orge
A sorpresa: l'orgia di fine anno
di Zindo
01.01.2024 |
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"Costui che credevo un povero invalido era un chiavatore spregiudicato al pari della apparentemente “santa donna” di sua moglie Silvia..."
Probabilmente con il passare del tempo finirò con il dimenticare i nomi degli amici che ieri sera hanno organizzato una particolare cena a sorpresa proprio per me, alla vigilia della mia partenza da questo luogo dove ho soggiornato per una decina di mesi per motivi professionali. Infatti la fine dell'anno coincide con la fine del mio incarico in questo luogo.E probabile che scorderò molte cose di questo soggiorno, non credo che sarà facile, invece, scordare la particolare serata a casa di Silvia ed Ugo, insieme a Sergio e Daniela.
Avevo telefonato, per fare gli auguri e salutarla prima della mia partenza, a Silvia la quale mi aveva quasi supplicato di passare da lei in serata perché Ugo – mi disse lei- si sarebbe dispiaciuto se non mi fossi fatto vedere di persona.
Ugo, il marito di Silvia, ha grosse difficoltà a deambulare e non esce quasi mai di casa; ama vedere gente e con me una voltasi è lamentato dei suoi vecchi amici di un tempo, dei quali ormai nessuno gli faceva più visita. Solo pochi telefonavano di tanto in tanto e costoro spesso neanche parlavano con lui ma si limitavano a chiedere notizie sulla sua salute alla moglie.
Memore di questo sfogo ho promesso a Silvia che sarei passato in serata e lei mi ha invitato a fermarmi anche a cena da loro. Era l'ennesimo invito che mi faceva. I precedenti li avevo garbatamente rifiutati inventando ogni volta una scusa diversa perché pensavo di arrecare disturbo a Silvia che doveva destreggiarsi tra il suo lavoro e l'occuparsi sia degli anziani genitori che vivevano a poca distanza da lei e sia della casa e del marito disabile.
Avevo sempre accompagnato le scuse addotte con un rituale:“Vedremo in futuro, ci sarà certamente un'altra occasione”. Ieri non potevo dirlo. Io parto, non ci saranno più occasioni. Ho accettato.
Con grande sorpresa, arrivando ho trovato anche altre due cari amici comuni, Daniela e Sergio. Questi due oltre l'amicizia con me e con la coppia Silvia-Ugo, hanno in comune tra loro anche il carattere decisamente insolito: parrebbero impacciati e timidi, invece conoscendoli ho scoperto in entrambi delle grandi doti soprattutto di sensibilità umana. Daniela indubbiamente ha una cultura molto elevata ma o non se ne rende conto o non lo fa pesare. Sergio invece è un grande sognatore. Basta dargli un appiglio e lui subito si astrae dalla realtà, parte con mirabolanti fantasie esordendo con “Tu immagina se...”, oppure “Metti che invece di questo fosse successo che...” e tira fuori “quadri” totalmente diversi dalle situazioni reali.
Ecco, eravamo noi cinque ieri sera, a casa di Silvia ed Ugo, a gustarci una cena semplice ma gustosa, quando gli eventi hanno cominciato a prendere una piega che non mi aspettavo, e non credo solo a causa del buon vino messo in tavola dai padroni di casa. Ho capito subito che tra gli altri quattro c'era un'amicizia diversa, oserei dire oltre la normale familiarità, insomma una confidenzialità eccessiva.
Tra amici succede che si facciano battute scherzose anche un poco “osé” , ma battute spiritose, non confidenze concrete sulla propria attività sessuale, di singoli come Sergio e Daniela, o di coppia come Silvia ed Ugo. Secondo me i quattro si erano già accordati non sul come farlo ma certamente sul coinvolgermi almeno per una volta, la mia ultima volta, in un ménage che, ora ne sono convinto, loro quattro erano già abituati a vivere.
