, nello stesso albergo, avendo più o meno la stessa età e provando anche attrazione.
All'ora di pranzo eravamo già così tanto in confidenza da chiedere al cameriere se dalla cena di quel giorno in poi ci poteva sistemare in un tavolo unico o almeno due affiancati perché volevamo stare insieme. Verso sera, sulla spiaggia, Silvia mi ha detto “Io ti ho preparato la strada adesso arrangiati da solo”
“A cosa ti riferisci?”
“Ho detto a Monica che tu la trovi bellissima e che mi hai detto che con una come lei potresti anche tradirmi. Più di tanto non potevo fare. Tu invece hai sondato un poco il terreno con Dante?”
Ovvio che Monica e Dante erano i due che ci piacevano.
Io a Dante non avevo detto niente. Ho rimediato prima di rientrare in albergo, quando Dante ha accolto la mia proposta di una passeggiata lungo la riva. Passo dopo passo ho fatto cadere il discorso sulla bellezza di alcune ragazze e signore della spiaggia, dicendogli che se non ci fossero le mogli ci sarebbe stato da scegliere per eventuali avventure, dato che i giorni di vacanza sono considerati per antonomasia, giorni per le avventure. Valutando le sue reazioni sia verbali che di espressione ho anche azzardato ulteriori passi dicendo “Anche se con i tempi che corrono si potrebbe vivere anche qualche avventura in coppia. A volte ci penso sai, e tu?”
“A cosa?”
“Non lo so di preciso. Così, in generale chissà, per esempio, se le nostre mogli accettassero di lasciarci provare con qualcuna di queste e chissà se io riuscirei ad accettare che qualcuno ci provasse con mia moglie. In fondo, belle sì, tutte quelle che abbiamo detto poco fa, ma le nostre mogli non sono da meno. La tua poi la trovo favolosa. E' un complimento sia chiaro”
Passo, dopo passo, sia con le gambe per camminare che con le parole per tessere la mia trama, quando invertimmo direzione di marcia per ritornare verso gli ombrelloni dai quali ci eravamo allontanati, già ero arrivato a chiedergli “Ma tu hai mai pensato per pura ipotesi ad uno scambio di coppia? Se ti capitasse la oppia giusta lo faresti?”
Mai mi sarei aspettato la fantastica risposta: “Noi lo abbiamo già fatto qualche volta . Eravamo leggermente in crisi ed abbiamo provato su suggerimento di un'amica di Monica che lo aveva già praticato a suo volta. A noi è servito per rinsaldare il legame. Naturalmente ci vogliono le persone giuste, non le finte coppie tipo un lui furbastro ed una lei del mestiere, se così si può dire, perché ce ne sono tante di queste finte coppie create per l'occasione”
Mi è sfuggito “Io e Silvia siamo una coppia vera, legalmente sposati, te lo potrei anche provare”
Così ho lasciato scoprire i miei piani, ma in fondo era quello lo scopo che volevo raggiungere. Perciò appena mi ha detto “Che siete sposati si vede e ci credo senza documenti, ma sareste disponibili davvero ad uno scambio di coppia?” ho risposto “Altro che, è quello che volevo proporti”. “Sicuro? Tua moglie è d'accordo?”. “Sì, sì, anche lei, anche lei”.
Altro che a ballare andammo quella sera. Io ho riferito del dialogo a Silvia, Dante a Monica. Il cameriere aveva preparato il tavolo per quattro. A cena, gli sguardi sopra il tavolo ed i piedi sotto la tovaglia hanno parlato più delle bocche. Con queste abbiamo detto tante cose inutili e superflue, tranne una: “Preferite stare in camera vostra o volete venire voi da noi?”
La loro camera si prestava meglio perché aveva anche una ampia terrazza con vista sul mare e su quella veranda due sdraio-letto, oltre il letto matrimoniale dentro la stanza vera è propria.
