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Una ulteriore prima volta


di Zindo
26.04.2024    |    5.466    |    5 8.9
"Quella fu la prima volta che Walter si vestì da donna..."
Quante “prime esperienze” di natura sessuale ci sono nella vita!
Walter per esempio, la prima esperienza in assoluto l'aveva fatta, come tutti, scoprendo che provava piacere nel toccarsi e allenandosi molto per imparare a toccarsi da solo in maniera eccelsa.
La prima esperienza di un rapporto sessuale completo con una donna l'aveva avuto a circa sedici anni con una che aveva qualche anno più di lui, conosciuta mentre era in vacanza al mare con i suoi genitori. Era stata lei a prendere l'iniziativa e a condurre il gioco. Quella prima volta, a causa dell'inesperienza la prestazione era stata pietosa ma a renderla ancora più spiacevole era stata la scoperta, dopo solo poche ore, di essere stato usato dalla ragazza per far ingelosire un altro, l'uomo al quale quella stronza teneva davvero .
La prima esperienza veramente degna di essere chiamata tale Walter l'aveva fatta con la donna che amava davvero, tanto che in seguito era diventata sua moglie.
Era infatti già felicemente sposato da cinque anni e già padre di due bambini quando Walter fece una ulteriore “prima esperienza”: quella che sto per raccontarvi.
I suoi suoceri erano andati in vacanza al mare, avevano affittato una casa per l'intera stagione estiva.
La moglie ancora in congedo per maternità, anche per far godere un poco di mare ai pargoletti, era andata da loro per un breve periodo lasciandolo da solo in città.
Escluso il dispiacere di stare lontano dalle persone care, Walter non aveva altri disagi. Come tutte le coppie moderne anche lui si occupava delle faccende di casa insieme a sua moglie, perciò era in grado di rifare il letto, spolverare, pulire i pavimenti, prepararsi i pasti, mettere i panni in lavatrice, azionare questa, stendere il bucato, raccoglierlo una volta asciugato e via dicendo.
Già! Il bucato.
Quando sua moglie era partita aveva lasciato la lavatrice in funzione, lasciando a lui l'incarico di provvedere a stendere la biancheria per farla asciugare. Cosa che aveva diligentemente fatto prima di recarsi al lavoro.
A fine giornata, dopo la consueta doccia, la preparazione e consumazione di una parca cena, nonché il riordino della cucina Walter aveva ritirato il bucato e si era messo a selezionare quella da stirare da quella già riponibile. Si era cosi ritrovato a maneggiare anche i delicati capi di biancheria intima di sua moglie, quelle minuscole mutandine di finto pizzo, i sensuali reggiseni, ma soprattutto, le morbide, lisce, leggere sottovesti di seta o qualche tessuto dai nomi strani che alla seta somiglia per leggerezza, delicatezza al tatto, scivolosità sulla pelle.
Capi che parlavano della moglie e che lui accarezzò ed annusò come a cercare in essi tracce della sua donna, della quale aveva già nostalgia, desiderio anche fisico. Portò quei capi alla faccia, godendo della loro morbidezza, li annusò e se li passò sul collo, sulle braccia scoprendo quanto piacevole fosse sentire quel senso di liscio scivoloso sulla pelle.
Subito telefonò alla moglie, si informò dei bambini, confidò ala moglie di avere desiderio di fare all'amore con lei e poi tornò alla biancheria. Non aveva più voglia di riporla o stirarla, aveva invece desiderio di toccare quei capi setosi, leggeri, delicati, di passarli non solo sulle gote ma anche sulle parti più sensibili della sua pelle. Si spogliò infatti per passarseli anche sul petto, sui fianchi, tra le cosce. Provò un piacere strano, nuovo. Era solo, libero di fare quello che voleva, lasciò che gli istinti zittissero le inibizioni da consuetudine, educazione, senso di normalità e si lasciò andare alle cose più strane per un uomo: spogliarsi del tutto davanti allo specchio grande della camera da letto e guardarsi nel riflesso mentre si appoggiava addosso, uno alla volta, quei capi, alla maniera che usano le donne in fase di acquisti, quando cioè, prendono vari capi e se li poggiano sul petto per farsi una prima vaga idea di come possono stare addosso e per decidere quali portare in camerino per provarli effettivamente.
Non sapeva perché faceva queste cose, neppure se lo chiese, si lasciò semplicemente andare all'istinto, come fosse un innocente passatempo. Si guardava allo specchio per eccitarsi quasi a voler immaginare la moglie nel suo riflesso.
Aveva sorriso vedendo i suoi attributi tutt'altro che femminili, ma non rinunciato all'illusione: aveva invece accavallato una gamba all'altra e si era messo di tre quarti davanti allo specchio per nascondere tutto l'apparato genitale e rendere quel riflesso il più effeminato possibile, sollevando anche il capo, spingendo il petto in avanti e le chiappe all'indietro.
