Lui & Lei

cigolò


di Zindo
07.09.2023    |    10.682    |    6 9.3
"Quel pomeriggio Daniele, aveva trovato sul suo telefonino il segnale di una “chiamata persa” del suo amico Biagio..."
Mentre la signora si rivestiva, Daniele andò in bagno per temporeggiare.
S'era appena rivestito dopo essersi fatto la doccia insieme alla cliente; non aveva bisogno quindi né di lavarsi ancora né di espletare altre funzioni fisiologiche.
Utilizzò lo specchio per controllare più che aggiustarsi il nodo della cravatta ed il ciuffo dei capelli, entrambi già perfettamente a posto.
Qualcosa doveva pur fare per lasciare alla signora anche il tempo necessario per lasciare sul tavolinetto la somma non pattuita con precisione ma che, parlando tra le righe, aveva fatto capire quale poteva essere al minimo che lui si aspettava. Sperava anche che la signora aggiungesse di sua iniziativa un extra.
Ebbene sì, Daniele era uno gigolò e stava impegnando gli ultimi minuti di una sua prestazione; quella con una nuova cliente più strana che piacente.
Facendo quel mestiere non poteva badare alla piacevolezza delle clienti, anzi doveva ringraziare la natura che lascia esistere anche le donne non belle e che, con l'aumentare dell'età, diminuisce la bellezza a chi l'ha avuta in precedenza.
Infatti erano le “donne non belle” e le “donne non più belle” le sue clienti, oppure addirittura le “non donne”.
La signora che si stava rivestendo era tra le più piacenti che aveva avuto se non la migliore in assoluto, infatti era una “non più giovane”, non una “non più bella”.
Aveva abbastanza fascino, tanto che lo stesso Daniele si era stupito quando lei era andata a cercarlo, a cercare lui in particolare e non un accompagnatore qualunque.
Non gli era sembrato che fosse una donna che avesse bisogno di pagare per avere compagnia maschile, a meno che non fosse stata una che non si accontentava di uomini di media o terza età ma probabilmente era disposta a pagare per avere un maschio giovane, di bella presenza e prestante come lui.

Quel pomeriggio Daniele, aveva trovato sul suo telefonino il segnale di una “chiamata persa” del suo amico Biagio. Anziché richiamarlo, avendo poco da fare, era passato dal mega centro commerciale della zona est della città, dove Biagio lavorava in uno dei bar interni al centro.
Biagio appena lo aveva visto lo aveva rimproverato per il fatto che non passava più tanto spesso come una volta e gli aveva dato un foglietto con un numero telefonico dicendogli “Chiama questa, sarà venuta almeno tre volte a cercarti, è una con il grano questa”.
Daniele aveva chiamato subito e aveva concordato il “servizio” che ora stava portando al termine.
Subito dopo aveva chiesto a Biagio “Perché hai aspettato me? Non potevi passarla ad uno di questi nuovi? O devo pensare che è tanto brutta che non l'hanno voluta?”
“Guarda che è stata lei a chiedere di te, non di un accompagnatore. E' stata esplicita, ha detto di voler incontrare Marina Daniele appena possibile”
“Pure il mio cognome sa?”
“Qualcuna deve averle fatto il tuo nome”
“Non credo. Chi passa la segnalazione fornisce anche il mio numero di telefono”
“Volevo darglielo io ma non l'ha voluto. Ha detto che deve vederti, non parlarti per telefono”
“Adesso però mi ha parlato”
“Per fissare un incontro e vederti, suppongo”
“Veramente all'inizio mi è sembrata confusa. Spero che non sia una di quelle indecise che fanno perder tempo inutilmente”
“No, dammi retta, quella paga, paga bene... almeno a giudicare dalla mancia che ha dato a me”
Poi Daniele si era allontanato dal bar per portarsi nel luogo concordato telefonicamente, per incontrarsi con la donna
Il bar dove lavorava Biagio era noto per le possibilità di incontri a fini erotici del tipo che interessava Daniele.
