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Scambio di Coppia

Appunti di una coppia scambista 3


di Zindo
08.12.2024    |    647    |    2 9.6
"E' grande per te lo so, è quello di mio marito..."
Dopo il rischio corso quella notte, io e Silvia ce ne abbiamo messo tanto di tempo per superare lo spavento preso e prima di cercare altre avventure abbiamo atteso molti mesi, durante i quali abbiamo giocato di fantasie e di ricordi.
Dopo abbiamo ricontattato qualche coppia tramite internet e con queste siamo tornati ad usare la web cam. Le esperienze vissute ci avevano svegliato abbastanza da farci riconoscere subito le false coppie, purtroppo numerosissime. Proprio questo eccesso di imbroglioni ci ha fatto disinnamorare della web e spronato a ricominciare con i contatti reali. Ormai senza altre coppie non stavamo più bene.
Strano come, uscendo per qualche mese dal giro poi non sia facile rientrarci. Avevamo perso molti contatti e quelli non persi o erano persone geograficamente distanti o non più disponibili. Qualcuno era anche offeso per essere stato trascurato per troppo tempo. Per ripartire c'era solo il car sex, ma questo ormai ci faceva paura dopo lo spavento preso sulla piazzola in autostrada.
Più che i nostri espedienti e le nostre ricerche, è stato il caso a procacciarci un'altra piacevole esperienza.
Era inverno, dicembre. Io e Silvia eravamo andati per negozi a fare acquisti di regali per Natale, in una cittadina non lontana da quella dove abitiamo, ma con più negozi e centri commerciali. Il tempo già brutto all'inizio era pessimo all'uscita dal supermercato, pioveva a catinelle e c'erano raffiche di vento. Guidare era problematico anche per la visibilità alterata dall'acqua che i tergicristalli non riuscivano a spazzare via dal parabrezza. Anche per questo motivo, oltre che per rifornirci di carburante ci siamo fermati ad un distributore. Era lungo la provinciale, in zona isolata e buia, fuori dai centri abitati. A quell'ora funzionavano solo le pompe del self service.
Quando sono sceso, sono stato investito dagli scrosci spinti dal vento anche sotto la pensilina che avrebbe dovuto ripararmi, ma ho infilato comunque le banconote nell'apposita colonnina per poter fare rifornimento.
Mentre mi spostavo verso la pompa per afferrare la pistola erogatrice ho sobbalzato per una specie di spavento a causa di un tipo apparso improvvisamente davanti a me, da non sapevo dove.
Me lo ha detto lui un attimo dopo, indicando un' altra macchina ferma al limitare dell'area di servizio. “Scusa amico, ti ho spaventato? Oh scusami...fai, fai pure rifornimento, ...scusami, mi chiamo Paolo. Deve essere entrato dell'acqua in qualche parte del motore della mia macchina o successo qualcos'altro. Io di motori non capisco un'acca. So che si è fermata e non vuole saperne di ripartire, forse la batteria, forse altro, non ci capisco niente . Lo so che chiedo troppo ma siamo in questo posto isolato e mia moglie che è lì, in macchina, nel tentativo di far ripartire l'auto a spinta, si è bagnata tutta. Non è che ci potresti dare un passaggio fino al prossimo centro abitato? Magari ci sarà un meccanico o un negozio dove acquistare qualcosa di asciutto per far cambiare mia moglie. Ti prego, non dirmi di no.”
Garantisco che in quel momento ho pensato davvero solo ed esclusivamente a come aiutare quei due umanamente. Non avevo molte opzioni di scelta: o li portavo in paese o li portavo in paese. Infatti li feci salire sui sedili posteriori per dare loro il passaggio che volevano. I vestiti della donna, Emma si chiamava, erano veramente inzuppatati di acqua, le stavano appiccicati addosso come i capelli alla faccia. Lei tremava quasi per il freddo.
Non ci consultammo neppure io e Silvia per proporre loro di venire in casa nostra, almeno per far asciugare Emma e farle indossare qualche vestito asciutto di Silvia. Non erano in condizioni di poter rifiutare.
Tra l'altro s'era fatta una certa ora, ormai non avrebbero trovato più aperto né officine meccaniche, né negozi. Io suggerii di aspettare l'indomani se potevano fermarsi, offrendomi di sentire telefonicamente se c'era una stanza disponibile in uno dei due alberghi del paese.
