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La maestra della scuola primaria


di giov60
18.01.2025    |    1.441    |    7 9.8
"Io spesso dormivo ma altre volte, sbirciando dalle fessure del paravento li ho visti fare l’amore ed ero affascinato da mamma che faceva i pompini a papà con..."
Mi chiamo Carlo, 19 anni e frequento la facoltà di architettura in una città del centro Italia ad un centinaio di chilometri dal mio paesello, per cui, grazie anche all’aiuto economico dei miei, ho preso una camera in affitto e passo le mie giornate studiando e la sera uscendo in compagnia dei miei colleghi di università. Ho un certo successo con le ragazze perché non sono affatto male e anche abbastanza dotato sia di cervello che di uccello, specialmente da quando mi sono trasferito per motivi di studio in città dove le ragazze approcciano e si fanno approcciare molto più facilmente che in paese dove però ho lasciato quella che, per adesso, considero una ragazza speciale.
Una decina d’anni fa, frequentavo la scuola primaria terza o quarta non ricordo, i miei genitori furono un giorno convocati dalla maestra Raffaella, la mia maestra. Una bella donna direi oggi ma allora, siccome era simile a mia madre e, come lei, è stata sempre molto dolce con me, che ero bravo a scuola per cui diceva sempre che ero il suo scolaro preferito e mi portava ad esempio a tutta la classe. Come mamma era alta circa un metro e settanta e aveva un seno opulento, una quarta misura. Quello che più ricordo è il suo sguardo dolce e indagatore. Coetanea di mamma, anno più anno meno, che allora aveva trentasei anni, la maestra, credo trentottenne, viveva in un piccolo appartamento preso in affitto in paese proprio grazie ai buoni uffici di mamma e credo, avesse stretto con lei una bella amicizia, si frequentavano spesso nelle ore pomeridiane quando la scuola era chiusa e mamma, casalinga, aveva un po’ di tempo da dedicare a sé stessa.
Torniamo a bomba: in quegli anni la casa in cui abitavo con i miei genitori, sono infatti figlio unico, era piuttosto piccola ed io, anche se riparato da un alto paravento, dormivo ancora nella camera da letto dei miei; papà voleva molto bene a mamma come gliene vuole ancora oggi, ma allora ancora giovani specialmente il sabato e la domenica, passavano diverse ore a letto a far l’amore. Io spesso dormivo ma altre volte, sbirciando dalle fessure del paravento li ho visti fare l’amore ed ero affascinato da mamma che faceva i pompini a papà con molta dedizione e piacere reciproco. Lei le chiamava pompe e rivolgendosi a papà gli chiedeva se fosse brava a “fare pompe”. E papà le rispondeva colorando molto gli apprezzamenti nei confronti di mamma a cui piaceva essere appellata così! Insomma, non avevo e non ho genitori bacchettoni.
Siccome la maestra Raffaella era per me quasi una mamma un giorno su un tema fatto in classe o su un biglietto a lei dedicato le scrissi che mi ero innamorato di lei, e questo lo fanno diversi bambini, però, quando lei sorridendo bonariamente, mi ringraziò io le dissi, innocentemente, che, se mi avesse aspettato, quando fossi cresciuto l’avrei sposata così che avrebbe potuto farmi tante pompe!
Da qui la convocazione dei miei che si scusarono con lei e spiegarono la situazione. Da allora, comunque, mamma diventò ancora più intima amica della maestra segno che le cose erano tornate normali. Poi come accade normalmente, mentre io ero alle medie la maestra, ottenuto un trasferimento, invitò mamma e papà a cena a casa sua prima di lasciare la scuola e il paese. A quella cena c’ero anche io, così venni a sapere che era prossima a prendere marito e vidi quell’uomo che mamma si mangiava con gli occhi. Credo fosse di cinque, sei anni più anziano di lei. Ricordo vagamente che la serata fu piuttosto allegra e io ad un certo punto mi addormentai e fui svegliato proprio da lei quando i miei si stavano preparando ad uscire ed era già passata la mezzanotte!
