Racconti Erotici > trio > ...metti che un amico ti invita a cena...
trio

...metti che un amico ti invita a cena...


di Zindo
14.08.2023    |    17.410    |    18 9.2
"“Sì! Perché, voi no?” Io continuo a farlo imperterrito, passando anche a slacciarmi la cintura dopo essermi tolto la giacca..."
Di gente ne conosco tanta ma di amici veri, penso di averne uno solo: Alberto.
Non lo vedo da qualche giorno, però mi chiama spesso. Al telefono mi ha detto che ha conosciuto una donna favolosa alla quale vuole dedicare tutto il tempo libero.
Eccolo: sta chiamando. Rispondo. Dice: “Vieni da Silvano verso le otto? Offro io stasera, porto anche Anna così vi conoscete”.
“Da Silvano” è il ristorante che frequentiamo spesso. Anna invece non dovrei sapere chi sia ma non ci vuole una intelligenza particolare per intuire che si tratta della “favolosa donna” che lo sta tenendo impegnato in questo periodo.
Accetto l'invito per almeno due motivi: la voglia di rincontrare il mio amico e la curiosità di conoscere questa misteriosa Anna, la donna fatale.
Alle otto in punto sono al “Da Silvano”. Ho appena posteggiato la macchina nel parcheggio privato riservato ai clienti quando vedo arrivare anche l'inconfondibile macchina di Alberto. La seguo con lo sguardo e anche con un poco di curiosità: quella di conoscere la famosa Anna.
Quando la vedo scendere dalla vettura per poco non mi viene un colpo. Io la conosco molto bene! Certo il nome Anna avrebbe dovuto già dirmi qualcosa, ma di Anna ce ne sono una infinità, non è un nome raro come , che ne so, Domitilla o Salicandra.
Per una attimo mi chiedo come abbia potuto Alberto non riconoscerla come la “mia” Anna, quella con cui due anni fa ho avuto una storia breve (ma intensa). Poi però mi ricordo che in quel periodo Alberto era andato a Londra per un lungo periodo, perciò non glielo avevo mai presentata e chissà, forse quando poi gliene avevo parlato (perché con lui non ho mai avuto segreti) non gli avrò neanche detto il nome e, anche se l'avessi fatto, come ho detto poco fa, di Anna al mondo ce ne sono a iosa.
Vedo Alberto che indica me, Anna che mi guarda.
Spalanca gli occhi, chiede qualcosa ad Alberto, poi ride e guarda me.
Vado incontro a loro.
Alberto dice qualcosa come “Scopro che voi due già vi conoscete”.
Nessuno gli da una risposta; io ed Anna ci abbracciamo come vecchi amici; lei dice “Così saresti tu il grande amico di cui Alberto parla sempre” proprio mentre io le dico “Così saresti tu la donna fatale della quale Alberto parla sempre”.
Ridiamo per la contemporaneità e la somiglianza delle nostre frasi, ci guardiamo e, di nuovo all'unisono, diciamo entrambi “Non ti trovo cambiato” e “non ti trovo cambiata”.
Alberto interviene con voce dai toni tra il sorpreso ed il deluso “C'è molta intesa tra voi, vedo”.
Io sorrido e dico “Una volta sì, ci intendevamo al volo”
“Non sempre” precisa Anna “altrimenti non ci saremmo persi di vista”
Le ricordo “Avevamo deciso insieme di porre fine alla nostra storia, se ti ricordi bene”
“Mi ricordo perfettamente. Avevamo detto di non continuare più a frequentarci in un certo modo, non di non vederci più”
Se Alberto non fosse presente le direi che io stavo con lei solo perché ci frequentavamo “in quel certo modo”, cioè come tromba-amici, e che avendo lei deciso di non vedermi più in quella veste, avevo ritenuto che non avesse avuto alcun senso frequentarci ancora.
