tradimenti
Il corteggiatore
di Zindo
23.10.2023 |
19.666 |
9
"Se ci riesci fammi uno squillo, qui c'è anche è il mio numero di cellulare” dice tirando fuori velocemente dalla tasca un biglietto da visita e mettendoglielo..."
“Perché non sei sempre così?” chiede Francesca al marito aggrappandosi alle sue spalle, ancora bagnate dalla doccia appena fatta, schiacciando un poco i suoi seni contro la schiena dell'uomo.Lui, guardandola nel riflesso dello specchio, sorridendo da uomo soddisfatto della sua recente prestazione, le chiede “Così, come?”
“Come poco fa!”
Si gira. Abbraccia la moglie. La guarda negli occhi e avvicinando le bocche come per un bacio chiede “Non mi avevi detto che eri arrabbiata con me?”
“Quando?”
“Quando volevi che facessi la doccia prima di fare all'amore”
“Infatti. Dopo il lungo viaggio mi pareva opportuno”
“Ma io non resistevo più. Non so da quanto tempo non ti vedevo rilassata come eri durante il viaggio. Sei bellissima quando sei rilassata. Se vuoi saperlo ho avuto anche la tentazione di fermarmi lungo il viaggio e fare l'amore a bordo strada”
“Perché non ti sei fermato? Avevo voglia anche io”
Prima la bacia e poi, stringendosi a lei, Gianni che ha anche qualche segnale di nuova erezione, fa in modo che la moglie se ne accorga, premendo un poco più forte con il suo sesso contro il ventre nudo di Francesca e poi le dice: “Hai fatto tante storie poco fa per farlo sul letto, immagino quante ne avreste fatto se ti proponevo i sedili”
“Tu dovevi provarci”
“Buono a sapersi, d'ora in poi non rimanderò mai a dopo quello che posso chiedere subito. A proposito: ti va di fare il bis?”
“Adesso?”
“Certo, adesso”
Lei ride e sfugge dalle braccia di lui, dicendogli in maniera civettuola “Insaziabile, ora devo farmela io la doccia”.
“Ti aspetto”
“Vestiti, tanto per fare all'amore questa volta avremo tempo. Finalmente”
Francesca e Gianni, sposati da nove anni stanno vivendo per la prima volta, dopo l'ormai remoto viaggio di nozze, una vacanza breve, da soli.
Hanno approfittato del ponte tra una festività infrasettimanale ed il weekend, a cavallo della data del loro nono anniversario, per lasciare alle nonne i figli e dedicarsi a loro stessi.
Inconsciamente puntano su questa occasione per un rilancio del loro rapporto di coppia.
Il loro era stato uno di quelli che si definiscono “matrimoni d'amore”. Si erano sposati convinti di
volerlo fare: con mille sogni nel cuore ma anche tanta razionalità in testa.
Avevano deciso di non avere figli subito, pensando di consolidare prima la loro posizione lavorativa.
Avevano letteralmente messo su casa, cioè ne avevano acquistata una contraendo un mutuo e arredandola ricorrendo anche ad un prestito finanziario. Avevano fatto i conti sull'ammontare dei rateo mensili che avrebbero potuto permettersi di pagare.
Sarebbero bastato già il pensiero di quelle rate ad indurli a pensare più ai guadagni che a spassarsela tra loro, ma la vita ci aveva messo dei carichi da novanta.
Nonostante le precauzioni lei era rimasta incinta quasi subito, non di una creatura ma di due gemelli.
Tutti i progetti erano saltati in aria: prima tra tutti quelli professionali di Francesca che anziché puntare ai desiderati avanzamenti di carriera, aveva dovuto badare a conservare almeno il posto di lavoro.
Per fare questo lei ed il marito avevano dovuto rinunciare all'autonomia di coppia, costretti come furono ad accettare e subire le inevitabili, e anche utili a dire il vero, interferenze delle due madri-suocere.
Da vari punti di vista dovevano provare solo riconoscenza per le “consuocere”, ma per l'armonia di coppia no: erano state e continuavano ad essere un danno.
Gianni, dal canto suo, aveva dovuto puntare più a fare straordinari che a fare carriera per far fronte alle tante, troppe spese. Quindi s'era ridotto a lavorare senza più il piacere di svolgere le sue mansioni, ma con un larvato senso di frustrazione.
Per queste ragioni il rapporto di coppia anche se non si era logorato, comunque ne aveva risentito, si era modificato in qualcosa di molto diverso da quello che loro avevano sognato.
Quantitativamente i loro rapporti intimi non sono mai stati scarsi, ma sono diventati prestazioni fredde, quasi fatte per dovere coniugale o per esigenze fisiologiche. Sono coiti con un trasporto passionale quasi a livello zero, molto condizionati dalla stanchezza fisica di entrambi, dalle preoccupazioni d'ogni genere e, non di rado, anche dai risvegli in momenti inopportuni dei gemelli o, dalle telefonate delle care ma invadenti nonne.
