Scambio di Coppia
Appunti di una coppia scambista 2
di Zindo
08.12.2024 |
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"In particolare nella grande vera scopata finale, nel momento dell'orgasmo quasi contemporaneo: Io ero supino e Sabrina, la donna dell'altra coppia si..."
Purtroppo Dante e Laura abitavano a diverse centinaia di chilometri da noi e finite le vacanze non potemmo avere con loro altri contatti che quelli telefonici. A sentirli, loro si davano da fare anche dopo essere tornati in città. Io e Silvia invece avremmo desiderato ripetere l'esperienza con altre coppie ma non sapevamo come trovarle. Fu Dante, in una delle varie telefonate, a parlarmi di alcuni siti su internet che consentivano di prendere contatti con altre coppie e mi spiegò bene come funzionavano le cose.Io e Silvia siamo andati a curiosare insieme sulla rete, cercando i siti suggeriti da Dante. Fu proprio tramite Annunci 69 che entrammo in contatto con alcune coppie delle nostra regione. Con la prima in assoluto, dopo ovviamente Dante e Laura, siano arrivati all'incontro dopo aver accettato l'amicizia virtuale. Ci siamo scambiati qualche messaggio, due giorni dopo anche i numeri di telefono.
Ero prevenuto e malfidato al punto che prima di dargli il mio numero ero andato ad acquistare un telefonino economico ed una nuova Sim card per poter avere un numero proprio per questi contatti e non avere interferenze con quello usato abitualmente. Dopo le telefonate abbiamo accettato di vederli e farci vedere tramite web cam.
Io e Silvia restammo favorevolmente colpiti dalla “normalità” dei due componenti l'altra coppia. Non erano vecchi, né eccessivamente secchi o esageratamente grassi come avevamo temuto, ma non erano neanche persone tipo modelli da riviste patinate, ma erano, appunto, persone normali, senza eccessi e senza rifiniture. A me piacquero i seni non eccessivamente grandi della donna con capezzoli enormi, a Silvia piacque la villosità dell'uomo, con gambe e petto tappezzati di pelo. Decidemmo finalmente di incontrarci di persona, senza assumere ancora impegni, un incontro preliminare per verificare se c'erano davvero delle affinità tra di noi. Stabilirono loro dove vederci, un piccolo paesino verso la zona montana. Giustificarono la scelta con l'esistenza in loco di un ristorante non grande ma con ottima cucina specializzata in piatti rustici e tipici del territorio. Il ristorante fu il luogo fissato per l'incontro. Male che sarebbe andata avremmo cenato insieme e dialogato un poco.
Non erano stati del tutto sinceri.
Tutto vero il bene che avevano detto del ristorante ma il reale motivo per il quale avevano scelto quel luogo era perché in quel paesello loro avevano un piccolo alloggio che usavano per le vacanze e come garçonnier. Ce lo hanno detto a fine cena, quando avevamo familiarizzato abbastanza e concordato di vederci qualche volta proprio per divertirci.
“Qualche volta, quando? Perché non questa sera? Noi abbiamo un piccolo appartamento ad inizio paese, possiamo fermarci fino a domani e...”
….E noi accettammo, anche perchè non è che a cena avevamo parlato di sport o di politica, ma di libertà sessuale, di esperienze già visssute, di desideri coltivati, della nostra imbranataggine, di come loro l'avevano superata. Tutta legna per riscaldare i sensi. Infatti eravamo caldi e carichi, non sarebbe stato facile non accettare l'invito a pernottare. Neanche avevamo voglia di rifiutare.
