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I lontani vicini (cap.1 di 2)


di Zindo
10.10.2024    |    3.955    |    7 9.3
"Infatti godo fama di essere un dongiovanni..."
Eccolo il numero 6/c di queste villette a schiera. E' questa la casa di Claudio e Giorgia.
E' stato facile trovarla, Claudio mi ha dato informazioni precise sul come fare per arrivarci dopo essere uscito dal casello autostradale.

Scendo dalla macchina, leggo sul pulsante del campanello vicino al cancello il cognome di Claudio. Pigio. Aspetto che qualcuno apra o chieda dal citofono chi ha suonato.
Non accade nessuna delle due cose

Può darsi che Claudio sia ancora al lavoro, ma Giorgia dovrebbe essere in casa.. Tra l'altro vedo le persiane alzate sia alle finestre del piano rialzato che a quello superiore.
Riprovo a suonare. Questa volta sono certo che il campanello elettrico ha risuonato all'interno. Però non succede ancora nulla.
Strano però. Non sono arrivato all'improvviso. Li ho avvertiti all'ora di pranzo che sarei arrivato questa sera e non domattina come precedente programmato.Sono passate le diciotto ormai e mi avevano detto che non c'erano problemi; che da dopo le due Giorgia sarebbe stata certamente in casa e che anche Claudio questo pomeriggio avrebbe smesso di lavorare prima del solito.
A causa della mancata erogazione di energia elettrica , per lavori sulla rete dell'Enel, io oggi ho lavorato fino alle undici. Per questo ho deciso di anticipare la partenza già programmata per domattina, chiedendo telefonicamente a Claudio se creavo problemi.
Mi hanno detto di no, anzi sia lui che la moglie mi sono sembrati contenti di questo anticipo.
Pazienza. Tra poco uno dei due tornerà. Aspetto.
Non è necessario. Ecco, mi sento chiamare. Guardo verso l'alto della casa. Su una specie di balconcino che pare ritagliato nel tetto spiovente del piano superiore, vedo Claudio. E' stato lui a chiamarmi. Sorride felice ed agita la mano dicendomi “Aspetta che ti apriamo. Quassù non ho il pulsante per aprirti, faccio scendere subito Giorgia”.
E' visibilmente contento di vedermi, però mi sorprendono sia la sua voce affannata, come se avesse il fiato grosso, sia il suo corpo sudato, vistosamente sudato, anche visto da questa distanza.
IL cancello si apre con il comando elettrico azionato dall'interno; manualmente si apre anche il portoncino a pochi metri da me. Dall'anta sporge la testa di Giorgia; prima di apparire a figura intera sulla soglia, già mi sorride e mi invita ad entrare facendo capolino da dietro l'anta.
Sono davvero imbarazzato. Non avevo mai visto prima Giorgia cosi spettinata. E' coperta da un accappatoio di spugna che cerca di tenere chiuso stringendo i bordi anteriori con le mani chiuse a pugno, una all'altezza del seno, l'altra all'altezza dell'inguine. La luce che dall'esterno investe il suo corpo si riflette con un vago luccichio sulla sua fronte. E' evidente che anche lei è leggermente sudata. Ho ragioni per credere di essere arrivato nel momento meno opportuno. Sommando istintivamente il ritardo con cui mi hanno aperto e le condizioni con cui entrambi mi sono apparsi deduco quasi con matematica certezza che stavano facendo all'amore quando io ho suonato.
Dovrei sentirmi a disagio. Un tantino lo sono ma poco, poco, poco.
Definirei il mio stato più da persona in stato di turbamento che in stato di disagio.
Sì, il solo pensare che un attimo fa i due stessero scopando mi turba, anzi di più, oserei dire che un poco mi eccita.

A questo punto è necessario che vi dica anche qual'è il mio orientamento sessuale, altrimenti non capireste le mie sensazioni. Sono bisessuale convinto ed orgoglioso di esserlo.
Alcuni cosiddetti “normali” considerano “depravati” quelli con i miei gusti. Io considero loro degli imperfetti, non in grado di apprezzare i piaceri sessuali a tutto tondo.
Rispetto gli orientamenti sessuali di tutti ma io mi ritengo privilegiato rispetto a quelli che per scelta o per indole si devono accontentare solo di una parte limitata della vasta gamma di piaceri che la sessualità consente alle persone “complete” come io mi considero.
Da quando ho memoria dei miei stimoli sessuali io ho sempre provato attrazione per entrambi i sessi, senza alcuna spiccata preferenza per un genere rispetto all'altro, caso mai differenziando le persone piacenti e sensuali da quelle insignificanti o poco attraenti, maschi o femmine che fossero.
