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Un ferragosto del passato- cap1


di Zindo
16.08.2024    |    4.696    |    5 9.9
"Non pensavo specificatamente al sesso, piuttosto ad una simpatica compagnia perché da soli, in luoghi che non si conoscono e dove non si conosce nessuno, ..."
Settimana, anzi decade, di ferragosto. Mi sto rilassando in un piccolo paese di montagna, sulle rive di un laghetto, godendomi il panorama all'ombra del piccolo porticato, seduto su una comoda poltroncina di vimini.
Si vede che sono andato avanti con l'età se per ferragosto ho scelto questo posto tranquillo.
Solo qualche anno fa avrei considerato posti come questi noiosi e non tranquilli. Quello che ora considero pace prima lo chiamavo “mortorio”.
Guardo i pendii dei monti davanti a me e nella mente riaffiorano ricordi di altri periodi di ferragosto vissuti in ben altri luoghi ed in ben altri modi.
Quante follie ho fatto, Quanto mi sono divertito.
Per esempio ora la mia mente torna in dietro di alcuni anni, a quando ero ancora in piena attività e da piccolo imprenditore tutte le ore di tutti i giorni erano ore di lavoro per me. I lavoratori dipendenti, finito il loro turno, smettevano e smettono di lavorare, io ed i miei colleghi non possiamo conoscere orari. Il cervello lavora sempre, deve pensare, pensare, pensare...:o ai lavori da eseguire o a quelli da procurarsi per l'immediato futuro, al rapporto con le banche e con il fisco, alla concorrenza, ai fornitori ed ai clienti morosi e...chi più ne ha, più n metta.
Allora potevo permettermi pochi giorni di ferie all'anno, ma in quei pochi giorni davo un taglio netto a tutto ciò che era la mia routine abituale: non solo mettevo in pratica il detto “agosto, moglie mia non ti conosco” ma mettevo in letargo il buon senso, le regole, la logica, tutto. L'importante era per me divertirmi.
E' un paradosso ma essendo abituato allora a dover ottemperare sempre a mille impegni anche per i brevi periodi di ferie mi auto obbligavo a rispettare un impegno, diverso dai soliti: quello di divertirmi ad ogni costo, in qualsiasi modo.
Un anno ero andato in vacanza per la settimana di ferragosto in una località balneare nella quale arrivai a metà pomeriggio. Subito dopo aver preso possesso della stanza già prenotata in un albergo con possibilità di ristorazione e servizio spiaggia, mi cambiai per recarmi in spiaggia sia per un molto desiderato bagno sia per cominciare ad osservare l'ambiente e valutare come e con chi potermi divertire durante il mio soggiorno.
Non pensavo specificatamente al sesso, piuttosto ad una simpatica compagnia perché da soli, in luoghi che non si conoscono e dove non si conosce nessuno, non è che ci si possa divertire molto. Del resto credo che tutti i vacanzieri fanno facilmente conoscenze (a volte le chiamano impropriamente amicizie) ed altrettanto facilmente rompono il legame a fine soggiorno o, se si stufano, anche prima, magari dopo una sola chiacchierata.
Goduto il prima bagno mi ero messo seduto sulla sdraio-lettino sotto 'ombrellone che mi era stato assegnato nella spiaggia riservata ai clienti dell'albergo. Stavo dando un'occhiata di perlustrazione agli altri bagnanti disseminati ovunque quando dal vicino ombrellone un tipo che stava leggendo il giornale, abbassò la rivista e si presentò ponendomi una domanda due volte, ad inizio e fine del suo intervento: -"Sei arrivato oggi, vero Sono Giorgio, ero amico di quelli che stavano sotto questo ombrellone fino a questa mattina. Sono partiti all'ora di pranzo. Tu sei arrivato oggi, vero?
- "Esattamente"
Si presentò di nuovo, questa volta alzandosi per avvicinarsi a mano tesa e ripetendomi: "Mi chiamo Giorgio, ciao”.
Gli strinsi la mano dicendogli anche il mio nome.
Lui si mise a sedere su una delle due sdraio sotto il suo ombrellone, stando girato verso me.
Aveva voglia di parlare evidentemente. Mi chiese:"Sei qui con la famiglia?"
- "No, sono da solo. Tu?
- "Fino a ieri c'erano anche i miei figli ma ieri sono partiti per raggiungere certi loro amici. Eh, ormai sono grandi, hanno venti e diciotto anni, sono maggiorenni e preferiscono andare dove vogliono e non stare con i genitori. Per fortuna direi però, in fondo anche noi abbiamo bisogno di un poco di libertà.
"Quindi sei solo anche tu?"
"No. C'è anche mia moglie con me. E' andata a fare una camminata lungo la battigia con altre donne. Tu non sei sposato?"
Non mi andava di dire i fatti miei ad uno sconosciuto. Gli dissi di sì ma che ero in vacanza da solo perché sia io che mia moglie eravamo obbligati a prendere ferie in determinati periodi che non collimavano tra loro.
Mi chiese se avevo figli, che lavoro facevo, di dove ero, tutte le domande possibili ed immaginabili fino a farmi avvertire quasi un senso di fastidio per quell'interrogatorio.

