trio
la verità. prima o poi emerge
di Zindo
29.12.2024 |
948 |
4
"Anna lanciò più volte lo sguardo verso il marito, come a volergli comunicare qualcosa..."
Terzo ed ultimo della trilogia di racconti " la verità" (N.1 la verità: conviene dirla?": n2: La verità va detta ; n.3 la verità. prima o poi emerge) tutto e tre già on lineMauro ed Anna erano avvinghiati sul letto da un bel po di tempo: avevano recuperato alla grande il lungo digiuno sessuale del quale avevano patito nei giorni precedenti..
Ormai erano sfiniti nelle energie ma appagati nei sensi.
Se ne stavano sdraiati l'uno accanto all'altra, nudi, con parte dei corpi ancora bagnati di tracce di sudore e di sperma, lei con un braccio sul ventre di lui e lui con il braccio sotto il collo di lei.
-Chi sarà?- chiese Anna , sentendo squillare il telefono
- Lascialo suonare- rispose Mauro manifestando così la sua intenzione di non muoversi, o meglio di non scendere dal letto poiché in realtà poi si mosse e con rapidità, quando Anna fece per scendere lei: si mosse per bloccarla e impedirle di lasciare il letto.
Persero alcuni secondi nel "contrattare": - "Dove vai? Resta qui!"
"Non ti basta ancora? Dai, sono sfinita, ho anche fatto il viaggio e...tutto il resto con te"
"Appunto, resta qui accanto a me. Certi momenti sono belli da assaporarli anche rilassandosi insieme subito dopo"
"Ma il telefono suona"
"Suonava! Ha smesso, Senti che non squilla più?"
"Chissà chi era"
"Chiunque sia ha comunque disturbato il nostro piacevole relax. Sta qui ancora un poco"
"Che fai? Ricominci?"
Risero e poi Mauro disse "Ti piacerebbe? Ma ora come ora non sono proprio nelle condizioni di poterlo fare. Possiamo provarci ma senza alcuna garanzia da parte del mio... collaboratore..."
Rise anche Anna nel dirgli "Forse una doccia ci rinfrescherebbe entrambi e, chissà, potrebbe ridarti un poco di energie.."
"Se la facciamo insieme sì"
"Perché no? Dai andiamo!" e, presolo per mano. lo tirò giù dal letto.
Andando verso il bagno tenendosi per mano, passarono vicino al telefono che aveva squillato. Anna lo prese, guardò il numero della chiamata "persa" e scoppiando a ridere passò il telefono a Mauro dicendogli "Guarda un po' chi era? Sei pentito ora di non aver risposto?"
Mauro fece una strana espressione, tra il grignare ed il sorridere , dicendo "Lo richiamo"
"E la doccia?"
"Comincia che ti raggiungo"
"Non vuoi che io senta quel che vi dite?"
Mauro pensò a comporre il numero; attese qualche squillo e poi la voce all'altro capo "Ehi, tutto a posto? Sei andato via all'improvviso senza dire niente. E' successo qualcosa?"
"Si. E' successo che lavoro accanto ad uno stronzo come te. Che cavoli telefoni? Hai interrotto una favolosa scopata tra me e mia moglie. Ecco cos'è successo"
"Ops! Scusa. Spero non sia vero. Scherzi vero?
"Come sarebbe a dire che speri che non sia vero. Sono giorni che lei era fuori e secondo te non dovrebbe essere vero che appena è tornata io me la stavo scopando?"
"Scusa. Avevo pensato chissà cosa, invece,,,"
"Invece hai rotto le scatole in un momento poco opportuno. Ti farò pagare penitenza, anzi ti faremo pagare, perché anche Anna ha detto che chi chiamava doveva essere un testa di...."
Al di la del linguaggio greve il tono di voce di Mauro era prevalentemente goliardico, tutt'altro che da persona arrabbiata.
