tradimenti
Anna e Marco

03.03.2025 |
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"Marco le strinse i polsi più forte..."
Il pomeriggio scivolava lentamente tra le pareti eleganti della suite d’albergo. Il sole filtrava dalle tende spesse, dipingendo ombre dorate sul pavimento in parquet. Anna si osservò nello specchio della grande camera, sistemando i capelli con un gesto rapido. Aveva lasciato il marito a casa con la solita scusa di un aperitivo con le amiche, ma la verità era ben diversa.Aveva trent’anni, un corpo che ancora trasudava giovinezza e una mente sempre più affamata di emozioni forti. Marco, il suo amante, ne aveva cinquanta, il fascino maturo di chi sapeva come prendere il controllo e portare una donna al limite del piacere.
Il suono discreto della porta che si apriva la fece voltare. Marco entrò senza dire una parola, chiudendo la porta alle sue spalle. Indossava un completo scuro, con l’eleganza di chi era abituato a comandare. Si avvicinò lentamente, il suo sguardo la spogliava prima ancora delle mani.
"Hai fatto la brava oggi?" le sussurrò all’orecchio, sfiorandole il collo con le labbra.
Anna trattenne il respiro. "Non lo so. Sei qui per scoprirlo."
Un sorrisetto apparve sulle labbra di Marco. La prese per i polsi, spingendola con decisione contro il muro. Il suo corpo si schiacciò contro il suo e Anna sentì il calore della sua pelle sotto la camicia leggermente sbottonata.
"Dimmi quanto mi hai desiderato."
Anna sorrise, provocante. "Tutto il giorno."
Marco le sollevò il vestito con un gesto lento, lasciando che le dita risalissero lungo le sue cosce. La sua mano trovò la pelle nuda sotto la stoffa sottile e Anna sussultò al tocco sicuro.
"Senza intimo. Brava ragazza."
La sua voce era roca, densa di eccitazione. Con un movimento deciso, la fece girare, premendo il suo petto contro la parete mentre le sue mani esploravano ogni curva con una lentezza esasperante.
"Voglio sentirti implorare."
"E se non lo facessi?" ribatté lei, mordendosi il labbro.
Marco le strinse i polsi più forte. "Allora dovrò costringerti."
Anna moriva di desiderio. Le sue dita si intrecciarono ai capelli di lui mentre la lingua di Marco scendeva lungo la sua schiena, lasciando una scia di brividi bollenti. Le sue mani le afferrarono i fianchi, spingendola contro di lui mentre le labbra esploravano ogni centimetro della sua pelle.
La trascinò verso il letto, facendola sdraiare con un gesto deciso. La osservò per un istante, gli occhi colmi di desiderio e di dominio. Poi, senza preavviso, le immobilizzò i polsi sopra la testa, tenendoli fermi con una sola mano.
"Sei mia."
"Mostramelo."
Marco la prese con una passione brutale e controllata, ogni movimento calcolato per portarla sempre più in alto. Il piacere la travolse in ondate incessanti, il corpo che tremava sotto il suo tocco esperto.
Le sue labbra la divoravano, scendendo lungo il ventre, mentre le dita tracciavano percorsi proibiti sulla pelle sensibile. Anna ansimò, il corpo che rispondeva senza più freni.
"Dimmi cosa vuoi."
"Più forte…"
Marco obbedì al suo silenzioso desiderio. La prese per i fianchi, tirandola contro di sé con colpi decisi che la facevano gemere sempre più forte. Il rumore della pelle che si scontrava riempiva la stanza, un’eco di piacere e peccato.
"Dimmi chi ti fa sentire così."
Anna affondò le unghie nelle lenzuola, la voce rotta dai gemiti. "Tu… solo tu…"
Marco sorrise, soddisfatto. Accelerò il ritmo, spingendola verso un punto di non ritorno. Anna si inarcò sotto di lui, il piacere che la consumava in onde sempre più violente. Vennero insieme, con un ultimo colpo profondo che li lasciò senza fiato.
Rimasero distesi, le pelli incollate dal sudore e il respiro ancora affannato. Marco le baciò la spalla, le dita che ancora stringevano i suoi fianchi con un possesso che non lasciava dubbi.
"Sei stata bravissima," le sussurrò all’orecchio, mordendole piano il lobo.
Anna sorrise, ancora persa tra le onde di piacere che la scuotevano. Sapeva che avrebbe continuato a mentire a suo marito. Perché nessuno, tranne Marco, sapeva davvero come possederla.
Dopo qualche minuto, lui si sollevò a sedere, accendendosi un sigaro e osservandola con sguardo compiaciuto. "Ancora affamata?"
Anna si morse il labbro, scivolando tra le lenzuola fino a trovarsi sulle sue ginocchia davanti a lui. "Sempre."
Le sue mani scivolarono sulle cosce forti di Marco, mentre lo sguardo di lui si faceva più cupo, più assetato. Le dita di Anna giocarono con i bottoni della camicia di lui, riaprendola lentamente, le labbra che esploravano ogni centimetro di pelle sotto di essa.
Lentamente, la tensione si rinnovò. Il desiderio tra loro non si placava mai, si rinnovava, si alimentava di ogni sguardo, ogni tocco, ogni respiro. Marco la guidò con fermezza, lasciandola prendere il controllo solo quanto bastava per poi riprenderselo, ribaltandola sul letto con un gesto deciso.
"Questa volta, voglio sentirti gridare."
Anna sorrise, accarezzandogli il petto. "E se non lo facessi?"
Marco le afferrò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi. "Allora dovrò provare più forte."
E Anna, quella notte, lo fece davvero.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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