Stavo infatti per inventare una scusa e lasciarlo solo quando arrivarono tre donne, tre belle donne, tra i quaranta ed i cinquanta anni.

Giorgio disse “Ecco mia moglie” senza dire quale fosse delle tre.
L'individuai quando disse anche il mio nome alle donne ed una di loro mi tese la mano regalandomi anche un radioso sorriso dicendo “Ciao sono Marzia”.
La stretta fu molto calorosa, il sorriso radioso, lo sguardo accattivante.
Prima di stringere le mani anche alle altre due, Paola e Simona, già pensai “Peccato che stia con il marito, questa donna è fantastica” Tradotto significava “Questa me la voglio scopare”
Con l'arrivo delle donne rinunciai alla mia idea di abbandonare la postazione, anzi, divenni probabilmente io invadente nei confronti di Marzia come suo marito lo era stato prima con me.
Volevo sapere molto di lei, soprattutto capire se, sapendoci fare, lei poteva essere tipo disposta ad assecondare le mie voglie.
Se lei fosse ben disposta o contraria non riuscii proprio a capirlo, di certo anche dal modo, parole e gestualità, sorrisi e sguardi compresi, con cui dialogò con me accrebbe il mio desiderio erotico nei suoi confronti.
Aveva qualcosa di fortemente sensuale nella voce, nei gesti, nello sguardo e riusciva ad essere anche dannatamente signorile, senza un minimo accenno di volgarità. Proprio questo sua eccessiva signorilità” non mi lasciava capire se fosse disponibile o meno. D certo era affascinante, desiderabile, ammaliante oserei dire.
Le sue amiche erano tornate ai loro ombrelloni, non lontano dai nostri. Con la coda dell'occhio mi parve di vedere che stessero anche loro con degli uomini, ma non me ne curai molto, ero troppo preso da Marzia.
Neanche della presenza di Giorgio, il marito, mi curai. Ero proprio rapito da lei, nel senso più erotico possibile, cioè anche se mi avesse parlato di poesie e di musica se io la guardavo pensavo solo ed esclusivamente a fare sesso con lei, immaginandomela stesa sul letto o in piedi, dentro qualche cabina usata come spogliatoi nella spiaggia, o in macchina, o all'aperto, l'importante era per me solo farci sesso.
Mi piaceva tutto di lei. Facile dire che aveva un bel seno ed un bel culo, ma lei non mi stordiva solo con queste doti, mi facevano impazzire le sue mani e come le muoveva, la sua bocca, il suo modo di sorridere, i suoi sguardi penetranti, i suoi piedi che con impertinenza si strofinavano l'un contro l'altro per rimuovere i granellini di sabbia e persino quel modo di tenere annodato un leggero pareo sui fianchi. Sembrava doversi slegare da un momento all'altro e scivolare giù. Io lo speravo, come se sotto non avesse anche la parte inferiore del bikini.
Credo di non essere stato molto attento o meglio di non essere proprio stato capace, di palesare il mio interesse erotico verso di lei, visto che non mi parve li captasse, visto che, di li a poco - quando una delle amiche di prima venne a chiamarla - non ricordo più per quale ragione - ed io ero rimasto solo con il marito, Giorgio mi disse, con un sorriso pieno di orgoglio “Mi pare che mia moglie ti piaccia o sbaglio? L'hai guardata con certi occhi!”
Ammisi “Si, complimenti, è proprio una bella donna tua moglie”
Mi sentii in imbarazzo quando, alzando il suo sguardo verso i miei occhi dopo aver fissato più in basso, con un'aria sorniona mi disse “Mi sono accorto che ti piace, però penso che se ne accorgeranno tutti se non copri in qualche modo la tua erezione”.
Non me ne ero accorto ma il mio uccello, teso al massimo, non solo aveva rigonfiato il costume mostrando la sua sagoma ma aveva addirittura sollevato di poco l'elastico in vita e faceva leggermente capolino. Al mio imbarazzo Giorgio sorrise come divertito e disse “Complimenti anche a te, da quello che si nota devi essere ben fornito”
Non dissi grazie per il complimento ma chiesi scusa.
“Scusa di che? Pensi che le donne non siano come noi quando guardiamo loro e ne apprezziamo le curve? A Marzia sarà piaciuto godersi...diciamo...il tuo costume. Ah, ah, ah, tranquillo, sono cose che succedono e penso che le donne sono orgogliose di suscitare certi effetti. Marzia di sicuro”
Poi abbassando il tono di voce, quasi come a farmi delle confidenze, aggiunse “E' la sua amica che dovrebbe scusarsi per essere venuta a disturbarci; sono certo che lei stava apprezzando molto l'effetto che suscita in te. Le piace...piacere...la conosco bene e mi sa che anche tu le piaci abbastanza.”
Non ci voleva un genio per capire che tutto questo non dispiaceva neppure a lui e subito nella mia mente si aprì un vasto mondo di fantasie. In fondo il mio spirito, quand'ero in ferie, era molto orientato alle novità, alle trasgressioni, ai piaceri di ogni genere.
