orge
altro che concerto rock cap 2 di 2

29.03.2025 |
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"Quando riuscì a mettersi a cavalcioni su di lei e chinarsi per infilare il suo duro arnese tra le enormi natiche di Sonia, Dante si senti beato anche se ogni..."
Claudio, facendosi portavoce anche dei suoi amici condusse una specie di trattativa con le due ragazze, per fare gruppo unico e cercare un modo piacevole di recuperare la serata che si era messa male per tutti, a causa dell'impossibilità di assistere al concerto,Potrebbe essere interessante descrivere le proposte emerse, la valutazione di ciascuna da parte di ognuno, le bellezze e le contraddizioni di Roma, ma poiché sono aspetti di scarso interesse erotico, costituirebbero solo una lungaggine del racconto non a tutti gradita.
In sintesi basta dire che decisero di andare tutti a casa di Sonia, l'amica di Giulia, l'unica residente a Roma per ragioni di lavoro. Giulia era sua ospite, sua amica e forse anche aua ...”qualcos'altro”.
Per raggiungere la meta dovettero fare un lungo percorso, in parte a piedi fino a raggiungere la fermata dei mezzi pubblici che utilizzarono per avvicinarsi all'albergo in centro città dove alloggiavano i quattro scapoloni. Qui presero dal parcheggio l'auto di costoro e, in sei sul mezzo omologato per cinque persone raggiunsero la parte della città opposta a quella dalla quale erano partiti.
Tutt'altro che tempo perso comunque. Anzi ben utilizzato per familiarizzare, conoscersi, stuzzicarsi a vicenda, insomma per riscaldare eroticamente gli spiriti e omologarsi psicologicamente sul tipo di passatempo col quale volevano divertirsi.
In linea di massima tutti erano orientati al divertirsi con giochi erotici e pratiche sessuali. Nei dettagli ognuno coltivava fantasie diverse ed immaginava (sperando o temendo che così fosse) che la serata si sarebbe svolta in una particolare maniera.
Claudio ovviamente si riteneva privilegiato rispetto ai suoi amici perché aveva avuto la lontana bella anche se fugace esperienza con Giulia (vedere il 1° capitolo) e sperava non solo di riviverla ma di completarla nel modo che tanti anni prima Giulia aveva detto di desiderare, cioè farsi possedere da più maschi. Non prendeva in particolare considerazione la presenza di Sonia tanto era preso dal suo interesse per Giulia.
Biagio avrebbe potuto testimoniare sull'episodio passato perché in parte aveva assistito al rapido abbordaggio ed in parte perché aveva ascoltato a caldo, da Claudio, il racconto di cosa era successo subito dopo. Per questo anche lui pensava prevalentemente a prestazioni con più uomini da parte di Giulia vedendo Sonia come “piacevole intrattenitrice” del o dei maschi in fila per fruire di Giulia.
Dante invece era molto interessato a Sonia anche perché lui aveva una spiccata predilezione per le donne formose e Sonia a parte l'altezza che era normale, aveva tutto il resto esagerato. Grosse tette, grosso culo, bei fianchi...insomma formosa. Ma c'era anche il particolare abbigliamento di Sonia a stuzzicare le sue fantasie: tutta di nero vestita, con capi di pelle molto aderenti, quei tacchi esagerati, le labbra rosse e grosse....insomma una che, secondo lui, faceva subito pensare a pratiche vagamente sadomaso, a giochi erotici psicologici tipo uomo schiavo e donna dominante, e lui pur non avendo mai avuto esperienze del genere avvertiva nettamente il desiderio che quella fosse la volta buona per farne una. Immaginava lui zerbino a leccare i piedi di lei che, in piedi gli impartiva ordini. Non immaginava che tipi di ordini avrebbe potuto impartirgli, ma la sola idea di essere domato e sottomesso da una donna come Sonia lo eccitava al massimo.
