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La famiglia allargata -parte 2^


di Zindo
09.08.2024    |    9.274    |    4 9.0
"Di certo mi abbassai per rendere alla sua figa un mio lavoro di bocca degno di quello che lei aveva elargito a me..."
Io e Lorenzo avevamo chiamato Linda e l'avevamo attesa con uno scopo ben preciso: stuzzicarla ed invogliarla a venire a letto con uno di noi due o con entrambi. Avremmo dovuto essere contenti nel vederla arrivare. Avremmo dovuto essere ancora più felici per come era vestita, o meglio "inguainata" dentro jeans aderentissimi ed una camicetta sbottonata fino al seno altrettanto stretta e calzava sandali dal tacco vertiginoso. Quando le aprimmo la porta aveva ancora i suoi lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, ma rispondendo con un sorriso al nostro "ciao" e varcando la soglia, si mise a raccoglierli in una specie di "coda di cavallo" fatta alla buona, senza bisogno di uno specchio per guardarsi. Era fantastica come sempre, ancora più provocante del solito con quelle braccia alzate per sistemarsi i capelli e che per questo mettevano in trazione i bottoni ancora allacciati dentro le asole della camicetta, la quale sembrava potersi strappare da un momento all'altro per la pressione che i seni di Linda facevano sulla stoffa leggera.
Eppure il tono con cui Lorenzo, aprendole la porta, aveva pronunciato un semplice "ciao" lasciava trapelare tutta la sua trepidazione, oserei dire una specie di ansia. Io all'improvviso provai uno strano disagio, eppure ero felice e soddisfattissimo per quello che era da poco successo tra me e Lorenzo e che non era stato solo un rapporto sessuale a lungo desiderato, ma anche l'apertura ad un novo modo di vivere il nostro rapporto "fraterno". Temetti che Linda capisse, non so da cosa, quello che era da poco accaduto e che condannasse me e Lorenzo per questo.
Altro che essere contenti dell'arrivo di Linda: eravamo invece agitati e timorosi. Il vero perché non lo sapevamo né io, né Lorenzo, ma eravamo agitatissimi. Linda se ne rese conto subito, assumendo una espressione seria, da preoccupata e chiedendo "Ehi ragazzi, che succede?"
"Niente- rispose Lorenzo con lo stesso tono tremolante di poco prima- cosa dovrebbe succedere?
"Beh mi avete chiamata dicendomi di venire perché avrei trovato una sorpresa, invece avete certe facce"
"Ah, sì, la sorpresa- disse ancora Lorenzo che inventando al momento, forse perché non sapeva cos'altro poter dire, aggiunse - la sorpresa è... che tuo fratello ha scoperto di avere la vena artistica e si è messo a scrivere racconti"
"No, no, che dici?" esclamai io, cercando di andare fino al PC sul quale avevo scritto quello che avete già letto nel precedente capitolo, con l'intenzione di spegnere il computer e magari anche di perdere il file scritto. Invece, per abitudine, senza neanche pensarci, l'avevo già salvato.
Fu facile per Linda passarmi davanti, darmi un colpo d'anca per spostarmi e piazzarsi lei davanti al PC ancora acceso.
Senza chiedere nulla andò subito a cercare, sul programma di scrittura "File recenti" e trovò in un attimo "Famiglia allargata" che avete già letto.
Non solo lo lesse lei, ma anche Lorenzo, mettendosi davanti a me ed alle spalle di Linda, lo lesse anche lui per la prima volta.
Non mi ero mai sentito prima a disagio come in quel momento. Mi aspettavo mille tipi di reazioni da entrambi e tutte mi facevano paura.
Invece tutto quello che successe fu la frase che pronunciò Lorenzo, cioè "Che stronzo che sei, hai scritto tutto"
E poi l'esclamazione di Linda: "E' frutto della tua fantasia contorta, fratello o veramente uno o entrambi voi due avete inclinazioni omosessuali?"
