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Mia sorella Olga


di Zindo
19.04.2024    |    38.657    |    18 9.8
"La sua era probabilmente una reazione alle pretese troppo rigide di nostro padre il quale, nonostante fosse arrivato a Milano quando aveva vent'anni ed era..."
Mia sorella Olga ha ben sette anni più di me, Quando io ero adolescente, diciamo sui tredici, quattordici anni, lei era già maggiorenne e col suo bel caratterino si comportava da donna indipendente pur abitando in famiglia.
La sua era probabilmente una reazione alle pretese troppo rigide di nostro padre il quale, nonostante fosse arrivato a Milano quando aveva vent'anni ed era vissuto da libertino fino al suo matrimonio, contratto a trentadue anni, non è mai stato con noi figli un padre moderno, anzi.
Per i rapporti con noi figli aveva recuperato la mentalità delle sue origini calabresi; quelle dell'epoca in cui c'era vissuto lui, quindi ben lungi dalla mentalità progredita dei suoi compaesani d'oggi, nel frattempo evolutisi come in altre zone di tutta la Penisola.
Immaginarsi che io, secondo le sue pretese, non sarei dovuto andare al cinema se non accompagnato da qualche adulto, né uscire di casa dopo l'imbrunire perché non avevo compiuto i quattordici anni. Non era detto che dopo averli compiuti, avrei avuto più libertà. Si sarebbe dovuto vedere di volta in volta. Vedere cosa non saprei, forse lo stato del suo umore.
Per mia fortuna Olga si assumeva l'onere e la responsabilità di farmi uscire con lei, dando a bere a nostro padre che avrebbe vigilato su di me. In realtà una volta fuori ci davamo appuntamento sul luogo e l'ora dove ritrovarci per rientrare insieme a casa, ma il tempo lo trascorrevamo quasi sempre in maniera diversa, in posti diversi, con compagnie diverse.
Povera Olga. A volte, piuttosto spesso, si sacrificava per rientrare prima solo per farmi rientrare in sua compagnia, sospendendo ma non interrompendo le sue serate. Infatti mi riaccompagnava a casa, diceva a nostro padre “Te l'ho riportato” e poi usciva di nuovo, mettendosi così lei in cattiva luce con nostro padre ma salvaguardando me, avvalendosi del fatto che “ lei era maggiorenne e poteva fare quel che voleva ormai”.
A forza di dirlo a nostro padre s'era autoconvinta anche lei di poter fare quel che voleva e qualche cavolata l'ha combinata: più d'una a dire il vero. Per esempio mettersi con Adamo. Un bel tipo a vedersi ma di scarso valore come uomo: troppo amante della bella vita ma senza scrupoli sul come procurarsi il denaro. Quando era stato beccato dalla polizia per furto avrebbe trascinata nei guai anche Olga se mia sorella non avesse avuto un alibi di ferro: quella sera era stata trattenuta al lavoro e almeno dieci persone potevano testimoniare d'averla vista.
Non è che avesse scelto meglio mettendosi con Enrico, non ladro, anzi un gran lavoratore ma sposato e padre di due figli, però ad Olga questo particolare non l'aveva detto.
Poi altre storie, forse troppe, in fatto di fidanzati Olga ne ha cambiati davvero tanti.
Mentre lei è passata da una storia sentimentale all'altra, anche gli anni sono trascorsi e io sono arrivato a ventiquattro anni, lei a trentuno.
Nostro padre ormai è prossimo ai settanta anni ed è ancora più difficile da sopportare. Solo nostra madre ci riesce, forse per dovere coniugale essendo anche lei di mentalità troppo all'antica, quindi succube di lui per “dovere” non per amore.
Io non posso ancora permettermi una vita da indipendente ma piuttosto che sentirmi rinfacciare anche il consumo della corrente perché ho il computer acceso fino a tarda ora (anche questo fa mio padre) ho preferito trasferirmi da mia sorella che già da sei anni vive da sola.
Abbiamo fatto i patti prima: io non interferisco nei fatti suoi, lei non interferisce nei miei. Si condividono i sessanta metri quadri del mini alloggio e null'altro. Si pranza insieme se capita di trovarsi a casa insieme, non per dovere. Insomma vite autonome.
In futuro, quando guadagnerò, contribuirò più sostanziosamente alla ripartizione delle spese. Ora che sono uno stagista senza remunerazione, solo con un indennizzo miserrimo, mi limito a pagare qualche bolletta della luce o del gas, se arrivano in un periodo in cui ho qualche soldo in tasca, altrimenti fingo di non vederle, tanto provvede Olga che guadagna bene col suo lavoro e non ha certo problemi economici.
Anche se a casa da mia sorella ho una cameretta tutta mia, non è che me ne posso stare sempre chiuso in quel locale di meno di dieci metri quadrati (due metri e mezzo per tre metro e mezzo), ma utilizzo anche il locale multiuso (ingresso-soggiorno-cucina), il bagno ed il balcone; solo nella stanza di mia sorella non entro mai. Ne consegue che proprio tanto autonomi non siamo, essendo inevitabile condividere tempo e spazio, anche se ognuno di noi fa finta che l'altro non ci sia.
