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trio

Non è proprio il caso


di Zindo
19.07.2024    |    9.028    |    6 9.5
"Visto che pensi d'essere venuta qui per scopare, se vuoi io sono pronto, magari delle pulizie parleremo un altra volta” Con malizia la donna l'aveva..."
A dorso nudo e con i calzoni scesi fin sotto le ginocchia Paolo si masturbava seduto sulla poltrona. Il suo sguardo era rapito dalla visione di quelli che scopavano con fervore sul letto. I tre che stava osservando avevano cambiato già diverse posizioni e tipo di prestazioni dal momento iniziale, passando dalle carezze e dai baci alla frenetica doppia trombata che ora lui stava ammirando menandosi il durissimo uccello.
Uno dei due uomini stava tra il seduto e lo sdraiato, con le spalle appoggiate alla parete e il corpo disteso sul letto, a gambe divaricate, per fare spazio alla donna che in ginocchio e china gli stava praticando un favoloso pompino, mentre l'altro uomo se la scopava a pecora. Erano piuttosto energici i colpi che assestava quest'ultimo ma la donna mostrava di gradire quella veemenza spingendo le sue terga con evidente bramosia contro l'uomo che se la sbatteva, per farsi infilare al massimo, senza trascurare di fare anche un ottimo servizio orale all'altro maschio che le otturava la bocca.
Paolo era così rapito dalla visione e concentrato sul masturbarsi che forse non si sarebbe accorto neppure di una lieve scossa sismica, figurarsi se poteva sentire la porta che si apriva.
Anche quando Ernesto ed Anna erano entrati nella stanza, Paolo aveva continuato a menarsi l'uccello guardando le scene della videocassetta porno.
Già: le scene sopra descritte erano quelle del filmino hard che Paolo stava guardando.
Aveva sobbalzato sulla poltrona quando Ernesto, all'improvviso aveva esclamato “Ma che cazzo fai?”.
Come sospinto da una molla a scatto Paolo era fulmineamente balzato in piedi cercando, senza riuscirci rapidamente e comunque usando modi goffi, di tirarsi su i calzoni. Non trovò il fiato per pronunciare neanche una parola. Del resto non aveva molte parole da poter dire, forse solo una: “scusa”, ma non riusci aad inventarla.
Ernesto sembrava furibondo e non solo a causa della libertà che si era preso Paolo, suo ospite occasionale, di andare a frugare tra i suoi DVD e di usare le sue attrezzature per visionare il filmino ma anche per la generosa risata di Anna, tutt'altro che imbarazzata per la situazione, anzi evidentemente divertita.
Chiariamo meglio la situazione: Ernesto era il padrone di casa, cioè di un minialloggio in cui si era sistemato da quando aveva trovato lavoro in quella zona rivierasca; Paolo era un parente alla lontana al quale era legato più per amicizia che per parentela, che aveva invitato come ospite per qualche giorno.
In teoria Paolo di giorno avrebbe dovuto godersi la vicina spiaggia mentre Ernesto era impegnato con il suo lavoro, invece la pioggia imprevista lo aveva costretto a restare da solo in casa. Cercando qualcosa da fare per passare il tempo. Aveva frugato anche tra i DVD trovando diversi film d'azione ma anche un dischetto anonimo sul quale qualcuno aveva scritto con un pennarello indelebile una parola di quattro lettere: CARS. Essendo appassionato di automobili aveva ritenuto che CARS stesse a significare il vocabolo inglese equivalente alla parola italiana“automobili” , invece....il DVD conteneva il filmino hard che Paolo stava visionando.
Anna era invece una donna sulla quarantina, più matura dei due giovanotti, che curava le pulizie degli uffici dove lavorava anche Ernesto. Costui l'aveva contattata per cercare di concordare con lei una specie di contratto per delle pulizie bi o tri settimanali nella casa del giovane scapolone. Per definire gli accordi Ernesto, con il beneplacito dei suoi superiori, si era momentaneamente allontanato dal lavoro, portando la donna a vedere l'alloggio del quale avrebbe dovuto occuparsi, anche al fine di pattuire la remunerazione
Erano arrivati nel particolare momento in cui Paolo che non poteva immaginare il rientro di Ernesto a quell'ora, si stava sollazzando guardando il porno film.
In questa circostanza imbarazzante per tutti e tre, Paolo era rimasto senza parole, Anna aveva riso fragorosamente ed Ernesto, non ricevendo risposta alla domanda posta a Paolo, si era rivolto ad Anna con “Devi scusarmi, non pensavo che ci fosse in casa mio cugino e che... beh insomma … scusa …”
La donna, continuando a ridere, anche se non più sonoramente, gli aveva risposto “Veramente quando mi hai detto che avevi bisogno di qualcuna che ti facesse qualche lavoretto in casa non immaginavo che fosse questo tipo di lavoretti. Pensavo che tu avessi parlato di pulizie della casa, non di farmi scopare.... un tuo cugino” ed aveva concluso con un ulteriore sorriso molto malizioso.
