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Gay & Bisex

Per dispetto.Solo per dispetto


di Zindo
15.12.2024    |    5.064    |    8 8.5
"Certi soggetti PRIMA pensano che siccome uno preferisce gli uomini alle donne (o non esclude uno dei due generi) debba necessariamente accondiscendere a tutte..."
Chi se ne frega se sono solo le cinque del mattino? Una sigaretta me la voglio proprio accendere. Ohhhh! Dopo una trombata, come quella di poco fa una sigaretta, ci sta proprio bene.

Mi ha detto: “Qui non si fuma” quando mi ha visto estrarre una sigaretta dal pacchetto.
Lo ha detto con tono perentorio, facendo trapelare tutto il suo nervosismo, la sua rabbia, persino un poco di astio.
“Sta tranquillo- gli ho detto- l'accendo fuori” e mi sono rivestito.

Clara, sua moglie, scesa dal letto ed infilatasi una leggera vestaglia di pizzo nero e trasparente, andando verso la cucina, con ben altri modi, cioè affettuosamente sdolcinata, mi ha detto “Aspetta, ti preparo un caffè”.
Le ho sorriso, le ho data una pacca sul sedere e con garbo le ho detto di lasciar perdere, aggiungendo “Mi hai offerto già abbastanza”.
Lei ha sorriso.

Il marito invece ha le narici talmente dilatate dalla rabbia che non mi sorprenderei se da un momento all'altro vedessi uscire dai fori tanti segmenti con delle nuvolette intorno, come si disegnano in certi fumetti vicino alle froge di torelli inferociti. Del resto del toro ha anche le corna, gliele ho appena messe io, in sua presenza.

E' la prima volta che faccio sesso non per desiderio ma per sfregio, per rabbia, per dispetto, e non mi è dispiaciuto affatto.

Felice (non è colpa mia se ha un nome col significato opposto a quello del suo stato d'animo), mi ha provocato davanti ad altre persone, voleva mettermi in ridicolo, deridermi, schernirmi e si è aggrovigliato nelle sue mosse sbagliate, finendo, come dicono a Napoli “cornuto e mazziato”. Oh, che soddisfazione. Me la voglio godere questa sigaretta mattutina adesso.

Felice mi sta sul basso ventre da sempre.
Purtroppo era mio vicino di casa quando io ero giovincello e lui già sulla quarantina. Da allora mi rompe le scatole.

Io, pur non disdegnando le donne, ho una particolare attrazione anche verso gli uomini, anzi diciamo pure che li preferisco: non l'ho mai negato, mai nascosto.

Lui, sin da quando abitavamo vicino, davanti agli altri mi addita e mi deride. Parla e sparla di me come se io fossi l'essere più viscido e ripugnante della terra a causa del mio doppio orientamento sessuale e nonostante, senza false modestie, fisicamente non temo confronti, non come checca ma come fisicità da maschio virile.
Se non ci sono terze persone però, mi provoca, mi stuzzica, anzi di più, quasi pretende che io gli... "conceda i miei favori”.
Povero scemo. Ha provato perfino a ricattarmi con “Se non vieni con me, racconto a tutti che ti ho visto al fiume con quel ragazzo” come se temessi la notorietà del mio modo di essere.

Mi sono dichiarato sempre, da appena ho capito come sono, proprio perché voglio essere considerato (ammirato o disprezzato poco importa) per come sono e non per un altro che dovrei sembrare. Che questo mi sia servito anche prt non essere ricattabile l'ho scoperto dopo, quando già ero immune dalle ritorsioni.
Si è roso il fegato quando gli ho risposto “Dillo pure in giro, mi fai solo pubblicità”.

Dicono che non ci sia essere più vendicativo di una donna respinta.
Non è vero, c'è di peggio.
C'è l'apparente etero , o cosiddetto “insospettabile” non accettato dall'omosessuale o, come nel mio caso, bisessuale dichiarato.

Certi soggetti PRIMA pensano che siccome uno preferisce gli uomini alle donne (o non esclude uno dei due generi) debba necessariamente accondiscendere a tutte le proposte che riceve, come fosse una macchina nella quale basta mettere un gettone perché faccia quello che da essa ci si aspetta e non che sia una persona con capacità di scelta, persona sensibile alla più o meno simpatia ed all'attrazione non sempre solo fisica, anzi spesso è l'insieme della persona che interessa, non una sola parte corporea. DOPO il rifiuto, se rifiuto c'è, diventano pericolosi perché sono terrorizzati dalla paura del loro gesto di approccio, temono di essere sputtanati, e loro sì che hanno da temere questo, perché sanno di vivere con una maschera e sanno che di averla lesionata con il proporsi. Sanno che basta poco per farla cadere dalla loro faccia.

Io voglio vivere la mia vita come meglio credo e riconosco lo stesso diritto a chiunque altro, perciò ammetto che chiunque, a conoscenza o meno dei miei orientamenti sessuali, con le dovute maniere, se è interessato a me, ci provi a dirmelo o farmelo capire. Non mi scandalizzo. Lo faccio anch'io con molti. Però mi riservo la facoltà di accogliere o, con le dovute maniere, rifiutare le proposte che ricevo, come la riconosco a quelli che abbordo o tento di abbordare io.

