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IL PACCO PER NONNA 2


di giov60
07.01.2025    |    8.200    |    8 9.7
"Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è il kimono di mamma di nuovo indosso alla mia cara nonna..."
Sono quasi le diciannove quando ci alziamo dal divano che è stato silenzioso testimone della nostra prima, credo ben riuscita, scopata. La prima ad alzarsi è proprio lei che ponendosi davanti a me mi si mostra in tutta la sua matura e appena sfiorita bellezza. Un metro e settanta di femminilità ancora prorompente sia dall’abbondate seno che incombe sulla mia testa, sia dalla depilata e grande figa che luccicante di umori emana un odore di femmina che mi sta inebriando trovandosi proprio a pochi centimetri dal mio naso.
La mia voglia non è ancora del tutto spenta ma nonna mi invita comunque a fare una veloce doccia per poi cenare. Sparisce in bagno da dove esce solo qualche minuto dopo avvolta in un accappatoio e con i capelli umidi avvolti in un asciugamano. Se ne va in camera da letto mentre io mi infilo sotto la doccia che mi rigenera e da sollievo alla mia erezione che, lungi dall’essere debellata, continua a dare impulsi di piacere alla mia persona.
Fatta la doccia indosso, visto il tepore di questa casa, una leggera maglietta di cotone e un pantaloncino che fatica a nascondere completamente il mio cazzo ancora barzotto.
Mi stendo sul letto a ripensare a quanto avvenuto nel pomeriggio e, soprattutto, a quanto può ancora accadere da oggi in poi. Passo diversi minuti a fantasticare mentre nonna è indaffarata ai fornelli per preparare la cena.
Mi sono quasi assopito nel nuotare nei miei pensieri, che mi sento chiamare a tavola.
Anche lei si è messa comoda indossando una specie di Kimono che mi pare di ricordare addosso a mamma tempo addietro, ma ha anche indossato un paio di calze nere che credo siano autoreggenti. Dal ballonzolare delle sue tette penso che sotto non indossi altro. Ma vengo smentito quasi subito, infatti, con i piatti in mano mi chiede di farle strada ed io per non ostacolarla le metto le mani sulla vita cosi da agevolare il suo passaggio vicino a me. Sento al tatto che deve aver indossato una specie di busto, guepiere, corsetto o come diavolo si chiama, perché avverto come delle sottili stecche che le circondano la vita. Poggiati i piatti sulla tavola ben apparecchiata si mette quasi in posa vezzosamente perché ha già capito cosa mi frulla in mente.
“Si hai ragione il kimono era di tua madre ma lei non voleva indossarlo in casa davanti a te per non creati imbarazzo, diceva che era troppo corto e che la cinta di materiale setoso, tende ad allentarsi con troppa facilità, cosa che avrebbe potuto mettere in vista porzioni del suo corpo non adatte ad un ragazzo.” Così dicendo quasi fa una piroetta su se stessa per farsi ammirare oltremodo e, proprio durante questo movimento osé, la cintura si allenta, avvalorando i dubbi di mamma, a tal punto da fami vedere che in effetti aveva indossato una guepiere nera che era dotata di reggicalze e mancante delle coppe del reggiseno così che le sue mammelle di 4a misura si potevano muovere liberamente sotto la seta del kimono, un piccolo slip copriva la sua pesca matura, ma lasciava scoperte le sue chiappe appena appesantite sotto la rima dei glutei. L’insieme era molto eccitante!
“Da ieri, quando hai accettato di venire qui a preparare gli esami di maturità, ho smesso il lutto per tuo nonno che è durato anche troppo, per cui ho deciso di indossare di nuovo i vestiti e tutta la biancheria che avevo messo da parte per onorarne la memoria. Poi devo ammettere che anche se non ho ancora controllato bene, almeno per quello che mi hai fatto sentire in figa poco fa, tu mi ricordi molto il mio caro marito. Sei ben dotato quanto lui, forse un pelino di più… ma non mancherà l’occasione per verificare meglio, non credi?!?”
“Nonna spero solo di essere all’altezza perché, un po’ a mente fredda, ma non tanto, mi rendo conto di essere un pivellino inesperto per una donna come te!”
“Questo è l’ultimo dei problemi: io sono pronta ad essere la tua maestra di vita…sessuale! Se ti applicherai, con quello che ti insegnerò, come ti applichi nello studio per l’esame di maturità, vedrai che tra un mesetto sarai promosso a pieni voti anche in questa materia e le ragazze cadranno tutte ai tuoi piedi. Ma adesso è ora di cenare e poi ci rilassiamo in salotto prima di andare a riposare, dopo questo pomeriggio piuttosto agitato!”