Per dire chiaramente come stanno le cose ammetto che Anna aveva ed ha ancora un fisico straordinario, madre natura l'ha fatta proprio bene, poi lei sa valorizzarsi con sapiente trucco, vestendo con eleganza, muovendosi in un certo modo, difficile da descrivere, ma che sembra parlare con i gesti e le movenze. Un corpo che parla sì ma mentendo però, perché si muove come una gran signora invece se apre bocca e parla davvero, rivela la sua superficialità, la sua scarsa cultura, .. ma anche quella gradevole, anzi “molto eccitante” volgarità. Beh sì, è la donna capace di stregare con i suoi modi di atteggiarsi che fanno pensare subito e (o “ma”?) solo al sesso.
L'ho pensato la prima volta che l'ho vista che era una donna da letto, l'ho pensato alla fine della nostra breve ma intensa relazione, lo penso anche adesso che inaspettatamente me la ritrovo davanti come “la donna del mio caro amico”.
Mi chiedo se Alberto sa che donna sia Anna; forse sì e ci strombazza alla grande come feci io a suo tempo, o forse no e allora forse è meglio che sappia.
Per carità non ho assolutamente nulla contro Anna, anzi al solo rivederla mi sta venendo la voglia di riallacciare i rapporti con lei, ma mi pare giusto che Alberto sappia esattamente con chi ha davvero a che fare, libero di scegliere poi se continuare o troncare la relazione.
Non mi pare il caso di dirglielo adesso. Ora andiamo a goderci la cena. Domani si vedrà.
Io penso “domani”, invece Alberto ci sollecita “Allora? Devo restare ancora all'oscuro o vi decidete a dirmi dove vi siete conosciuti?”
La risposta immediata di Anna mi pietrifica più che sorprendermi. E' breve ed esplicita, Dice: ” A letto, ovviamente”
Mi pare troppo brutale quella risposta: cerco di mitigarla ( o aggravarla?) chiarendo “Abbiamo avuto una breve relazione in passato”. Poi, memore di non aver mai avuto segreti per lui, mi rendo conto che devo giustificarmi anche per non avergliela mai presentata, e chiarisco: “E' stato un paio d'anni fa, quando tu sei stato a Londra”.
Alberto mi guarda, guarda Anna, scoppia a ridere e chiede “Anna quindi è quella dell'autostop?”
Non capisco, forse non ricordo, chiedo “Quale autostop?” mentre Anna conferma “Sì sono io. Te l'ha raccontato?
Allora vi dite proprio tutto voi due”.
“Di che autostop parlate?” Chiedo, non riuscendo davvero a capire.
Alberto mi da una bonaria spinta sulla spalla dicendo “Ma se me lo hai raccontato tu!” non aiutandomi certo a ricordare qualcosa.
Anna invece fa riaffiorare molto bene il ricordo dicendomi: “Ma dai, non ti ricordi quella volta che tornando da una giornata al mare abbiamo caricato un giovane autostoppista, Anzi, ti ho fatto tornare indietro per caricarlo...”
I veli dell'oblio si squarciano, i ricordi riaffiorano. Rivedo una immagine e chiedo:”Quello biondo, con la barba, che....?”
Anna dice “Si, quello”
Alberto è più netto “..quello che voleva fare sesso con te”
“E tu come lo sai?” gli chiedo
“Me lo raccontasti tu”.
A poco a poco tutto riaffiora con chiarezza.
Ricordo quel tardo pomeriggio di un giorno estivo in cui io ed Anna stavamo tornando in città da una giornata passata al mare. All'incrocio tra la statale che va dal nord al sud con la provinciale che collega la costa all'interno, c'era, a bordo strada, un giovane alto, in jeans e maglietta aderente, con i capelli lisci, lunghi e biondi, la barba non eccessivamente lunga e molto curata (particolari che io notai solo dopo. Anna forse subito). Faceva l'autostop ma io ignorai la sua richiesta gestuale. Anna mi aveva chiesto “Perché non ti sei fermato?”
“Dove?”
“All'incrocio. C'era un autostoppista”
“Embè?”