Silvia più sbrigativa di me disse che non c'era bisogno, che potevano fermarsi da noi se volevano, avrebbe preparato un poco di minestra calda per tutti e comunque in casa c'era abbastanza per rimediare sia la cena che la prima colazione dell'indomani.
Prevedibili tentennamenti da parte di Emma e Paolo poi il loro pensiero per dei loro congiunti che li aspettavano e il rendersi conto di aver lasciato varie cose in macchina, tra queste anche il loro telefonino.
Ho detto a Paolo di usare il telefono di casa per avvertire chi voleva dell'imprevisto e rassicurare chicchessia che erano in casa di amici.
Non è che accettarono immediatamente, ma accettarono per mancanza di vere alternative praticabili.
Paolo fece una sola telefonata, non so a chi, piuttosto lunga e non sono stato ad origliare sulle cose che ha detto, anche se ho captato una frase, quel “Per favore dillo tu agli altri , non voglio scroccare molte telefonate”.
Era stato un caso sentire questa frase perché ero molto interessato a sentire invece quello che si dicevano le donne, in particolare l'audace Silvia. Mia moglie mi riserva sempre piacevoli sorprese. Ammetto che che sostanzialmente sono un ingenuo nonostante vivo da smaliziato. Lo prova anche il fatto che fino a quel momento io avevo visto in Paolo ed Emma solo due persone in difficoltà, due persone da aiutare. Silvia era già andata oltre, aveva notato anche che erano persone più o meno della nostra età, ovvero tra i quaranta ed i quarantacinque anni e che erano piacevoli.
Silvia era già all'attacco. L'ho capito meglio quando, per allontanarmi da Paolo che stava telefonando, ho lasciato il vano ingresso-soggiorno del nostro non grandissimo appartamento e mi sono portato nella zona notte per togliermi il giubbetto. Le donne erano entrambe nel bagno, la porta era accostata ma non chiusa. La voce di Silvia era nitida e chiara. La sentii perfettamente dire “Dai, togli, togli tutto, sei bagnata fino alle ossa, ti prenderai un malanno. Adesso ti fai una bella doccia calda e poi ti darò qualcosa di mio da metterti, intanto provvisoriamente puoi usare questo accappatoio. E' grande per te lo so, è quello di mio marito. Penso che dopo che l'avrai indossato non me lo farà più lavare ma lo terrà come una reliquia per conservare l'odore di te. A mio marito piacciono le donne come te, ci va di matto, e se sono sposate ancora di più, la presenza di un marito lo ringalluzzisce mica lo scoraggia. Lo conosco bene e te ne accorgerai anche tu tra poco, sono certa che ti mangerà con gli occhi. Ormai ci sono abituata, so come fa, quello che fa, quello che desidera, e se ti vedesse come ti sto vedendo io già immagino cosa farebbe...”
Dopo qualcosa detto da Emma a bassa voce che non ho ben capito, Silvia ha continuato “...certo che no. Lo lascio fare. In fondo mi diverto. Posso sempre ricambiarlo con la stessa moneta. Se lui si dedica a qualche moglie io mi posso sempre interessare al marito di quella moglie, senza problemi se è un bel marito come, a colpo d'occhio, mi pare essere il tuo”.
Altra interruzione di Emma, ancora non ho ben sentito le sue parole, ma ho sentito sempre chiaramente le altre di Silvia “Ma no che non scherzo, ti sembreremo depravati forse ma d'estate in vacanza abbiamo conosciuto una coppia simpatica e scherzando scherzando abbiamo praticato lo scambio. E' stato piacevole”
Scaltra femmina Silvia. Era da tanto che non avevamo più avventure, evidentemente sentiva come e più di me il bisogno di una nuova esperienza, ma non la ritenevo capace di cogliere le occasioni al volo, di voler trasformare un atto umanitario in una avventura.
Non sapevo che effetto stessero suscitando quelle parole in Emma, ma avevano svegliato tutti i miei istinti, risvegliato tutti i miei desideri sopiti. Rapidamente mi sono scordato di essere una specie di involontario buon samaritano e mi sono risentito lo scambista che sostanzialmente ero.