No, proprio la femminilità non c'era e fu allora che come preso da frenesia, fregandosene di logicità, normalità e quant'altro, aveva cercato anche altro nei cassetti e si era seduto davanti allo specchio per infilarsi con grazia femminea calze di nylon, purtroppo eccitandosi nel far questo. “Purtroppo” perché quel pene molto più che barzotto, quasi eretto guastava l'immagine di femminilità che Walter voleva vedere. Era meglio nasconderlo e dove di meglio che in uno slip della moglie che si affrettò ad indossare. Il riflesso anziché avvicinarsi alla femminilità si avvicinava al ridicolo: le gambe pelose oltre che muscolose e grosse alle caviglie, il pelo sul petto, le forme virili...no, no.. proprio non c'era nulla di attraente in quella visione. Eppure...., eppure quello slippino di finto pizzo che stringeva il suo apparato sessuale senza neppure nasconderlo, quelle calze che gli fasciavano le gambe così piacevoli da accarezzare anche da calzate, quegli indumenti lisci che continuava a passarsi carezzevolmente sulla pelle erano tutte sensazioni bellissime, nuove, piacevoli.
Ma chi se ne doveva fregare della perfetta femminilità? Quel che sarebbe stato il risultato finale ormai non gli interessava più, l'importante era continuare quel gioco e, infatti, continuò a farlo. Prese i trucchi della moglie e si contornò gli occhi di nero, passò del blu sulle palpebre, contornò le labbra con una matita prima di spalmarle con un rossetto rosso fuoco. Ancora, si mise anche un guêpier nero, un reggiseno e, senza riuscirci provo a calzare scarpe con il tacco, dovette ripiegare su delle pantofole a tacco rialzato. A voler essere oggettivi era un vero schifo, ma non ai suoi occhi. Neanche si riconobbe, gli piacque fingere di credere che l'immagine non fosse il suo riflesso ma un'altra persona, un trans per esempio, e si eccitò ulteriormente. Si eccitò al punto da doversi abbassare lo slippino e cominciare a masturbarsi con foga da assatanato.
Seduto davanti allo specchio per guardarsi smanettava di brutto quando....
...Blinblenblan, blinblenban, blinblenblan... l'odiosa suoneria del cellulare ruppe l'incanto. Sul display apparve il nome del suo collega. Rispose. Il collega gli disse:
“Ciao Walter, avrei bisogno di chiederti un favore, posso salire da te un attimo? Sono sotto casa tua”
Eccolo il mondo reale era tornato all'improvviso, crollandogli addosso rovinosamente. Solo allora si rese conto di come era conciato, di quello che stava facendo e di non aver tempo per rimediare.
Anzi no. Ora era uscito dal sogno ed i suoi riflessi erano svegli e pronti. Subito trovò il rimedio in una bugia “Ma io non sono a casa, sono fuori città, non so neanche a che ora posso rientrare”
“Ma vedo le tue finestre con la luce accesa!”
“O cazzo, ho lasciato pure le luci accese. Pazienza,spero d'aver spento il gas. Che favore volevi che ti facessi? Puoi aspettare domani?”
“Non ti avrei disturbato se non fosse importante, ma vedrò di fare in qualche altro modo, domani di spiego tutto. Ciao”
“Ciao”
Oh..era andata bene. Tutto finto.
Finito?
Macché! Era tutto appena cominciato. Quella fu la prima volta che Walter si vestì da donna. Ora lo fa abbastanza spesso e si è organizzato bene per ottenere risultati più che accettabili, partendo dalla depilazione totale all'acquisto di scarpe femminili (non bellissime ma ha trovato solo quelle del numero quarantadue), dall'acquisto di una parrucca al rifornirsi di calze a rete ed altri capi molto femminili.
Ora sta cercando le parole adatte ed il momento giusto per informare sua moglie di questa sua “piccola passione”: Non vorrebbe che si sentisse ingannata. Ne è follemente innamorato
Del resto vuole anche smettere di pagare la pigione per la stanza che un paio di settimane dopo quella sera ha preso in affitto solo per tenerci nell'armadio tutto il suo “guardaroba femminile” e per mascherarsi solo per guardarsi allo specchio. E' un inutile sperpero di soldi e poi è stufo di vedersi da solo, vuole uscire farsi vedere dalla gente, essere guardato, magari desiderato, anzi desiderata, ma non lo farebbe mai senza aver prima informato sua moglie. Lui l'ama e vorrebbe quasi festeggiare il momento in cui si rivelerà, magari andando a cena fuori insieme con lui vestito da donna e vedere l'effetto che fa. E' però ancora molto titubante nell'esporsi con la moglie perché teme che anziché finire insieme in un ristorante possa finire da solo in ospedale, malmenato dalla moglie.
Secondo voi lo troverà il coraggio di parlare o no?
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