Ceniamo con appetito, scrutandoci profondamente negli occhi, al termine mi chiede di aiutarla a rassettare e inizia anche a darmi alcune direttive per la vita casalinga: sono incaricato di preparare il tavolo, apparecchiandolo a colazione, a pranzo e, quando non sono fuori con gli amici, anche a cena. Poi devo aiutare nel rassettare sia la cucina, ma soprattutto la mia camera dove studio. Mamma, che viene ogni giorno nel primo pomeriggio, provvede invece a ritirare il mio vestiario e a lavarlo per poi riportarlo ed è disponibile per portare qualsiasi cosa dovesse necessitarmi.
Messa in ordine la cucina passiamo in salotto e io accendo la tv mentre nonna sparisce dalla mia vista per riapparire solo pochi minuti dopo recando in mano una specie di grossa scatola di legno che avevo già notato fare bella mostra su una grossa cassettiera posizionata in fondo al corridoio della zona notte di casa.
Era stata sempre lì da anni e sia la cassettiera che la scatola erano tutti e due rigorosamente chiusi a chiave. Fa quasi fatica a portarla, penso debba essere piuttosto pesante, e arrivata davanti al puff che usa per allungare le gambe quando siede sul divano, la posa proprio lì e, per farlo, si china, dandomi le spalle, con le gambe leggermente aperte mettendo in mostra il suo lato B che, a causa del corto kimono, continuando a dare ragione a mia madre, posso ammirare in tutto il suo splendore. Lo slip disegna perfettamente le mature natiche e mette in evidenza, coprendola, la figa matura che nonna dimena leggermente davanti ai miei occhi. Non si rialza subito, ma adesso appoggia le mani sul grosso contenitore e per alcuni secondi dondola leggermente il bacino attirando ancora di più la mia attenzione che, girando la testa verso di me, può constatare guardando al cavallo dei mei pantaloncini che a malapena trattengono il mio cazzo ancora impennato.
“La vista è ancora decente?!” dice guardandomi negli occhi, certo non le manca la sfacciataggine, sa di essere ancora appetitosa, almeno per chi apprezza la muliebre bellezza un po’ datata e non si vergogna di mettersi in mostra con una certa spudoratezza.
“Nonna sei bellissima e anche eccitantissima!” le rispondo massaggiandomi il cazzo e quindi seguendola nella sua sfacciataggine.
“Vedi che tua madre aveva ragione a non voler indossare questo Kimono in casa: sarebbe bastato un piccolo chinarsi da parte sua e tu le avresti potuto vedere molto più di quanto lei reputa decente per una madre!”
Socchiudo gli occhi e mi si figura davanti l’immagine di mamma che, intenta a riporre dei miei capi di abbigliamento, si era chinata anche molto meno di quanto non faccia adesso nonna, dandomi le spalle mentre io ero steso a letto in camera mia.
“Già un vero peccato che mamma sia così bigotta nei miei confronti!!”
“Ma una fortuna per me! Altrimenti qui non saresti mai venuto!” mi risponde ridendo nonna!
“Vuol dire che le regalerò a tempo debito qualcosa di simile così da metterla nella stessa condizione, se lei vorrà!”
“Non accadrà mai!”
Si siede accanto a me e viene a darmi un bacio sulla guancia e, nel farlo, mi sussurra all’orecchio: “Ricordati che io sono la madre di tua madre ed esercito ancora una certa influenza su di lei!”
Adesso tirando una piccola chiave, apre lo scrigno che è poggiato sul puff.
“Qui conservo i miei ricordi da quando ero una giovane ragazza fino a quando tuo nonno è passato a miglior vita. Credo sia giusto mettertene a parte perché adesso tu, se lo vorrai e fino a quando vorrai, hai di fatto preso il suo posto!”
“Nonna così mi confondi!”
Per tutta risposta lei si avvicina al mio viso con le labbra semiaperte: inizia a baciarmi in bocca come fossimo due innamorati: un bacio lungo, umido, sensuale completamente diverso da quello di poche ore fa che era una sinfonia di pura libidine. Rispondo al bacio con passionalità e, solo quando ci stacchiamo l’uno dall’altra, faccio mente locale alle differenze delle due situazioni appena vissute.