Veniamo a qualche settimana fa quando il destino ha voluto cambiare la mia vita in campo sessuale. È un tiepido pomeriggio di un sabato di fine aprile. Sto passeggiando con un paio di colleghi di corso e decidiamo di andare in un centro commerciale appena fuori la città sperando di rimorchiare o essere rimorchiati da belle ragazze per una seratina piccante. Mentre percorriamo i grandi corridoi affollati, il nostro sguardo è attratto, oltre che dalle tantissime belle ragazze che sono lì, anche da tante belle signore che, in tiro ed a fianco dei loro mariti, fanno bella mostra di sé provocando la nostra attenzione e non solo la nostra. Tra queste il mio sguardo è attratto in particolare da una coppia matura, forse sui cinquant’anni. Il lui, alto quasi quanto me un metro e ottanta quasi, in jeans attillati, maglietta aperta sul collo e in parte sul petto, una bella collana al collo e una giacca che, si vede subito, non è stata acquistata in un centro commerciale ma è di sartoria, occhiali da sole sulla fronte, capello castano appena brizzolato e un bel paio di occhi, devo ammetterlo: proprio un bell’uomo. Lei slanciata ed alta quasi quanto l’uomo a cui sta sottobraccio, grazie al tacco che la slancia, con forse qualche chilo di carne in più che me la fa paragonare ad una florida signora emiliana, sotto uno spolverino leggero tenuto allacciato in vita indossa una gonna a tubino che le arrivava a metà coscia, gambe dritte coperte da belle calze, con ai piedi un paio di decolté con tacco otto o dieci, camicia di cotone leggero ben aperta sul petto che mette in evidenza un seno prosperoso sostenuto da un busto molto operato, anche lei indossa collana e orecchini abbinati e ha un bel paio di labbra con un rossetto piuttosto scuro che fa pendant con la gonna e lo spolverino al centro di un viso dolce e al tempo stesso sensuale. Una bella coppia, evidentemente agiata, che dà spettacolo della propria avvenenza! Anche il passo lento dei due è molto sensuale, naturalmente, per quel che mi riguarda, molto più quello della signora che ancheggia con molta raffinata eleganza. Faccio segno ai miei compagni che iniziano a proferire coloriti complimenti alla signora e manifestano invidia per il signore che le sta accanto. Mentre io fisso loro, la signora mi fissa, pare prima sorpresa e, subito dopo, felice, e sussurra qualcosa al consorte che sorridendo alla confidenza, iniziano a puntare entrambi decisamente verso di me. Io, solo in quel momento, quando sono a pochi metri di distanza e grazie agli occhi e allo sguardo della signora, riconosco in lei la mia adorata maestra Raffaella. I pensieri poco edificanti e molto volgari che ho per la testa per quella bella donna subito spariscono al suo sorriso che le accende il volto!
“Ma sei proprio tu, Carletto!” Alla mia risposta affermativa: “Che piacere incontrarti di nuovo dopo tanto tempo! Ma quanto sei cresciuto!”
Il suo sguardo mi misura da capo a piedi e la sua bocca ha una smorfia come di approvazione per quello che sta guardando.
Provo un piacere immenso a rivederla dopo quasi due lustri e ci abbracciamo con molto trasporto, poi mi presenta il simpatico signore al suo fianco come suo marito che la mia mente non ricorda affatto anche perché lo avevo visto solo una volta.
Suscitando loro malcelata invidia, mi allontano, scusandomi, dai colleghi di studio e accetto l’invito del marito Franco a prendere un caffè in uno dei bar del centro commerciale. Seduti al riparo da troppa presenza umana, così da poter parlare senza urlare, prendiamo posto ad un tavolinetto rotondo: ho alla mia sinistra la cara maestra e alla mia destra il marito Franco. Il mio sguardo è tutto per lei di cui portavo nel cuore il ricordo della maestra bella dolce ed affettuosa, mentre ora ho di fronte sì la stessa persona, ma completamente trasformata in una femmina appariscente e mi beo del belvedere del suo seno che pare ostentare con piacere e, poiché appena seduta accavalla la gamba destra, posso bearmi anche della vista della sua coscia che mette in mostra con malizia la balza della calza che indossa. Più volte abbassa lo sguardo come a verificare che tutto sia secondo la sua volontà: il lembo dello spolverino che scopre il giusto, l’orlo della gonna salito abbastanza, la vista del suo seno sufficientemente esposto: tutto per suscitare desiderio! La maestra Raffaella mi chiede innanzitutto di mamma e papà ed io le confermo che stanno benissimo e che si vogliono ancora un gran bene. Poi mi chiede della mia vita ed io le dico che adesso vivo qui in quanto frequento l’università. Noto che il marito mi guarda sornione ed è molto interessato a me e, durante il nostro parlare, scambia diverse volte occhiate complici alla moglie.