Non si sarebbe mai arrabbiato con Amedeo, l'amico di sempre, conosciuto fin dall'infanzia, cresciuti insieme ed ora non solo "socio-non-socio" ma anche, a sua insaputa, candidato ad entrare in un menage a tre della coppia Mauro-Anna. (vedere il capitolo precedente)
Socio-non-socio sta a significare che Mauro soleva chiamarlo "socio" ma di fatto non lo erano. Semplicemente avevano acquistato insieme dei locali poi opportunamente ripartiti per ricavarne due studi professionali, con zone separate e zone in comune. Lavoravano quindi nello stesso luogo, si chiamavano cameratescamente "soci" ma erano due liberi professionisti che, tra l'altro, svolgevano attività molto diverse tra loro: architetto Mauro, Commercialista Amedeo .
Non sarebbe stato quindi strano che, per l'atavica e grande amicizia che c'era tra i due, Mauro gli parlasse così liberamente di momenti d'intimità con sua moglie ma il vero motivo per cui non si trattenne era proprio perché in quelle intimità di coppia lui e sua moglie avevano da poco parlato di volersi aprire ad una esperienza triangolare con un altro uomo ed avevano individuato proprio in Amedeo la persona giusta per comporre il triangolo (rivedere le due parti precedenti).
In effetti lo stesso Amedeo aveva trovato quantomeno insolito il vocabolario di Mauro ma da amico, e gli amici giustificano sempre tutto, pensava che fosse stato generato realmente dalla sua telefonata disturbatrice attivata in un momento poco opportuno.
Mauro però, anche memore di quella telefonata avuta con la moglie due sere prima (che aveva innescata la voglia di vivere esperienze allargate), voleva sfruttare la stessa tecnica per i primi "stuzzicamenti" dell'amico che lui ed Anna volevano agganciare,
Infatti alla terza richiesta di scuse da parte di Amedeo, cambiando atteggiamento, gli disse: "E dai fessacchiotto che scherzavo. Secondo te se stavamo trombando, ti avrei richiamato? Avevamo appena finito. Anzi abbiamo appena finito. Ora stiamo per entrare in doccia. Se vuoi venire...ci lavi le spalle..."
Con le esagerazioni da spacconi che solo tra amici si possono fare, Amedeo rispose."Se dovessi farlo ad Anna, molto volentieri, ma a te no di sicuro. Si vendono degli spazzoloni da bagno. Se ti serve te ne regalo uno"
"Vorrei vederti te e mia moglie insieme sotto la stessa doccia, lei nuda e tu che le lavi le spalle"
"Ma Anna è lì con te?"
"Certo"
"E ti lascia dire certe cose? Non avrai mica bevuto qualcosa di troppo alcolico?"
Mauro strizzò l'occhio ad Anna e rispose mentendo "In effetti ho tracannato qualcosa e mi sa che sono un poco brillo, ma com'è che si dice? In vino veritas, mi pare? Sai da brillo forse uno dice quel che pensa davvero e che in condizioni normali non direbbe facilmente. Anzi, sai cosa penso? Che anche al telefono, senza dover guardare negli occhi la persona alla quale si parla, si riescono a dire le cose in maniera più sincera. Infatti mi sa che se non fossimo al telefono avrei difficoltà a dirti che davvero ti ci vedrei volentieri a pomiciare con mia moglie, specie adesso che mi ha già spompato per bene e che mi pare ancora non del tutto soddisfatta. Sai che bello se tu fossi qui e in attesa che io recuperi energie si intrattenesse un poco con te. Te la sentiresti o la troppa amicizia che c'è tra noi ti bloccherebbe un poco?"
"Tu sei brillo sul serio. Ma Anna davvero è li con te e ti sente?"
Anna prese l'iniziativa in autonomia, si avvicinò moltissimo all'apparecchio e rispose lei direttamente : "Sento, sento. Sono qui ed ho sentito tutto.."
"Ha bevuto?"
"Non più di me. Abbiamo fatto tutti e due le stesse cose. Lo sai che in genere la pensiamo alla stessa maniera su tutto. Lasciando gli scherzi da una parte. E' un po di tempo che io e te non ci vediamo, perché non vieni a cena da noi una di queste sere?"