“Baci molto bene e la cosa mia piace molto! Si vede che le ragazzine che frequenti ti hanno fatto già percorrere un tratto piccolo di strada!”
Nonna aveva tirato già fuori la prima delle scatole di cartone che, infilate nello scrigno come fossero dei libri, portavano sul dorso l’indicazione del contenuto.
Ma il paragone che aveva appena fatto con le mie “amiche” di oggi le ha dato lo spunto per iniziare un pippone su come è necessario comportarci in questo periodo: bisogna, in primis, studiare e non lasciarsi andare solo lungo le strade del piacere…. Il Piacere è al secondo posto ma prima veniva lo studio e con esso anche i rapporti con i compagni di classe, gli amici e la vita di tutti i giorni. Mi sta riportando con i piedi per terra! Tutto questo per quanto mi riguarda mentre per lei al primo posto c’è ritornare a vivere dopo il lungo periodo di lutto; quindi, ritornare ad essere quella donna e femmina che è stata messa in un cantuccio per troppo tempo, tornare a fare spese, andare dal parrucchiere incontrare le amiche con cui spettegolare, il tutto però finalizzato a tenere desta l’attenzione dell’alter ego del suo amato marito, cioè io, graditissimo ospite in casa sua. All’esterno tutto deve apparire normale: una nonna che sta ospitando il nipote per un periodo da dedicare allo studio e, per esterno, intende anche la presenza in casa di mamma, papà e quanti altri dovessero passare. Quindi era necessario che io incontrassi gli amici e passassi del tempo anche con loro come facevo normalmente, il tempo a disposizione per la nostra intimità era più che sufficiente a calmare i nostri bollori, specialmente i suoi dato che adesso si sentiva come una ragazzina alle prime esperienze, ma questo al riparo delle mura domestiche.
A malincuore accetto tutti i consigli, perché ad essere sincero, per quanto mi riguarda il mio primo obbiettivo era sciogliermi nel piacere carnale con lei che, l’ho ormai ben chiaro in mente, ha ancora una forte carica erotica.
Dalla prima scatola escono tante foto, molte in bianco nero, alcune a colori di lei adolescente. Sono foto scattate tra gli anni 70 ed 80 del secolo scorso. Alcune sono normali foto fatte anche in compagnia di altre persone tra le quali i miei bisnonni altre invece rivelano la carica erotica di nonna che già allora aveva pose particolarmente sensuali davanti all’obbiettivo. Niente di scandaloso ma in alcune foto, specialmente quelle scattate durante le estati che loro passavano al mare, le pose di nonna erano particolarmente sensuali specialmente qualcuna di queste mettevano in risalto il suo sedere, le gambe già affusolate di allora, il seno che iniziava a gonfiare il suo petto e la prominenza del suo monte di venere. In un paio di foto erano ben visibili anche alcuni peli della figa che facevano capolino dal costume che spesso era intero e solo in alcune foto era il classico bikini di quegli anni.
“Dio nonna com’eri bellina! Ma le foto chi te le faceva?”
“Queste che stai vedendo ora me le ha fatte il tuo bisnonno, mio padre. Chi altri poteva farmele? Ero poco più di una ragazzina…!”
“Si ma alcune pose sono piuttosto….spinte se non erro.”
“Spinte mi sembra un parolone. Diciamo che seguivo anche i consigli di mia madre, così da apparire più carina e più adulta!”
“Ma tuo padre ….”
“No, il tuo bisnonno era una persona dolcissima, agiata, ma era anche molto, molto tiepido nei confronti del sesso. Amava mia madre profondamente ma certamente non l’ha molto soddisfatta in campo sessuale. Era molto orgoglioso di lei e la adorava! E mamma, vista la situazione, si fidava molto di papà quando si andava in spiaggia e portava la sua macchina fotografica: era bravo anche a sviluppare le foto e quindi molto spesso chiedeva sia a lei che a me di fare da modella, cosa che noi facevamo ben volentieri. Anche se era molto più interessato a mamma che a me dato che con lei si sentiva molto più a suo agio.”
Mentre parla prende dalla scatola che ha in mano un paio di foto e me le mostra: nella prima c’era una bella donna seduta su una sedia con una bella gonna lunga ma a petto nudo che metteva in evidenza un seno molto prosperoso; nella seconda la stessa signora era invece mollemente adagiata su un divanetto degli anni 50 credo e mostrava con orgoglio a gambe larghe il fitto pelo del suo inguine dove però si indovinavano le labbra del sesso ben modellate.