Non immaginando dove saremmo andati a finire non ho badato al quando e al come il nostro conversare è scivolato sui temi sessuali, di certo tra una battuta di spirito, una barzelletta a doppio senso, un volo pindarico della fantasia di Sergio, ci siamo ritrovati a parlarne in maniera esplicita. Io mi sono reso conto di quanto ci fossimo spinti abbastanza oltre le semplici battute quando Silvia ha parlato di come Ugo, suo marito, quasi si crogiolava nelle sue infermità per non dover assolvere alle faccende casalinghe, ma aveva saputo trovare diverse soluzioni al come avere regolari rapporti sessuali.
Non è stato questo a stupirmi, in fondo anche se non mi ero mai posto il loro problema, inconsciamente davo per scontato che i due coniugi avessero anche una loro vita sessuale. Mi sono stupito invece, e non poco, del fatto che gli altri due commensali fossero già a conoscenza di alcuni episodi sulla vita intima dei padroni di casa e sollecitavano ora Ugo, osa Silvia, a raccontare anche e me di “quella volta che...”.
Sono stati raccontati diversi episodi e non solo da Silvia ed Ugo. L'atmosfera si è fatta calda, io sono passato da un disagio iniziale ad uno stato mentale leggermente confuso e poi ad uno stato piuttosto marcato di eccitazione.
Credo sarebbe successo a chiunque avesse sentito quegli aneddoti piccanti.
Ne accenno solo alcuni:
-La volta che Ugo, completamente nudo, si era messo seduto sul bordo della poltrona con le spalle all'indietro verso lo schienale e le gambe distese e la moglie si era seduta a cavallo su di lui per scoparsi a spegni candela. Presa dalla foga e dal piacere Silvia avrebbe ecceduto in vigoria ed enfasi nel “cavalcare” fino a far piegare in avanti la poltrona, Ugo era finito con il culo per terra, lo schienale della poltrona rovesciata lo aveva colpito sulla testa e il suo uccello si era sfilato dalla moglie proprio al momento dell'eiaculazione. Tutti abbiamo riso al sentire questo episodio di nuova tecnica del “coito interrotto”.
- Altro episodio:La notte di un san Silvestro in cui la coppia di coniugi avevano festeggiato l'arrivo del nuovo anno a casa di Daniela e , hanno raccontato, che anche quella volta, presi dalle frenesie la coppia non aveva trattenuto le loro effusioni davanti a Daniela, anzi pare che Ugo avesse espresso il desiderio di iniziare l'anno nuovo facendo sesso con due donne. La padrona di casa pare che avesse risposto che a lei invece sarebbe piaciuto vivere il primo giorno dell'anno da uomo e quindi che sarebbe stata disposta ad assecondare Ugo ma a suo modo, cioè munendosi di fallo finto e incularselo mentre lui scopava la moglie. Quando è stato raccontato questo episodio Daniela tranquillamente ha aggiunto: “Non scherzavo mica sai; la voglia di essere maschio per un giorno e sodomizzare un uomo ce l'ho fin da quando ero adolescente, e non mi è mai passata”
Ugo le ha chiesto se si era mai procurata un fallo artificiale e lei ha risposto di non averne bisogno perché non sente la mancanza di un maschio ma caso mai si dispiace di non essere lei un maschio, precisando anche “Se fossi nato maschio sarei stata certamente omosessuale, perché le donne mi attirano meno dei culi maschili”.
Ugo di rimando: “Anche se dici di non averne bisogno ho pensato di regalartene uno per Natale, ma ci siamo sentiti solo per telefono perciò te lo darò dopo. Magari non lo userai per te ma su qualche maschietto con un bel culo, del tipo che piace a te”.
La risposta di Daniela è stata immediata: “Per esempio il tuo, non sei mica messo male, sai?”.
Ugo ha prontamente ribattuto: “E no carina, lo sai che mi piace la patata, anzi le patate, perché il mio desiderio di farmi due donne in una sola volta non mi è mica passato”.
E' intervenuta Silvia più ad accusare che a difendere il marito, con “Vorrei vedere che faresti. Tu con me fai tutto quello che fai perché ormai so come metterti e mettermi, come muovermi e tutto il resto se no tu neanche con una donna sola te la caveresti. Diciamo che ti ecciti a vedere due donne che fanno qualcosa tra loro davanti ai tuoi occhi, forse è meglio. A guardare sei bravo ma a fare...se non ci fossi io”.