Perché restare nel dubbio? Nel caso io mi stessi sbagliando a pensare certe cose il massimo che rischiavo era offendere Giorgio.
Embè? Chi era Giorgio? Uno sconosciuto! Se si offendeva, ca..., pardon fatti..suoi.
Meglio parlar chiaro. Infatti dissi “ E mi pare che questo a te non dispiace affatto. Mi sbaglio o ci godi nel vedere gli uomini eccitarsi per tua moglie?”
Mi disse più di quanto gli avevo chiesto, cioè “Chi dice il contrario secondo me mente, tutti gli uomini dovrebbero essere orgogliosi di avere per moglie una che piace a molti, se poi è come me ed ha la fortuna di avere una moglie come la mia alla quale piace stare al gioco, sarebbe da stupidi fare il geloso”
“Vuoi dirmi che non sei geloso?”
“No, se non vengo tradito”
-Ahh! Ho capito. Finché si scherza a parole ti va bene, ma l'andare oltre ti fa rodere”
-No! Non l'andare oltre, ma l'agire alle mie spalle, tradire la mia fiducia e questo Marzia non l'ha mai fatto
-Vuoi dire che si diverte a fare eccitare gli uomini, ma si guarda bene di soddisfare i desideri che suscita?
-Non esattamente. Ho solo detto che non fa nulla di nascosto da me. Nel caso dovesse fare qualcosa quando io non ci sono, poi mi racconta tutto. Altrettanto faccio io, In questo senso non ci tradiamo, io e Marzia ci diciamo tutto, sempre...ahhh ! E' per questo che andiamo d'amore e d'accordo dopo ventitré anni di matrimonio e due di fidanzamento. Certo quando ci sono i figli... mortifichiamo la nostra natura libertina ma i figli ora non ci sono, sono partiti ieri...- si avvicinò di nuovo per dirmi con tono basso di voce, quasi confidenziale- ed è da quando sono partiti che io e Marzia stiamo accarezzando certe idee un po'... non so se mi spiego...mi spiego?”
-Credo di sì. Credo di aver capito
Si spostò leggermente in avanti dalla sua sdraio per arrivare fino alla mia allungando un braccio e dandomi un colpetto di mano su una coscia chiese “E quindi?”
Tutto direbbe che in certi frangenti ci vorrebbe un poco di tatto, ma io non ne ebbi e brutalmente dissi “Quindi se tua moglie ci sta io me la scopo volentieri anche in tua presenza”
Mi sorprese ulteriormente con una domanda che proprio non mi aspettavo “Solo la mia? Se ci fosse anche qualche altra persona?”
Non mi diede il tempo di chiedere “Chi?”. Si affrettò a dirmi altro, cioè che quell'amica che era venuta a prenderla, la Paola, era una con tendenze lesbiche che da alcuni giorni faceva il filo a Marzia, senza successo solo perché erano stati presenti i figli di Giorgio e Marzia ma, partiti questi, sia lui che Marzia avevano deciso di assecondare le richieste della donna, tanto non sarebbe stata la prima volta che la coppia si apriva ad una terza persona, l'avevano fatto relativamente spesso sia con uomini che con donne. Mi disse che probabilmente le due donne stavano proprio concordando qualcosa di piccante per la sera e poi aggiunse: “Devi darti da fare se vuoi battere la concorrenza e comunque sappi che noi non siamo mai andati oltre la triangolazione e a me non dispiacerebbe andare un poco oltre, per esempio una doppia coppia....guarda anche Paola, non è male, dai, facci un pensierino e caso mai organizziamo una bella serata”
Gli dissi “Per Paola, che effettivamente non è male, ci sei già tu. Magari io distraggo tua moglie che mi piace tantissimo. E' propria bella tua moglie. Dai organizziamo, ci sto. Sai cos'è che non mi piace di tutto questo? Solo che non avrò il gusto di poter dire dopo che ti avrò fatto cornuto, perché con il tuo consenso non sono corna!
“Il mio consenso? Guarda che caso mai il consenso lo deve dare Marzia, io ho lanciato l'idea, c'è da sperare che lei sia d'accordo”
“Che loro siano d'accordo”
“Già, loro. Tranquillo, ci penso io. Vado a parlare con loro”
Andò. Lo vidi parlare, vidi lui e le due girarsi verso me, sorridere e parlare ancora, poi mi fecero cenno di avvicinarmi. Lo feci con l'animo abbastanza in subbuglio, era agitato, eccitato, speravo non so cosa, temevo anche troppe cose, di certo ero imbarazzatissimo.
Tutto invece fu di una semplicità sorprendente. Giorgio mi disse semplicemente “Allora siamo d'accordo, dopo cena, diciamo verso le nove e mezza o dieci, ci vediamo tutti e quattro nella nostra stanza per....la partita a carte della quale abbiamo parlato...si fa per dire..capisci quello che devi capire. La nostra camera è la trentacinque, terzo piano.”
“Le nove e mezza, è presto” disse Paola
“Le dieci allora” decise Marzia.
.Segue.
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