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La verità va detta


di Zindo
29.12.2024    |    1.724    |    1 9.3
"Ha importanza ormai? Mica si può tornare in dietro per cancellare quello che forse è stato fatto, o per far succedere quello che forse non è..."
Questo racconto segue quello con il titolo "la verità: conviene dirla?" e precede "la verità: prima o poi esce fuori", entrambi già on line. Nel loro insieme formano un'unica storia.- Buona lettura

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Per tutta la giornata Mauro era stato interiormente turbato e non era riuscito a concentrarsi sul lavoro . Anche il "socio" infatti se ne era accorto e gli aveva chiesto se aveva qualche problema particolare o se si sentiva poco bene.
Mauro sapeva bene cosa lo turbava ma non aveva alcuna intenzione di dirlo ad Amedeo: non ancora, non quel giorno almeno.
Nel caso certe questioni fossero andate come lui aveva immaginato nelle ultime ore, probabilmente proprio Amedeo, il "socio", sarebbe stato il primo a sapere cosa gli stava passando per la testa.

Mauro aveva passato parte della notte precedente nel dormiveglia ed il fisico probabilmente risentiva anche del poco riposo notturno. Non aveva un vero problema, aveva solo un tarlo che gli rodeva nella testa generando una catena di strani pensieri. Probabilmente anche a causa di una certa fame sessuale che aveva accumulato negli ultimi dieci giorni.

Da quando era sposato, se il suo lavoro o quello di sua moglie Anna, non li costringeva a stare lontani (cosa che accadeva abbastanza spesso ma per uno o massimo due soli giorni consecutivi) non si erano mai privati di una sana e gustosa scopata quotidiana.
Erano giovani e ormai il far sesso era diventata una esigenza quasi fisiologica, come il mangiare, il bere ed il dormire.
Tanta era ormai l'abitudine che il loro scopare aveva perso anche un po' di mordente, di emotività, di passionalità.
Forse per questo da alcuni mesi si aiutavano di tanto in tanto anche con qualche gioco di fantasia. Nulla di particolarmente morboso, infatti non erano neanche fantasie ripetitive ma fantasie estemporanee, tanto per vivacizzare quella particolare serata e non un desiderio accarezzato in comune per più volte.

In quel periodo però era successo che Anna, la moglie, per esigenze professionali era andata fuori per alcuni giorni, subito dopo un altro numero di giorni a prestazioni molto limitate a causa delle mestruazioni avute da lei alcuni giorni prima di partire.
Tutte queste cose avevano fatto accumulare a Mauro un bisogno quasi impellente di "scaricare i serbatoi". Non gli poteva bastare l'auto masturbazione praticata anche la sera prima, fantasticando insieme alla moglie, in collegamento telefonico. Anzi aveva peggiorato la situazione. Questo era in fondo il vero problema di Mauro: l'urgenza di scopare con la moglie.