E' stato l'ambiente dove sono cresciuto e la mentalità comune a condizionare i miei comportamenti nella prima giovinezza. Non ero stupido ed ho capito presto, molto presto, che il provare attrazione per le persone del proprio sesso era considerato anormale dal modo di pensare della gente comune, o almeno da quello che la gente dice di pensare, perché poi, crescendo e vivendo, ho capito che molti, quasi tutti, si dichiarano eterosessuali, fedeli nei rapporti affettivi, sani nei principi, ma ben pochi sono coloro che vivono coerentemente con quello che dichiarano di essere.
Ho imparato ad essere ipocrita come la gente che avevo intorno, esibendo, anzi ostentando la parte di me che si potrebbe definire “etero”, e tenendo segreta quella classificabile “omo”.
Nei miei ambienti abituali (paese d'origine, luogo di dimora, ambiente universitario prima, quello di lavoro dopo) mi sono dedicato sempre alle donne, alle belle donne. Infatti godo fama di essere un dongiovanni. Non ho mai pensato di rinunciare però all'altra metà del “pianeta Eros” e con la scusa di essere amante del viaggiare ho cercato altrove, a distanza da occhi indiscreti e da bocche pettegole, anche gli altri piaceri.
Non ho mai preso in considerazione per i miei progetti di vita, l'idea di sposarmi o costituire una coppia fissa con un altra persona, né di un genere sessuale, né dell'altro. Nessuna persona, né maschia, né femmina sarebbe soddisfacente da sola per le mie esigenze.
Il mio ideale è sempre stato condividere i piaceri con una coppia. Desiderio molto diffuso ma non facile da soddisfare. A meno che, come nel mio caso, non si accetta di vivere una vita senza relazioni stabili, ma collezionando avventure.
Se nei primi anni giovanili mi spostavo per andare a cercare lontano la soddisfazione alla mia componente omosessuale, nella maturità ho cercato in luoghi idonei i rapporti con coppie, quelli che mi appagano integralmente e non una sola componente della mia personalità.
Non è poi così difficile come molti vogliono far credere se si conoscono i posti giusti e non si sta a sottigliare se la coppia è regolare o meno, cioè regolarmente sposata o no, né se è una coppia stabile o occasionale. Che importanza ha ai fini del rapporto materiale? Nulla.
Può averne ai fini psicologici, questo sì. Una cosa di alto valore erotico psicologico è l' entrare a far parte del ménage di una coppia fissa e collaudata, molto diverso è fare l'amore in tre persone qualsiasi.
Forse per autodifesa (io mi sono tenuto sempre alla larga dai legami affettivo-sentimentali) ho scelto di vivere avventure e non relazioni. Volente o nolente i legami sono impedimenti; sono impedimenti ad una vita libera. Ecco perché mi sono reso indipendentemente ed autonomo dalla mia famiglia d'origine in età giovanissima; ecco perché non ho mai avuto relazioni stabili e durature ma solo brevi flirt ed innumerevoli avventure; ecco perché non ho mai stretto vincoli di forte amicizia con nessuno, neanche tra colleghi di lavoro, tra vicini di casa, tra compagni che frequentano i miei stessi circoli sportivi o culturali. Preferisco stare solo per essere libero; solo per principio, come regola di vita.
Soprattutto non ho mai confidato ad alcuna persona degli ambienti in cui abitualmente vivo, le mie vere inclinazioni e il come soddisfo i miei bisogni sessuali. Sono affari miei e non della gente che mi vive intorno.
Del mio orientamento sessuale sono ignari anche Claudio e Giorgia.
Loro sono gli unici “quasi” amici che ho. “Quasi” infatti, non “veri” amici, se per amico s'intende la persona alla quale si confida tutto, anche i propri segreti.
Ci siamo conosciuti un paio d'anni fa quando sono andato a stare nella casa dove ancora abito e me li sono trovati come vicini di casa. Hanno abitato fino all'autunno scorso nell'appartamento adiacente al mio; i balconi dei nostri appartamenti erano consecutivi, separati solo da un muretto alto quando la ringhiera. Per tale vicinanza, per l'appartenere alla stessa fascia di età, per il piacerci reciprocamente come caratteri, è nato spontaneamente tra me e loro un rapporto diverso da quelli che di solito intreccio con altre persone. Non li ho mai messi al corrente dei miei orientamenti sessuali, non è un fatto che voglio sbandierare, e non è stato importante per il nostro trovarci bene in compagnia, per parlarci da una parte del balcone all'altra tutte le sere, per accettare i loro frequenti inviti a cena, per ricambiare qualche volta portandoli io a cena fuori o per passare serate insieme al teatro o altrove. Insomma un normale, banale, naturale “sentirci bene nello stare insieme” piuttosto spesso.
Probabilmente non ci eravamo resi conto di quanto ci eravamo abituati a questo stare insieme fino a quando non hanno cambiato casa, anzi città, trasferendosi qui, sulla costa, ad oltre cento chilometri di distanza, per ragioni di lavoro credo. Non ne sono proprio certo.