Paolo, rosso come un peperone, timidamente aveva osato dire “veramente non sono proprio suo cugino”.
Anna spalancando gli occhi e spegnendo il suo sorriso, aveva esternato la sua sorpresa: “Non ditemi che siete due...!?”. Non aveva pronunciato alcuna parola ma dall'espressione, dal gesto delle mani e dal tono di voce era chiaro che stava sospettando di trovarsi davanti ad una coppia gay.
Ernesto che era già rimasto sorpreso dalla spigliata disinvoltura della donna nell'esprimersi nel modo che aveva fatto, nell'intuire il sospetto della donna che lui considerava quasi infamante, aveva reagito con poco garbo “Posso rassicurarti dandoti subito prova di quali sono i miei gusti ed i miei orientamenti sessuali,...visto che pensi d'essere venuta qui per scopare, se vuoi io sono pronto, magari delle pulizie parleremo un altra volta”
Con malizia la donna l'aveva ulteriormente provocato: “Voi uomini fate tutti così, spavaldi a parole ma oltre il parlare, di concreto fate poco. Ripiegate sulle masturbazioni guardando filmini pornografici”
Punto sul vivo Ernesto, indicando Paolo, aveva reagito “Guarda che il filmino lo stava guardando lui” e Paolo, questa volta prontissimo “Sì però il DVD è tuo. Sei tu che usi questa roba, io lo stavo vedendo per la prima volta”
Anna, sospirando: “Ho capito! Parliamo di lavoro se dobbiamo parlarne, tanto per l'altro argomento ho bello e capito che siete cani che abbaiano e non mordono”
Paolo, superato ormai la fase di imbarazzo era stato più pronto di Ernesto, nell'avvicinarsi alla donna e allungato le mani sul prosperoso seno, aveva detto: “Io morsico volentieri i bocconcini come te”.
Civettando Anna, senza minimamente sottrarsi al gesto, aveva chiesto “Che fai? Ci provi?” e poi, parlando ad Ernesto “E' intraprendente il tuo amico -cugino! “
“Credi che io lo sia da meno?” aveva risposto il padrone di casa portandosi alle spalle della donna per spingere il suo basso ventre contro il sedere di lei. Inoltre circondandola con le braccia aveva portato entrambe le mani sui seni afferrandoli con decisione, quasi come a volerli sottrarre alle mani di Paolo che li stavano sfiorando con delicatezza. Inoltre soffiando il suo alito sul collo aveva portato anche le labbra su una spalla della donna,.
Anna aveva reclinato all'indietro il capo, favorendo così l'appoggio delle labbra di Ernesto sul suo corpo, con conseguente inevitabile spinta in avanti dei seni quando spinse anche deliberatamente verso Ernesto anche le sue natiche. Per non far torto a Paolo però aveva usato le mani per costui. Con una gli aveva carezzato il petto (Paolo era ancora a dorso nudo), con l'altra gli aveva palpeggiato tra le gambe. Paolo aveva avvicinato la sua bocca a quella di Anna che si era fatta trovare a labbra già dischiuse per accogliere l'umida lingua. Dopo aver dato ampia prova di gradire molto quello che stava accadendo, con un vezzosa ipocrisia finse d'essere quasi vittima delle circostanze : “Uhè, ragazzotti, ma voi fate sul serio mi pare. Vi pare il caso?”
Accavallando la voce dell'uno a quella dell'altro i due risposero contemporaneamente: “A me sì” detto da Paolo e “Certo che faccio sul serio, andiamo di la, sul mio letto” detto da Ernesto.
Il triplice abbraccio si era sciolto lentamente e tutti si erano diretti nella stanza adiacente, in fila indiana, già slacciandosi gli abiti durante il breve percorso. Erano già semi svestiti quando si adagiarono sul letto. Paolo un attimo dopo degli altri due, per liberarsi dei calzoni tirati su frettolosamente qualche minuto prima, per altro era anche l'unico indumento che doveva togliersi per restare integralmente nudo, con la sua possente erezione in bella vista ed il suo corpo atletico già in fase di prima abbronzatura, grazie alla vita in spiaggia dei tre giorni antecedenti.