Andrea, a dispetto dell'origine del suo nome (dal greco ἀνδρός (andrós) , uomo, maschio) era un uomo insicuro della sua mascolinità. Non gay, o misogino o impotente, tutt'altro! Solo “un puro” che amava le cose semplici lineari, normali, Anche in materia di sesso! Per lui il sesso era una pratica piacevole ma non indispensabile, utile per la procreazione e per sancire un legame affettivo chiamato amore tra un uomo ed una donna. Qualcosa da fare con chi si ama nel modo più consono possibile, con gli organi del corpo umano che la natura ha previsto per queste funzioni. Tutto il resto era vizio, devianza, cose non da persone perbene. Ecco perché, fiutata l'antifona viveva sulle spine, temendo quello che poteva succedere e che persino lui, così ingenuo e puro cominciava ad immaginare. Lui aveva seguito Claudio, Biagio e Dante per ascoltare un concerto rock non per vivere avventure peccaminose....eppure non ebbe il coraggio, o forse non ebbe abbastanza voglia di chiamarsi fuori dal gruppo e separarsi per fare altro. Una città come Roma non era certo carente di opportunità per passare una serata in qualsivoglia maniera.
Giulia non aveva fantasie nella testa, solo certezze. Lei sapeva cosa voleva ed era certa che lo avrebbe avuto. Lei sempre, da tutti, aveva ottenuto quello che lei aveva voluto, non sarebbe stato diversamente questa volta. Poi c'erano le facce degli altri a rassicurarla di poterli avere tutti alla sua mercé. Tutti, tranne una, Sonia.
Sonia era molto più “tosta” di Giulia in quanto a sapere cosa voleva avere e cosa voleva concedere. Se non avesse voluto, nessuno l'avrebbe convinta di mettere a disposizione la sua casa. Se lei non volesse ammetterlo o consentirlo, nessuno una volta a casa sua potrebbe fare cose a lei non gradite. Giulia era consapevole di questo perché conosceva bene l'amica che la ospitava, per questo temeva un poco le eventuali volubilità di Sonia, la quale era a conoscenza della sua ninfomania neppure tanto latente ma anche un poco gelosa.
Va detto infatti che Sonia era una perfetta bisessuale che, senza disprezzare gli uomini, aveva una spiccata preferenza per le donne in generale e per Giulia in particolare, della quale era stata innamorata respinta prima di accontentarsi dei essere solo una amica.
Per sua parziale soddisfazione quando aveva smesso di assillare Giulia con corteggiamenti e provocazioni lesbiche aveva ottenuto, più per curiosità e gioco, che per desiderio corrisposto, qualche effusione intima con Giulia, ma anche la confidenza di costei che tanto poco apprezzava i piaceri saffici, tanto era una insaziabile di cazzi.
Finalmente arrivarono a casa.
Vogliamo sorvolare anche sui convenevoli di prima accoglienza? Sugli aperitivi e cioccolatini che vennero offerti e degustati?
Ma sì, non temporeggiamo ulteriormente. Saltiamo a piè pari questa fase e spostiamoci avanti di una mezz'oretta.
Sulla parte di pavimento non coperta dai due tappeti erano già state stese delle coperte. Tutto lo spazio era stato sgomberato da tavolini, porta riviste ed altri arredi intralcianti. Su tutta la superficie comunque ammantata o da tappeti o da coperte erano stati sparpagliati non solo i normai cuscini presi dal letto, ma anche sedute e schienali imbottiti del divano ed altri cuscinetti che sul divano avevano funzione ornamentale. A basso volume Sonia aveva inserito in un audio diffusore una chiavetta sulla quale erano incisi brani del gruppo rock che avrebbero voluto vedere ed ascoltare quella sera.
Dalla prima fase di quando tutti si erano seduti all'indiana (o posizione yoga) mentendo nel dire di stare comodi, già tutti avevano trovato una posizione meno disagiata ed ecco lo scenario dal quale ripartiamo.
Giulia era seduta al centro del tappeto, ponendo le gambe accoppiate e ripiegate fino a riportare i piedi verso i glutei, a mo' di sirenetta e molto volentieri si lasciva toccare un poco dappertutto da tutti o quasi. Claudio si era disteso spalle a terra sul pavimento, poggiando la testa sulle gambe ripiegate di Giulia. Senza neppure addurre una scusa si era slacciata la cintura dei pantaloni ed abbassata la cerniera. Poi aveva preso una mano di Giulia e lo aveva portata in quella zona, infatti ora la mano di Giulia era infilata sotto l'indumento e con apparente indifferenza si dava da fare sul cazzo sempre più duro di Claudio, Costui aveva invitato anche Sonia a sedersi accanto a lui, ma quella prima volle fare altro, infatti la ritroviamo che si sta “sguainando” dai suoi aderentissimi abiti in pelle nera, scoprendo carni esageratamente bianche, forme molto più tondeggianti dopo la “non compressione” dei vestiti troppo stretti. Dante era rapito dallo spogliarello di Sonia, sbavando quasi ad ogni centimetro di pelle che si scopriva, pronto a prendere dalle mani di Sonia o a raccoglier da terra nel caso Sonia li facesse cadere, tutto ciò che la donna si toglieva di dosso. Li portava quasi con amorevolezza su una delle sedie che avevano allineate lungo una parete e nel breve tragitto li annusava, eccitandosi all'odore della pelle.