Felice evidentemente non ritiene possibile che si possa essere “persona seria e libera” ma probabilmente per lui, essere omosessuale o ambivalente significa necessariamente essere oltre che “di tutti” anche pettegolo, essere incapace di rispettare i segreti altrui.

I vigliacchi per difendersi attaccano per prima. Felice si è comportato da vigliacco con me che, come ogni essere umano, oltre una sessualità ho anche una vita sociale, fatta di attività lavorativa, relazioni interpersonali, eccetera. Entrando nel negozio dove lavoro se mi vedeva mi salutava ad alta voce con “Ciao frocio”. Se non mi vedeva chiedeva ad altri miei colleghi “Il ricchione dov'è?”, Lo stesso fa se ci incontravamo al bar, per le strade, ovunque.

Beh, suvvia, io non mi nascondo ma non cerco neanche pubblicità e poi il modo come le diceva quelle cose era, già per il tono, marcatamente offensivo e denigratorio.

Sinora ho decantato le mie qualità ma adesso devo ammettere che sono decisamente poco paziente. Credo di averlo sopportato fin troppo per la mia scarsa capacità di sopportazione. Per questo qualche sera fa ho perso le staffe, ma non ho dato in escandescenze. Ho solo risposto a tono al suo solito saluto insulto.

Nel piccolo centro dove abitiamo tutti conoscono tutti, perciò molti sono amici comuni sia miei che di Felice.
Ero con quattro di questi amici comuni seduto ad un tavolino del bar in piazza e si parlava di squadre di calcio, con quella animosità buona che c'è tra tifosi di diverse squadre. Quando è arrivato lui, si è aggregato a noi e alla prima frase che io ho detto, non ricordo neanche quale fosse, lui interviene rivolgendosi agli altri “Non fateci caso, tanto lui di pallone non ci capisce un cazzo,...però di cazzi ci capisce molto. Ah, ah, ah...”
La risposta è stata istintiva, voleva essere goliardica: “Come fai a saperlo? Te lo ha detto tua moglie? “
Lui ha reagito con un “Come ti permetti?” in tono violento
Ero già saturo delle numerose precedenti provocazioni perciò, scendendo al suo basso livello, ho risposto: “Beh, si dice in giro che mi fa concorrenza, pare che tu non riesci a soddisfarla. Se ti serve aiuto conta su di me”

Gli altri hanno riso, lui no.
Ha provato ad alzare le mani, gli altri lo hanno bloccato.
L'atmosfera è cambiata subito, da distesa che era si è trasformata in tesissima.
Uno mi ha invitato ad allontanarmi, per quieto vivere.

E' stato questo a farmi impuntare sulla questione. Perché dovevo andarmene io se Felice era venuto a rompere le scatole? Per ripicca sono rimasto.
Con ostinazione ho anche sopportato le altre frasi stupide di Felice che gli altri hanno pian piano rabbonito mentre io tacevo.

La tensione si è attutita, dal tono d'insulto era sceso a quello della derisione prima, per arrivare alla fine a quello dello scherzare.
Parlo di scherzare tra Felice e gli altri. Io tacevo e rodevo, soprattutto per quell'invito ad allontanarmi che avevo ricevuto, tanto alle battute di Felice c'ero abituato.

Ho riparlato molto dopo, trascinato dalle reiterate sollecitazioni di tutti e quando felice stesso, con tono accettabile si è rivolto direttamente a me dicendo “Comunque resta il fatto che tu con le donne non ci riesci”.

La mia risposta è stata una battuta degna di un ragazzino, ma mi è sfuggita istintiva “Prestami tua moglie per una notte, allora, e poi fatti raccontare da lei”.

Stranamente non si è surriscaldato di nuovo ma, restando sui toni scherzosi ha detto “In questo periodo mia moglie ce l'ha tanto su con me che per farmi dispetto mi direbbe che sei un toro anche se tu non facessi niente e ti coprissi gli occhi per non vederla”,

Ormai eravamo scesi davvero in basso con i toni e le parole tipiche dei bassifondi.

Uno degli altri ha suggerito a Felice: “Se sei tanto sicuro di quello che dici fallo andare davvero con tua moglie e se non ti fidi di quello che lei ti racconta, manda noi come osservatori e testimoni, poi ti diremo. Ah, ah, ah..”
Uno degli altri disse “Ci vai tu, io il guardone non lo faccio, caso mai sostituisco chi non ce la fa, se davvero non ce la fa” .
Il terzo della combriccola, ridendo, ha detto a Felice “Mi sa che ti conviene starci tu a guardare e non mandare altri a sorvegliare”

Io ho detto:”Comunque mi pare che tutti concordate con il fatto che con la moglie mi ci deve mandare. Così la pianta di trattarmi come mi tratta”

Mai mi sarei aspettato che Felice pronunciasse la parola “Scusami” e mi tendesse la mano per la riappacificazione.