“Potevamo prenderlo a bordo”
“Non ci penso proprio”
“Ma è carino, è anche bello, un gran figo”
“E quindi?”
Anna mi aveva palpeggiato in mezzo alle cosce e detto in maniera sensualissima “Magari è anche un tipo disponibile”
“Disponibile a cosa?”
“Mi piacerebbe fare all'amore con due maschi, ma maschi belli, come te e come quello...torna indietro, dai, magari non l'ha caricato ancora nessuno, magari ci sta a giocare”
“Scherzi o parli seriamente?”
“Ho mai scherzato su queste cose con te?”
“Guarda che io son capace davvero di tornare indietro e di caricarlo”
“Non credo che ci vuole coraggio né che faresti un gran fatica. Che aspetti ad invertire la direzione di marcia?”
“Guarda che io lo faccio davvero, Poi però tu non solo gli fai la proposta che hai appena detto a me ma ti lasci scopare davvero, contemporaneamente da me e da lui”
“Ti chiedo di andarlo a prendere apposta per questo”
Io avevo invertito la direzione, tornato al bivio e caricato il biondo, Anna s'era subito girata verso i sedili posteriori dove lui s'era sistemato e si era subito data da fare per circuirlo con una spregiudicatezza incredibile, tanto da aver scandalizzato anche me (infatti fu probabilmente quell'eccesso di libidinosità mostrata che aveva suscitato in me quasi fastidio al punto che fu allora che. credo per la prima volta, avevo avuto il desiderio di troncare la relazione con lei).
Il giovanotto inizialmente si era comportato da impacciatissimo, come un timido impaurito, poi io era sembrato farsi subito intraprendente, passando anche lui ad un audace contrattacco.
Ricordo alcune sue frasi.
Prima la sua richiesta “Siete sposati?” . Anna aveva detto “Non esattamente, ma siamo una coppia convivente”
“Coppia aperta e disinibita mi pare”
“Esattamente” aveva confermato Anna
“OK, allora portatemi a casa vostra. Sul letto potrei anche stare al gioco”
“Non è un problema. Sarai gradito ospite”
Poi la sorpresa. Lui aveva detto “Ad una condizione però, che tu stai in disparte a guardare soltanto”
“Lui?” aveva chiesto Anna riferendosi a me
E quello aveva tolto ogni dubbio dicendole “No, tu. A me le donne me lo fanno ammosciare, sono gay, anzi frocio. Mi piace lavorare i cazzi. Sono bravo di mano, di bocca e di culo. Se il tuo amico taciturno ci sta a farsi sollazzare da me e tu ti limiti a guardarci si può fare. Mi faccio anche pagare poco, considerato che mi state dando anche il passaggio” ed aveva sparato anche una cifra che non era proprio piccola.
Io avevo dichiarato il mio non interesse assoluto, Anna s'era sentita spiazzata. Quello aveva risolto facilmente la questione proponendo: “Al prossimo paesino potete lasciarmi sulla piazza del paese, troverò un altro passaggio per proseguire”.
Il nostro assurdo incontro era finito così.
La discussione tra me ed Anna no. Dopo averlo fatto scendere, Anna voleva continuare a parlare della questione, indagare sul perché avevo rifiutato, secondo lei potevo rifiutarmi di pagare ma non il genere di prestazione.
La cosa era degenerata fino ad arrivare ad infastidirmi davvero tanto e infatti pochi giorni dopo c'era stata anche la definitiva rottura tra me e lei.
Ora mi ricordo di aver raccontato io stesso questo episodio ad Alberto quand'era tornato da Londra, ma per riderci sopra e basta.
Ora siamo qui. Io, Anna ed Alberto, in teoria per consumare una cena. In realtà stanno per succedere cose molto strane, e non ce ne stiamo accorgendo che salendo i gradini per entrare nel ristorante ci stiamo avviando verso una straordinaria avventura.
Certe cose non si sa come e quando nascono, come e quando si insinuano, però poi ci si accorge che stanno avvenendo quando ormai è tardi.