Questa volta rispondemmo contemporaneamente, io e Lorenzo. Io dicendo:"veramente c'è scritto che sia lui che io desideriamo te e non mi pare che sia una tendenza da gay"
Contemporaneamente Lorenzo aveva detto "Tutto quello che ha scritto è proprio vero"
Con aria da strafottente Linda, alzandosi, disse: "Peccato che non ha scritto proprio tutto. Avrei voluto sapere più dettagli sul cosa avete fatto tra voi. Me lo raccontate ora a voce? Volete farmi un riassunto verbale o magari mostrarmi concretamente le cose, esibendovi in un bis davanti a me?"
Lorenzo mi guardò ripetendo, a mo' di rimprovero "Che stronzo sei"
"Io? O tu che hai fatto lo spione?"
Linda ci guardava e sorrideva. Un sorriso che la rendeva ancora più bella ma che a me, in quel momento, dava letteralmente ai nervi. Non con cattiveria ma con quella maleducazione affettuosa che in genere si usa tra persone in grande confidenza, le chiesi "E tu che cazzo hai da ridere?"
Lei ci guardò e chiese ancora conferma. "Davvero fate certe cose tra voi?"
Lorenzo con prontezza le disse "Perché ti interessi di un aspetto secondario? Se hai letto bene c'è scritto anche che tu ci piaci, che ci stiamo sfidando l'un l'altro perché piaci sia a me che a lui."
Linda sorrise di nuovo, ma questa volta in maniera molto diversa, con civetteria, facendo sfoggio di tutta la vanità femminile che sprigionava e come se anziché parlare a noi due, stesse commentando i nostri comportamenti disse "Avete uno stranissimo modo di corteggiare una donna. Sfido che con il vostro metodo fallite e perciò poi - rise più marcatamente e quasi con un ghigno di cattiveria - poi dovete ricorrere ad arrangiarvi tra voi"
La reazione di Lorenzo fu immediata, tanto da sorprendere anche me. Con uno scatto felino si portò di fronte a Linda, l'afferrò per le spalle, sembrava volesse scuoterla con violenza dal balzo che fece, invece la fissò per un attimo negli occhi e le disse con voce ferma, decisa "Io non faccio niente per ripiego. Io faccio solo quello che mi piace e quello che mi piace lo faccio sempre." Avvicinò di scatto la sua bocca a quella di Linda per baciarla di prepotenza.
Lei, evidentemente serrando le labbra, emise una specie di mugugno, alzò di scatto un ginocchio probabilmente per colpirlo sulle parti intime, afferrò Lorenzo per i capelli obbligandolo a portare indietro il capo e, con altrettanta fermezza disse "Io pure faccio solo quello che voglio, ma con chi voglio e quando lo voglio io. Lasciami"
Come un agnellino obbediente, Lorenzo "mollò la preda" nel senso che tolse l'energia bruta dalle sue braccia, pronunciò umilmente la parola "Scusami" e, questa volta con molta tenerezza abbracciò mia sorella e le disse "Quanto sei bella!"
Lei, severamente lo ammonì "Non provarci mai più".
Lui, sempre con prontezza "Mai più con la forza, ma a te ci tengo troppo, e vedrai che prima o poi desidererai anche a te quello che desidero io"
Linda sorrise come se si stesse divertendo e sfottendoci, chiese a Lorenzo "Vuoi dire che arriverò anche io a desiderare mio fratello? Mi pare che sia lui quello che piace a te. O no?"
Le parole giravano ancora, ma tra loro non c'era più posto per rabbia, risentimento, offesa. Si guardavano negli occhi come innamorati. Lei teneva ancora le mani sul capo di lui ma non gli tirava più i capelli, anzi era come se quasi glieli accarezzasse. Lui aveva ancora le mani addosso a Linda ma come se la stesse abbracciano affettuosamente.
Io come un fesso stavo lì a guardarli, incapace di dire o fare nulla. La scena però mi piaceva. A differenza di qualche attimo prima quando erano stati vagamente violenti, adesso mi piaceva osservarli. Cominciai a desiderare che passassero ad atti più concreti, molto concreti, cioè che non solo si scambiassero un bacio, ma andassero oltre, molto oltre. Soprattutto però percepii nettamente e nitidamente il desiderio di partecipare anche io a quel qualcosa che ancora non sapevo definire ma che intendevo esprimere dicendo "molto oltre".