Per questa urgenza ad una certa ora del pomeriggio, sapendo che sua moglie stava per arrivare con il "freccia rossa" proveniente da Milano, aveva lasciato l'ufficio per andare ad aspettarla in stazione e poi...beh...se il cerino sta vicino alla paglia secca, è facile che s'accenda il fuoco e lui voleva ardere al più presto.
Mentre aspettava l'arrivo del treno Mauro ricordò nei dettagli la telefonata con la moglie della sera prima, quella telefonata che aveva accompagnato la sua masturbazione fino alla rigogliosa schizzata.
Certo che anche sua moglie doveva essere ben carica se era arrivata ad avere una fantasia molto fervida la sera prima, quando aveva parlato con lui al telefono. Era andata oltre ogni limite raggiunto in precedenza con le loro fantasie vivacizzanti.
Quella era arrivata a dirgli che aveva così fame di sesso anche lei da essere arrivata a rimorchiare un tale e che se l'era portato nella sua camera d'albergo.
Che fantasia!
Gli aveva descritto il cosa faceva con quello lì, in maniera così dettagliata da rischiare di essere presa sul serio, quasi come se non fantasticasse ma gli stesse mettendo le corna davvero.
A questo Mauro non credeva proprio.
Non era questo timore di essere cornuto a tenerlo in agitazione. Le sue apprensioni scaturivano dal fatto che a lui quelle fantasie erano piaciute moltissimo, si era eccitato a sentirle, ci si era masturbato con gusto ad immaginare che la moglie davvero facesse quello che gli diceva al telefono, fino a raggiungere l'organo con una schizzata imponente.
Le altre volte le fantasie non erano state così dettagliate ed erano evaporate nel nulla appena finito di avere il rapporto sessuale. Questa volta no, questa volta quelle fantasie persistevano ancora nella mente di Mauro anche il giorno dopo, non come un'onta subita, ma come una esperienza straordinaria che , con il passare delle ore diventava sempre più forte desiderio di "realizzare davvero le fantasie della moglie".
Desiderio facile da percepire ma progetto arduo da realizzare.
Voleva parlarne con Anna, ma guardandola negli occhi e non sentendola al telefono, mentre scopavano e non mentre parlavano a distanza.
Per questo era andato alla stazione. Per fare sesso subito con Anna e nel mentre "recuperare" le fantasie della sera precedente per verificare al più presto l'auspicabile possibilità di concretizzarle.
Tutto dipendeva da Anna. Lui, Mauro, era pronto a farlo.
Pronto?
Pronto davvero?
Con un ipotetico immaginario lui non identificato forse sì, ma con un "lui" reale, concreto?
Ops! La cosa era diversa!
Dipendeva da chi sarebbe stato l'altro.
Già. L'altro. Per realizzare il progetto "l'altro" era indispensabile.
Chi avrebbe potuto essere? Come sarebbe dovuto essere?
Nella mente di Mauro era affiorata una sola risposta a queste domande formulate in forma diversa molte volte. La risposta secca e precisa era sempre stata la stessa: Amedeo.
Già! Lui, il fraterno amico di sempre, il "socio" non socio. Ecco perché non poteva dirgli niente prima di parlare con Anna ed ecco perché, se le cose, fossero andate in una certa direzione, il primo a doverlo sapere sarebbe stato lui:Amedeo.

Era giunto in stazione quando l'arrivo del freccia rossa era già stato annunciato. Si era appena portato sul marciapiede giusto quando il convoglio arrivava. Attese la discesa dei passeggeri restando appena fuori il sottopassaggio dal quale era arrivato. Pochi attimi e vide lei, Anna, scendere dal treno ed avviarsi verso di lui tirando il suo trolley.
Cribbio se era bella sua moglie. Come imbambolato anziché avanzare verso di lei era rimasto fermo a guardarla. Come era eccitante il suo passo, l'ondeggiare ritmato dei suoi fianchi, quel sorriso appena accennato che gli regalò quando era ancora distante.
Finalmente si mosse e come fossero fidanzatini adolescenti si abbracciarono per scambiarsi un bacio appassionato. Il membro di lui si era destato ed Anna aveva apprezzato il sentirselo premere sul ventre.
Solo dopo lui le disse "Bentornata, finalmente"
"Grazie. Come mai sei venuto alla stazione? Non lo fai mai!!
"Per l'urgente bisogno di portarti a casa"
"A casa d'urgenza. E' successo qualcosa"
"A me no. Ho solo urgenza di fare all'amore. Da me non ci sono state persone a venire in camera.." aveva detto sorridendo per riagganciare subito le fantasie della sera precedente.
Anna si era scurita in volto. Quello che aveva temuto per tutto il viaggio stava per succedere. Ora certamente Mauro l'avrebbe sottoposta ad interrogatorio, avrebbe fatto sceneggiate da marito geloso.
Pochi secondi e venne smentita dalla forte stretta sulle spalle da parte del marito che, stringendola a se con un braccio aveva preso lui il trolley per tenerlo sollevato mentre, strettissimi, scendevano insieme le scale del sottopasso.