La nostra avventura forse è nata nientemeno con quel dare il passaggio al biondo, due anni fa; forse è proseguita parlandone tra me ed Anna fino ad arrivare ad una rottura della relazione che intercorreva tra noi e anche quando io go raccontato ad Alberto appena reduce da Londra, sia la mia passionale relazione con Anna che lo strano incontro con il biondo.
No, non è nata questa sera la nostra avventura. No, non dipende solo dall'esserci incontrati io, Alberto ed Anna; non dipende dal vinello che stiamo bevendo, neanche dall'atmosfera della piacevole serata.
Io sento che nasce da lontano. Mi ricordo quanto mi era sembrata assurda la proposta del biondo, al punto che io non la credetti vera ma all'epoca avevo ipotizzato che fosse stata una risposta destabilizzante data dal giovanotto alla troppo disinibita Anna per liberarsi di lei.
Avevo considerato un affronto alla mia virilità il dopo, quando Anna mi aveva accusato di essere non al passo con i tempi per quel mio quasi scandalizzarmi di quella proposta, dicendomi che l'amore a tre è ampiamente praticato dalle persone moderne.
Avevamo litigato proprio perché forse nell'inconscio temevo che lei volesse farmi arrivare ad incontri di quel genere che erano lontano anni luce dal mio modo di intendere i rapporti sessuali. Mi avevano dato fastidio anche le risate divertite di Alberto quando gli avevo raccontato l'episodio, ed anche quel suo commentare, ma con tono goliardico con “ma potevi provarci, almeno per far piacere alla tua donna”.
Volete che ammetta che in effetti, successivamente, tra me e me, più volte mi sono chiesto “Ma in fondo che poteva succedere di strano?” oppure “E che sarà mai farsi fare una sega o un pompino da un uomo?”.
OK. Mi è capitato.
Le prime volte provavo fastidio, dopo non più.
Ancora dopo ho avvertito anche un pizzico di curiosità; qualche volta penso di essere arrivato anche ad immaginarlo quel giovane biondo e, con barbetta, farmi un pompino ed essermi eccitato ad immaginarlo.
Durante la cena rievochiamo quell'episodio e ne parliamo ancora. Anna lo fa, a mio avviso, con troppa naturalezza, lasciando chiaramente capire che lei ritiene una cosa normale un rapporto sessuale multiplo, trova invece più strano che uno come me, apparentemente emancipato, abbia ancora delle riserve mentali.
E Alberto? Ora è lui il compagno di questa donna troppo libertina. Secondo me dovrebbe sentirsi a disagio per quello che stiamo dicendo, invece pare interessato, divertito, quasi eccitato.
Gli altri due parlano, parlano, parlano. Io mi astraggo spesso. O meglio, li sento ma non li ascolto; ho capito che la situazione si ripresenta simile a quella di due anni fa, cambia solo uno dei protagonisti, c'è Alberto al posto del giovane biondo.
Non è una differenza da poco. Alberto lo conosco bene, è un donnaiolo; quell'altro s'era dichiarato omosessuale passivo. Fiuto ben presto che ci sarà un dopo cena intimo a tre ma questa volta sarà la donna al centro delle attenzioni, quindi non ho obiezioni, anzi...il rivedere Anna mi ha fatto risvegliare la voglia di scopare con lei, se Alberto accetta di “condividerla” con me perché dovrei farmi scrupoli?
Come facilmente immaginato, dopo aver cenato da Silvano, io, Anna ed Alberto finiamo a casa di quest'ultimo, perché è quella più vicina e perché è la più grande. Io vivo in un monolocale, Anna abita troppo lontano. Lui oltre che abitare a minore distanza dispone di un vero appartamento, con vani distinti ( e non zone distinte come il mio monolocale).
Siamo tutti e tre consapevoli che l' “andare a bere un digestivo” (come ha verbalmente proposto Alberto) è stato solo un modo di dire per sottintendere “andiamo a trombare”.