Ci scambiamo i numeri di telefono ed io do loro anche quello di mamma così che lei e Raffaella possano risentirsi un po’, ma da figlio educato, chiamo mamma per informarla dell’incontro e lei accoglie la notizia con tanta gioia e mi chiede di passarle la sua antica amica! Sono cinque o sei minuti di fitto chiacchiericcio tra le due signore che si scambiano fiumi di parole che non riesco a sentire anche perché Franco mi rivolge la parola per la prima volta ed io inizio a conversare con lui.
Dopo quasi trenta minuti di ricordi, tranne quella della “pompa”, il marito si allontana per saldare il conto e anche noi due ci alziamo per tornare negli affollati corridoi del centro commerciale. Penso, a malincuore, che è arrivato il momento dei saluti e poi, tutti per la propria strada; ma Raffaella chiedendo con lo sguardo l’approvazione del signor Franco:
“Senti Carletto, sono quasi le diciannove, che ne dici se ceniamo tutti e tre assieme e poi ci concediamo un bel dopocena, il dove lo decideremo assieme?!”
Gli occhi di Franco mi invitano ad accettare!
“Maestra Raffaella accetto volentieri ma spero in una cena e dopocena informale perché io ho addosso il meglio che ho con me qui con me!”
“Ma certo che credi!! Adesso Franco cercherà un ristorantino sul mare e ci concederemo un bell’antipasto e un arrosto di pesce, così da rimanere leggeri per il dopocena!”
Lei al centro, io e Franco ai suoi lati, fendiamo la folla verso l’uscita dove Franco ha parcheggiato la sua splendida auto elettrica di una nota marca americana.
Appena saliti, io naturalmente dietro e loro davanti, si scambiano un bacio piuttosto lungo e, nel controluce del tramonto che penetra dall’ampio parabrezza, vedo più volte le loro lingue vorticare. Franco appoggia la sua mano destra sulla coscia della moglie e, per quello che posso vedere, la signora porta la gamba ancora più verso il marito e agevola una carezza piuttosto intima che anche lei ricambia quasi subito portando la sua mano sulla gamba dell’uomo!
“Non to scandalizzare Carlo, noi ci siamo sposati appena dopo che io sono andata via dal tuo paese, non abbiamo ancora festeggiato i dieci anni di matrimonio e siamo ancora come fidanzatini della prima ora!”
“Non mi scandalizzo affatto maestra, anzi è bello vedervi così uniti e…. frizzanti tra voi!”
“Per favore Carlo non chiamarmi più maestra e dammi del tu!”
“Ci provo, maestra!”
“Spero di non aver distrutto i tuoi piani per questo fine settimana invitandoti a tenere compagnia a questa attempata coppia!”
“Non lo dica nemmeno per scherzo!! Sono semmai onorato del vostro invito e spero di essere all’altezza e non fare figure meschine!”
Sempre ridendo tutti e tre Franco mi fa provare l’accelerazione della sua potente auto che mi spaventa un po’! Dopo pochi minuti, un cancello telecomandato di apre, mentre percorriamo un viale sulle colline prospicenti il mare, permettendo il nostro ingresso in un ampio giardino di una splendida villa! Il garage accoglie l’auto e noi passeggeri. Scesi dalla macchina, Franco precedendo me e Raffaella, apre la porta che introduce a casa. Tre livelli: il primo con garage e taverna ampia, il secondo con la parte giorno della casa, ampia cucina, salone dalle cui ampie vetrate ammiro il paesaggio della città ai piedi della collina che si tuffa nell’azzurro del mare, uno studio con ampia libreria, lo spazioso giardino con piscina ed infine il terzo livello dedicato alla zona notte credo con diverse camere. Sono quasi in soggezione davanti a tanto benessere.
“Non ti impressionare Carlo, le case si costruiscono ma anche si vendono sono solo cose inanimate!” mi dice Franco che si è accorto del mio stato d’animo!