Non abbiamo mai parlato tra noi di faccende serie o di fatti privati. Eppure una volta allontanatici ci siamo accorti che qualcosa di importante, difficile da individuare e descrivere, comunque c'era stato tra noi, altrimenti non avremmo risentito del non frequentarci più.
Varie volte mi hanno invitato a venire qualche giorno da loro. Sinora c'è sempre stato qualcosa ad impedirmelo. Poi mi sono accorto di questo lungo ponte che offre il calendario ed ho programmato una breve viaggio vacanza, con prima tappa qui da loro e poi spostarmi in un'altra località che frequento spesso, anch'essa molto lontana dalla mia residenza abituale. Cioè dove si trova il Kubosfera, il locale che frequento con una certa regolarità, anche se non con assiduità, per incontrare coppie compiacenti e poter dare libero sfogo alle mie inclinazioni sessuali.
E' un locale mascherato da circolo, al quale la prima volta si accede solo se presentati, in seguito se si è già soci, ovviamente soci paganti una quota annuale di non proprio trascurabile entità, ma ne vale la pena. Il locale è frequentato proprio da gente come me. Se le coppie che incontro lì sono stabili o occasionali non me ne è mai fregato niente, so che ho sempre trovato persone con cui divertirmi. A me sta bene anche così.

Ecco. Ora vi sarà facile capire perché ho provato una specie di eccitazione nell'immaginare di averli interrotti mentre (molto probabilmente) stavano facendo sesso. Nei miei programmi di questo viaggio è previsto incontrare coppie per soddisfare i miei sensi. Questa è una coppia e secondo me stavano facendo sesso. E' stato automatico lo scatto dentro di me di quella molla eccitante che in questi due anni di conoscenza non era mai scattata. Sinora ho visto in loro persone amiche, ora vedo una coppia che pratica sesso regolarmente. Questo mi eccita, me li fa desiderare.
Non ho mai pensato a loro due come a possibili partner da letto prima di questo momento, ma all'improvviso mi rendo conto che sono una coppia sposata e come tutti i coniugi certamente trombano. E' un fatto scontato lo so, ma finora non ha mai avuto alcuna importanza. Adesso sì. Di colpo sì. E' come se mi dispiacessi di non averli visti avvinghiati qualche attimo fa. Per la prima volta guardo Giorgio con occhi di maschio e vedo in lei la donna, non l'amica. Certamente è nuda sotto quell'accappatoio e la cosa mi eccita ulteriormente. Forse se lo sarà infilato in tutta fretta quando ho suonato. Mi piace immaginare che la sua figa sia ancora umida, che nel suo corpo vi sia ancora in circolazione rimasugli dei piaceri che stava provando con il marito.
Non faccio in tempo a farle un complimento che già dalla scala scende Claudio.
Indossa un pantalone largo da tuta e, come avevo già visto dalla strada, ha il torace imperlato di sudore, con la canottiera fradicia praticamente appiccicata alla pelle. Diamine! Non mi ero mai accorto del suo bel fisico.
Comincio ad avere strane idee, per la prima volta penso a Claudio e Giorgia come probabili partners per un rapporto, anzi comincio non solo a pensarci ma a desiderarlo.
Riesco a mascherare i miei veri pensieri salutandoli. Poi mi giustifico: “Scusate. Forse sono arrivato in un momento sbagliato.”
“No, abbiamo appena finito di montare dei mobili,... per te” mi dice Claudio.
Giorgia mi informa che stava per farsi la doccia quando sono arrivato e si scusa se mi lascia solo con il marito per poterla fare adesso.
Claudio mi invita a visitare la casa ed intanto mi spiega che già da alcune settimane aveva comprato dall'Ikea dei kit di mobili da montare per arredare la stanza degli ospiti ma non aveva mai trovato il momento giusto per farlo o non aveva avuto mai motivo per farsene venire la voglia. Mi dice anche che avevano programmato di assemblarli questa sera, per me che ero atteso per domani. Per il mio anticipo lo hanno fatto ora, trovando il montaggio più complicato e più faticoso del previsto. Hanno appena finito, ecco perché sono sudati, altro che la scopata che ho immaginato io.
Ormai però il tarlo del desiderio in me si è attivato e non si azzera solo per questa spiegazione, anzi.
Dal bagno arriva il rumore dell'acqua che scroscia nella doccia. Come faccio a non pensare a Giorgia nuda che si cosparge di schiuma e si lascia carezzare dall'acqua? Se penso a questo, come posso smorzare il mio nascente desiderio?
Claudio mi parla e mi mostra la casa. Fingo d'essere interessato e commento con giudizi detti a caso, del tipo “bello”, “grande però”, “carino qui” e altre espressioni simili.