“Questa era mamma mia nel pieno del suo splendore proprio intorno all’inizio degli anni settanta!”
“Accidenti quanto era…bona!! Mi fa eccitare!! …. Scusa nonna non volevo offendere né te né lei!”
“Ma a te tuo padre foto di questo…livello non te ne ha mai fatte?”
“Non così esplicite, ma quelle poche se le è tenute per se e non le ha mai date a nessuno.”
“Perché quelle fatte a sua moglie le dava in giro?”
“Guarda che non c’è niente di nuovo sotto al sole, caro nipotino. Mio padre con alcune di quelle foto si faceva pubblicità, diciamo, così che altre signore venivano a farsi fotografare da lui, a volte accompagnate dai rispettivi mariti ma a volte anche senza accompagnamento alcuno.”
Nonna prosegue nel raccontare che alcune delle foto che scattava, il padre poi le inviava anche ad editori specializzati del tempo che hanno poi fatto delle pubblicazioni con quelle foto sia su riviste specializzate che libri di foto osè.
Si sono fatte le 22.30 e nonna chiudendo la scatola, dopo aver riposto in essa le foto, torna a mettere tutto nello scrigno che chiude a chiave. Poi mi chiede di portare lo stesso sulla cassettiera, perché è ora di andare a letto.
Faccio come lei mi dice e torno in salotto per darle la buona notte ma anche una bella palpata alle sue tette.
“No caro, non devi darmi la buona notte, perché noi adesso ce ne andiamo a letto insieme, in camera mia. Tu dormirai sempre con me, così da poterci coccolare un po’ prima di prendere sonno! Vuoi?!”
“Ma certo che voglio ci mancherebbe altro!”
Dopo pochi minuti, io sono già nel suo comodo lettone matrimoniale. È la prima volta che dormo in un letto così grande e, soprattutto, con una donna. Spero di riuscire a dormire perché il mio cazzo sta su che è una bellezza. Nonna si presenta con una vestaglia che subito toglie per rimanere completamente nuda mentre chiede anche a me di fare altrettanto. Appena si allunga al mio fianco spegne la luce e rimaniamo mano nella mano al solo chiarore di un piccolo abatjour che stempera i lineamenti di tutto ciò che ci circonda. Ripenso così alle cose che ci siamo dette o meglio a quanto lei ha detto in salotto stasera e le chiedo se posso farle una domanda. Lei a occhi chiusi mi fa cenno di sì.
“Ma se tua madre era una donna così, diciamo, evoluta per quei tempi e tu oggi penso ne stai ripercorrendo i passi anche meglio di lei, come mai tua figlia, mia madre, non è così… espansiva?”
Nonna si gira sul fianco, portando la sua mano sul mio petto mentre l’altra mano continua a stringerla nella mia.
“Tu hai un’ossessione per tua madre, non è vero? Stasera hai continuato a pensare a lei perché ti ho detto che il kimono era suo e tu hai continuato a pensarla mentre lo indossava sul suo corpo nudo! Sono stata corretta nel mio dire?”
“Si, no, quasi.. ma a casa fa di tutto per non apparire! Nemmeno sembra essere figlia a te nonna.”
“Ci vuole pazienza! Vedremo cosa fare per accontentarti un po’. Ma tu promettimi di non lasciarmi mai da sola..!”
“Non ci penso nemmeno!”
Nel mentre la sua mano continua ad accarezzarmi il petto e piano piano scende verso il basso… Le chiedo se vuole scopare perché io sono pronto! Ma lei mi dice che ha voglia solo di un po’ di dolcezza e inizia a carezzarmi il cazzo con molta sensualità.
E’ una carezza leggera ma impudica percorre tutto il mio sesso dall’alto in basso e fino a stuzzicarmi lo scroto che è bello gonfio.
Si avvicina ancora a me e posso apprezzare le sue mammelle sul lato del mio petto mentre lei si accosta al mio viso e mi sussurra:
“Ti piacerebbe che questa carezza fosse tua madre a fartela, vero? Chiudi gli occhi e pensa che sia lei al posto mio! Sei un vero porcello! Sii sincero con nonna tua!”
“Si nonna posso anche pensare a mamma adesso ma a lei penserò se ce ne sarà l’occasione; per adesso sono in Paradiso con il tuo leggero tocco!”