Mentre io e Raffaella ci mettiamo comodi su uno dei tanti divani, e Raffaella sceglie di sedersi su un due posti: “Così non mi puoi scappare!”, Franco dice che va nello studio per prenotare la cena e si ritira scusandosi.
Posso adesso sentire il profumo della mia cara maestra e avverto sulla pelle anche il calore che emana dal suo florido corpo di quasi cinquantenne.
“Mica ti imbarazzi a stare così vicino ad una donna un po’ matura!?” mi chiede sorridendo.
“Semmai mi sento onorato che una, se posso permettermi, così bella donna mi abbia preso in considerazione!”
“Sappi, bambino mio ormai cresciuto, che tra tutti i miei alunni che ho avuto il piacere di avere a scuola, tu sei quello che più mi è rimasto nel cuore: prima perché eri molto studioso e ti applicavi con grande attenzione, con grande soddisfazione dei tuoi genitori che mi sono stati molto vicini in quel periodo, sia tua madre che anche tuo padre, poi perché eri educato ed a modo e anche perché la tua sincerità era disarmante!” così adulandomi mi mette la mano fra i capelli e, partendo da dietro la nuca, sento le sue dita percorrere tutta la mia testa fino alla fronte, con un tocco così poco materno che mi fa venire i brividi e mi imbarazza facendomi drizzare l’uccello! Mentre le sue dita mi solleticano la testa scompigliandomi la pettinatura, non posso non chiudere gli occhi abbandonandomi a questo nuovo piacere che mai ho avuto la possibilità di provare.
“Ma che carini che siete! Sembrate i due innamoratini di Peynet!” dice Franco rientrando in soggiorno e mettendomi ancora di più in imbarazzo! Cerco di dissimulare e sto quasi per chiedere scusa io che non ho ancora fatto nulla! Ma lui: “Sai Carlo sono dieci anni che Raffaella mi parla di te e, anche se ti avevo visto una sola volta, scusami se dico ciò, ma non ti avevo considerato perché quella sera ero stato folgorato dalla tua bella mamma, posso dire che sei la persona che conosco di più e oggi ho avuto la conferma che Raffaella ha ragione a dire che aveva perso la testa per il suo alunno migliore!” Sono confuso e cerco di biascicare qualche parola per ringraziarlo ma mi rimangono tutte in gola. Franco ha ancora il cellulare in mano: “Sentite piccioncini” dice canzonando sia me che la moglie “purtroppo ho chiamato troppo tardi e non ho trovato posto nel ristorante che avevo scelto per questa serata speciale, che ne dite se ordino un po’ di sushi, le faccio portare qui e rimaniamo a casa? A te Carlo piace il sushi?”
“Grazie Franco sì mi piace la cucina etnica, per me no problem!” e anche Raffaella sembra più che soddisfatta della decisione del consorte “Si dai una seratina qui da soli è proprio l’ideale perché così mi posso coccolare Carlo come meglio non potrei!” e mi accorgo di un occhiolino malizioso rivolto al marito che sorride sornione e soddisfatto.
“Ordina per le ventuno così abbiamo tutti il tempo di darci una rinfrescata e prepararci degnamente a questa che, almeno per me, è una serata speciale da dedicare al mio, allora giovanissimo, spasimante! Io non l’ho dimenticato! E tu?”
“Posso essere sincero? Io la maestra Raffaella la porto nel cuore!”
“Che dolce!” e senza che possa sottrarmi, la maestra mi schiocca un bacio sulla guancia dandomi sentore di quanto calde siano le sue labbra!
L’intimità che va creandosi tra noi però non è ancora giunta a tal punto che io possa dirle quanto, da quando sono maturato, io ho sognato e desiderato quella bocca e quelle labbra!!
Si alza dal divanetto e subito avverto la mancanza del calore del suo corpo e della bella sua figura che i miei occhi stavano contemplando.
“Io mi ritiro il necessario per farmi bella. Carlo mica ti offendi se mi metto addosso qualcosa di, diciamo, frizzante?!”
“Maestra, cioè, scusa, Raffaella, sei a casa tua e puoi fare quello che vuoi, ci mancherebbe!”