Le signore che andavano a cercare “accompagnatori” erano più di quanto si immagina. Il bar si prestava perché consentiva alle signore di fingere di trovarsi li perché interessate ai vari negozi outlet di grandi firme della moda, presenti nel centro, ed ai gigolò, anch'essi non così rari come qualcuno pensa, consentiva di mettersi in bella vista per essere notati, abbordati, ingaggiati.
Daniele aveva praticamente iniziato in quel luogo la sua professione ma da diverso tempo frequentava raramente il posto. Era riuscito ormai a farsi una clientela piuttosto vasta grazie anche al “passa parola” tra le signore, ma anche perché lui esercitava quella professione per denaro e non stava a guardare per il sottile la tipologia della clientela, l'importante era che fossero persone disposte a pagare e pagare bene.
In fondo quello era il suo lavoro. Come i medici non possono scegliere i pazienti, i meccanici non possono scegliere i modelli di auto sulle quali lavorare, così lui non poteva scegliere la clientela. Come dal medico vanno solo le persone malate e dal meccanico solo le macchine guaste, così le persone che si rivolgevano a lui non potevano essere le donne belle e fatali, ma..., ma..., ma quel che capitava. Anche non donne, purché “paganti”
Infatti la sua clientela era diventata eterogenea, ma in alta percentuale maschile.
Del resto non è che i corpi di certi maschi attenti alle cure del proprio fisico fossero più sgradevoli di quelli di certe donne così poco femminili da dover pagare per accompagnarsi.

Appena aveva incontrato realmente la donna, Daniele aveva notato molte stranezze rispetto alle altre.
Aveva esordito con “Penso che ci possiamo dare del tu o sbaglio? Io amo il parlar chiaro perciò non stiamo troppo a girare sulla questione denaro. Sarai pagato e rimborsato delle eventuali spese, per esempio la benzina e l'uso della tua macchina per farci un giro adesso. Non amo parlare in luoghi dove qualcuno può sentire e credo che l'abitacolo di una macchina sia il posto ideale, ma se vuoi andiamo con la mia”.
Una volta in macchina però il parlare della donna era stato più strano che chiaro.
“Non so cosa ti chiedono di fare le altre persone, io ti chiedo solo di rispondere ad alcune mie domande perché ho delle curiosità. Potrei dirti che sono una giornalista che sta facendo una indagine sul tuo mondo o una scrittrice che ha bisogno di tratteggiare un personaggio che ti somiglia da inserire in un mio romanzo, invece sono solo capricciosa: ho delle curiosità e voglio togliermele, pagando è ovvio.”
Daniele le aveva fatto notare che si stava calcando troppo la mano sull'aspetto denaro arrivando a mentire fino a dirle “Non faccio questo mestiere solo per denaro ma perché provo anche piacere a soddisfare le curiosità delle signore, specie quelle carine come te”
“Allora soddisfa queste mie curiosità....” e giù una serie di domande, da quelle banalissime ad alcune imbarazzanti persino per uno come Daniele.
Costui era arrivato ormai a convincersi che la donna avesse una sessualità molto contorta che aveva bisogno di alimentare fantasie assurde. Infatti le domande erano andate dal quasi ovvio “Ma tu con le persone che accompagni vai anche a letto?” alle più mirate sulle stranezze, del tipo “Hai fatto sesso anche con più persone contemporaneamente? Anche di sesso diverso? Anche in posti strani? Qual'è stato il posto più strano dove hai fatto sesso? Cos'è la cosa più stravagante che ti ha chiesto una donna? E cosa di solito ti chiede un uomo?...” ed altre ancora. La donna oltre a porre le domande indicava a Daniele che guidava l'itinerario da seguire. Era evidente che non avesse una meta precisa, voleva gironzolare con la macchina come con i discorsi, fino a quando aveva chiesto di accostare e fermarsi davanti ad un villino di periferia ed aveva chiesto “Quante volte sei stato già qui?”. Daniele non aveva capito che si riferisse alla casa ed aveva risposto che era una strada insolita per lui.
“Intendo li dentro” aveva chiarito la donna indicando la casa.
Daniele dopo aver osservato e riesumato più ricordi possibili aveva risposto “Mai”
“Posso chiederti dove porti abitualmente le persone che vogliono fare sesso con te?”
“Di solito dove vogliono loro”
“Anche nelle loro case?”