Anche con questi due (Marco e Sabrina) alla fine, per i cosiddetti accoppiamenti (termine orrendo, meglio dire per le chiavate vere e proprie) ci fu un reale scambio di partner tra coppie, io con lei, Silvia con lui, ma a differenza di quanto era successo con Dante e Laura, non ci eravamo distanziati. Siamo stati tutti sullo stesso letto e prima di formare le due copie le carezze ed i baci furono distribuiti tra tutti, a tutti, da tutti o quasi. Voglio dire accarezzando sia io che Marco entrambe le donne, ci siamo sfiorati anche tra di noi, a volte per farci spazio deliberatamente abbiamo toccato una mano o la spalla o un piede dell'altro, ma al di la di questi inevitabili e naturali contatti tutti e due abbiamo diretto le nostre attenzioni alle due donne e le donne, hanno fatto altrettanto verso di noi. Sto cercando di dire che non ci furono contatti intenzionali e mirati tra noi due maschi: eravamo presi dalle due donne, accarezzandole entrambe, baciando i loro seni, i loro ombelichi, i loro glutei e le loro bocche, leccando, alternativamente, la figa di entrambe ed anche tra le natiche. Le donne a loro volta ci hanno segato a doppie mani sia a me che all'altro, hanno leccato sia il mio cazzo che quello dell'altro a doppia bocca, insomma non è che i cosiddetti preliminari sono stati all'acqua di rose. Di fantastico e bellissimo ci fu inoltre, ma ce ne siamo resi conto dopo, che a differenza della prima volta io e Silvia non avevamo temuto di essere imbranati, valutati, confrontati, ma ci siamo lasciati andare ai nostri istinti cercando di captare e soddisfare le intenzioni degli altri per godere tutti e godere anche nel vedere il godimento degli altri.
Mi spiace per chi vorrebbe la descrizione dei particolari, ma non sono stato ad annotare neanche mentalmente le posizioni, i gesti, gli atti compiuti da me, da Silvia e dagli altri due. La sostanza è che siamo stati favolosamente bene insieme. In particolare nella grande vera scopata finale, nel momento dell'orgasmo quasi contemporaneo: Io ero supino e Sabrina, la donna dell'altra coppia si lasciava sbattere da me stando a spegni moccolo e agitandosi anche lei con ricercati movimenti di anca e di bacino, Silvia invece era distesa al mio fianco con le gambe ritratte e ginocchia sollevate per farsi sbattere da quell'altro uomo.
La conosco bene mia moglie: dal ritmo del suo respiro ho capito che stava per godere; l'ho guardata, mi stava guardando; ci siamo sorrisi, le nostre mani si sono cercate, trovate, strette. In quel momento lei ha emesso il suo abituale gemito che non riesce a trattenere al culmine del piacere e nel sentirla ho goduto anch'io, senza problemi, essendo provvisto di preservativo. Attimi dopo hanno goduto anche gli altri due.
Non è finita li la notte, ma quello è stato il culmine che ricordo con grande piacere.
Del dopo ricordo l'utilizzo del bagno a porta aperta, senza badare se si stava soli o in compagnia a lavarsi o espletare altre funzioni, il ritorno sul letto, altre carezze, altri discorsi prima della dormita che ha preceduto la scopata dell'alba, poco prima di separarci con la promessa di vederci ancora. Cosa che poi non è più avvenuta perché la coppia è sparita da “Annunci” e non ha più risposto alle telefonate. Persino al paesino abbiamo saputo che avevano venduto il loro alloggio. Che fine hanno fatto? Boh!
Però ci avevano dato una dritta, parlandoci delle loro esperienze di coppia fatte durante le vacanze, in giro con il camper, con soste in campeggi, di preferenza quelli vicini a spiagge frequentate da nudisti, e ci hanno dato indicazioni abbastanza precise sui campeggi di varie regioni italiane e persino della costa mediterranea della Francia: avevano viaggiato molto. Forse sono spariti perché hanno fatto altri viaggi in altri lidi.