L'eccitazione si è fatta subito sentire in me e, contestualmente, anche la consapevolezza che non doveva essere solo Silvia a lanciare l'esca. Dovevo fare qualcosa anche io, agire su Paolo intanto, poi comportarmi con Emma come Silvia le aveva detto che mi sarei comportato.
Entrai subito in azione, presentandomi a Paolo che aveva appena riagganciato la cornetta. Gli ho messo una mano sulla spalla in maniera confidenziale e gli ho chiesto se voleva qualcosa per cambiarsi pure lui, facendogli notare che non era bagnato quanto Emma ma non era neppure asciutto e che, avendo lui una corporatura ed un'altezza superiore alla mia più che i miei vestiti potevo dargli una delle mie tute. Insomma l'ho invogliato a cambiarsi e, per fare questo, a venire in camera da letto. Volevo che sentisse anche lui le donne nel bagno.
Con questo fine io deliberatamente spinsi la porta solo accostata per dire “Quando avete finito ditecelo perché anche Paolo vuole asciugarsi e ..vuoi farti una doccia calda anche tu?” Avevo sperato di vedere Emma nuda, invece era nel box doccia e vedemmo solo Silvia che si guardava allo specchio risistemando i capelli con la spazzola.
Porca miseria: a Silvia andava tutto per il verso giusto, a me non riusciva nessun tentativo.
Aprendo la porta avevo creduto di fare qualcosa di compromettente, invece ho solo fatto smettere di parlare tra loro le due donne, impedendo così a Paolo di ascoltare l'argomento piccante che stavano trattando poco prima.
Ho dovuto tentare altre vie. Per esempio, dopo esserci portati in camera da letto, dire: “Complimenti per la bella moglie che hai. Mi dispiace che si sia bagnata tanto però con quei vestiti appiccicati alla pelle era di un sexy enorme poco fa. Scusa se te lo confido ma mi ha fatto proprio effetto notare i capezzoli spingere da sotto la camicetta. Non fare la faccia da imbarazzato, tanto siamo tra uomini e a noi uomini le donne piacciono sia che lo diciamo sia che non lo diciamo. Scommetto che anche tu hai notato le fattezze di mia moglie che non è da buttare via mi pare”
“No, anzi, è una bella donna”
“Allora ho indovinato! L'hai guardata?”
“No, dicevo così per dire:”
“Cioè dici che hai fatto un complimento solo per galanteria ma che Silvia non ti piace”
“Ma no, dai, mi stai confondendo. E poi che razza di discorsi fai?
“Guarda che mica mi dispiace se la mia donna piace anche agli altri! E' la prova che non ho sposato una qualunque ma una bella femmina, e se faccio gli apprezzamenti su tua moglie è per lo stesso motivo. Che diamine dobbiamo essere orgogliosi delle nostre donne non gelosi. A volte sai si scoprono cose interessanti se riusciamo a far tirar fuori le parti inconfessabili che le donne si portano dentro....”
Mi stavo riagganciando al fatto che avevo sentito Silvia dire ad Emma, poco prima, che noi avevamo vissuto una esperienza di scambio. Non so a quale si riferiva nè se si riferiva ad una esperienza reale o stava solo scavando per tracciare la strada giusta per arrivare alla meta, però dissi la stessa cosa io a Paolo.
“...per esempio quest'estate, mentre eravamo in vacanza abbiamo conosciuto un altra coppia e parlando e scherzando, beh..., non vorrei che pensassi male ma... oh, è successo, ..siamo finiti con l'impantanarci e fare cose inimmaginabii. E' stato fantastico. Altro che gelosia, dopo io e Silvia ci siamo sentiti ancora più uniti. Hai capito cosa abbiamo fatto, immagino”
“Veramente no, non riesco a seguirti”
Come se avessi voluto confidargli un segreto, senza farmi sentire dalle donne che erano nel bagno, riparando anche la mia bocca con una mano, gli ho sussurrato all'orecchio “Abbiamo fatto sesso di gruppo, ma non un'ammucchiata, solo uno scambio di coppia”. Ho ritirato la mano e il capo, ho sorriso quando ho visto il suo sguardo stralunato e gli ho detto, questa volta a voce alta e con tono divertito “Davvero, non scherzo. Puoi chiedere anche a Silvia. Te lo faccio raccontare da lei dopo, a cena...guarda che è stato fantastico....”