Si avvia verso l’ampia gradinata che conduce al piano superiore e inizia a salire ancheggiando sinuosamente anche perché credo senta su di sé gli occhi di due uomini che la fissano concupiscenti, almeno io lo sono!
Anche se ho solo diciannove anni non sono, e non lo sono mai stato, ingenuo, almeno da qualche anno a questa parte. Mai come questa volta mi sento un agnello tra i lupi, ma i lupi non mi spaventano affatto, anzi!!
Quando Raffaella scompare al nostro sguardo, Franco mi invita a scendere nel seminterrato dove troveremo la doccia e il necessario per rinfrescarci.
Una SPA privata a tutti gli effetti si apre alla mia vista. Il bagno è grande e la doccia…da almeno sei posti! Franco prende due accappatoi e relative ciabattine e mi dice che posso indossare una delle sue tute, cosa che farà anche lui per stare comodi!
“Sei uno che fa sport vero?”
“Si certo! Credo si veda anche!”
“Infatti, si vede! Allora hai già fatto la doccia insieme ad altri!”
“Sì anche insieme ad altre, a dirla tutta!”
Anche lui inizia a spogliarsi ed entriamo sotto la tiepida acqua che inizia a massaggiarci! Butto un occhio alla sua dotazione, come facciamo tutti noi maschi in questi casi, e non mi pare affatto scarsa! Mentre sono impegnato a lavarmi in capelli e ho gli occhi chiusi per via dello shampoo, avverto sulle spalle il tocco delle sue mani. Cerco di non irrigidirmi e più passano i secondi più quelle mani che, intanto hanno iniziato a carezzarmi le spalle, mi danno una sensazione piacevolissima a cui mi abbandono ben presto.
“Sei proprio messo bene, hai una bellissima pelle!”
“Grazie Franco” rispondo con ancora le mani nei mei capelli.
Le sue mani mi carezzano lungo la schiena e poi, passano verso i miei muscoli pettorali; a questo punto avverto la punta del suo cazzo, evidentemente già più che barzotto, che si intrufola tra le mie chiappe e mi sorprendo a non respingere quel contatto: non stringo i miei glutei e quasi mi sento gratificato da quella strana carezza intima che mai ho provato. Come l’abbraccio si fa più stretto, il suo cazzo, scorrendo tra i miei glutei, arriva a solleticarmi lo scroto con la cappella ed anche io sono ormai duro e, involontariamente, attendo di sentire le sue carezze anche sul mio uccello. Infatti, Franco lentamente scende ad accarezzarmi il ventre prima per poi afferrare il mio cazzo apprezzandone misura e consistenza!
“Sei proprio bello! Le donne che incrociano i tuoi passi sono fortunate!”
Poi scende a carezzarmi le gambe e mi invita, mentre le mani sono sulle mie ginocchia, a girarmi così da poter apprezzare con lo sguardo quello che sta apprezzando con le mani.
Anche io poggio le mie sulle sue spalle e come lui che, dopo aver di nuovo accarezzato sul mio uccello, si rialza per la prima volta, apprezzo il piacere di carezzare un bell’uomo e ti tenere tra le mani il suo uccello!
“Vedo che l’apertura mentale non ti manca! E credo che tu voglia apparire ingenuo ma non lo sei vero? Hai già capito benissimo che stasera vivrai una serata mooolto particolare!”
“Se non l’avessi già intuito, quanto meno da una certo punto del pomeriggio, l’ho sperato e desiderato!” rispondo mentre le mie mani indugiano sul suo cazzo che sfiora il mio in una sensazione che non mi dispiace affatto!
Faccio, anzi facciamo fatica a staccarci e ad indossare gli accappatoi. Dopo esserci asciugati a vicenda, Franco prende due leggere tute di cotone e me ne porge una. Abbiamo quasi la stessa taglia e le indossiamo ormai complici. Siccome siamo senza intimo, i nostri uccelli sono perfettamente visibili appoggiati alle nostre cosce.
“Senti Franco, se dovessi, nel caso, trovarmi in difficoltà, confido nel tuo aiuto!”
“Non vedo come tu possa trovarti in difficoltà! Ho già capito che pur potendo essere mio figlio per gli anni che ci separano, sei già lussurioso più di quanto basta ad un ragazzo della tua età!”