Erano e sono cosi affezionate ai gemelli, le due nonne, da contenderseli tra loro, fino a far nascere in Francesca l'idea di affidarli a loro per il ponte che cadeva quasi in coincidenza con il nono anniversario di matrimonio e così poter finalmente vivere tre o quattro giorni solo lei e Gianni.
Ora stanno infatti vivendo proprio questa meritata vacanza a due.
Sono sereni anche perché dalla telefonata fatta appena arrivati, non solo le nonne ma i bambini stessi, ormai grandicelli li hanno rassicurati che a casa sta andando tutto benissimo.
Sono anche felici per la meravigliosa trombata che ha fatto seguito alla telefonata a casa.
La vacanza non è solo trombare ma anche visitare il luogo dove ci si trova e i due coniugi infatti, dopo essersi "rinfrescati" e cambiati d'abito, stanno ora girando mano nella mano, come fossero fidanzatini, per le vie del centro, lui più attento alle facciate dei monumentali palazzi, lei più attenta alle vetrine.
Chissà a cosa sta guardando invece il giovanotto che va a sbattere con una certa veemenza contro loro due. Gli cade a terra il pacchetto che ha tra le mani, si china rapido a raccoglierlo, chiedendo scusa dal basso, mentre sia Francesca che Gianni, colti di sorpresa non hanno ancora messo a fuoco cosa sia successo, e prima si guardano tra loro, poi guardano l'alto giovane che si rialza davanti a loro come se stesse spuntando dal suolo elevandosi verso il cielo, ad un pelo di distanza da loro, ripetendo per la terza volta "scusatemi".
Cose che succedono a chi cammina distrattamente su strade discretamente popolate. Perché imprecare? Si sorridono imbarazzati e poi il giovane con il pacchetto si allontana e Francesca e Gianni commentano "Che tipo strano!"
"Mi pare una faccia già vista" dice Francesca
"Certo, stava uscendo dal nostro albergo quando siamo arrivati noi" risponde Gianni.
"Hai ragione. Sei fisionomista ed hai buona memoria"
"Beh, visto il modo come ti guardava quando usciva dall'albergo non potevo non notarlo"
"Quello lì? Guardava me?"
"Non dire che non te ne sei accorta, sembrava volesse mangiarti con gli occhi. Se l'ho notato io, credimi, ti ha fissata e come. Ho provato anche un poco di fastidio se vuoi saperlo e comincio a sospettare che non è venuto a sbattere casualmente contro te un attimo fa"
"Contro noi vorrai dire, ha preso di petto te, mica me"
"Ma tu hai traballato"
"Per forza. ci stavamo tenendo per mano e mi hai tirata tu"
"Resta il fatto che secondo me lo ha fatto apposta per farsi notare da te"
"Ma che fai il geloso adesso?"
"Non lo faccio. Non lo sono. Cioè no, aspetta: se quello ci stava provando sì, che diamine, che è cieco da non vedere e capire che stiamo insieme io e te? E ci prova lo stesso? Non lo so se è gelosia o altro, di certo un poco fastidio me lo da"
"Ah, ah, ah...tu geloso? Chi l'avrebbe mai detto? Ma no, non lo sei! Ti conosco troppo bene. Tu non sei geloso, ti scoccia solo l'affronto alla tua mascolinità. Non sei geloso di me, ma del tuo ruolo di macho non rispettato, sempre ammesso che quello abbia voluto davvero farsi notare; cosa che io non penso, sarebbe un buffo modo farlo andando a sbattere di petto contro le persone"
Due ore dopo, all'ora di cena, Francesca e Gianni fanno il loro ingresso in sala pranzo dell'albergo-ristorante dove alloggiano. Immediatamente notano i due seduti al tavolo d'angolo, in fondo al salone: è il giovane che ha sbattuto contro loro due quando erano a passeggio sul corso principale e una signora matura, molto matura, elegante, signorile, ma così matura da essere forse anziana anche per poter essere la madre del giovanotto, anche se non lo è abbastanza per essere la nonna, di certo non è una coppia come loro due.
Occupano un tavolo d'angolo e non siedono frontalmente l'uno all'altra ma su due lati adiacenti del tavolo, dando ognuno le spalle ad una delle due pareti perpendicolari tra loro.
Anche il giovanotto ha notato il loro ingresso e lo da a vedere da come sorride all'improvviso e fa un gesto più o meno di segno di saluto accennato prima e poi trattenuto. per un attino sembra che voglia alzarsi.