Nessuno infatti trova strano che, una volta a casa, Alberto anziché farci accomodare nel pur comodo soggiorno, ci invita a seguirlo nella più addentrata camera da letto, quasi fosse scontato farlo. Quando dice “mettetevi comodi” io trovo naturale cominciare a togliermi la giacca.
“Ma che fai? Ti spogli?” chiede Anna.
“Sì! Perché, voi no?”
Io continuo a farlo imperterrito, passando anche a slacciarmi la cintura dopo essermi tolto la giacca. Loro due si guardano, sorridono e dopo un “Ma sì, dai” detto da Alberto, seguono il mio esempio, liberandosi anche loro dei vestiti.
Mi avvicino ad Anna, le sussurro parole di complimento e le accarezzo il corpo, ponendomi davanti a lei ad un niente di distanza, sfiorandoci l'un con l'altra. Alberto non tarda a mettersi anche lui alle spalle di Anna, a cingerle il corpo con le braccia per aggrapparsi con le mani ai seni di lei che reclina il capo all'indietro, girando il collo, quasi alla ricerca di un bacio da Alberto. Così facendo il suo ventre avanza contro il mio e siccome il mio attributo si è svegliato, glie lo faccio sentire stropicciandomi a lei, afferrandola per i fianchi.
Inavvertitamente, nell'aggrapparmi a lei, sfioro con le nocche anche il corpo di Alberto e stupidamente gli chiedo “scusa”. Anna solleva un braccio per afferrare la testa di Alberto per tenerlo con la bocca vicino alla bocca; l'altro braccio lo fa passare attorno ai miei fianchi e mi tira a se. Ora sento i suoi seni schiacciati contro i miei pettorali, abbasso la faccia per leccarle il collo, mi muovo ondeggiando con il corpo per sfregare il mio cazzo ormai duro, contro di lei. Faccio di più, sposto il mio uccello con la mano, obbligandolo a “puntare più in basso” per infilarlo tra le cosce di Anna.
E' sensibile il mio cazzo e apprezza il contatto con la figa dalle labbra già dischiuse, appena appena già inumidite. Ha voglia di infilarsi il mio uccello, ho voglia io di assecondarlo, ha voglia Anna di assecondarci. Ognuno fa i movimenti giusti al momento giusto e non ci sono particolari difficoltà perché io e Anna ci incastriamo l'uno nell'altra. Anna ora si gira verso me anche con la faccia e sono io a baciarla... e, con mio stupore, sento le mani di Alberto spostarsi dal corpo di Anna al mio. Si aggrappa ai miei fianchi e mi tira verso se, ma tra noi c'è Anna che per qualche attimo sembra apprezzare l'essere messa in mezzo. Poi si sposta, come a scrollarsi di noi due e sguscia per andare a distendersi sul letto, supina.
Io sono svelto a portarmi su di lei, recuperare “il territorio” dove già ero arrivato poco prima e riprendere la nostra scopata
Alberto non accetta d'essere escluso e si avvicina offendo il suo pene alla bocca di Anna che gradisce e, quasi con avida ingordigia incomincia a lavorarselo oralmente, a pochi centimetri da me che per quanto voglia tenermi sollevato con il busto sulle braccia, sono comunque costretto dalle “leggi fisiche” a restare a distanza di soli centimetri, e vedere. Vedere quella bocca avida ma anche quel gran cazzone di Alberto. Non mi scandalizzo, mi eccita vedere con quanta famelica ingordigia Anna se lo risucchia, provocando in me maggiore fervore nello sbatterle a martellamento frenetico il mio cazzo nella figa.
Una voce turbata dice “Che spettacolo! Che meraviglia!”. E' una voce maschile, è quella di Alberto che mi sorprende anche con il suo carezzevole tocco di mano sulla mia schiena. Un effetto secondario al quale non do particolare importanza fin quando la mano scorre all'altezza delle spalle. Poi però scende lungo la spina dorsale e va a palpare il mio sedere.
Allora intervengo con “Oh..che cazzo fai?”