Era proprio tanta la fame se non ce la fecero neppure ad arrivare a casa. Uscendo dalla zona parcheggio dovevano prendere il viale che costeggiava l'immenso paco cittadino per raggiungere la loro abitazione. La folta vegetazione del parco aveva suggerito a Mauro di proporre: "Non dovrebbe essere affollato l'interno del parco a quest'ora. Quanto tempo è che non facciamo l'amore all'aperto? Scendiamo? Dietro il laghetto dei cigni mi pare un posto adatto"
"Non fare lo scemotto, dai. Rischiare di farci vedere da qualcuno? Tu sei matto!"
"Beh se questo qualcuno fosse un bell'uomo o una bella donna si potrebbe aggregare e vivacizzare l'incontro, come nelle tue fantasie di ieri sera per esempio..."
Anna stava per dire "Non erano fantasie. Stupido. Io ero davvero con un uomo ieri sera" ma non lo disse.
Un qualcosa era scattato all'improvviso dentro di lei e tutte le sue paure erano sparite in un baleno per cedere il posto ad una nuova certezza: quella che Mauro s'era eccitato nell'immaginarla in intimità con un altro. Non era geloso, era un...un...cuckold o un come cavolo si dice per indicare uno che trova piacere nel vedere scopare la moglie con un altro?
Con questa presa di consapevolezza aveva perso anche tutti i sensi di colpa per aver lasciato fare tutto quello che aveva fatto Luigi la sera prima. (chi non avesse letto la prima parte dovrebbe andare a leggerlo. Lo trova al link:

https://www.annunci69.it/racconti-erotici/tradimenti/La-verita-conviene-dirla_153522.html