Ernesto ed Anna invece, distesi sul letto, si stavano spogliando reciprocamente, con movimenti a volte goffi, altre volte ginnici e Paolo poi era andato in loro aiuto provvedendo a sfilare lui, con calma e perizia gli slip di Anna prima e un po energicamente invece i calzoni dalle gambe di Ernesto. Poi si erano trovati di nuovo stretti tra loro sul letto questa volta nudi. Anna al centro, supina, si lasciava toccare e sbaciucchiare dai due adagiati al suo fianco e con le mani palpeggiava i cazzi di entrambi. Paolo sembrava seguire le orme di Ernesto, infatti baciò il capezzolo del seno sinistro quando Ernesto aveva baciato quello del seno destro, aveva portato anche lui la mano tra le cosce della donna quando l'aveva fatto Ernesto, insomma con una frazione di attimo in ritardo imitava tutto quello che Ernesto faceva, tranne quando costui disse che voleva passare subito a fatti più concreti, giustificandosi col fatto di non poter stare troppo tempo assente dal lavoro. Lo aveva detto imponendosi quasi come capo branco nel salire col suo corpo su quello della donna, spostando con una determinazione quasi prepotente le mani di Paolo e dandogli una specie di lieve spinta perché si facesse da parte.
Anna che amava sì i preliminari ma non si accontentava soli di questi aveva gradito molto l'iniziativa, afferrando il torace si Ernesto e sollevando il bacino per agevolare ed affrettare l'introduzione, esclamando con voce altamente eccitata “Sì, sì, sì, fammi tutto quello che vuoi, neanche io resisto più, voglio godere come una troia”
“Tu sei una troia, una gran troia” le aveva risposto Ernesto con un tono di voce che ripulivano le sue parole dal significato offensivo conferendole una sembianza di complimento.
Paolo sembrava essere stato estromesso anche se era ancora lì, appiccicato a loro, di nuovo a vedere, questa volta dal vero e non dalle scene di un film, altri scopare. Ma era diverso, molto diverso da prima. Ora di quei corpi sentiva l'odore ed il calore, avrebbe potuto anche sfiorarli e li aveva sfiorati. Anzi aveva sfiorato quello di Anna: le sue mani erano finite sulle cosce divaricate di della donna e la sua bocca sbaciucchiava il braccio con il quale Anna stringeva a se Ernesto. Paolo si avvicinò ad un fianco di Anna, stropicciandosi al suo corpo con la zona inquinale, sfregando il suo cazzo ben eretto al corpo della donna che trombava con Ernesto quasi fosse insensibile alla presenza e ai contatti di Paolo.
“Cazzo no” aveva esclamato all'improvviso Ernesto tirandosi velocemente fuori dalla donna per evitare di iniettarle dentro gli schizzi di sperma che invece erano finiti a spruzzo sul ventre di Anna mentre Ernesto aveva concluso “Mai goduto così rapidamente, scusami”.
Paolo lo aveva spinto per un fianco disarcionandolo da sopra il corpo della donna sulla quale si affrettò a montare, entrando nella figa larga e bagnata con una facilità estrema. Per nulla disturbato dalla cremosità dello sperma di Ernesto che si appiccicava anche al suo ventre quando sbatteva su quello di Anna, aveva cominciato la sua cavalcata impetuosa con una sollecitudine tale da non far risentire alla donna il coito interrotto di Ernesto.
Costui si sentiva vagamente imbarazzato per quella sua eiaculazione troppo precoce e, sceso dal letto stava usando dei fazzoletti di carta per detergere quella parte di umori che gli erano rimasti addosso nella parte intima, guardando i due che con foga indicibile continuavano a scopare come due forsennati. Lei si era aggrappata con i talloni ai fianchi di Paolo, ripiegando le ginocchia. Lui aveva puntato le braccia sul letto per fare leva su di esse e sulle ginocchia leggermente divaricate al fine di poter tenere sollevato il più possibile il bacino della donna e poterla penetrare più a fondo con i suoi colpi assestati ritmaticamente ed energicamente.
Stando in piedi al fondo del letto Ernesto poteva vedere ben chiaramente la figa di Anna nella quale entrava ed usciva il cazzo umidissimo di Paolo nonché il leggero movimento dei testicoli di costui e i movimenti ritmati delle natiche di Paolo che lateralmente si contraevano e si rilassavano a seconda che si spingesse o si ritraesse. Quello spettacolo poteva anche riportarlo ad una nuova rapida erezione ma disgraziatamente si era ricordato i suoi impegni di lavoro, la necessità di dover tornare in ufficio con una certa sollecitudine. Per questo aveva sgomberato il campo per andare in bagno a sciacquarsi prima di rivestirsi.
Rientrando nella stanza dopo essersi lavato aveva trovato i due rilassati sul letto, distesi l'uno a fianco all'altro, con i corpi inumiditi da patine di sudore che si muovevano come danzassero per gli affannosi respiri. Avevano appena raggiunto l'orgasmo anche loro.
Ernesto aveva espresso a voce alta la sensazione aveva provato esclamando “Siete bellissimi”.
Anna, quasi con distacco chiese: “Devi andare via, vero? Peccato, Comunque posso tornare se vuoi, cosi affrontiamo anche la questione delle pulizie. Non mi sembra il caso di parlarne adesso o no?”
-”No, non è proprio il caso.”
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