Mauro riprese a parlare lui: "Tu però porta un po di vino, quello buono che hai nella tua cantinetta, così beviamo e...diciamo anche a cena la verità e chissà che non si combini anche un interessante dopo cena"
Amedeo tagliò corto "Fattela fredda la doccia, così ti passa la sbronza. Della cena ne riparleremo domani in studio"
"Va bene-disse Mauro accavallando le gambe dopo essersi messo a sedere di fronte alla scrivania di Amedeo, il giorno dopo- scopro le carte. Non ero affatto ubriaco ieri sera. Tutto quello che ti ho detto al telefono se vuoi lo ripeto e se vuoi più dettagli te li posso dare. Non so cosa mi è preso, anzi cosa ci ha preso perché Anna la pensa esattamente come me, ma ..sai io e lei siamo molto affiatati, ci siamo sempre detto tutto, e anche tra me e te non ci siamo mai nascosto niente, ma tra me e te è diverso. Una cosa è l'amicizia, ben altro sono i rapporti coniugali. La confidenzialità che c'è tra me e te pure essendo totale, e questo colloquio lo dimostra, è lontana mille miglia dalla confidenza che c'è tra me ed Anna. Io è lei non è che ci capiamo soltanto, spesso siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda, siamo una sola cosa. E' difficile da spiegare ma è così. Abbiamo capito insieme che,... che, ...che... uffa.., insomma sì, che ci piacerebbe vivere una esperienza a tre, inserendo per curiosità e forse per una sola volta, un'altra persona nei nostri rapporti. Ne abbiamo parlato ed abbiamo pensato a te. Perché mi guardi così? Ti sembra assurdo? Sono molte le coppie che lo fanno sai...non siamo delle mosche bianche; è una pratica diffusa più di quanto credi... Insomma non mettermi in imbarazzo con quello sguardo trasognato...ti piace o no mia moglie? Te la vuoi scopare?"
"...E se ti prendessi sul serio?"
"Devi prendermi sul serio. Non sto scherzando. Ti piace Anna si o no?"
"Più di quanto tu immagini se vuoi saperlo. Sei tu che invece non rientri neanche alla larga nei miei canoni.."
"Perché...mi sto candidando ad essere cornuto?"
"Questi sono fatti tuoi. No, non è per questo, ma perché sei uomo e a me i maschi destabilizzano non eccitano. La porto io a cena fuori Anna e ben volentieri le offro anche il dopocena, ma tu non nutrire speranza alcuna su di me, non ho tendenze gay neanche alla lontana... Se dobbiamo essere chiari, parlo chiaro anche io...è chiaro il concetto?"
Come se stesero parlando di calcio o altro sport e non di cose estremamente intime Mauro rise piuttosto divertito e rispose: "Benedetta sincerità, Grazie per averlo detto.. Io manco mi ero posto il problema di questa eventualità perché non ci penso proprio né a te, né ad altri uomini. Ho meno tendenze di te da quel lato. Vai tranquillo, ci dedicheremo solo ad Anna, al limite vi guarderò soltanto ma se deve essere, deve essere a tre. Il tradimento non ci interessa, la triangolazione si, e con te soltanto per ora e con i ruoli chiari, la femmina femmina e i maschi maschi."
"Se è così si può fare. Di ad Anna che può organizzare la cena quando vuole, Anche questa sera stessa".
"Facciamo domani sera che è venerdì, così abbiamo tutto il weekend davanti nel caso ci dovesse dispiacere di smetterla alla prima trombata"
"Quando vuole Anna. Ora scusami ma di là ho una cliente che aspetta già da alcuni minuti, devo riceverla per una pratica importante"
"In effetti ho anche io diverse cose da sbrigare. Ciao, socio,"
"Ci vediamo dopo socio"
Una strana atmosfera, densa di numerose emozioni contrastanti tra loto, aveva circondato tutti e tre gli interessati alla cena che ormai stava per essere servita, la sera dopo: il venerdì sera.
Una miscela tra l'essere elettrizzati e l'essere spaventati, con vampate di desiderio che già di per sé suscitavano piacere e momenti di paure per non ben identificabili ragioni, aveva caratterizzato gli stati d'animo sia di Anna che di Mauro. Solo qualche residua traccia di stupore per la proposta ricevuta e per la facilità con cui lui stesso l'aveva accettata, mista a tanta curiosità di scoprire il cosa e come sarebbe successo aveva interessato invece Amedeo. Per quanto uno possa desiderare che il tempo in certe occasioni si fermasse per poter riflettere meglio su alcune questioni, questo non accade mai e il tempo, indifferente alle ansie ed ai desideri umani, avanza imperterrito ed inesorabile.