Viste le difficoltà ad incontrare altre coppie reali (abbiamo beccato due finte coppie, anche malformate per la bruttezza fisica ed il linguaggio volgare dei componenti) e permanendo, anzi accrescendo in me e Silvia il desiderio di vivere ancora altre belle esperienze di coppia, facendo qualche calcolo e ricorrendo ad un prestito finanziario, ci siamo comprati anche noi una roulotte e ne abbiamo fatto un generoso utilizzo, nel senso che non abbiamo aspettato il tempo delle vacanze per usarlo ma quasi tutti i fine settimana facevamo delle escursioni, sia per vedere nuovi posti, sia, anzi principalmente, per cercare nuove avventure.
Raccontarle tutte sarebbe impossibile. Persino ricordarle tutte non è facile.
La sostanza è che l'imbeccata dataci dalla coppia si è rivelata utile e non solo nei campeggi e nei luoghi praticati dai naturalisti abbiamo fatto belle e numerose esperienze, nonché apprezzato e praticato il naturalismo, ma soprattutto abbiamo intrecciato una bella rete di conoscenze, con scambi di informazioni su luoghi frequentati da gente con i nostri stessi gusti e abbiamo ricevuto consigli vari su come, quando e dove cercare incontri. Il metodo più facile e diffuso era anche il più ovvio, ma non ci avevano mai pensato: il car sex! Il sesso in macchina.
Per appagare la curiosità di chi è venuto a leggere per eccitarsi ne racconto una delle tante che ne abbiamo fatte: quella che per un attimo ci ha fatto tremare anche di paura, avevamo azzardato troppo.
Ogni volta che partivamo prendevamo l'autostrada. Quando andavamo verso nord, a non moltissimi chilometri dal casello di entrata, c'era una grande area di parcheggio, molto frequentata da camionisti. Essendo quasi all'inizio dei nostri percorsi non avevamo mai avuto bisogno di farvi una sosta. Da una coppia incontrata altrove abbiamo appreso che quell'area era invece un posto noto a diverse categorie di amanti del sesso: le prostitute con prestazioni a pagamento si potevano trovare solo a volte e solo al mattino, massimo fino alle due del pomeriggio. Da quell'ora fino all'imbrunire la zona era il regno dei gay che per le loro prestazioni gratuite e, pare, per essere anche partner preferiti da molti camionisti, rovinavano la piazza alle donne mercenarie. Di sera invece e fino a tarda notte, ci dissero i nostri informatori, il luogo era molto frequentato da coppie.
Siccome transito su quel tratto di autostrada anche per esigenze di lavoro, pur non avendo tempo per soste prolungate, dopo l'informazione, passando ho fatto soste veloci a fini perlustrativi, verificando la fondatezza delle informazioni per le ore diurne.
Ovvio che siamo andati di persona a verificare anche la fondatezza dell'informazione più interessante per me e per Silvia, cioè la presenza di copie in ore notturne.
Siamo andati con la sola macchina ovviamente, senza la roulotte a traino. Altroché se la notizia era fondata! L'area era molto vasta e le macchine potevano sostare distanziate l'una dall'altra. Ce n'erano diverse. Al nostro arrivo già c'era una vettura che si muoveva a marcia indietro, per portarsi appena innanzi ad un'altra già ferma. Abbiamo osservato quella già ferma al cui interno si è accesa e spenta la luce per tre o quattro volte. Dalla macchina che si era avvicinata è sceso un uomo, si è avvicinato a quella che aveva dato segnali luminosi, si è chinato certamente per parlare con chi stava dentro. Poi è tornato alla sua vettura, è risalito, è partito. L'altra macchina l'ha seguito. Abbiamo pensato che fossero due macchine di conoscenti che viaggiavano insieme ed avevano fatto una semplice sosta e non, come avevamo immaginato prima con malizia, un abbordaggio. La scena l'avevamo vista bene perché avevo tenuto i fari accesi.