Perché attendere una loro sollecitazione? L'istinto mi fece muovere le gambe, mi fece avvicinare , pormi alle spalle di Linda, avvicinarmi a lei fino a sfiorare il suo corpo con il mio e, quasi soffiandole il mio alito sul collo, le dissi "Spero che tra i tuoi desideri ci sia posto anche per me, o devo aspettarmi calci e tirate di capelli anche io?"
Si liberò da Lorenzo e girandosi per stare al nostro fianco disse "Io non ho usato violenza con nessuno o solo impedito che se ne usasse con me"
Eravamo posti come su tre lati di un triangolo. I due fianchi di ognuno toccava un fianco di ciascuno degli altri due. Le braccia, quasi autonomamente s'erano allungate sulle schiene degli altri due quasi a cercare la mano del braccio che si allungava sulla stessa schiena, in direzione opposta.
Linda, come se fosse intimorita, chiese "Ragazzi, ma voi fate sul serio?"
Lorenzo, rapidissimo "Sì"
Io " Hai letto mi pare il copione che ho scritto, noi siamo il cast, mettiamo su la rappresentazione?"
Non ci furono più parole, almeno non molte, non significative. Parlarono gli sguardi che si posarono sulle bocche, parlarono i baci che quelle bocche cominciarono a darsi, parlarono le mani che cominciarono a correre carezzevoli sulle schiene altrui ed ad afferrarsi quando si incrociavano. Come in un balletto a lungo provato i nostri movimenti sembravano essere sincronizzati per non intralciare in alcun modo le iniziative dell'altro. Per questo quando una bocca scendeva verso un collo, la testa di quel collo reclinava all'indietro per farsi leccare e succhiare. Quando da una bocca sporgeva la lingua protendendosi verso un altra bocca, quest'ultima dischiudeva le labbra per accogliere la lingua, ospitarla e battagliare con essa all'interno ed all'esterno del cavo orale. Le mani cercarono altri spazi, trovarono altri movimenti da fare. Palpai i sederi e sentii palare il mio, cercai di toccare il petti ed i ventri degli altri, li trovai, ne apprezzai con gusto la radicale differenza di forme e di compattezza. Sodi ma soffici i seni di Linda, compatti e marmorei i pettorali di Lorenzo. Anche io venni piacevolmente toccato, carezzato, palpeggiato, sia dalla mano robusta, forte, maschia di Lorenzo, sia da quella più minuta, dal tocco delicato, ma molto impertinente di Linda.
Non c'era da valutare cosa o chi piaceva di più o di meno, c'era solo da lasciarsi andare al "tutto", come se stesse suonando una musica, quando non ha senso valutare quale sia lo strumento che emette il suono più piacevole, poiché solo l'armonia dell'insieme conta.
Stupenda la perfetta intesa istintiva dei nostri corpi, sia quando senza parlarci, con armoniosità si strinsero a volte l'uno agli altri a cercar baci, sia quando si distanziavano per far frugare i corpi altrui dalle mani, o per cercare di rimuovere i nostri abiti dai nostri corpi, senza alcuna fretta. Corpi che si ripiegarono su stessi come quando io e Lorenzo ci inchinammo all'unisono per giocare di bocca e di lingua sui capezzoli turgidi di Linda, o quando lei si accoccolò davanti a noi che liberammo i nostri attributi dai calzoni e lei li assaggiò entrambi, alternativamente, con la sua bocca, elargendo un lavoro manuale al cazzo che momentaneamente non lavorava di bocca, mentre , ritti, lassù in alto io e Lorenzo tranquillamente ci baciavamo tra noi. E poi..., e poi.., e poi..., poi tutto, una cosa dopo l'altra, all'inizio in piedi, lì vicino alla postazione del PC. poi chi seduto sul divano, chi inginocchiato sul tappeto innanzi ad esso ed infine tutti su uno dei piccoli letti ( avevamo una sola stanza io e Lorenzo ma con due letti singoli distinti e non facilmente spostabili per essere avvicinati. Infatti neanche ci provammo). Meglio un letto piccolo e la grande libertà del vivere per conto nostro da vari mesi che il vivere condizionati dalla presenza dei "genitori" ( o meglio mia madre ed il padre di Lorenzo, suo secondo marito) anche se in quella casa forse ci avrebbe potuto tentare anche l'utilizzo del loro letto matrimoniale.
