incesto
la sorella brutta
di Zindo
28.02.2024 |
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"Però quel periodo incestuoso lo ricordo con piacere..."
Non credo che quel che provavo per Olga fosse odio, forse era solo insofferenza alla sua presenza in casa. Casa mia e sua, indivisa eredità. dei nostri genitori morti insieme come insieme erano vissuti, in un incidente stradale, alcuni anni fa.Io ero giovanissimo allora, avevo diciannove anni o poco più, lei ne aveva venticinque. Io ero al primo anno dell'università ed avrei voluto sospendere gli studi dopo la disgrazia. Lei me lo impedì, rivestendosi di un'autorità ed una autorevolezza che non le competevano, dandomi ordini perentori come se non fosse più solo la sorella maggiore ma anche mia madre e mio padre.
A distanza di anni devo ammettere di doverle molto. Se sono quel che sono, nel bene e nel male, lo devo a lei che ha proiettato su di me anche i suoi sogni, che mi ha spronato sempre sacrificando se stessa ed i suoi sogni per me.
La fregatura è che non ha mai smesso di volersi sacrificare per me, fino ad esagerare ed anziché essermi di aiuto è diventata una despota che avrebbe voluto prendere lei le decisioni anche per me.
Lei ha un carattere molto forte, ma io che ho il suo stesso sangue e non le sono da meno, per questo sono iniziati i nostri contrasti.
Pur di non fare quello che lei voleva impormi facevo l'esatto contrario di quello che lei mi diceva, per puro dispetto. La fregatura era che “l'esatto contrario” di quello che voleva lei non coincideva con quello che desideravo io, cosi per un certo periodo ho fatto dispetti a lei senza soddisfare neppure me, anzi dandomi, come suol dirsi, la zappa sui piedi da solo.
Quando me ne sono reso conto anziché propormi di fare finalmente quello che io ritenevo giusto, ho ritenuto lei, mia sorella Olga, colpevole delle mie insoddisfazioni, accusandola di soffocarmi, di condizionarmi, di essermi d'inciampo.
Sono stato duro e spietato con lei, trattandola davvero male. Mi veniva naturale. In fondo mi era antipatica anche come aspetto fisico.
Devo dirlo, Olga era proprio brutta. La natura era stata dispettosa con lei, dandole alcuni chili di troppo e vari centimetri di altezza in meno di una normale persona; lei non si prendeva alcuna cura di se, né con esercizi fisici, né con attenzioni all'alimentazione, né con qualche ricorso a trucchi e cure estetiche, né con un minimo di attenzione alla foggia ed ai colori dei suoi abiti e il risultato finale era che ...non si limitava a non essere bella, ma straripava nell'essere orrenda,
A causa dei nostri litigi la vedevo pure sempre col muso lungo e lo sguardo imbronciato, atteggiamenti che la peggioravano ulteriormente.
Poi accadde quello che non avevo previsto. Una sera tornando a casa non trovai la cena pronta come al solito ma la casa senza nessuno, la luce spenta e sul tavolo anziché la cena una busta con sopra il mio nome. Conoscevo bene quella grafia, era di Olga. Aprii e lessi il suo messaggio.
Non mi diceva dove se era andata ma solo che era andata via, che non era stupida ed aveva capito che la consideravo un peso, perciò mi lasciava da solo, per farmi stare meglio chiarendo che lei era sempre vissuta per cercare di farmi stare bene.
“Era vissuta”, al passato. Come potevo non pensare al peggio? Come potevo non rivedere tutte le scene della nostra storia comune e non rendermi conto di quanto poco riconoscente io fossi stato con Olga e di quanto lei avesse fatto per me? Di colpo capii quanto le volevo bene, quanto mi mancava, quanto la desideravo e subito, senza indugio alcuno cominciai a telefonare a tutte le sue amiche, ad alcuni parenti, agli ospedali, ai vigili, ai carabinieri, alla questura pur di avere sue notizie, di avere qualche traccia per rintracciarla.
Meno male che gli amici spesso ridono e polizia e carabinieri non partono immediatamente con le ricerche ma aspettano alcune ore prima di agire. Infatti fui deriso da mia sorella e dalle sue amiche quando seppero che stavo per andare a formalizzare una denuncia di scomparsa dopo le semplici richieste telefoniche.
Olga era andata provvisoriamente da una sua amica, intenzionata comunque a lasciare casa nostra e me. Quando non solo io la cercai da quell'amica ma molti altri segnalarono alle due ce io stavo disperatamente cercando Olga, fu lei a chiamarmi, a dire dov'era ed a chiedermi “Allora non ti sto sul cazzo? Un poco mi vuoi bene?”
Le risposi “Stronza, io non ti voglio solo bene, ti amo”
Pochi minuti dopo era già a casa. Io ero un poco incazzato, lei euforica. Mi buttò le braccia al collo e mi disse di ripeterle quello che le avevo detto per telefono. “Cosa?- le chiesi- Che sei stronza?”
“Non quello ma quell'altra cosa che hai detto subito dopo”
“Che ti ho detto?Di tornare subito a casa?”