Bruno era più o meno in ginocchio alle spalle di Giulia e disinvoltamente le sbaciucchiava il collo e con le sue mani frugava nella camicetta di lei. Andrea, in piedi, guardava, sorrideva senza saper il perché, si stupiva di non trovare scandaloso quello che vedeva ma non riusciva a trovare il coraggio di inserirsi, da nessuna parte. Non aveva bisogno di guardare per godere, era già piacevole per lui il non trovare disdicevole quello che vedeva fare, tanto piacevole che se una persona qualunque dei presenti l'avesse invitato esplicitamente lui avrebbe fatto qualcosa. Se non faceva nulla era perché non sapeva cosa poter fare.
Fu provvidenziale la proposta di Claudio: “Ehi ma mica fa freddo qui! Perché non seguiamo tutti l'esempio di Sonia? Io mi spoglio, voi...fate quello che vi pare”
Chi più rapidamente (Claudio), chi più lentamente (Andrea), chi da solo (Dante), chi (per esempio Giulia) lasciando fare ad altri (Biagio nel caso di Giulia), tutti si denudarono.
Da quel momento in poi sarebbe difficile descrivere i gesti, le posizioni, le azioni, di tutti e di ciascuno e poi sarebbe come descrivere un balletto, non come vederlo o, addirittura danzarlo.
Successe, com'era facile prevedere, che Andrea si mise leggermente in disparte accontentandosi di guardare ed allungare la mano per accarezzare, quando gli riusciva, un braccio, una coscia o altra parte del corpo di una delle due donne ma a volte, sbagliando involontariamente aveva carezzato anche qualche schiena o petto di uomo.
Innanzi a lui un bel groviglio di corpi tutti interessati a Giulia. Ho detto tutti, anche Sonia, anzi lei fu la prima a raggiungere la parte più femminile di Giulia, la figa. Lo fece ponendosi pancia a terra tra le cosce dell'amica che aveva trovato sul petto di Biagio l'appoggio delle sue spalle. Sonia aveva nascosto la sua faccia tra le cosce dell'amica e spudoratamente leccava, orgogliosa di gustarsi lei quel tipo di piacere a dispetto di ben quattro uomini presenti. Si teneva con i gomiti al pavimento per avere relativamente libere le mani per poter tenere larghe a suo piacimento le cosce di Giulia, per andare a toccare anche il piccolo spazio tra la figa e l'ano dell'amica, sul quale scivolavano gli umidi umori che scolavano dalla figa ed un poco della sua saliva. Con quei liquidi inumidiva le dita e andava a stuzzicare l'orifizio piccolo dell'amica. Dante seduto come ad un picnic sul prato a fianco di Sonia aveva di che bearsi nel toccare, baciare far scorrere il suo cazzo sulle morbide ed abbondanti carni della donna carponi. Quando riuscì a mettersi a cavalcioni su di lei e chinarsi per infilare il suo duro arnese tra le enormi natiche di Sonia, Dante si senti beato anche se ogni volta che provava a mirare per penetrare la sua donna, questa faceva movimenti bruschi per impedirglielo. Biagio, a gambe fortemente divaricate, teneva Giulia appoggiata di schiena alle sue spalle e con piacere faceva movimenti per stropicciarsi col suo cazzo al fondo schiena della donna alla quale massacrava i seni con strizzate, pizzicotti, carezze e ogni altro genere di esternazioni gestuali. Il quasi estromesso Claudio non poteva accettare il ruolo di osservatore alla pari di Andrea e, in piedi, a gambe divaricate, sormontando anche lui Sonia, davanti a Dante, porse il suo cazzo alla bocca di Giulia, che aggiunse volentieri il piacere orale a quello del leccamento di figa che stava ricevendo da Sonia.