Tutti e tre i protagonisti avrebbero desiderato ancora qualche attimo di più negli ultimi istanti prima dell'importante incontro, per..., per...,, per ragioni inspiegabili, non logiche, solo istintive, eppure quando Anna vide aprire il portoncino da Mauro e Amedeo appena fuori la porta, tutti furono come presi da sollievo: l'attesa era finita. Il momento fatale era arrivato. Cominciava la serata "brava" (e "prava"?).
In realtà non iniziava ancora. Semplicemente, con il varcare la soglia da parte di Amedeo, il "programmato" diventava ormai "non revocabile". Il dado era tratto ormai.
Ma la "cosa" non avvenne subito.
Nonostante l'apparente spigliatezza dei tre, tutti erano cosi tesi da non essere ancora psicologicamente pronti a vivere l'evento.
Quanto mai propizio a far rilassare gli animi fu la frugale cenetta preparata dai padroni di casa. Intorno alla tavola la tensione si sciolse gradualmente, tutti recuperarono sia pur lentamente la capacità di rendersi conto razionalmente della vera ragione per la quale s'erano ritrovati e così, quasi con naturalezza, tra un boccone e l'altro, cominciarono a parlarne, o meglio ..semplicemente "cominciarono".
Ci furono alcuni complimenti: prima alla cucina e poi al vestito di Anna. Ci furono "confessioni" delle rispettive ansie nelle ore precedenti. Ci furono i primi approcci concreti al "fatto".
Furono sguardi e sorrisetti all'inizio. Poi qualche parola dal significato particolare detta con tono un poco smaliziato e poi arrivarono i primi contatti fisici: tocchi di mano quasi casuali che precedettero le successive esplicite carezze e, infine, veri e propri palpeggiamenti.
A quel punto l'atmosfera si era sciolta, la cena aveva perso importanza, il letto ne aveva assunto una prevalente.
Seduti ai bordi del letto infatti ritroviamo i tre. Tutti seduti di tre quarti, guardandosi l'un l'altro, quindi guardando verso il centro letto visto che loro si erano disposti su tre lati. Tutti con le gambe penzoloni fuori dal letto e le spalle tendenti verso l'interno, facendo appoggio su un braccio (ripiegato quello di Anna, tesi e dritti le braccia degli altri due. Anna ed Amedeo sedevano ai due lati, Mauro a fondo letto.
Anna fu la prima a far scendere le spalle verso il letto esibendo così, alla vista dei due, l'interessante scollatura del suo abito. Fu anche la prima a tirare le gambe sul letto, sforbiciandole con movimenti molto sexy per liberarsi delle scarpe e così facendo la gonna risalì verso l'alto scoprendo una gran parte delle cosce
Fu Mauro a parlare, quasi come a porre una domanda ad Amedeo: "E' bella vero?"
""E' bella si. Tantissimo" rispose Amedeo allungando una mano fino a raggiungere il ventre di lei, la quale fu lesta a prenderla e spostarla più in su, sui seni. Allora anche Amedeo si adagiò sul letto per intrufolare per bene la mano dentro la scollatura e palpeggiare i seni, mentre Anna socchiudeva gli occhi e si mordicchiava il labbro inferiore. Mauro pure allungò la mano per accarezzarle l'interno cosce della moglie che cambiò ritmo di respiro, forse non del tutto naturalmente.
Amedeo abbassò il capo per baciare la donna. Mauro avvertì una specie di sudorazione sul suo corpo per una nuova, insolita, immensa emozione che andava molto oltre una semplice eccitazione. Altro che sensi di gelosia, quello che provava era simile ad una estasi. Istintivamente si spostò per poter guardare meglio. Così facendo lasciò più spazio agli altri due che, senza smettere di baciarsi e di toccarsi, cominciarono anche a spogliarsi. Anche Mauro lo fece, ma lui in piedi, fuori dal letto, invece gli altri due, sul letto e sotto il suo estasiato sguardo. Anna lanciò più volte lo sguardo verso il marito, come a volergli comunicare qualcosa. Forse una domanda (ti piace o soffri?). forse un gesto di approvazione o disapprovazione per quello che lei stava facendo, forse senza alcuna ragione ma semplicemente per amore verso il marito, per renderlo partecipe e non escluderlo.