Lui mi propone: “Facciamo cambio?”
Beh..., in effetti i risucchi ingordi di Anna non sono da disprezzare e, ma sì, suvvia, lascio il posto ad Alberto per offrire il mio pene alla bocca di Anna.
Sensazioni diverse ma ugualmente belle e piacevoli. E' proprio una grande pompinara. Lo dico come elogio, non come offesa.
Ops...ma che succede? Anche Alberto avvicina la sua bocca, Anna gli passa con la mano il mio cazzo. Ora me lo lavorano entrambi, a doppia bocca. Lo stupore di vedere la bravura e la spregiudicatezza di Alberto sortisce in me qualcosa di strano, come uno stordimento. Ma non mi sottraggo. Il piacere è troppo grande. Quasi quasi preferisco la sua bocca a quella di Anna, quando si danno il cambio. Allora il mio sguardo va anche al corpo di lui, a quelle natiche che muovendosi per trombare Anna si stringono e si rilassano ritmicamente. Una mia mano istintivamente si muove per andare a toccarle. Sono sode e lisce, piacevoli al tatto.
Mi sfugge inconsciamente una domanda “Ti faresti inculare?”
La risposta è un “magari!” che arriva con immediatezza.
Dopo tutto avviene troppo rapidamente: Anna disarciona Alberto e come presa da frenesia ci sprona “Sì, sì, scopatevi, voglio vedervi, voglio vedervi”
Alberto subito si mette supino, ritira le ginocchia verso il petto e tiene le gambe divaricate e sollevate, aiutandosi con le braccia attorno alle cosce e con le mani allarga le natiche, mostrandomi l'orifizio. Anna si sputa sulle dita per andare a bagnare quel buchetto e mi sollecita: “Inculalo, inculalo”.
Non capisco più niente, faccio quello che vogliono. accorgendomi che in fondo in fondo lo voglio fare anche io. Non è facile mettere in pratica quello che ci passa per la testa, quel buchetto non è ne grande né bagnato come la figa di poco fa, ma io spingo, Alberto dilata, Anna inumidisce e... ecco..entro nel mio amico, scorro in lui, lo sento gemere, forse più per il piacere che per dolore, Anna si piazza davanti a me, accovacciandosi sulla faccia di Alberto per farsi leccare la figa da costui, ma con una mano si sfrega il clitoride anche lei, con frenesia. Emette gemiti Anna, arrivano rumori cadenzati dalla bocca di Alberto tra le cosce di lei, scorre sempre più veloce il mio cazzo dentro Alberto. Ora il corpo del mio amico si fa rigido, teso, non lecca più Anna ma quasi grida “Io vengo, vengo, vengoooo” e davanti a me vedo guizzare il suo cazzo che spruzza a getto fiotti di sperma che ricadono quasi tutti sul corpo di Alberto, ma forse arrivano anche a colpire Anna, la quale geme anche lei e si aggrappa a me, per baciarmi come fosse una ventosa. La testa mi gira, le energie scemano, sento la sborra risalire verso il prepuzio e mi libero anche io. Credo che in parte l'abbia iniettato dentro Alberto perché mi sono ritratto con molto ritardo, però una parte si è riversata sui suoi testicoli. Anna mi spinge per farmi allontanare e per sdraiarsi sul corpo di Alberto e rileccarsi sia il mio sperma che quello del mio amico.
Ho il fiato grosso, sono stupito dalla incosciente spregiudicatezza di Anna e dalla mai sospettata scoperta del lato omosessuale del mio amico, ma pure (perché negarlo?) dall'aver scoperto anche io il piacere di fare sesso anche tra uomini. Certo forse oggi non avrò fatto una grande prestazione, ma mi assolvo, sono un principiante in questo genere. Farò certamente meglio in seguito perché....suvvia io e Alberto siamo già grandi amici, è naturale che d'ora in poi saremo anche tromba-amici. Speriamo in cooperazione con la fantastica Anna.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per ...metti che un amico ti invita a cena...:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni