trio
Il regalo dalla Calabria Part. 1


07.04.2025 |
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"“Ti fidi di me?” chiesi, e lei annuì, il respiro accelerato..."
Tornammo a casa dopo giorni di separazione, il corpo e l’anima ancora vibranti per le esperienze a distanza con il Lush 3 e il Hush 2. L’aria dell’appartamento era densa di desiderio non espresso, i nostri sguardi che si incrociavano con una fame selvaggia. Mi avvicinai ad Alesia, posandole una mano sulla vita, e la guidai verso il divano. “Ho un regalo per te,” dissi, la voce bassa e carica di passione, mentre tiravo fuori dalla mia valigia due paia di manette di pelliccia rosa, morbide al tatto, e una benda di seta nera che brillava sotto la luce soffusa.“Le ho prese in Calabria… voglio provarle con te domani sera, dopo cena,” aggiunsi, immaginando già come le avrei usate per legarla, il mio cazzo che si induriva al pensiero. Alesia prese le manette tra le mani, accarezzando la pelliccia con un sorriso malizioso. “Cazzo… mi intriga da morire,” sussurrò, il desiderio che le accendeva gli occhi verdi. Mi si avvicinò, il suo corpo caldo che sfiorava il mio, e mi baciò, un bacio profondo che sapeva di promesse oscure. “Domani sera… non vedo l’ora,” disse, mordendosi il labbro, e io la strinsi forte, sapendo che l’attesa ci avrebbe consumati.
Il giorno seguente fu un’agonia dolce. Ogni sguardo tra noi era carico di tensione erotica, ogni tocco casuale una scossa di desiderio. Alesia si muoveva per casa con una sensualità inconsapevole, i fianchi che ondeggiavano, il pensiero delle manette che ci teneva entrambi sull’orlo. Preparai una cena romantica: candele tremolanti sul tavolo, un piatto di spaghetti alle vongole, il profumo del mare che si mescolava al vino bianco.
Mangiammo in silenzio, i nostri piedi che si sfioravano sotto il tavolo, il desiderio che cresceva con ogni sorso. “Sei bellissima,” dissi, alzandomi per versarle altro vino, e lei mi sorrise, gli occhi che brillavano. “E tu sei un diavolo… non vedo l’ora di essere tua,” rispose, la voce roca. Dopo cena, la presi per mano e la guidai in camera. “Ti fidi di me?” chiesi, e lei annuì, il respiro accelerato.
Le misi la benda di seta nera sugli occhi, legandola con delicatezza, e le sue labbra si socchiusero in un sospiro. Le misi le manette ai polsi, legandole ai montanti del letto, poi quelle ai piedi, spalancandole le gambe in una posa vulnerabile e invitante, la fica già lucida di desiderio esposta a me. “Cazzo… sei perfetta,” mormorai, e lei gemette, il corpo teso dall’attesa.
L’Intrigo e il Primo Contatto
Mi allontanai dal letto, il silenzio che riempiva la stanza, e Alesia restò immobile, il respiro affannoso che tradiva la sua eccitazione. Sentì la porta aprirsi piano, un fruscio leggero, e poi una mano delicata le sfiorò la coscia, scendendo verso la vagina. Era una carezza gentile, quasi reverenziale, e subito dopo una lingua calda e morbida le lambì le grandi labbra, un tocco leggero che la fece tremare. “Oh… chi sei?” sussurrò, ma non ricevette risposta, solo il piacere che cresceva mentre la lingua esplorava, succhiando piano il clitoride con una dolcezza esperta.
Poi sentì due dita scivolarle dentro, aprendola con una lentezza sensuale, e gemette forte: “Sì… cazzo, continua.” Ma improvvisamente tutto si fermò, e il silenzio tornò, lasciandola confusa e pulsante. Poi un pene le sfiorò le labbra, duro e caldo, e lei lo riconobbe subito: era il mio. Aprì la bocca, accogliendolo con avidità, la lingua che scivolava sulla cappella, succhiandolo con passione mentre gemeva intorno a me. “Cazzo… sei tu,” mormorò, ma mentre lo faceva, sentì due mani sulle natiche, che le aprivano oscenamente la vagina, e una lingua diversa si infilò dentro, un assalto esperto che le colpiva il clitoride con una precisione che la fece urlare.
Capì che non erano le mie mani a tenerle la testa: qualcun altro era lì. La sorpresa la travolse, ma il piacere era troppo intenso, e si lasciò andare, la lingua sconosciuta che la portava all’orgasmo con colpi sapienti. “Siiii… sto venendo!” gridò, il corpo che tremava mentre il piacere la travolgeva, e io mi ritrassi dalla sua bocca, lasciandola ansimante.
(segue parte 2)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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