Tornati al piano superiore attendiamo la consegna del cibo ordinato e comodamente seduti in poltrona, Franco ed io, dopo aver aperto una delle centinaia di bottiglie di vino riposte in cantina, dove siamo passati a fare rifornimento mentre tornavamo di sopra, sorseggiamo un fresco vino bianco leggermente frizzante. Franco mi confida che, da qualche anno, almeno una volta al mese lei e Raffaella, di solito al sabato pomeriggio, fanno belle passeggiate in luoghi affollati e lo fanno proprio per provare a rimorchiare o un maschio che capisce senza bisogno di parole le loro intenzioni ma anche belle coppie che sono nella stessa condizione e passeggiando si guardano attorno. Gli rispondo che proprio mentre eravamo seduti al bar, avevo già intuito la cosa ma era passata in second’ ordine in quanto pensavo e penso che la fortuna abbia, questa volta, fatto incontrare non perfetti sconosciuti, ma addirittura uno “scolaro” e la sua amata “maestra” alla quale l’allora ragazzino aveva dichiarato, innocentemente, il suo amore!
Confidenza per confidenza, anche io confesso a lui che l’eccitazione che stavo provando mentre ammiravo sia le molte ragazze molte delle quali, intanto, avevano risposto agli ammiccamenti miei e dei miei amici, e sia le belle signore che ostentavano il loro fascino al fianco dei loro compagni, si era tramutata prima in una gioia immensa nel riconoscere nella bella signora la propria maestra e subito dopo al bar in una forte erezione quando Raffaella si era concessa, per essere ammirata, solo a me!
Un leggero ticchettio proveniente dal piano superiore della bella dimora annuncia la discesa di Raffaella che inizia a scendere l’ampia rampa di scale: pantofoline vezzose con un tacco piuttosto pronunciato, una veste grigio perla lunga ai piedi che, nello scendere, mostra le sue belle gambe inguainate in calze a rete di colore nero che sono tenute su dalle stringhe del reggicalze o del corsetto. Infatti, l’abito ha due spacchi che partono appena sotto le punte del bacino e, ad ogni passo della donna, mettono in mostra l’intera gamba e consentono la vista anche di parte del suo inguine che fa immaginare non essere coperto da nessun indumento. Il ventre è coperto dalla stoffa solo anteriormente e, a partire da appena sotto il seno si divide in due piccole strisce, che poco celano del materno seno coprendone solo i capezzoli e la parte centrale mentre sia all’esterno che il seno delle due mammelle sono in bella vista, e vanno ad allacciarsi dietro la nuca. La schiena dal bacino alla testa è completamente nuda! Uno spettacolo mozzafiato!
In ossequio alla sempre meno attuale galanteria, io e Franco ci alziamo dal divano a salutare l’ingresso di tanta signora!
Sia io che il marito, non rimaniamo insensibili a così provocante visione tanto che i nostri cazzi se ne fanno interpreti e già appena ci mettiamo in piedi, gonfiano i leggeri pantaloni della tuta che indossiamo.
“Vedo con molta soddisfazione che apprezzate entrambi la mia mise!”
Franco le porge il calice con il fresco e frizzante vino che già aveva preparato per lei e brindiamo al nostro incontro e, soprattutto alla maliziosa serata che ci attende!
Mentre ancora sorseggiamo il vino, il campanello ci avverte che la consegna della cena è di fronte al cancello.
Franco lo apre e il rider arriva fin davanti al portone d’ingresso. È una ragazza che nel consegnare la busta non può non accorgersi del cazzo in tiro che fa bella mostra di se gonfiando il cavallo dei pantaloni di Franco. Infatti oltre a trovarsi davanti un bell’uomo lo apprezza anche nella sua notevole dotazione di maschio e Franco non fa nulla per sottrarsi allo sguardo della giovane rider anzi la sua soddisfazione alla reazione della ragazza non è affatto malcelata, anzi molto evidente!
“Spero di poter tornare per qualche altra consegna!! Grazie!” sento dirle mentre intasca anche la lauta mancia che Franco le ha messo in mano.
