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Mamma mi ha presentato Giulio (2^ di 2)


di Zindo
08.03.2025    |    4.727    |    13 9.6
"Dopo partiremo, adesso facciamo all'amore..."
Mamma mi ha presentato Giulio - parte 2 di 2

(Sintesi della partte 1: Giulio ha portato nella sua casa al mare il giovane Adamo per farsi conoscere meglio poichè lui vuole sposare la madre. Adamo scambia i modi ggarbati del pretendente di sua madre per quelli di un gay)



C'era ancora un clima d'imbarazzo nell'aria quando alcune ore dopo era giunto il momento di andare a letto. Avevano cenato cercando entrambi di ricreare un'atmosfera normale, senza riuscirci del tutto.
Giulio aveva chiesto "Allora? Dove vuoi dormire?"
Adamo non aveva risposto, ma alzato le spalle pensando di comunicare che un letto o l'altro gli era indifferente.
Giulio aveva recepito quell'alzata di spalle come "Te lo avevo già detto prima che si potrebbe dormire insieme. Ora scegli tu",
Giulio, quasi a volere dimostrare che per lui la questione era superata e che non temeva nulla, vedendo l'espressione ancora mesta del giovane, gli aveva sorriso e, dandogli una manata sulle spalle, gli aveva detto: "Mi sembri un cucciolotto intimorito. Dai, su, su. Non è successo niente. Vieni a dormire con me, Il letto di questa stanza ha i materassi vecchi ed è un poco scomodo, andiamo nell'altra stanza".
Nonostante all'esterno fosse più freddo che fresco, con il riscaldamento autonomo acceso già all'arrivo, in casa la temperatura ormai era già a livelli ottimali, perciò Giulio aveva spento la caldaia prima di coricarsi.
Mentre s'erano spogliati ognuno dei due aveva guardato l'altro, istintivamente anche se con discrezione. Giulio si era meravigliando che un così bel ragazzo qual'era Adamo, non fosse un dongiovanni. Era proprio fatto bene: alto, magro ma non secco, con una buona muscolatura, glabro dal ventre in su ed una rada peluria bionda sulle cosce. Si era chiesto se sotto gli slip aderenti, attorno al pene avesse del pelo folto o fosse rasato. Aveva apprezzato molto le bianche mutande aderentissime che indossava Adamo, le quali coprivano forse il pelo ma mettevano in risalto sia il sostanzioso pacco anteriore che le tondeggianti sode natiche del ragazzo.
Con molta più discrezione anche Adamo aveva sbirciato trovando semplicemente "fantastico" il fisico asciutto ma muscoloso di Giulio, trovando piacevole quella peluria un poco grigia che aveva sul petto e quel quasi "danzare sotto pelle" dei muscoli delle cosce mentre Giulio aveva sollevato le gambe, una dopo l'altra per liberarsi dei calzoni.
Giulio che oltre i boxer indossava anche una maglietta a manica corta aveva chiesto "Io sono abituato a dormire senza pigiama. Se per te è un problema lo tiro fuori e me lo metto"
"Per me puoi fare come vuoi. Sei a casa tua".
Giulio s'era messo sotto le coperte con boxer e canottiera , senza pigiama.
Adamo che era solo con le mutande aderenti, forse per non fare la figura del "vecchio", lui diciannovenne, si era coricato anche lui senza pigiama dicendo semplicemente "Allora dormo così anche io"
Giulio aveva spento la luce, si erano dati la buona notte. Era sceso il silenzio tra loro.
Avevano finto di lasciarsi andare ad un sonno che nessuno dei due aveva, in realtà entrambi pensavano alla stranezza di quel trovarsi lì con una naturalezza solo apparente datosi che l'equivoco che c'era stato in precedenza, proprio al buio, era tornato a far rodere il cervello sia dell'uno che dell'altro.
Adamo era interiormente scombussolato. Non riusciva a capire come aveva potuto fare la figura del gay lui che non lo era, o non credeva di esserlo, non con uno qualunque ma con l'ormai quasi probabile prossimo patrigno. Sentiva che il "niente" accaduto (perché di fatto solo di un equivoco si era trattato) avrebbe comunque avuto ripercussioni sui loro rapporti futuri e questo lo metteva in ansia. Aveva soprattutto timori. Timore che Giulio ne parlasse con sua madre, che lo giudicasse male, che ..., che... non sapeva di preciso quali altri "che", ma ne era pieno, e si tormentava abbastanza.
Giulio dal canto suo si chiedeva semplicemente come fosse meglio relazionarsi con Adamo: da padre? Da amico? Da come?
Troppa comprensione avrebbe potuto ingenerare ulteriori equivoci come il suo aver dato troppe attenzioni (sguardi e sorrisi) al giovane per attirarsi le sue simpatie ma come prossimo patrigno, non come gay.
Gay? Ma - si era chiesto Giulio- Adamo lo era davvero?
E tra l'ottenebrarsi della mente per l'avvicinarsi della sonnolenza e le agitazioni aveva cominciato a pensare cose strane che riguardavamo la bellezza estetica di Adamo, il suo essersi esposto troppo apertamente per essere credibile in quel suo aver gridato "Non sono gay, non sono gay".
E se invece lo era davvero? Se il ragazzo fosse invaghito di lui? Già! Che avrebbero potuto combinare insieme?
Pensando, pensando aveva sentito il respiro di Adamo farsi più profondo. Forse dormiva già?
Glielo aveva chiesto "dormi?".
Non aveva ricevuto risposta. Aveva ritenuto che il giovane dormisse già.
Non era così. Adamo non aveva risposto perché forse neanche aveva sentito, era preso dalle sue ansie.
Il silenzio continuava ad imperare nel buio della stanza, il tempo aveva continuato a trascorrere, la sonnolenza avanzava ma il sonno vero e proprio no.
Tenere a lungo la stessa posizione quando non si riesce a dormire è pressoché impossibile per tutti,
Infatti Giulio si era girato su un fianco, verso il lato dove giaceva Adamo. Adamo s'era girato anche lui un attimo dopo. Giulio aveva chiesto di nuovo "Dormi?"
Questa volta Adamo aveva risposto "Non riesco a prendere sonno. Sarà che sono abituato al mio letto. Neanche tu dormi però"
Giulio aveva ignorato le ultime parole di Adamo dicendogli."Magari è perché senti un poco freddo . Sei quasi nudo. Hai freddo? Fammi sentire.." e così dicendo aveva allungato una mano sul corpo di Adamo, Un tocco, lieve, quasi una carezza furtiva ma quel tocco aveva suscitato vibrazioni dentro Adamo che si era spostato per avvicinarsi ancora un poco di più. Ormai i due erano a distanza millimetrica, l'uno di fronte all'altro. Era bastato un semplice movimento di ginocchio per creare un altro contatto corporeo. Poi tutto era successo da se. Una mano di Adamo era finita sul fianco di Giulio mentre chiedeva "E tu senti freddo?". Giulio aveva reagito stringendosi a stretto contatto cercando di infilare un suo braccio dietro il collo di Adamo e quando era riuscito a farlo, aveva tirato a se Adamo dicendogli "Stretti non si sente freddo"
Il fatto è che stando stretti si sentiva anche altro: l'odore ed il calore del corpo accanto, il respiro che mescolava al respiro dell'altro. Ognuno dei due era già con una mano appoggiata al corpo dell'altro. Una delle due si era mossa per prima quasi ad accarezzare l'altro che aveva reagito d'istinto muovendo anche la propria mano. Anche laggiù, nei bassi ventri, gli attributi di entrambi si erano destati, si gonfiati si inturgiditi.
Entrambi avevano avuto anche un poco di timore per quello che stava succedendo ma in entrambi stava prevalendo il piacere che stavano provando stando così.
Giulio da adulto maturo stava trattenendosi, Adamo invece aveva riso sommessamente, ma il sonoro si era sentito.
"Perché ridi?" aveva chiesto Giulio.
"Perché è strano che io mi senta protetto dentro le tue braccia, mentre invece tu sei il pericolo che posso correre"
"Pericolo in che senso?"
"Così" aveva risposto Adamo spostando rapidamente la sua bocca sulla bocca di Giulio e la mano con la quale stava accarezzando un fianco di Giulio l'aveva portata più indietro e più in basso, come ad afferrare per le natiche l'uomo al suo fianco e stringerlo a se.
Parte intima e parte intima si erano sfiorate mentre si stavano sfiorando le labbra. Mentre le bocche si erano congiunte in basso ognuno sentì tangibilmente l'erezione e l'eccitazione dell'altro, sia al contatto dei sessi e sia dalla loro consistenza, compattezza, calore.
Erano crollati tutti i muri, sparite le inibizioni e le regole, Avevano preso il sopravvento gli istinti ed entrambi si erano lasciati andare in un corpo a corpo frenetico.
Prima furono solo baci e carezze, poi si erano tolti anche i pochi indumenti ed avevano prestato reciproche attenzioni manuali ai loro apparati sessuali.
In teoria avrebbero dovuto essere due imbranati esordienti, in realtà si erano comportati come due assatanati affamati di voglie da appagare.
E le avevano appagate in parte subito, masturbandosi a vicenda fino a raggiungere entrambi il piacere ed abbandonarsi a morfeo stando uno abbracciato all'altro.
Dopo qualche ora uno dei due sie era svegliato nonostante fosse ancora buio pesto ed aveva accarezzato di nuovo l'altro provocandone il risveglio. Ancora qualche carezza e qualche bacetto, tutto in modo blando perché il più grande dei due poi aveva chiesto: "Ma tu lo hai mai fatto all'amore per davvero?"
"Con una donna dici?"
"Con un'altra persona"
"Mai"
"Qualche surrogato?"
"Cosa intendi?"
"Per esempio quello che abbiamo fatto prima io e te,o sesso orale.."