Ho accettato la stretta di mano e, più tardi, la sua compagnia per tornare verso casa. Entrambi dovevamo andare nella stessa direzione, diversa da quelle degli altri nostri amici.

Era silenzioso e nervoso Felice. Tanto silenzioso che ho sentito io il bisogno di dirgli “Beh, mettiamoci una pietra sopra e non ne parliamo più, però d'ora in avanti non ti azzardare più ad offendermi”

Come un bambino mortificato, dopo una breve ulteriore esitazione, mi ha detto “Non ho mai inteso offenderti, il fatto è che tu stuzzichi i miei sensi e vai con tutti gli uomini ma non con me. Perché?”

“Ricominci? Parliamoci chiaro una volta per tutte: io non vado con tutti gli uomini ma con quelli che veramente mi piacciono e vado anche con le donne, forse le soddisfo meglio di te”

Lunga pausa, lunghissima.

Dopo molti passi mi ha detto “Non ci vuole poi tanto per soddisfarle più di me, non so cosa mi succede ma da due o tre settimane non mi si drizza più. Cioè sì, ma non dura molto, quasi niente, appena sfiora il pelo della figa si affloscia”
“Ti sei fatto vedere da qualche medico?”
“Non ci serve il medico, perché quando invece penso a te e immagino quello che ti fai fare dagli uomini mi diventa duro come marmo e non si affloscia neanche dopo che mi sono fatto una sega, e me ne sto facendo tante pensando a te. Te lo prometto, non ti canzonerò mai più, ma soddisfami almeno una volta, anche se non mi dai il culo mi accontento di un pompino, al limite di una sega, ma non farmi uscire pazzo. Guarda sono disposto anche a pagarti, non una esagerazione, ma sono disposto anche a pagarti”

Da perfido gli ho detto “Adesso mi sarebbero piaciuti dei testimoni che ti sentissero, comunque sbagli tutto, prima perché io non pago e non mi faccio pagare, secondo perché non faccio sesso con chi mi supplica ma con chi mi corteggia e se mi piace, terzo perché io sono attivo e non passivo, se vuoi provare a verificare... mandami tua moglie, lei mi piace molto più di te”. Per inciso io non sapevo neanche chi fosse sua moglie. Forse la conoscevo, probabilmente sì o forse no, di certo non sapevo con chi era sposato.

“Bastaaa” ha gridato o quasi.

“Quante volte ti ho detto io che bastava insultarmi e non mi hai ascoltato? Io non ti sto neanche insultando. Ti sto facendo una proposta seria: Tu sei impotente in questo periodo? L'appago io tua moglie, se poi vuoi divertirti anche tu, aggregati, te l'ho detto, sono attivo. Regolati”

Non c'era nient'altro che spirito di vendetta nelle mie parole e nessuna vera intenzione di andare con la moglie che non sapevo chi fosse, non con precisione almeno. Non rispondeva al vero neanche che con gli uomini assumo un ruolo attivo: quando ci sto, faccio di tutto e di tutto mi faccio fare, ma questi sono fatti miei. Volevo solo umiliare Felice.

Ieri, verso l'una, l'ho trovato fuori dal negozio quando sono uscito per andare a pranzo. Gli ho creduto quando mi ha detto “Ho perso l'autobus, visto che vai dalle mie parti mi daresti un passaggio?”

Non era per avere il passaggio che mi aveva cercato.

Una volta in macchina mi ha detto: “Sai quella proposta che mi hai fatto circa tu, mia moglie eccetera? Beh ne ho parlato con mia moglie e le ho detto anche che sei tu quello con il quale vorrei vederla trombare. Sembrava scandalizzata ma dopo l'ennesima mia cilecca mi ha detto che quasi, quasi..insomma ..vieni a cena da noi questa sera, caso mai ti fermi anche per la notte. Ti prego. Se vuoi ti pago”.

Sono andato a cena, senza farmi né pregare, né pagare, per il gusto di verificare se davvero sua moglie fosse consenziente.

Non solo lo era ma, strano, non pensavo che quella fosse sua moglie: una delle donne che in paese mi avevano fatto girare la testa più volte. Ci si conosce tutti nei centri non grandi, ma non sempre si conoscono i legami tra le varie persone. Io per esempio non sapevo che quei due, Felice e Clara, fossero marito e moglie.
Sommando la fame arretrata di Clara, la bramosia di Felice, il mio desiderio di vendetta e le mie preesistenti attrazioni verso la donna....oltre che a cena mi sono fermato anche questa notte.
Felice, nonostante la mia presenza, non ha avuto erezione sufficiente, neanche strofinandosi a me mente trombavo la moglie, però a me è piaciuto sentirmi toccare da lui mentre scopavo lei. Ecco perché questa mattina io sono felice, sua moglie appagata finalmente e lui, Felice di nome, è infelice di fatto. Non me ne frega molto.

Mi ha sfottuto troppo in passato. Gli sta bene così.
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