Prima mi mostra tutti i locali del piano rialzato, compresa la loro camera da letto, la cui visione insieme al rumore dell'acqua che viene dal bagno, mi fa di nuovo pensare alle scopate che loro lì hanno fatto, e fanno, alimentando ancora il mio desiderio e stimolando la mia eccitazione.
Poi sale la scala che porta di sopra dicendomi che lassù dormirò io. Mi precede su per la scala e vedo i suoi glutei muoversi innanzi a me man mano che sale i gradini. Penso al suo sedere più che alla casa.
La scala conduce direttamente all'unico grande locale open space che costituisce il piano superiore, con il solaio inclinato. Non ci sono altre pareti divisorie o porte tranne quella del bagno ricavato in un angolo. E' qui che hanno montato i mobili poco fa. Claudio giustifica la presenza del grande letto matrimoniale a centro stanza col fatto che pensano di ospitare lì anche i genitori dell'uno o dell'altra nel caso vorrebbero fare loro delle visite. Poi mi dice che l'armadio e lo scrittoio sono i mobili appena montati. Ci sono ancora i cartoni dei kit ed alcuni attrezzi. Claudio raccoglie i cartoni e mi chiede di prendere io la cassetta degli attrezzi. Roba da scendere in garage.
Ripassiamo dal piano rialzato e sempre dall'interno scendiamo a quello seminterrato. Il locale principale è immenso. Claudio aziona un telecomando e la serranda si apre. Mi dice di portare dentro anche la mia macchina, mentre lui sistema i cartoni da qualche parte.
Assecondo la sua richiesta. Quando anche la mia vettura è all'interno lui richiude la serranda con il telecomando e mi dice “Mentre scarichi i tuoi bagagli io me la faccio qui la doccia. Se vuoi rinfrescarti anche tu vai pure su, c'è già tutto il necessario nel tuo bagno. Porta, se vuoi, l'indispensabile, gli altri bagagli te li porto su io, dopo”.
Mentre mi parla già si libera della canottiera intrisa di sudore e si abbassa i pantaloni della tuta. Con i soli slip e le ciabatte varca una porta. Seguo con lo sguardo i suoi spostamenti. Oltre la porta c'è un altro locale, forse la lavanderia o altro. Non mi frega niente di conoscere la struttura della casa, ma ho voglia di vedere il suo fisico nudo. Solo per questo varco anch'io la porta dicendo “Ma hai tanto spazio anche qui sotto”. E' solo una scusa per guardarlo. Infatti si sta sfilando gli slip. Non si aspettava evidentemente il mio oltrepassare la porta e tenta di coprirsi la parte intima scusandosi lui con me, mentre dovrei scusarmi io.
Diamine se ha un bel fisico il mio amico. E' vero che di uomini non vestiti ne ho già visti tanti ma solo ora mi rendo conto di aver frequentato o tipi effeminati negli anni giovanili quando andavo o con gay o con donne ma non con coppie, o uomini abbastanza maturi, dai quasi cinquanta in su da quando vado con coppie. Claudio appartiene alla fascia di età che mi è mancata, la migliore, quella appena prima dei quaranta, quando la crescita sia psichica che fisica è completata e il tempo non ha ancora cominciato a scalfire il fisico. Oltre che l'età ideale per piacere Claudio ha anche un fisico magnifico, forse merito di madre natura, forse perché svolge una attività fisica che ha favorito il suo sviluppo muscolare, forse perché starà attento all'alimentazione e praticherà probabilmente qualche sport, comunque mi piace e tanto pure. Glie lo dico “Perché ti scusi? Anzi grazie, sei proprio un bel vedere, complimenti per il tuo fisico”.
Mi pare in imbarazzo, si affretta a varcare una ulteriore porta che lascia però aperta alle sue spalle. E' quella di un bagno. Si infila rapidamente nel box doccia e dall'interno mi dice che farà subito a lavarsi e mi ripete che intanto io posso salire se voglio, aggiungendo “Ormai Giorgia avrà finito, ti sistemerà lei il letto, vai pure”
Ecco, ci mancava che mi ricordasse anche della presenza di Giorgia per completare il quadro ideale per farmi eccitare al massimo.
Vorrei essere con lui dentro la doccia, con Giorgia di sopra, con entrambi su un letto.
Devo darmi una calmata. Sì, forse è il caso che salga anche io di sopra, su, all'ultimo piano, come Claudio mi ha detto, c'è tutto l'occorrente per farmi una doccia anche io.
Ne sento la necessità, non per il viaggio appena fatto, ma per sedare con un getto d'acqua fredda i miei bollenti spiriti.
Io salgo. Ci ritroveremo tra poco, per la seconda parte. Cominciano adesso le cose interessanti da raccontarvi.
A tra poco, per il secondo capitolo.
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