“Ma tu ci sei tesoro- ha risposto Ugo- e potresti fare quello che sai fare benissimo mentre io dedicherei all'altra le altre parti del mio corpo. Le gambe sono malmesse ma tu lo sai che tutto il resto mi funziona alla grande, mani, lingua, uccello..”
“...Occhi...” ha aggiunto Silvia come a rimarcare che ad Ugo piaceva anche guardare. A questo episodio se ne è innescato subito un altro, proprio a proposito della propensione di Ugo al voyeurismo.
-L'episodio di quando Sergio si era prestato ad assecondare il desiderio voyeuristico di Ugo, ma anche il suo che era quello di scoparsi Silvia. Cosa che, a sentir loro ieri sera, avevano fatto più volte in un rapporto a tre, con Ugo osservatore non partecipante. Non ci avrei creduto che Sergio per arrivare al suo scopo (Silvia) avesse accettato di scoparsela davanti ad Ugo travestendosi da donna. Ormai ero convinto che fossero tre buontemponi che si stavano prendendo gioco di me e che mi stessero raccontando solo balle, forse per prendermi in giro, ma io comunque a quei racconti mi stavo eccitando abbastanza e li ho avvertiti: “Ehi ragazzi guardate che vi metto alla prova, potrei chiedervi prove concrete di quel che dite. Vorrei vederla Daniela con un fallo finto o Sergio vestito da donna o voi due scopare ai bordi del divano”
Il primo a rispondere è stato Sergio: “In parte sono pronto. Dopo quella volta ci ho preso gusto ad indossare biancheria intima femminile, qualcosa porto anche adesso, un tanga di pizzo per esempio e calze rete”. Nel dirlo prima ha abbassato la cintura dei pantaloni facendo appena intravvedere una strisciolina sottile di qualcosa di rosso che forse poteva essere anche un tanga e poi ha tirato su un calzone e mostrato chiaramente le calze a rete che indossava.
Il secondo è stato Ugo che ha detto a Silvia “Perché aspettare per dare il nostro regalo a Daniela, quando potrebbe usarlo adesso? Dai vai a prenderlo che questa è la serata giusta, magari riesce a fare i culo al nostro amico prima che parte”
Per il “loro amico” ovviamente intendevano me che pur essendo eccitato e frastornato da tante sorprese ero disposto a molto ma non a tutto. Con due donne presenti certo non erano le mie natiche quello che volevo mettere in gioco, ma ben altro, cioè il mio attributo ormai teso e abbastanza duro. Silvia è stata veloce nell'andare a prendere la scatola contenente il regalo per Daniela, la quale è stata sollecita ad aprirla e mostrare a tutti, senza alcun imbarazzo un dildo-strapon (fallo artificiale indossabile).
A volte è strano come la nostra psicologia ci sorprenda. Non avrei mai immaginato che la visione di un simile aggeggio avesse potuto portarmi una ulteriore dose di eccitazione fino a farmi raggiungere ormai la completa erezione.
A dire il vero non è stato il vederlo a farmi effetto ma l'immaginarlo indossato da Daniela ed essere usato da lei su tutti gli altri, a turno. Per tutti gli altri intendo che ho immaginato anche me, per questo mi sono sorpreso dell'effetto erezione che ho avuto.
Al punto in cui erano arrivate le cose sarebbe stato da idiota continuare a stare sulle mie, in fondo era evidente che si erano accordati per provocarmi e non per il solo gusto di divertirsi a vedere le mie reazioni, avevano già pensato di sicuro ad una orgia collettiva.
Per questo mentre Daniela osservava incuriosito quell'aggeggio io mi sono alzato, sono andato alle sue spalle e passandole le braccia intorno ai fianchi ho raggiunto le sue mani con le mie e le ho chiesto “Vuoi che ti aiuti ad indossarlo?”. Nel frattempo ho spinto il mio bacino sul suo sedere, perché percepisse il livello di erezione che avevo raggiunto.
Mi ha risposto “Sei cosi ansioso di prenderlo? Tieni, puoi fare anche da solo, usandolo a mano”
“Non ho questa urgenza e non vorrei essere io il primo a farti esercitare. Credo che chi ha pensato di farti questo regalo magari pensava anche a quando lo avresti usato con lui.. o loro, vedi come ti guardano Silvia ed Ugo? Magari stanno desiderando te. Lascia che ti aiuti a mettertelo”. Le ultime parole le ho dette mentre già avevo spostato le mie mani verso le sue gambe e, infilatele sotto la gonna, stavo carezzevolmente risalendo lungo le cosce.
Ugo aveva chiesto a Silvia, che lo stava assecondato, di aiutarlo a spostarsi dalla sedia vicino al tavolo al divano accostato alla parete “Per poter vedere che succede - aveva detto - e per essere pronto anche a partecipare eventualmente le cose volgeranno al meglio”.
Sergio che conoscevo come persona brava e tranquilla ma del quale ignoravo gli orientamenti sessuali, me li rivelò lui . Dico “me” perché evidentemente gli altri già ne erano a conoscenza. Lo fece rivolgendosi non direttamente a me, ma a tutti, in generale dicendo: “Beh, che io sia ambidestro ed apprezzo sia femmine che maschi lo sapete, ma con due uomini e due donne a disposizione, quel coso non mi interessa proprio. Perciò non pensare a me”.
Daniela assunse una espressione da gatta a caccia del topo, guardandoci tutti, l'uno dopo l'altro, come se fosse una maestra che cerca l'alunno da interrogare sperando di beccare quello impreparato per fregarlo. Aveva il capo leggermente chino e guardava in giro aggrottando le arcate sopraccigliari, con le labbra chiuse a punta, battendo su un palmo lo strapon che teneva con l'altra mano. Poi ha sollevato con malizia quell'aggeggio portandolo fino all'altezza della bocca. Ha ridisteso le labbra e cominciato a passarci sopra il glande del fallo finto, come fosse un rossetto. All'improvviso è sfuggita dalle mie braccia che avevano continuato a cingerla e a toccarle, da sotto la gonna, cosce, fianchi e glutei, per avvicinarsi prima a Sergio, poi a Ugo ormai accompagnato già al divano dalla moglie che si era assentata dalla stanza subito dopo.
Silvia è rientrata mentre Daniela si chinava su Ugo quasi ad offrire il dildo all'uomo per un pompino. Era andata a prendere una valigetta tipo borsa ventiquattrore che ha appoggiato sul tavolo dicendo “Se ne avete bisogno, servitevi”.
Lei stessa ha aperto il coperchio, così ho visto che conteneva varie cose, tra queste, a colpo d'occhio ho riconosciuto scatole di preservativi di marche diverse, un flacone di olio lubrificante, fazzoletti detergenti, ma anche oggetti strani. Erano ben attrezzati ed organizzati i padroni di casa.
Ugo sembrava essere già andato in estasi e accettando con apparente soddisfazione i “massaggi” che Daniela gli faceva sul volto e sul collo con il dildo-strapon, si sbottonava i pantaloni e non fece fatica, nonostante l'invalidità, a tirarli fin sotto il bacino. Poi ha tirato fuori dai boxer il cazzo, non lunghissimo ma di diametro già notevole in quello stato barzotto e faceva pensare ad una circonferenza rilevante in fase di completa erezione.
Eravamo solo in cinque, mica una gran folla eppure, forse perché ero troppo preso dall'osservare Daniela (della quale già rimpiangevo il bel culo al quale ero stato abbastanza stretto per qualche minuto), mi ero perso qualche scena: quella dello spogliarsi di Sergio. Evidentemente era già conciato in quel modo sotto i calzoni e la camicia che si era tolto senza che io me ne accorgessi. L'ho visto avvicinarsi a Silvia, prenderla tra le braccia, sfilarle prima un giubbetto “copri spalla” e poi ha spinto prima ai lati esterni delle spalle e dopo giù per le braccia di lei, le bretelle della gonna ampiamente scollata, del tipo “abito prendi sole” tanto per capirci. Non mi sono meravigliato del fatto che Silvia si lasciasse spogliare ma dell'abbigliamento femminile rimasto addosso a Sergio: un corpetto nero strettissimo in vita lo cingeva dai fianchi in su, uno striminzito slippino di pizzo rosso gli lasciava praticamente scoperte le natiche piccole ma, almeno ad occhio, ben sode, due calze a rete nere, lunghe fino a meta coscia gli calzavano le gambe, su una delle quali portava una giarrettiera con fiocco rosso abbinato allo slippino che non riusciva a contenere il malloppo degli attributi sessuali.
Ora, a mente fredda potrei dire che era ridicolo, ieri sera, al momento, con quell'atmosfera, ho notato invece la gambe slanciate e nervose, da gran figa. Peccato quei piedi, senza scarpe, troppo grandi per essere femminili. Mi spiace dirlo, ma le gambe di Sergio erano certamente più belle di quelle morbidose per un lieve esubero di grasso e con la pelle a buccia di arancia in prossimità dell'inguine, di Silvia che si è lasciata spogliare in gran fretta. Ho visto Sergio curvarsi su se stesso per abbassare il capo e dedicarsi a succhiate di capezzoli, leccate sui seni e perlustrazione manuale tra le cosce leggermente divaricate di Silvia, la quale a sua volta, reclinando il capo all'indietro per offrire alle leccate anche il collo, aveva già liberato il cazzo di Sergio dal quasi inesistente slippino e lo lavorava di mano.
Non potevo restare a guardare gli altri. Sono stato lesto anche io a liberarmi dei vestiti e ho recuperato la distanza che si era creata tra me e Daniela, china davanti ad Ugo.
Le ho sollevato di nuova la gonna, le ho spostato le mutande per infilarle il mio cazzo tra le cosce, a contatto con la figa. Ho sentito dal contatto a sfregamento che la zona era già alquanto umidiccia ed allora, con un gesto deciso, le ho abbassato lo slippino e sono andato subito all'espugnazione di quel delizioso ricettacolo di cazzi. Ho trovato l'entrata molto più agevole di quanto avessi immaginato.
Ammetto che non ero più tanto sicuro di essere lucido di mente, al contrario, ero molto frastornato. Intanto avevo sempre considerato irreprensibili tutte le quattro persone con cui stavo, scoprendo invece che nel privato erano disinvolte a livello inimmaginabile dalle loro solite apparenze. Non avevo finito di stupirmi degli orientamenti sessuali di ciascuno che già mi avevano contraddetto.
Uno ad uno. Sergio che immaginavo un normalissimo scapolo un poco timido, prima mi ha stupito facendomi credere con i suoi comportamenti di essere amante del travestimento e per una mia atavica convinzione, basata su non so cosa, secondo me uno che si traveste doveva essere inevitabilmente gay, invece si stava spupazzando Silvia la quale forse non ha il fascino di una diva hollywoodiana ma di certo non ha nulla di mascolino.
Daniela era il rovescio della medaglia o se si vuole la versione al femminile di Sergio che con il suo desiderio di essere munita di membro ormai l'avevo già classificata lesbica invece era una gran maialona disposta a tutto, infatti rispondeva alla grande a tutti i miei movimenti, spingendosi all'indietro e chinandosi al massimo sia per farmi entrare al massimo in lei e sia per lavorare oralmente, con maestria e contemporaneamente, il pene di Ugo. Costui che credevo un povero invalido era un chiavatore spregiudicato al pari della apparentemente “santa donna” di sua moglie Silvia.
Beh, non è che io abbia orientamenti sessuali così ben chiari da potermi scandalizzare dei loro.
Finisco di raccontarvi la serata di ieri sera
Si parlava della mia scopata a pecora con Daniela che pompinava Ugo, mentre accanto a noi anche Sergio si era seduto su una sedia, prendendo Silvia a cavalluccio sulle gambe, e scopavano allegramente anche loro. Al momento non era impegnato solo il dildo-strapon...e neanche del tutto, perché Daniela l'aveva “riposto” sul divano sul quale sedeva Ugo, infilandolo sotto di lui, appena sotto i testicoli, tra le natiche dell'uomo che secondo me non disprezzava quel contatto.