Più di me è Olga che finge che io non ci sia, girando per casa con disinvoltura anche seminuda, e “semi” è un modo di dire per indicare il quasi niente che porta addosso.
Giorni fa le ho fatto notare che sarò anche suo fratello, ma sono anche un maschio e che non sono insensibile al fascino che lei sprigiona. Ha riso con modi civettuoli e mi ha detto “Se non ti piaccio non guardarmi” ,
“E' una parola!”
“Che significa? Vuoi dire che non sei capace a non guardarmi? Sono cosi attraente?”
“Beh, insomma, ...di fighe come te non è che se ne vedono tante in giro, e questo lo sai, se no non te la tireresti tanto!”,
“Che faccio io? Me la tiro? In che senso?!
“Beh, dai snobbi spesso chi ti sbava dietro, sono mica cieco, vedo come fai la preziosa quando ti senti gli occhi degli uomini addosso”
“Io? Non mi pare! Non ti sto mica snobbando eppure continui a fissarmi. Ma che hai da guardarmi in questo modo?”
“Cos'ho da guardare??? Tutto!!! Scusa se te lo dico ma sei una gran gnocca. Dai, copriti che mi fai drizzare l'uccello cosi nuda o quasi.. “
Lei mi ha guardato tra le gambe e sorridendo ha detto “Magari avrei qualcosa d'interessante da vedere anch'io. Io forse mi copro poco ma tu, in casa perché non ti metti più a tuo agio? Guarda che qui non ci sono i nostri vecchi che si scandalizzano e non credere che io mi formalizzo. Non faccio per dire ma non saresti il primo maschio che vedrei al naturale, nel caso ti andasse di girare nudo per casa”
A parte il dialogo che credo di aver riportato più o meno fedelmente, non è successo altro; di certo Olga non è andata a coprirsi.
Anzi da quel giorno pare che voglia giocare a provocarmi.
Si veste si, ma con malizia: o camicette molto scollate, o gonne con spacchi vertiginosi, o solo biancheria intima e soprattutto mi guarda sempre con evidente malizia, mi fissa spesso o negli occhi o sulla zona inquinale e sorride sorniona, un poco beffarda. Comincia ad esagerare.
Sarà per scherzare, sarà per farle dispetto, sarà per una qualche altra motivazione inconscia ma ieri sera ho fatto qualcosa che....

...piovigginava ieri sera, si stava bene in casa , faceva caldo con i termosifoni rimasti accesi per l'intera giornata- la “zoccola" di mia sorella, quando è tornata dal lavoro, è andata a farsi subito la doccia lasciando la porta aperta.
Veramente la chiave non la giriamo mai, però almeno accostiamo la porta quando usiamo il bagno. Ieri sera lei non ha fatto neanche quello.
Fin lì non ci ho badato, poteva anche essere considerato un fatto normale ma quando è uscita con l'accappatoio disinvoltamente aperto e tutta la sua femminilità bene in vista, dal ciuffetto di peli biondi tra le cosce ai seni, beh ho reagito alla sua stessa maniera. Anziché dire qualcosa, sono andato nella mia cameretta, lasciando la porta aperta, mi sono disteso sul letto dopo essermi calato i vestirti e mi sono messo a masturbarmi a vista, coscientemente e consapevolmente.
Pensavo che cosi lei capisse l'imbarazzo che si prova.
O inconsciamente forse volevo che succedesse esattamente quello che è successo?
Olga è passata davanti alla porta, ha sbirciato, visto e dopo essere andata oltre di un solo passo, massimo due, è tornata in dietro si è affacciata dalla porta e mi ha detto: “Ma che fai? Maiale”. Io ho continuato e le ho detto “Vuoi farmela tu? Oppure copriti, cazzo”.
Si è messa a ridere facendo scivolare l'accappatoio dalle spalle, restando tutta nuda, dicendomi “Dai guardami. Guardarmi ti ti aiuta”.
Invece ho smesso, sono saltato giù dal letto andando verso di lei, a cazzo dritto e inciampando nei pantaloni che avevo sfilato da una gamba ma non dall'altra. Avrei voluto chiudere la porta per non prenderla a schiaffi, invece inciampando, ho perso l'equilibrio e, senza caderle addosso, sono finito, sfiorandola appena, con una mia spalla sul suo seno.
Lei, protettiva, subito mi ha preso con le sue braccia.
Emanava profumo di donna, eravamo a contatto, era nuda, ero nudo, a cazzo di fuori già ben duro. Io non ho capito più nulla, le ho detto “zoccola” un attimo prima di abbracciarla e baciarla.
Ho sentito un suo braccio cingermi il collo e stringermi con forza e l'altro suo braccio dirigersi verso il basso. Con la mano ha preso il mio pene e lo ha sistemato tra le sue cosce. Ha sospeso il bacio per dirmi “scopami stupido, quanto tempo ti ci vuole capire che ho voglia di te da sempre?”
Io non lo sapevo di avere anch'io voglia di lei, ma quando siamo finiti sul suo letto me ne sono reso conto che il desiderio era reciproco da chissà quanto tempo.
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