Un senso di leggerezza la prese appena libera dai sensi di colpa e dai timori e anziché dire parole, aveva allungato un braccio, portato una mano sull'inguine di Mauro, palpeggiato e solo dopo aveva parlato per dire solo "Se davvero su di giri, vedo. Dai allora. Se vuoi andare dietro il laghetto, ferma da qualche parte e andiamo. Almeno proviamo a vedere se davvero si può a quest'ora".
Erano andati oltre il laghetto, trovato un anfratto tra due alti cespugli, uno di oleandri in fiore e l'altro di alloro, entrambi emananti odori forti da stordire ulteriormente i due. Senza indugio alcuno, con molto poco romanticismo e tanta irruente istintività, Mauro le aveva letteralmente strappato la non economica mutandina di pizzo, per fare strada al suo palo già duro e andare ad intrufolarsi nella figa di lei, con una rapidità da forsennato, da uomo primitivo, che non dispiacque affatto ad Anna, anzi. Si era aggrappata al collo di lui per sorreggersi e Mauro, tenendo una mano sul suo sedere e sollevando la gamba destra di lei con il braccio libero, l'aveva scopata all'impiedi, senza alcun tatticismo, solo con foga bestiale. Almeno nella prima parte.
Poi era diventato tenero e chiesto anche "scusa". Lei l'aveva incitato "Non scusarti, continua" e si era appiccicata con la bocca a quella di lui con un bacio travolgente, mentre sotto i due sessi stantuffavano tra loro.
Una lucertola scappò via tra le siepi, un fiore di oleandro cadde a terra, un uccellino cinguettò volandosene via dal ramo di alloro sul quale era stato prima.
Un uomo con tendenze voyeuristiche si stava avvicinando ai cespugli ma i due raggiunsero l'orgasmo prima e quando quello era arrivato ad un punto giusto per spiare, Anna si era già riabbassata la gonna e Mauro si stava detergendo il pisello con un fazzolettino di carta, dando però le spalle al guardone che non vide nulla di interessante e si allontanò. Cosi i due, senza alcun problema poterono tornare fino alla macchina per dirigersi finalmente a casa.
Solo allora, andando insieme sotto la doccia Anna chiese: "Ti sei accorto che c'era uno che ci stava spiando quand'eravamo al parco?"
Mauro rise e le disse "Insisti con queste fantasie su terze persone? Allora mi sa che proprio mi stai invitando ad aprire la nostra coppia verso una terza presenza."
"Io? Mi pare che sia tu invece a ringalluzzirti già al solo parlare di una terza persona. Vedi ieri sera durante la telefonata, o oggi al parco appena ti sei accorto che quello si avvicinava per spiarci..."
"A proposito della telefonata di ieri sera, ora puoi dirmelo: stavi fantasticando, vero? Non c'era davvero un uomo a palpeggiarti tutta? Erano solo fantasie tue, vero?.."
Lei, tutta civettuola, dando dei colpi di mano alle ciocche dei capelli che le sfioravano le spalle, guardandosi allo specchio in posizione tale da poterci vedere di riflesso anche il marito, rispose: "Fantasie? Verità? Chissà...Forse fantasie, probabilmente verità. Ha importanza ormai? Mica si può tornare in dietro per cancellare quello che forse è stato fatto, o per far succedere quello che forse non è successo?"
"A te -chiese Mauro.-piacerebbe se fosse successo davvero?"
"E a te dispiacerebbe se fossero solo fantasie?"
"Non tenermi sulle spine: lo hai fatto davvero o no?"
"Non tenermi tu sulle spine -rispose pronta Anna- tu vorresti che lo facessi davvero'"
Domanda precisa, attesa, temuta e sperata, era il momento di fare il salto e, dopo due secondi interminabili di silenzio, Mauro rispose "Penso che non mi dispiacerebbe" ma subito aggiunse delle condizioni "ovviamente non di nascosto da me, forse non te lo ,perdonerei se lo facessi a mia insaputa, e poi..beh,..poi bisognerebbe vedere anche con chi. Credo che un imbecille qualunque mi darebbe fastidio, se invece fosse uno...come dire? Uno piacente, gradito a te ma anche a me, beh..forse starei al gioco.."
"Gradito a me e A TE????? Hai tendenze bisessuali per caso?"
"Non gradito a me in quel senso. A me piaci tu e basti tu, Intendo dire non uno come Pietro, tanto per fare un esempio, proprio no".
Anna era scoppiata a ridere. Pietro era un vecchio inquilino del pian terreno, vedovo, brontolone, sempre in urto con qualcuno, basso, grasso, con pochi denti e molte macchie di sporco sui vestiti Il solo sentirlo nominare, data la totale improbabilità aveva suscitato solo risata derisoria in Anna, la quale però subito aveva incalzato "A parte Pietro, fammi un altro nome, di quelli che a te potrebbero star bene e che secondo te possa piacere anche a me"
Mauro si prese qualche secondo, per fingere di pensare un poco e poi sciorinò quel nome che aveva in mente fin dal mattino: "Non saprei,...diciamo...ecco Amedeo per esempio non sarebbe male, non concordi anche tu?"
"Amedeo!? Il "socio"?
"Esatto. che ne dici?"
"Uhm! mica male!" E lui che dice?"
"Devo sentirlo...o vuoi dirglielo tu?
"Penso che tocca farlo proprio a te"
"Guarda che glielo dico davvero"
"Ne sono certissima, ma adesso vieni qua stupidone. Non avevi una fame arretrata da soddisfare? Non ti sarà mica bastato quello spuntino che abbiamo consumato al parco, spero.."
Mauro le saltò letteralmente addosso dicendole "Maialona mia, ti ecciti anche tu allora. Si dai..sfamiamoci...l'ospite sarà per un'altra volta"
Caduti sul letto, l'uno sull'altra, cominciarono a baciarsi e toccarsi.
Lasciamoli fare in santa pace. Penso che ne avranno per un bel po'.
Tanto li ritroveremo nel terzo ed ultimo episodio di questo racconto (già on line con il titolo "la verità: prima o poi esce fuori"
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