Lo strapon è entrato in in scena con tutto gli onori dopo che Ugo ebbe sprigionato a schizzi il suo sperma, in faccia a Daniela. Non proprio una eiaculazione precoce ma comunque troppo anticipata rispetto ad una durata media di un pompino. Evidentemente l'atmosfera aveva influito o forse Ugo non è per sua natura un tipo che dura più del minimo sindacale. Purtroppo l'effetto ha avuto ripercussioni anche sulla mia scopata. Daniela infatti si è alzata subito in piedi, non gradendo molto quegli spruzzi e, alzandosi mi ha estromesso da lei. Non mi ha lasciato ricominciare perché ha ritenuto più importante detergersi la faccia prima ed andare persino a lavarsi subito dopo, portando con se l'aggeggio ricevuto in regalo. E' tornata poco dopo, quando io mi ero già aggregato alla coppia Sergio e Silvia.
Mi ero semplicemente avvicinato a loro due, ponendo una mano sulla spalla di Sergio ed una su quella di Silvia, chinandomi per scambiare un bacio con lei. E' successo che il bacio ce lo siamo scambiato a tre bocche. E' stato fantastico passare da una lingua all'altra, scambiarsi anche la saliva, sentire su una gota la pelle liscia di Silvia, sull'altra il contatto con la barba di Sergio. Poi mi sono alzato con il busto e loro due, continuando a scopare a cavalluccio sulla sedia, avevano girato le teste verso me e mi leccavano l'uccello che ancora era umido degli umori di Daniela, in contemporanea, dividendosi o i due lati oppure alternarsi nel dedicarsi una bocca all'asta ed una allo scroto. Ugo ci guardava estasiato e ci incitava chiedendoci di metterci in posizione più favorevole al suo punto di osservazione.
Eravamo “schierati” così quando Daniela è tornata con la “dotazione artificiale già “montata” al posto giusto per avvicinarsi al posto sbagliato, almeno secondo i miei gusti, cioè al mio sedere.
OK, nei miei orientamenti i rapporti omosessuali anche se non sono i miei prediletti non sono neanche esclusi, anzi. Però non ho mai gradito essere penetrato neppure da un cazzo vero, immaginarsi se potevo essere ben disposto a prenderne uno finto.
Ammetto che inizialmente ho reagito male. Credo d'averlo fatto non tanto per respingere l'iniziativa di Daniela quanto perché conservavo ancora una buona dose di ipocrisia e, nonostante tutto, volevo ancora mentire agli altri quattro, cercando di apparire quell'etero che ho sempre lasciato credere e che ho fatto di tutto perché la gente mi considerasse tale, mentre sia pure non assiduamente, durante il mio vivere, a volte per curiosità, a volte per desiderio, non mi sono negato neanche i piaceri con persone del mio stesso sesso.
Vedendo la mia reazione, un deciso colpo d'anca per scansare bruscamente Daniela, Ugo intervenne difendendomi a modo suo, cioè dicendo a Daniela: “Per forza, così a secco non lo prende no. Lubrificalo un po, sia il coso lì, sia il suo buchetto, anzi, inumidisciglielo con la tua saliva, leccagli il culo, dai, vedrai che poi entra”
E' stato così che mi sono ritrovato da due bocche sul cazzo e da una terza sul culo. Daniela infatti ascoltando il consiglio di Ugo, alternava leccate con lingua a spatola a sfioramenti leggeri del mio orifizio anale con il dildo.
Cribbio se il desiderio che si decidesse ad infilarmelo mi era venuto. Ostacolando un poco il lavorio di Sergio che smise di deliziarmi con la sua bocca per concentrarsi sulla scopata con Silvia e di costei che sostituì una sua mano alla sua bocca, mi inchinai sporgendo abbastanza il mio sedere per comunicare gestualmente a Daniela che oramai davo la mia disponibilità a farmi infilzare quel coso. Lei ha capito a volo ma non è stata precipitosa.