Su quei letti sinngoli è avvenuto davvero di tutto. Difficile ricordare e raccontare cosa ed in quale sequenza. Di certo ricordo la fase iniziale dell'uso del letto, con Linda distesa, sul letto di Lorenzo che postosi sopra di lei prima giocò con baci e carezze sul corpo di lei e poi cominciò a trombarla mentre io, in piedi offrivo alla bocca di Linda il mio attribuito maschile, infilando una mano tra lei e Lorenzo per poterle palpare le tette. Come fu che poi Linda fini col il trovarsi di traverso sul lettino, con le gambe divaricate che scendevano dal lato dov'ero io, neanche me ne sono reso conto. Di certo mi abbassai per rendere alla sua figa un mio lavoro di bocca degno di quello che lei aveva elargito a me. Fu allora che Lorenzo s'era posto alle mie spalle, e non so se in ginocchio per terra o seduto sul mio vicino letto e chinato, aveva cominciato a toccarmi il sedere. Prima le natiche, poi con il dito umido prima e la lingua dopo, anche l'orifizio anale.
Fu quello la prima volta che anziché inorridire al solo pensare di poter prendere un cazzo nel culo provai il desiderio di provarci prima o poi, con Lorenzo ovviamente, e comunque non in quella occasione, anche perché quella volta, quella prima ma non unica volta a tre, fu lui a volere me dentro la sua bocca mentre lui era tornato a cavalcare Linda fino a portarla al grande orgasmo finale che mia sorella raggiunse mentre Lorenzo mi schizzava sulla faccia ed io ancora fremevo per la ricca sborrata fatta un attimo prima di cedere il mio posto a Lorenzo,
Per quella volta rompemmo il ghiaccio tra noi nel modo più o meno riferito. Linda aveva già "tutto già rotto" da prima. Io e Lorenzo dovemmo aspettare abbastanza altro tempo ed altre occasioni per romperci a vicenda il culo.
Lo abbiamo fatto in tempi diversi, prima io a lui, in un secondo tempo lui a me. E' stato necessario aspettare i tempi psicologici di volerlo fare, non altre cose ad impedirci di farlo prima. Le occasioni tra me e Lorenzo erano costanti, coabitando e vivendo da soli.
Con Linda c'erano qualche ostacolo in più, non tanto per il fatto che lei non abitasse con noi, quanto perché lei era un poco lunatica, a volte voleva, a volte no. Se aveva voglia non conosceva limiti e non aveva pudori di sorta. Se non aveva voglia faceva la moralista dicendoci che noi due eravamo porci, che esiste il peccato, la moralità, che l'incesto potrebbe essere reato ed altre rotture di coglioni di vario genere.

Basta ignorarla e non cercarla per qualche tempo ed è lei a venire da noi e a far sfogare con noi la gran puttana che vive in lei.
Certo io e Lorenzo, senza rinunciare alle nostre scappatelle con le donne, che sempre ci piacciono e viviamo ognuno per conto nostro, di piaceri tra noi due non ce li neghiamo di sicuro, anzi. Però, suvvia, quando a noi si unisce anche Linda, è tutta un'altra musica.

Sere fa però Lorenzo mi ha detto " Sai che ho incontrato Linda con sua sorella più piccola, Annalisa vero? Si chiama Annalisa se non sbaglio. Sai che la piccola si è fatta grande ed è una gran bella gnocca! Secondo me tua sorella la sta istruendo bene, forse anche con lezioni pratiche. Hai capito cosa intendo?"
"No"
"Ho la sensazione netta che quando Linda non vuole stare con noi è perché si vuole spupazzare la sorellina"
"Ma che dici? Non è credibile"
"Perché? Tra noi sì e tra loro no? E' possibile e come! Magari, hai visto mai, il trio diventa un quartetto. Sarebbe fantastico no?
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