Dante, quasi per istinto, trovandosi a distanza quasi millimetrica il culo di Claudio davanti alla faccia, quasi a compensare le disarcionate che riceveva da Sonia, appoggiò prima la faccia al sedere oscillante e poi cominciò a divertirsi dando morsi labiali alle natiche. Non ricevendo segnali di poco gradimento, si aggrappò addirittura con le mani ai fianchi di Claudio e cominciò a leccargli anche il culo.
Claudio sembrò piegarsi leggermente come a volerlo agevolare ed allora lui osò liberare tutti i suoi istinti e fece passare una mano tra lui e quel culo che leccava per poter palpeggiare anche le palle dell'amico.
Andrea vide e pur meravigliandosi non poco nel vedere Dante fare qualcosa a suo parere molto anomalo, si eccitò molto, al punto che osò alzarsi, avvicinarsi in piedi, quasi alla ricerca di qualcuno o qualcuna che lo degnasse di un poco di attenzione. Ottima mossa perché Giulia, già leccata, con un cazzo in bocca ed uno contro il fondo schiena, volle soddisfare anche il prurito della mano ed afferrò il cazzo di Andrea cominciando a lavorarlo manualmente. Presto però trovò più piacevole alternare nella sua bocca il cazzo di Claudio con quello di Andrea accontentando un poco l'uno, un poco l'altro sia con la bocca che con la mano. Biagio che leccava il collo e stringeva i seni non si accontentò più di strofinarsi solo al corpo di Giulia e si alzò anche lui, così che ora i cazzi da soddisfare oralmente, a turno, da Giulia divennero tre. Per forza, dovendo appagare due cazzi non in bocca dovette mettere in azione anche l'altra mano.
Claudio che apprezzava molto anche il leccamento che stava ricevendo, non si comporto tanto diversamente da Giulia, nel senso che anche lui come lei entrò nella fase psicologica del “Adesso mi ci trovo, voglio fare di tutto” e, per nulla preoccupato di quello che potavano pensare i suoi amici, cercò con la bocca una delle altre bocche dei due maschi in piedi come lui intorno alla bocca ingorda di Giulia. Biagio si ritrasse, Andrea no.
Ci furono gemiti, i respiri cambiarono ritmo, si levò dal gruppo una specie di musica rumorosa, era la fusione dei lievi suoni da risucchi, leccamenti, carezze, gemiti, respiri affannosi, gridolii di espressione di piacere. Partirono degli “Ohhh” e degli “Ahhh”, poi anche brevi parole, come “Siii” o “Daiii, siii, daii” e finalmente il primo “Ahhh, godo, godo, godoooooooooooo” e poi un “anch'io”..altri non lo dissero ma godettero tutti.
Dopo alcuni minuti, in fase di “ripresa di energie”, qualcuno cominciò anche a sfottere: Giulia che disse: “In quattro uomini nessuno mi ha scopato...che uomini poco virili siete”
Biagio si giustificò “Se ti se i data tutta a lei come si faceva? Rimproveri di poca virilità a noi ma tu...e lei...non è che avete mostrato di gradire noi maschi”
“Se me li sono fatti tutti!” Esclamò Giulia
“A me no- reclamò Dante- mi avete relegato dietro a lui” (indicò Claudio)
“Poverino- disse Giulia- vieni che rimediamo. Scopami se ce la fai. Prenditi il meglio”
Dante non era prontissimo, ma non lasciò cadere l'invito. Confidando in una sollecita ripresa di erezione partì in quarta nonostante non lo avesse più durissimo.
Era però bagnatissima la figa di Giulia e le due cose si compensarono. La scopata ci fu.
Bastò che partissero i due perché tutti si rendessero conto che la festa non era finita e, infatti, cominciando dal toccare ognuno se stesso gli uomini riportarono in tensione i loro cazzi. Sonia già appagata nella sua tendenza predominante non disdegnò di gustare anche i suoi più moderati appetiti eterosessuali e il gioco continuò, fino a tarda notte. Forse ancora più tardi dell'ora in cui allo stadio era finito il concerto al quale non avevano potuto assistere.
Il viaggio a Roma non era stato deludente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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