Dopo la loro partenza li ho spenti. Dopo pochi minuti una delle altre macchine in sosta, è ripartita, ha fatto un giro sull'area infrangendo le norme di sicurezza per portarsi da innanzi a noi, dove già stava ad una considerevole distanza, alle nostre spalle e poi, lentamente, avvicinarsi, accostarsi a noi, fermarsi. Oltre il finestrino a vetro abbassato c'era una donna. Subito ho abbassato anche il vetro del mio finestrino e lei: “Salve, come va?”.
“Al momento così e così, speriamo in una svolta positiva”
“Qualcosa non va?”
“Assolutamente no, però potrebbe migliorare, basta incontrare belle persone, non ci vuole mica tanto”
“Ma mi pare che lei sia già in compagnia”
“Anche lei vedo, forse cerchiamo le stesse cose?”
“Lei cosa cerca?”
“Non io cerco ma noi, io e mia moglie, cerchiamo qualche altra coppia che non tenga le distanze dandoci del lei, ma... siete una coppia anche voi?”
“In cerca di altre coppie, proprio come voi...possiamo scendere e fare due chiacchiere?”
Loquace lei, incredibilmente disinvolto come mai prima io. Comunque non eravamo più alle prime esperienze, anzi l'episodio è relativamente recente.
Dall'altra vettura scesero sia la donna che mi aveva parlato che l'uomo che era al posto di guida. Scendemmo anche io e Silvia. Strette di mano presentazioni, sorrisi un poco impacciati.
Erano Marcello e Marina, una coppia non proprio giovanissima, oltre i quaranta , anzi i cinquanta e passa. Lei un poco in carne, ma di poco, formosetta, non grassottella, certamente la più audace della coppia. Lui un tipo dal fisico asciutto, poco propenso a parlare ma eloquente con lo sguardo, specialmente come scrutava Silvia, quasi come a spogliarla con gli occhi, praticamente ignorando me e quello che io e sua moglie stavamo dicendo, già pronto a porsi vicino a Silvia e, siccome non sono cieco, ho visto la sua mano morta sfiorare mia moglie. Ho visto anche Silvia che si è lasciata toccare, anzi, dando un colpo di testa per mandare indietro i capelli, ha girato di poco le spalle all'uomo, quasi a spronarlo a toccarla sul sedere, senza troppa timidezza. Quando Silvia sta al gioco, e ci sta spesso e volentieri, non fa la finta timida e manda il mio sangue ebollizione quando la vedo agire con sottile furbizia e molta malizia.
Capii che il tipo era gradito a Silvia e questo per me contava più del fatto che Marina era gradita a me. Marina non era proprio una gran bellezza ma rimediava con la sensualità dei suoi gesti, la sfacciataggine delle sue parole, le pose provocanti.
Non ci servì molto tempo per andare al nocciolo della questione. Ammisi che eravamo già praticanti, abbastanza esperti ormai, del gioco di coppie ma di essere nuovi in quel luogo esternando le mie perplessità sul dove poter combinare qualcosa, essendo il piazzale molto scoperto, ed essendoci anche altre macchine in sosta.
La loquace Marina mi ha tranquillizzato: ”Delle altre macchine non ti curare, sono qui per gli stessi nostri fini, al massimo forse ci sarà qualche innocuo guardone. Comunque di solito qui ci si contatta poi ci si sposta. Ci sono numerose piccole piazzole di sosta andando avanti e in genere ci si ferma su una di esse, oppure ci si piazza giù in fondo e si fa in macchina, ma vedi? Lì ci sono già altri. Se vi va seguiteci, noi conosciamo diversi posticini”
Li seguimmo. Superammo sia piccole piazzole con due macchine in sosta, forse in qualcuna c'erano anche le due che avevamo visto partire prima di noi, e sia piazzali vuoti, ma Marcello e Marina non si fermavano. Io pensavo già che ci avevano voluto seminare, che forse non eravamo i tipi che cercavano ed avevo detto a Silvia che al primo casello sarei uscito per rientrare nella direzione opposta. Silvia mi ha detto “Vanno piano, non stanno scappando, secondo me cercano il posto migliore”.