Con calma si è prodigata a coccolare il mio posteriore a pizzicotti e schiaffetti sulle natiche, leccate sul buco, strofinio del dildo da sotto lo scroto all'osso sacro, tanto da portarmi quasi al punto di implorarla perché mi riempisse con quel suo attributo posticcio. Finalmente si decise a cospargere sia il fallo artificiale che il mio orifizio con abbondante lubrificante e a tentare lo sfondamento. Era il momento in cui io pure lo volevo, fortemente lo volevo eppure per reazione istintiva ebbi delle contrazioni involontarie che ostacolarono l'impresa ma ero ormai così infervorato che per paura che rinunciasse l'ho incoraggiata con un accorato:“Scusami, dai, riprovaci”.
Ci ha riprovato, c'è riuscita, ho sentito dolore all'inizio, mi è piaciuto poi, mi è piaciuto sentirlo scorrere, mi è piaciuta soprattutto l'idea che venivo scopato da una donna. Dov'è scritto che prenderlo dentro è prova di omosessualità? Prenderlo da una donna mi faceva sentire ancora più etero. Non mi interessava il ruolo, mi interessava essere accoppiato con una donna, anzi due poiché Silvia continuava a palparmi palle e cazzo. Sono stato quasi contento che Sergio non si stava più prodigando su di me con la sua bocca. Non che non sapesse fare bene certi “lavoretti”, anzi, ma in quel momento, per il ruolo che stavo tenendo è stato importantissimo per me, per la mia psiche, che non avessi alcun contatto fisico con nessuno dei due uomini. Altro che poco maschio, mi sono sentito ipermaschio con due donne che si dedicavano a me , una delle quali, Daniela, certamente in maniera inconsueta.
Ho spinto le mie spalle all'indietro dopo essermi aggrappato, con le braccia spinte in dietro, ai fianchi di Daniela per sentire premere sulle mie spalle i seni di Daniela.
Ho visto Silvia fremere di piacere e l'ho sentita cambiare ritmo di respiro e gemere esternando così, anche sonoramente il suo orgasmo raggiunto, ovviamente, non per merito mio ma di Sergio.
Anche costui ha farfugliato qualcosa, non saprei cosa, prima di esclamare con impeto “godo, godo, godoooo”, reclinando il capo oltre la spalliera della sedia mentre Silvia si abbassava su di lui, abbandonando ogni interessamento a me, per ripiegarsi fino a baciarlo. Facendo così Silvia lasciò fuoriuscire da lei il cazzo di Sergio e anche i rivoli di umori che aveva ricevuti da Sergio e quelli che lei stessa aveva prodotto, finendo con il posizionare il suo culo in posizione molto appetibile per me che ero ad un niente di distanza da lei.
Velocemente, da dietro le passai le dita sulla e nella figa bagnata e con i suoi umori le ho lubrificato l'orifizio anale, nel quale non ho resistito ad introdurmi, meravigliandomi della facilità con la quale ci sono riuscito, segno che la strada era stata ampiamente battuta anche in precedenza e che c'era la piena disponibilità di Silvia.
Sergio è rimasto come schiacciato sulla sedia dal corpo di Silvia che gravava su di lui ed Ugo, sul divano, smanettando come un forsennato sul suo attributo faceva il tifo con esclamazioni ed incitamenti “Uhm, il trenino, fantastico, dateci dentro adesso, cavoli dovevo prendere la cinepresa o almeno il telefonino...questa scena deve essere immortalata...”.
Da solo non poteva alzarsi per andare a recuperare un bel nulla, e nessuno di noi quattro ha preferito lasciare la propria postazione per assecondare lui. Del resto se l'avessimo fatto non ci sarebbe stata più la scena che lui voleva immortalare.
E' andata bene come è è andata. Ho raggiunto anche io il mio piacere con una ricca eiaculazione e la stessa Daniela ci ha mostrato quanto bagnata fosse diventata la sua figa a prova degli orgasmi provati senza essere penetrata ma penetrando me.
Ecco cosa ho vissuto ieri sera. E' stata una ulteriore lezione di vita: non credere alle apparenze delle persone e soprattutto avere conferma che la sessualità ha infinite sfaccettature e che solo gli ottusi si fermano alla teorica distinzione dei rapporti tra “normali” ed “anormali”, ritenendo normali quelli praticati da se stessi ed anomali gli altri, invece la sessualità è un universo che non si esplora mai abbastanza, mai fino in fondo.
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