“Se dovessero propormelo sì, perché no? Ma capita di rado. Spesso si sceglie una camera d'albergo o propongo casa mia”
“Metti anche la casa a disposizione? Bravo! Sevizio completo quindi! Voglio vederla, portamici”
“Spero non solo per vederla, possiamo anche utilizzarla in maniera interessante”
Da quel momento in poi erano finite le domande della donna. Aveva parlato lei e chiarito abbastanza ciò che sera sembrato stravagante.
Aveva detto che non lo aveva ingaggiato con l'idea di fare sesso insieme ma perché era stata tratta in inganno dal nome e cognome di Daniele che lei aveva scambiati ritenendo che Marina fosse il nome e Daniele il cognome, ovvero immaginando di incontrare una donna di nome Marina e non un uomo chiamato Daniele.
“Lesbica?” aveva chiesto
“Assolutamente no, femmina più di quanto immagini, anche se pare che a qualcuno la mia femminilità non basta e ha bisogno di integratori. Ohhh, caro Daniele, dovrei essere sconvolta invece mi sento sollevata. Che scema sono stata a pensare che mio marito avesse un'altra donna.
Ebbene si, io sono la moglie del tuo amichetto. Ho trovato troppi indizi da avere più certezze che sospetti dei suoi tradimenti, per questo ho frugato sia tra alcune sue carte e sia sul suo telefonino e sono arrivato al tuo nome e al recapito del tuo intermediario” …
Per “l'intermediario” intendeva l'ignaro Biagio.
Aveva continuato la confessione-sfogo dicendo che in fondo le era più facile accettare che il marito la tradisse con un uomo che con un altra donna, perché significava che aveva cercato altrove ciò che lei proprio non poteva dargli, invece se fosse andato con un altra donna si sarebbe sentita umiliata. Aveva anche chiesto di sapere cosa amava fare suo marito con Daniele e costui si era rifugiato in un diplomatico “Quando un cliente mi paga, nel prezzo è compreso la riservatezza. In un certo senso sono obbligato al segreto professionale”.
In realtà era stato messo in difficoltà perché rispondendo alle precedenti domande, quando gli aveva chiesto se tra i suoi clienti c'erano anche uomini lui aveva mentito dicendo “Come lo sai? Sì, ce ne è uno. Ci vado perché paga bene”. Aveva mentito. Altro che uno . Lui andava con chiunque pagava.
Dopo lo sfogo della donna avrebbe voluto chiederle chi fosse il marito, ma come poteva se aveva affermato di avere un unico cliente maschio? Aveva optato per “Scusami ma non ricordo il tuo nome, come hai detto che ti chiami?”. Sperando che dal nome di lei potesse risalire ad individuare il marito.
“Non l'ho detto perciò non lo ricordi, del resto ha importanza? Non devi inserirmi nella tua agenda, non credo che ci vedremo ancora noi due a meno che mio marito non voglia presentarci, ma sarà lui a deciderlo ed chiedertelo, io non lo influenzerò di certo”
“Peccato, perché immaginavo che questo incontro comprendesse anche la parte migliore dei miei servizi. Mi sarebbe piaciuto fare sesso con te”
“Ho detto che non ci vedremo ancora non che il nostro incontro sia già finito. Se ti ho chiesto di portarmi a casa tua probabilmente è perché giacché pago voglio verificare fino in fondo com'è la persona che soddisfa mio marito. Visto che ti senti vincolato dal segreto professionale mi sento ancora più sicura e visto che mi sono imbarcata voglio navigare”.
Avevano navigato infatti.