Aveva ragione lei. Poco prima della prima uscita misero la freccia ed entrarono in una piazzola di sosta non proprio piccolissima, e non tutta adiacente alle corsie di marcia, ma con un varco di entrata ed uno di uscita distanziati da una siepe di arbusti piuttosto alta che riparava lo spazio dalla vista delle macchine in transito. Era anche illuminato da un unico lampione.
Spenti fari e motori, scendemmo a terra tutti e quattro. Marcello si giustificò per non essersi fermato prima dicendo che il luogo che loro avevano in mente era già occupato, ma che questo pur non essendo il loro preferito si prestava lo stesso ai nostri scopi. Conoscevano bene anche quel posto. Ci invitarono ad andare in una certa direzione, oltre una bassa siepe di mortella, camminando per un corto sentiero battuto dai frequenti passaggi per raggiungere un vicino gazebo con panche di legno schiodate e imbrattata di scritte, poco leggibili perché il posto era riparato dalla proiezione di luce del lampione, dalle chiome di odorosi pini che facevano ombra, anzi lasciavano che il buio restasse quasi buio. Solo “quasi” però, essendoci abbastanza chiarore da poterci ben vedere tra di noi. Non hanno temporeggiato i nostri amici, Marina si è stretta a me offrendomi la bocca al bacio, Marcello ha stretto a sé Silvia. Appoggiati ai pali di sostegno del tetto del gazebo abbiamo cominciato a pomiciare. Lentamente si sono alzate le gonne, sono scesi i calzoni, si sono aperte le camicette. Ci siamo fidati del buio e ci siamo spogliati. Le panchine sconnesse non potevano servire per far appoggiare noi, ma risultarono utili per metterci i nostri vestiti. Eravamo integralmente nudi, una coppia vicina all'altra. Marina era appoggiata con le mani alla spalliera di una panchina e io me la stavo scopando a pecora. Marcello era con le spalle appoggiato ad un palo di sostegno del gazebo mentre Silvia gli faceva un pompino. Il buio si è fatto subito luce. Due fari puntavano su di noi dal parcheggio. Non solo. Nonostante i fari ci abbagliavano riuscimmo a vedere appena più in alto il lampeggiatore blu: Beccati da una pattuglia della polizia. Cazzo (scusate il termine) che paura. Che corsa al recupero dei vestiti. Troppo poco tempo, troppa luce abbagliante. C'era poco da fare ormai. L'unica copertura possibile fu l'incrociare le mani sulle parti intime.
Una voce burbera, rude ha esclamato: “Ancora voi?! Già! Dovevo riconoscere la macchina, è la vostra.”
Marcello disse semplicemente “ Ciao, ma tu sempre a rompere le scatole stai?
Si conoscevano. Non sapevo ancora come e perché, ma si conoscevano, anzi dovevano essere molto in confidenza, se il poliziotto disse all'altro componente la pattuglia: “Va a spegnere i fari, va” e mentre quello tornava indietro disse a Marcello “Ma una stanza non ce l'avete dove portare i vostri compari?” Poi rivolto a me: “Mi fa vedere un documento?”
Marcello è intervenuto: “Lascia correre, dai” poi ha fatto le presentazioni: il poliziotto era suo fratello.
Tutto sommato ci è andata bene. Ci ha dato il tempo di rivestirci ed ha lasciato andare via me e Silvia, solo noi due, anzi ci ha obbligati ad andarcene però dopo aver preso nota del numero di targa della mia auto e degli estremi del mio documento, credo e spero solo per intimorirmi, perché non ho avuto alcun fastidio in seguito. Se il suo scopo era intimorirmi ci è riuscito: da quella volta solo in posti più che sicuri, anche se, porca miseria, fare sesso in mezzo alla natura è di un bello indicibile.
Andando via lo sentimmo alzare la voce contro Marcello, ma credo che gli fece solo una ramanzina.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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