Mauro rispose a quegli sguardi con dei sorrisi che sembravano quasi gesti di incitamento, quasi come se i suoi occhi parlassero e dicessero "Sì, dai, dai, mi piace".
Piacevano anche ad Anna sia gli sguardi ed i sorrisi del marito sia l'intraprendenza di Amedeo, e non solo l'intraprendenza. Aveva una gran bella fisicità il "socio" di suo marito, ma anche una apprezzabile dotazione sessuale, un cazzo piuttosto grosso ma soprattutto durissimo come marmo e caldo come,...come,...come...come un cazzo deve essere caldo per piacere ad una femmina.
E poi quell'Amedeo tanto a modo nella vita quotidiana si stava rivelando molto disinibito ed intraprendente nella intimità. Ci sapeva proprio fare con le donne, sapendo fare eccellente uso di ogni parte di lui, della bocca, della lingua, delle mani, del cazzo, delle cosce, dei piedi, di tutto
Ci sapeva proprio fare Amedeo e se ne rese conto anche Mauro il quale aveva pensato di concentrarsi sull'ammirare la sua Anna ed invece venne attratto anche dalle forme e di movimenti di Amedeo. Erano belli i due sul letto, troppo belli, troppo accalorati nel procedere con gradualità ma in crescendo in quel rapporto che sembrava volessero consumare con molta calma., per assaporare ogni particolare momento. Con calma sì, ma comunque mirando alla meta. Infatti si stavano già toccando i rispettivi sessi. Anna allargava ben volentieri le cosce, Amedeo giocherellava da esperto con le sue dita, Mauro guardava estasiato ed eccitatissimo.
All'ennesimo sguardo di Anna non resistette più e si portò anche lui sul letto. I due gli fecero posto, trovarono il modo, adagiandosi sui fianchi, di far capitare Anna in mezzo, Amedeo di fronte a lei, Mauro alle sue spalle. Entrambi accarezzavano il corpo di lei e la sbaciucchiavano. Amedeo cercava di infilare il suo cazzo tra le cosce della donna, Mauro tra i suoi glutei.,
Tra baci, carezze e movimenti vari furono inevitabili sfioramenti involontari anche delle mani di ciascun uomo con il corpo dell'altro essendo entrambi strettissimi alla stessa donna. Sfioramenti che non guastarono affatto l'atmosfera, anzi. Quando ad Amedeo un tocco di Mauro sembrò essere più cercato che casuale, anziché infastidirsene come supponeva che potesse succedergli in tempi precedenti, ne provò un larvato ma insolito piacere. Senza nulla distrarsi dalla donna andò lui a cercare volontariamente un secondo contatto più deciso tra la sua mano ed il corpo di Mauro. Questa volta fu Mauro a percepire l'emozionante sensazione e rispose al tocco di mano con tocco di mano, alla carezza con carezza e presto i due uomini si tennero l'uno al corpo dell'altro per fare leva e potersi spingere entrambi al corpo di Anna ed i tre divennero un tutt'uno sia fisicamente che emotivamente. Da quel momento in poi nulla più frenarono i tre e avennero cose immaginabili ed oltre. Anna ebbe modo di essere scopata sia in bocca che in figa contemporaneamente, di sentirsi afferrata ai seni e sulle natiche da quattro mani, di raggiungere l'orgasmo e desiderare di averne ancora, di sentirsi schizzare lo sperma addosso e poi spalmare sulla sua pelle quella calda crema dalle sue mani e da quelle dei "suoi" uomini.
Furono fieri di loro stessi per aver scelto un venerdì sera per vivere quella esperienza. Infatti avevano non una serata a disposizione ma un weekend intero e...e lo sfruttarono.
Ora in tutti e tre c'era un solo timore: e se quella non fosse stata solo una avventura ma l'inizio di una storia duratura a tre? In teoria tutti lo desideravano, ma in pratica tutti lo temevano. Sarà il tempo a dare la risposta.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.