Poi ci ripensa, si mette a sedere. Si china verso la donna che sta con lui, le dice qualcosa.
Torna a mettere il busto contro la spalliera della sedia, guarda Francesca e Gianni , questa volta sorride, abbozza un inchino con la sola testa ed agita leggermente la mano a mo' di saluto.
Francesca accenna appena ad un sorriso, seguendo il marito verso il tavolo che il cameriere ha indicato di poter occupare. Gianni sposta una delle sue sedie per far accomodare la moglie.
Non per caso ma deliberatamente ha offerto alla moglie il posto che obbliga la donna a dare le spalle all'estraneo giovanotto: non vuole che quello lanci segnali a Francesca. Si mette lui di fronte alla moglie, nella posizione migliore per guardare quel tipo.
Francesca dice “Un cavaliere non impone il posto alla signora, ma le lascia la possibilità di scelta”
“Siediti lì e non fare storie”
“E' per quello lì? L'ho visto che c'è anche lui, che credi? Non dirmi che sei geloso davvero?”
“Dovrei non esserlo? Non ti girare perché sta di nuovo fissando te. Certo che è spudorato. Sta in compagnia, ti vede con me ed insiste”
“Dai, non esagerare, sta solo guardando”
“Già perché tu non vedi come sta guardando. Che spudorato”
“Ma sei geloso davvero?”
“Cribbio ma ti sei vista allo specchio prima di scendere? Sei uno schianto con questo vestito, ma anche con i pantaloni e la camicetta che portavi oggi, Non è mica un fesso quello li, sa riconoscere ed apprezzare una bella donna”
“Ma questo è un complimento. Quanto tempo è passato da quando me ne hai fatto uno l'ultima volta?”
Lui sorride, la fissa, le dice “Quanto tempo è che non ti prendi cura di te come oggi? Si, sei bella in modo particolare da quando siamo partiti. Non è questione di vestiti, ma di non so cosa, forse di quella serenità che non vedevo da non so quanto tempo nella tua espressione...sì, sei bella tanto e quello non è stupido, ti ha notata”
“Ci voleva quello lì per farti uscire queste parole? Quasi quasi lo vado a ringraziare”
“Sciocchina, lui mi da fastidio, sei tu che mi piaci”
“Posso girarmi a guardarlo?”
“Direi che sarebbe meglio di no, ma se proprio vuoi farlo, fallo con discrezione e non sfacciatamente come sta facendo lui. Pare che non veda altro che te”
Francesca fa cadere deliberatamente la borsetta, si china per raccoglierla, è l'espediente che usa per potersi girare e guardare il tavolo dell'altro.
Il giovanotto sembra diventare improvvisamente rosso e con mossa fulminea gira la testa per tornare a guardare verso la donna che sta al suo tavolo.
“Non mi pare che stia guardando me” dice Francesca rialzandosi
“Perché non hai visto con quanta rapidità si è girato. Ecco ora parla con la donna che sta con lui, anzi no è tornato a guardare noi..."
Gianni smette di fare la “radiocronaca”, si sposta quasi a cercare di nascondesi dietro la proiezione del corpo della moglie.
Sorride e dice “Quello deve essere un poco scemo. Quando ha guardato verso di noi ha spalancato gli occhi e mi ha fatto un gesto con la mano, scuotendola, quasi come a dire “che paura, per poco non mi beccava adesso che si è girata”, evidentemente riferendosi a te”
“Tu hai troppa fantasia secondo me. Non farebbe segnali a te se davvero fosse interessato a me”
“Forse hai ragione tu. Ti vedo troppo bella e mi sa che sono davvero un poco geloso. Mi piaci davvero tanto. Dopo cena non si esce, si va subito in camera, a fare all'amore”
“Attento a quello che dici ed abbassa la voce. Non mettermi in imbarazzo”
Si sta avvicinando il cameriere spingendo un carrellino munito di secchiello con ghiaccio trito e due calici, portando una bottiglia in mano e chinandosi come a voler confidare un segreto dice alla coppia “I signori vogliono gradire del Pecorino Le Merlettaie di Offida? E' un omaggio del signor Simone” e indica con un gesto del capo il tavolo con il giovanotto e la signora anziana.
Il giovanotto sorride gioiosamente ed alza un calice a mo' di prosit. Gianni non sorride affatto e con voce ferma dice al cameriere “Lei si limiti a portare a questo tavolo quello che ordiniamo noi anche perché temo che si stia sbagliando, non conosciamo nessun signor Simone”
“E lì, è quello che la sta salutando”
“Mai conosciuto”
Interviene Francesca “Aspetti” dice al cameriere; poi si rivolge al marito: “Poverino, vorrà scusarsi per oggi, accetta”
“Lasci qui ma non apra ancora la bottiglia. Vado io a chiedere spiegazioni”
Le facce di Francesca e del cameriere sono entrambe segnate da un evidente imbarazzo: di lieve disagio quella del cameriere, quasi di timore per eventuali scenate quella di Francesca.