"Cosa?"
"Sesso con la bocca! Leccare una figa, succhiare un cazzo"
"No, no, no"
"Lo dici quasi da scandalizzato. Guarda che lo fanno tutti ed è veramente piacevole...almeno tra uomo e donna. Tra uomini non l'ho mai fatto neanche io ma se piace alle donne perché non potrebbe piacere anche a noi?. Vuoi provare?"
"No, no. Penso che a me farebbe schifo"
"Tu pensi? Vediamo un po se ti fa schifo davvero.." e detto questo Giulio si era infiltrato sotto le coperte e portato la sua bocca sul sesso ancora sonnecchiante di Adamo e cominciato a leccare sia l'asta che lo scroto.
"Ma fai sul serio"
"Sì, io sì. A questo punto che senso ha lasciare l'occasione?" Ed aveva iniziato a sollazzare oralmente il giovane Adamo, il quale pareva volersi sottrarre ma avvertiti i primi piaceri si era comodamente posizionato, allargando un poco le cosce perché Giulio gli potesse leccare per bene le palle. Giulio non solo lo aveva assecondato ma si era spinto oltre, fino a lavorargli oralmente anche il risorto e rindurito uccello" A quel punto Adamo aveva perso la testa ed aveva detto "Cazzo, ma è bello davvero...lascia provare un poco anche me.."
Era partito così anche un sessantanove. Forse non fu tecnicamente encomiabile poiché erano due principianti, ma fu per entrambi davvero memorabile perché, come si dice? "La prima non si scorda mai!"
Era giunto poi il tempo della doccia insieme e del ricoricarsi di nuovo. Poi il tempo del dormire, finalmente un sonno profondo, una dormita prolungata fino a tarda mattinata quando forse qualche stimolo di fame aveva svegliato Giulio. Era sceso dal letto, si era vestito alla buona, preparato il caffè per portarlo anche al suo amico, amante e prossimo figlioccio.
Adamo era sembrato leggermente imbarazzato. Giulio no. Giulio gli aveva sorriso in modo molto diverso dalle volte precedenti e sembrava volerlo mangiare con gli occhi per il modo in cui lo aveva guardato al momento del caffè.
"Perché mi guardi così?" aveva chiesto Adamo.
"Perché ti voglio"
"Ancora?"
"Non come prima. Ora ti voglio davvero, voglio fare all'amore con te in modo totale"
"Vorresti dire?"
"Scoparti e farmi scopare da te"
Non era successo subito. Giulio aveva lasciato ad Adamo il tempo necessario perché elaborasse l'idea, nel senso di " che maturasse il desiderio di volerlo provare a fare anche lui", tenendo solo "in caldo" la proposta con saltuari carezze alle natiche di Adamo durante il resto della mattinata, il parlarne anche durante il pranzo, il rassicurare il, ragazzo di avere in casa sia preservativi che del gel lubrificante spiegandogli il perché sarebbe stato opportuno farne uso.
Insomma aveva portato Adamo ad un elevato punto di surriscaldamento quando gli aveva detto: "Abbiamo al massimo un 'ora di tempo, dopo dobbiamo ripartire. Comincia a pepare la tua borsa.
"Partire??" Aveva chiesto Adamo con un tono che sembrava anche far pensare che si fosse scordato di doverlo fare.
"Eh già! Il nostro tempo, per questa volta sta per finire. Ma la storia tra noi non finisce qui"
"E non finisce così. Voglio fare quella cosa che hai proposto tu. Dopo partiremo, adesso facciamo all'amore. Facciamolo come vuoi tu. Ora lo voglio anche io"
Quindi si erano lasciati andare alle passioni, vivendo alla grande il finale di quella breve escursione al mare.
Nel vivere la loro prima esperienza completa le cose non furono proprio come le avevano immaginate, tanto che -dando più importanza al dolore provato che al piacere avvertito - avrebbero dovuto dire che non erano portati per fare sesso in modo così completo. Invece a rapporto finito Giulio aveva suggerito "Però sai, domani e domenica. Potremmo ripartire domani anziché oggi. Che ne dici?
"Io con te sto bene. Fai come vuoi"
Fecero come vollero e durante l'ulteriore notte vissero tutto quello che avevano già vissuto e nel rivivere ancora un paio di rapporti completi apprezzarono anche questo tipo di piacere, anzi in una immaginaria classifica l'avrebbero messo al primo posto.
Quando stavano davvero per partire Adamo aveva detto: "Mi dispiace per mia madre, non volevo essere io a rubargli l'uomo che finalmente aveva trovato"
"Guarda che non mi hai rubato a lei, io sono ancora suo, Io tua madre me la sposo. Oggi più convintamente di prima. Noi temevamo che tu rifiutassi me, invece ora... ora è tutto più facile. Ci vorrà tempo a dire anche a lei di noi due, se mai glielo diremo, intanto... formiamo senza altri indugi una bella famiglia"
"Tu credi che sarà possibile?
"Proviamoci. Ora torniamo a casa"
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