Lui, serio, freddissimo “Scusami ma credo che sia meglio vedere se c'è una camera libera in albergo”.
Che certi tipi di approccio sono molto delicati lo avevo imparato bene nel corso del “praticantato” pluriennale eppure avevo osato troppo, sbagliando non so dove, forse il modo, forse il momento, forse nella scelta delle parole. Ho capito che non dovevo arrendermi ma dare una brusca frenata sì, invidiando Silvia che quando prendeva lei le iniziative azzeccava sempre tutto.
Ho chiesto scusa, ho detto che mi dispiaceva se andavano via e comunque ho preso l'elenco telefonico, passandoglielo perché cercasse lui il numero dell'albergo, mentre io cercavo nel guardaroba una tuta da dargli.
Mossa indovinata. Nervoso com'era sfogliava le pagine senza trovare la pagina giusta. Quando mi ha chiesto “Ma come si chiama questo luogo? In che comune devo cercare?” ho capito che era in alto mare e mettendogli di nuovo una mano addosso, su un braccio, gli ho detto:”Non devi cercare niente, ma solo calmarti”.
Prima che dicessi una parola di troppo sono apparse le donne a dire a Paolo che il bagno era libero se voleva fare la doccia anche lui. Paolo mi ha guardato in maniera interrogativa. Ho annuito sorridendo. Ha sorriso, preso la tuta che già gli stavo porgendo e dicendo “E facciamoci questa doccia” si è diretto nel bagno, all'interno del quale è tornata anche Emma, per asciugarsi meglio, sistemarsi trucco e capelli.
Io e Silvia li abbiamo lasciati soli, tornando nell'unico locale della zona giorno. Silvia per mettersi ai fornelli e preparare qualcosa per cena, io per approntare il tavolo.
Probabilmente dentro il bagno Paolo ed Emma si stavano dicendo le stesse cose che ci siamo detti io e Silvia, cioè comunicandoci che ci avevamo provato. Silvia mi disse di credere che il “terreno Emma” era fertile e promettente, io al contrario le ho detto che secondo e non era così, non per Paolo almeno.
Silvia mi ha detto “Sta tranquillo, se noi donne vogliamo, portiamo voi uomini a fare anche quello che mai vorreste. Secondo me Emma se lo sta lavorando psicologicamente, vedrai che cederanno. Ti ripeto che Emma non è contraria, quindi secondo me la cosa è ormai combinata”
Come sempre Silvia aveva ragione. L'ho dovuto ammettere durante la cena quando i nostri ospiti casuali, ma in particolare Emma, sono tornati loro sull'argomento, chiedendo conferma dell'episodio di scambio che avevamo raccontato come avvenuto durante le vacanze e vollero sapere i dettagli, come eravamo arrivati al fatto, quale coppia aveva preso l'iniziativa, in che modo.
Pur avendo diverse esperienze alle spalle Silvia non raccontò una vera esperienza vissuta, ma mescolò diverse esperienze, non perché facesse confusione ma perché, più scaltra e maliziosa di me, sceglieva il cosa dire a seconda delle reazioni dei due. Non ha mai detto balle, ma ha preso spezzoni di varie storie per narrare una mai vissuta, mettendomi in difficoltà quando mi chiedeva di confermare, perché non sapevo sempre esattamente a quale avventura si riferiva.
La sostanza è che persino Paolo si era incuriosito chiedendoci se davvero con quella esperienza il nostro legame si era rafforzato o se c'erano state ripercussioni negative.
Insomma passo dopo passo, tra un boccone ed un sorso di vino, almeno la curiosità in Paolo s'era accesa. Silvia è stata come al solito scaltra nel provocarlo senza esagerare, come se non si stesse offrendo ma solo ricordando con nostalgia una bella storia vissuta, io ricordai quello che in bagno aveva detto ad Emma e non l'ho smentita, fissando costantemente e libidinosamente Emma perché capisse che la desideravo fortemente. Lei ci stava, Silvia aveva visto giusto, solo che aspettava che cedesse anche Paolo per ammetterlo esplicitamente a parole. Con gli sguardi ed i gesti invece fu esplicita, anche uno sbarbatello adolescente si sarebbe accorto che fremeva ormai dal desiderio di concretizzare. Infatti poi.....
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