“Che galante! Ti meriti un cioccolatino! E così dicendo porta il suo volto sulla mia pancia e avverto subito un tocco umido in cima alla cappella del mio cazzo. Dalla cappella molto lentamente il calore della bocca di nonna scende fino ai coglioni: non mi sta facendo un pompino, mi sta solo accarezzando l’uccello col le labbra e con la punta della lingua. Il trattamento dura per diversi minuti e mi manda in sollucchero. Alla fine, riprende in mano il mio uccello e messasi ancora di fianco a me dice di volersi addormentare con il cazzo in mano e, appoggiata la testa sulla mia spalla, lentamente entra nel mondo dei sogni ed io con lei.
Alle sei e mezza, dopo aver dormito profondamente, tanto da non accorgermi di nonna che svegliatasi qualche minuto prima, era scesa dal nostro letto “coniugale”, vengo svegliato dal rumore della porta che si apre e dalle tapparelle che vengono alzate. Poi sento appoggiare sul comodino al mio fianco qualcosa che poi altro non era che un vassoio con un robusto caffè il cui odore inizia ad inondare la stanza. Sento il materasso cedere sotto il peso di qualcuno che mi si mette a fianco. Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è il kimono di mamma di nuovo indosso alla mia cara nonna.
“Amore di mamma, svegliati che è quasi ora di uscire per andare a scuola!”
“Ma che cazzo dici, nonna! Buongiorno a te!”
“Non parlare così! Questo si chiama “giuoco di ruolo” e io adesso sono tua madre mentre tu sei te stesso che basta ed avanza! Quindi rispondi a tono e comportati di conseguenza!!
Capisco a volo l’antifona e mi regolo di conseguenza. Anche se all’inizio è come un recitare una parte, dopo mi faccio prendere dalla situazione e, non mi vergogno ad ammettere, penso veramente di avere di fronte mamma!
Per cui: mamma prende la tazzina del caffè e me la porge affinchè io possa sorseggiarlo ed assaporarlo. Nel mentre vedo che mi guarda con gli occhi socchiusi mentre porta sulla sua bocca semiaperta l’indice e il medio della mano che è posizionata tra me e lei.
“Ho in mente adesso qualcosa che sono certa ti farà rizzare dal letto con la velocità di un fulmine!”
Dicendo così, capisco subito dopo, non intendeva io che schizzavo via dal letto ma il mio uccello che, nonostante la sorpresa, era ancora barzotto ma appoggiato al mio ventre. La sua lingua continua ad inumidire le due dita della mano e lo sta facendo fissandomi negli occhi e con uno sguardo sensuale proprio di femmina in calore. Poi mentre con l’altra mano prende possesso della mia virilità ancora intorpidita dal sonno, si abbassa verso il mio cazzo e lo imbocca mettendo la mano con le dita insalivate sui miei coglioni per immediatamente intrufolarle tra le mi cosce appena divaricate. Avverto un primo solleticolio attorno al mio sfintere anale e proprio mentre lei si produce in un affondo con la bocca sul mio cazzo, mi sento violare il sedere dalle dita umide della sua saliva. Provo prima un pizzicorio piuttosto fastidioso ma subito dopo, forse per la sua esperienza, il tutto si tramuta sferzata di piacere che mi fa indurire completamente il cazzo in un attimo. Il lavorio di quelle due dita continua per un paio di minuti e devo dire che ne accolgo quasi per la metà della loro lunghezza nel mio culetto. E quell’andirivieni inizia a piacermi vista la reazione del mio cazzo.
Mamma dopo avermi insalivato per bene il cazzo fino a bagnarmi anche i coglioni, dato che dovevo veramente andare a scuola, sale a cavalcioni su di me e mi sento scivolare in lei fino a sentire i suoi glutei sulle mie cosce. Con le mani afferro i morbidi meloni che mi si parano davanti ancora coperti dal suo kimono la cui cintura cede proprio nel momento opportuno proiettando verso le mie labbra due grossi e turgidi capezzoli.
“Mamma quanto sei figa!”
“Si certo lo sono, ma adesso allagami subito che è tardi e devi andare a scuola fresco e riposato!”
Il suo bacino danza forsennatamente su di me e non riesco a resistere che un paio di minuti, allagandola con tutta la mia possente sborrata che, in parte le fuoriesce dalla figa bagnando le mie gambe e, in parte il fresco lenzuolo del letto.
Appagata anche lei, si piega su di me e ci scambiamo un lungo bacio.
“Buongiorno Amore di mamma, su, adesso andiamo a scuola!”

continua...
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