Entrambi seguono con lo sguardo Gianni che avanza verso l'ancora cordialmente sorridente giovanotto, il quale, vedendo arrivare Gianni si alza e già tende la mano verso lui.
“Salve. Sono Simone B...., il distratto che oggi le è venuto contro. Posso scusarmi?”
Gianni accetta la mano ma senza stringerla più del minimo necessario e con tono freddo risponde: ”Si è già scusato più volte oggi, non mi pare il caso di insistere ulteriormente e tanto meno di mandare degli omaggi al nostro tavolo. Non si offenda ma può ritirare la disposizione che ha dato al cameriere; non bevo vini che non conosco”
Il non più sorridente Simone, con espressione da mortificato, quasi balbetta “Non volevo essere indiscreto né offensivo, lo accetti per favore, in cambio...magari mi dice anche il suo nome..., magari può essere l'inizio di una conoscenza non credi? Ops.. scusi..volevo dire non crede?”
Prima di ricevere risposta, tornando a dare del tu, indica la signora e dice “Intanto ti presento mia zia Clotilde, ci sente poco perciò posso parlare tranquillo. Tra mezz'ora la porto in camera sua e poi sono libero. Per te sarebbe un problema liberarti?”
“Liberarmi? Da che? Da chi?”
“Da quella che sta con te? E' la tua donna?”
“E' mia moglie”
“Beata lei! Cerca una scusa per uscire senza lei tra ...quando puoi...Se ci riesci fammi uno squillo, qui c'è anche è il mio numero di cellulare” dice tirando fuori velocemente dalla tasca un biglietto da visita e mettendoglielo in mano.
Gianni è confuso, è stato colto di sorpresa. Vorrebbe dire mille cose per rifiutare la bottiglia e l'incontro, dice solo “Ho la serata impegnata"
"Sarai ancora qui domani?”
"Forse sì, forse no. Dipende , Perché me lo chiede?"
"Non stavamo già dandoci del tu?"
"Posso chiedere il perché di quella bottiglia?"
"Per stabilire un contatto tra noi" Poi si fa serio e aggiunge "Prendo atto che sei sposato ma spero che non disdegni qualche distrazione di altro genere, Tu non mi dispiaci e mia zia non è di ostacolo, tra poco la porto a dormire e domani passa a prendersela mio cugino, suo figlio e siccome è sorda non sta capendo un tubo di quello che dico"
"Neanche io sto capendo"
Simone ride di nuovo e dice “Gustatelo quel vino, poi mi fai sapere se è di tuo gradimento. Ciao, non fare attendere la donna che è con te”
“Mia moglie” ripete Gianni.
Torna al tavolo.
Il cameriere chiede “Lascio?”
“Lasci!”
Francesca chiede: “Che vi siete detti?”
“Mi sa che ho sbagliato io. Quello non sta corteggiando te”
“Te lo dicevo io. Come hai fatto a capirlo?”
"Perché sta corteggiando me"
Francesca ride divertita e questa volta non chiede il permesso al marito per girarsi e guardare quel tipo, facendo in tempo a vederlo arrossire ed abbassare lo sguardo. Torna a guardare Gianni e, ridendo gli dice "Spero che non hai cambiato idea. Stasera non si esce dopo cena ma si va su in camera per quello che hai proposto tu poco fa"
"Perché dovrei aver cambiato idea?"
"Beh, con i tempi che corrono e la concorrenza che viene anche dai maschietti, noi poveri mogli dobbiamo tenervi impegnati anche durante le vacanze a voi mariti"
"Tranquilla, io e te siamo allenati a sottrarci alle invadenze dei figli e delle suocere, non credo che possa interferire un,...un... Beh, lasciamo perdere. Guarda il menù e dimmi cosa ordiniamo per cena"
"Se non ci fossi io con te, come ti comporteresti con quello lì?"
"Ahò! Ma per chi mi hai preso? Non sarai mica gelosa di un tipo simile?"
Chissà se Francesca è sincera o sta solo scimmiottando il marito quando in precedenza le aveva detto più o meno le stesse cose, ovvero (ridendo): "Beh, ma ti sei visto quanto sei figo? Non ti ho mai visto così attraente e quello lì mica è fesso, ha capito che sei un torello e ci prova, mica è stupido"
"La prossima volta mandiamo i ragazzi dai nonni ma restiamo a casa"
Lei ride e dice "...e rinunceresti ad un buon vivo come questo che ci ha offerto il tuo spasimante? E' buono, anzi ottimo, Assaggialo, il vino intendo".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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