In terrazza, seduti in due per ogni sdraio, abbiamo parlato abbastanza, naturalmente di argomenti piccanti e di apprezzamenti di ciascuno sulle qualità piacevoli degli altri. Le braccia hanno cominciato a protendesi, le mani a toccare e in breve siamo passati dal parlare al pomiciare. Si notava la maggiore disinvoltura di Dante e Monica, rispetto a me e Silvia. Loro due erano più esperti e hanno saputo cogliere i momenti giusti per agganciarci e dividerci come coppia. Non è durato molto il prevalere delle parole sulle carezze ed i baci, presto la situazione si è capovolta e di parlare non ha importato più nessuno dei quattro. Dante si era disteso su una sdraio, tirando Silvia a sedere sopra di lui e, quando ancora si parlava un poco, lo faceva passando una mano tra le cosce di mia moglie e con l'altra le palpava i seni. Io, non ancora del tutto libero di mente, guardavo con un pizzico di gelosia, finché non ho visto che anche mia moglie usava le sue mani: una era sopra la patta di Dante e si muoveva, come si muoveva. Vedere mia moglie toccare il cazzo di un altro, sia pure da sopra i pantaloni, mi ha immediatamente eccitato, e sorpreso perché non avevo previsto questa mia reazione, ben diversa dalla gelosia. Allora mi sono avvicinato deciso con la faccia alla faccia di Monica, le ho detto “Quelli stanno facendo sul serio, che ne dici se ti bacio?” Mi ha risposto baciandomi lei. Un bacio passionale, con battaglie di lingue dentro i palati e di labbra sulle labbra. Alla fine di questo ardimentoso bacio, Monica mi ha detto “Lasciamoli in pace, vieni” e, spingendomi per farmi alzare ed alzandosi lei stessa, mi ha tirato dentro la stanza, per spogliarmi e spogliarsi mentre ci baciavamo, accarezzavamo e guardavamo oltre l'ampio vano della finestra a tre ante i nostri coniugi più avanti di noi con i tempi, attorcigliarsi con i corpi già nudi, L'impeto con cui Dante agiva su Silvia un poco mi infastidiva, come se potesse rivelarsi a mia moglie più bravo di me nello scopare, invece osservare come mia moglie accoglieva, gradiva e ricambiava le effusioni di Dante, mi eccitava moltissimo. Non saprei dirvi perché, so che mi eccitavo fortemente, specie quando come una zoccola si è messa a fare un pompino a Dante, stando in ginocchio sul pavimento, accanto a lui disteso sulla sdraio.
Monica invece mi ha tirato di prepotenza sul letto e mi ha detto: Quelli perdono tempo con i preliminari, noi andiamo al sodo, fottimi subito, fammi sentire la vacca che sono, sbattimi”
Ha preso lei il sopravvento e le iniziative. Io mi sono lasciato pilotare, tenendo costantemente d'occhio anche quello che avveniva all'esterno, dove mia moglie si comportava da troia ancora di più di Monica. Tanto per fare un esempio si è anche messa con i gomiti appoggiati alla ringhiera del balcone, facendosi scopare a pecora da Dante. In contro luce allo sfondo del mare argenteo per i riflessi lunare, vedevo i suoi seni sballottare con ritmo disarmonico rispetto alle spinte che Dante le dava da dietro. Intanto Monica sotto di me, aggrappata con le braccia al mio collo e le gambe al mio fianco, imprimeva con le sue mani sui miei glutei il ritmo le mie stantuffate nella sua figa umida e calda.
La parte più esaltante di quella nostra prima esperienza comunque è stata dopo, quando io e Silvia siamo tornati in camera nostra e, nonostante le ore (davvero furono ore) passate a far sesso con gli altri due, sentimmo entrambi il bisogno impellente di scopare tra noi due e farlo alla grande, come se fossimo a digiuno da settimane, e non reduci da una specie di maratona sessuale,
Le esperienze successive ve le racconto un' altra volta.
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