Daniele era un professionista ed avrebbe saputo fare la sua parte comunque, ma trovandosi con una donna decisamente migliore rispetto alla media delle sue clienti, oltre il mestiere ci mise anche un poco di passione. Fu attento a percepire dai piccoli segnali quando la donna provava più piacere e si prodigò molto volentieri non solo all'atto penetrativo con correlati movimenti corporei per scorrere con il suo cazzo nella figa di lei, ma volle godere nel percepire che la donna provasse piacere. Fece di tutto perché lei ne provasse tanto, e per tempi prolungati, attardandosi a leccarle i lobi delle orecchie ed il collo quando si era reso conto che erano due zone erogene della signora, cambiando ritmi e posizioni quando percepì che la signora, abbandonando quella vaga "raffinata signorilità" che aveva da vestita, una volta nuda, senza dirlo a parole esplicite, dimostrò di voler essere trattata da gran troia, come se avesse in corpo la smania di voler provare in un solo rapporto, tutte le sfaccettature che il sesso offre. Aveva infatti lasciato capire di voler variare spesso non solo posizioni ma anche genere di prestazioni, offrendo le sue mani per le carezze e per una iniziale masturbazione, la bocca e la lingua più per stimolati leccamenti che per un vero pompino, le sue tette un poco cadenti ma non ancora avvizziti, per una "spagnola", ovviamente concesse il piatto forte, cioè la sua figa, ma servita in più maniere: dalla classica missionaria, alla pecorina, allo stile "spegnimoccolo". Lasciò capire con i gesti, senza dirlo esplicitamente, di non gradire la penetrazione anale, ma sembrò apprezzare molto le attenzioni di lingua e di membro, da parte di Daniele, anche tra i suoi glutei e sull'orifizio che tra di essi si nasconde.
Raccontare i dettagli? Sarebbero poco interessanti! In fondo non erano né due innamorati, né due amanti della trasgressione per il gusto del "provare piacere e basta", ma solo due che stavano avendo un rapporto mercenario. Fu una trombata fatta bene tra un maschio che scopava per denaro ed una donna che lo faceva per vendetta contro il marito.
Alla fine nessuna sdolcinatezza, ma solo il completamento del contratto.
Lei aveva chiesto “Non sono pratica quand'è che si salda il conto? Spero non in mezzo alla gente. Mi dici adesso quant'è la tua ...parcella? Regolarizziamo il conto adesso, è meglio.”
Aveva finto disinteresse Daniele con “Ma sempre al denaro pensi? Guarda che io non lo faccio solo per quello, comunque...non saprei che dirti,... non sei come le altre, con te è stato molto piacevole,...fai un po tu”
E si era ritirato nel bagno sperando che la donna fosse generosa.
Però oltre sperare, quando era uscito dal bagno aveva verificato la cifra che la donna aveva scritto sull'assegno che lei aveva messo sul tavolino, in parte sotto una statuetta di alabastro, come fosse un fermacarte. La cifra però era in bella vista e al solo vederla Daniele esclamò con sincerità “Dai, hai esagerato”
“Te li sei meritati. Ho lasciato il beneficiario in bianco, te lo compilerai tu. Adesso ti spiace portarmi al parcheggio dove ho lasciato la mia macchina? Sono molto in ritardo per impegni importanti”
Parlando aveva anche preso per un braccio Daniele come a tirarlo per fare presto. L'uomo l'aveva assecondata senza prendere l'assegno, tanto era in casa sua. Sarebbe stato di cattivo gusto far vedere che aveva fretta di metterselo in tasca.
Quando furono al parcheggio, la donna appena scesa dalla macchina aveva riaperto lo sportello ed aveva detto “Scusami. Sono proprio una sbadata. Mi sono dimenticata di firmare l'assegno, ma non ci sono problemi, puoi fartelo firmare da mio marito. Abbiamo il conto cointestato. E' dall'estratto conto infatti che sono risalito al tuo nome. Ciao, è stato un piacere!”
Il tempo di mettere a fuoco le idee fu breve ma abbastanza perché la donna sparisse tra le auto. Compose il numero telefonico già chiamato al pomeriggio. Una voce registrata lo avvertì che il numero chiamato era occupato o irraggiungibile. Richiamò più tardi. Un altro messaggio lo avvertì che il numero formato era inesistente. Poco prima la signora aveva tagliato in due la SIM prima di buttarla via, ma Daniele questo non poteva saperlo.
...Come non aveva alcuna possibilità di individuare tra i suoi clienti chi fosse il "marito" che avrebbe potuto firmargli l'assegno.

P.S.:A qualcuno che non dovesse trovare "nuova" questa storia, confermo che questo è un racconto che avevo già pubblicato un paio di anni fa. proprio su questo sito.- Zindo
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