“Mi hai detto che non mi vuoi solo bene, ma che mi ami”
“Va bene...forse l'ho detto, sono cazzate che spesso si dicono, così, senza manco pensarci”
Olga, già stretta a me, prese la mia faccia tra le sue mani, mi obbligò a fissarla negli occhi e disse “Chi lo dice spesso? A me ti amo non l'ha detto mai nessuno, neanche i nostri genitori che stravedevano per te, il figlio piccolo, il figlio maschio, il figlio bello, io ero quella concepita per sbaglio, la causa che li ha costretti a sposarsi prima di quanto avessero voluto, io ero la figlia uscita male, la brutta di casa.... e brutta lo sono, nessuno mi guarda, nessuno mai prima mi ha detto di amarmi”
Poi per fortuna si calmò, sembrò tornare ad uno stato d'animo normale. Approntò la cena e mentre la consumavamo, seduti al tavolo mi sfiorò la gamba con il piede e mi disse: “La gente pensa che quando una è brutta come me, è anche stupida e non capisce le battute cattive che si fanno su di lei, ma peggio ancora, molti pensano che essendo fatti male esteriormente noi brutte siamo difettose anche dentro. Credono che non abbiamo sentimenti, desideri, voglie, bisogni come tutti gli altri.”
Poi ribadì quanto mi aveva già detto prima e cioè “Ho dovuto aspettare la mia età da zitella per sentirmi dire da qualcuno che mi ama e purtroppo me lo son sentito dire da mio fratello, quindi probabilmente non è un vero ti amo ma una specie di ti voglio molto bene. Mi succederà mai nella vita che qualcuno mi dirà quelle due paroline da uomo a donna? Mi capiterà mai che qualcuno veda la mia femminilità e la desideri? O tutti continueranno a pensare che siccome sono brutta sono anche priva di passione, di desideri carnali, di voglie? Io ho più di trent'anni e credo che nessuna possa accontentarsi del solo esistere a questa età, io ..io...io ho voglia, ho bisogno, ho urgenza di sentirmi donna, di essere donna, di appagare le mie voglie. Sono stufa di vivere per gli altri, per te in particolare senza avere nulla in cambio.
“Scusami...ma..non sono io quello che può fare al caso tuo. Sono tuo fratello in fondo”
“Sei anche un uomo però. Quando tu hai avuto bisogno di me mica ti ho detto che in fondo ero solo tua sorella? Mi sono rimboccata le maniche e sono stata per te quello che di cui avevi bisogno e non avevi, ho fatto la madre, il padre, tutto ho fatto per te... ora...non so se vuoi capire ma... credo che se non ti faccio proprio schifo...”
“Ma che dici? Perché dovresti farmi schifo?”
“Perché sono brutta”
“Non è vero”
“Allora dimostramelo”
“Ma sono tuo fratello”
“Comodo come scusa”
“Ma non penserai mica che..”
“Sapessi da quanto tempo lo penso e lo desidero. Credi sua facile lavare le tue mutande, ripiegarle e non pensare a a quello che ci sta dentro quando lo indossi? E quando me le lasci da lavare, credi che quell'odore che hanno mi lasciano indifferente...?.. Io sono femmina...brutta ma femmina ed ho più di trent'anni. Ho voglia di maschio. Ho voglia di te.. tanto se non me lo fai provare tu un bel cazzo, chi vuoi che lo farà assaggiare ad una come me?”
Tutto era contro quello che lei proponeva: il fatto che eravamo fratello e sorella, il fatto che lei era brutta da morire, il modo come si stava proponendo, tutto... eppure....
eppure mi lasciai commuovere e le dissi “Se vuoi, al massimo te lo faccio vedere”
“....e toccare?”
“...e toccare!”
Lo tirai fuori per mostrarglielo ma lei ci si tuffò contro, prendendolo nelle mani, guardandolo come in adorazione e coprendolo di baci. Cominciò a lievitare, a farsi duro, lei gioì e mi chiese “La mia amica dice che è bello anche prenderlo in bocca, posso assaggiarlo un po'?”
“Non vorrai mica morsicarlo?” Scherzai.
“Insegnami tu come devo fare” mi disse Olga cominciando a leccarlo come se fosse un cono gelato.
Le dissi “ A questo punto tanto vale che impari come si fa davvero sesso e non i surrogati, andiamo a letto così ti togli finalmente la voglia”.
Lei mi disse “O perché una volta a letto poi spegnere la luce e non vedermi?”
Sarebbe stato carino dirle che avremmo potuto avere anche la luce accesa, ma non riuscii proprio a mentire fino a questo punto.
In fondo aveva capito davvero le mie intenzioni. Al buio e ad occhi chiusi non avrei visto le sue fattezze sgradevoli ma non avrei visto neanche che era lei, mia sorella, e forse sarebbe stato più facile concederle il favore che mi chiedeva.
Favore????
Tenni la luce spenta e gli occhi chiusi, ma non fu certamente un sacrificio per me farle quel”favore”, anzi. Tutte le voglie represse per anni ed anni, tutta la disperazione di chi pensa che quella poteva essere la sua unica prestazione, Olga le sprigionò senza pudore alcuno e con foga massima. Dopo una scopata come quella fui io a non saper più privarmi di certe godurie e, infatti quello non fu il nostro unico rapporto, ma il primo di una lunga relazione incestuosa ma piacevole.
Scopare fu una cura per Olga che diventò meno acida di carattere e cominciò a voler sembrare carina, scegliendo vestiti e pettinature adatte a lei, nonché ad usare i trucchi sul volto.
Ci credereste? Non è che mio cognato Alfonso sia un Adone, ma ora io ho un cognato, perché Olga è riuscita ad accalappiare anche uno zitellone con una piccola invalidità ad una mano e a farsi sposare da costui. Arrivato Alfonso Olga si è fatta troppo seria e fedele, non mi ha voluto mai più.
Io non ho avuto problemi per rimediare... però quel periodo incestuoso lo ricordo con piacere
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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