Nel mentre Franco si “esibisce” con la giovane lavoratrice, Raffaella sorridendo: “Quant’è sfacciato quel porco di mio marito! Voglio esserlo anch’io!” e girandosi verso di me mi offre la sua bocca da baciare, cosa a cui non mi sottraggo. Il primo vero bacio ed è una sinfonia di emozioni! Le labbra si incontrano con una passione travolgente, morbide e curiose. Questo primo bacio è un'avventura, un'esplorazione delicata ma ardente. Le bocche si cercano, si trovano, si separano solo per unirsi di nuovo con una forza magnetica. Il contatto è dolce e intenso, con un'armonia perfetta che nasce dalla sincronia dei nostri, non più celati, desideri. Le lingue si sfiorano, si intrecciano, danzando in una sinfonia di piacere. Ogni istante è un momento di connessione profonda, un linguaggio senza parole che parla di passione.
Abbiamo ancora le lingue che si sfregano tra loro quando Franco col la busta in mano, rientra nel soggiorno: “Ma guardali questi due impuniti! La cena è pronta sporcaccioni!!”
Mangiamo in una atmosfera di complicità e malizia e le nostre bocche sono gli interpreti di tutta la sensualità che pervade l’aria intorno a noi! Mi pare di capire che anche per Raffaella e Franco questa serata non è come le altre, forze molte, che hanno già vissuto. Al termine della veloce e leggera cenetta, abbondantemente innaffiata da ottimo vino, torniamo in salotto dove Franco ha sapientemente spento alcune luci e l’ambiente è ora soffuso e complice!
Raffaella siede al centro del divano e, come si appoggia allo schienale le sue tette fanno capolino fuoriuscendo dall’abito che mal le contiene, una a destra e l’altra a sinistra delle strisce di tessuto. Sono incantato da tanta abbondanza e il mio sguardo fissa quelle mammelle che lei adesso accarezza soddisfatta della mia reazione.
Il lembo centrate della gonna al centro delle sue gambe tiene ancora ascoso la sua pesca che immagino carnosa ed umida. Noi maschietti facciamo per sederci accanto a lei ma ci stoppa sorridendo: “Fermatevi un attimo che siete ridicoli con quelle protuberanze sul vostri pantaloni!” Come mi metto le mani nella cinta per abbassarli e mostrarmi alla mia maestra ormai cresciuto e anche bene “Adesso tu Franco abbassa i calzoni a Carlo…”. Franco quasi inginocchiandosi davanti a me afferra l’indumento all’altezza delle cosce e, lentamente, lo fa scorrere verso il basso. Il mio cazzo impigliato dalla molla dei calzoni, prima punta verso il basso ma poi, arrivata la cinta a metà delle mie cosce, scatta imperioso verso l’alto e viene a sbattere sul mio ventre per rimanere dritto ad un paio di centimetri da questo. È lo stesso Franco che mi afferra l’uccello quasi a volerlo mostrare alla moglie che, intanto è scesa con le mani verso il suo ventre e, contemporaneamente, mentre il marito punta il mio cazzo verso la consorte, lei infila le mani sotto il lembo di stoffa che le copre la figa e la mette oscenamente in mostra carezzandola con una mano!
Come comandato dalla moglie, rivolge il mio sesso verso la sé stesso e mi abbocca facendomi quasi svenire per il calore che le sue labbra sprigionano! Per alcuni secondi mi succhia con un saper fare che è pari alla voglia con cui esegue il pompino, il mio primo ricevuto da un uomo. Quando poco dopo, credo non volendolo fare, si sfila il mio uccello dalla bocca, sono io che, grato, cado ai suoi piedi e replico quanto lui ha appena fatto a me. Se me lo avessero detto solo tre ore fa non ci avrei mai creduto: sto spompinando un uomo e avverto il salato delle sue secrezioni sulla mia lingua, non mi dispiace, anzi! Raffaella mi fissa con un’espressione di pura lussuria mentre continua a toccarsi la figa e ad allargare le grandi labbra a mostrare a me la sua intimità che, per anni ho sognato durante le mie masturbazioni.
“Bambino mio hai un gran bel pezzo di artiglieria lì sotto!! Spero tu sia bravo a sparare e fare centro... altrimenti ti insegno io…. Che sono la tua maestra!”
Capisco che la sua voglia è ormai pari, se non superiore, alla mia, così anche io mollo con dispiacere il bell’uccello che mi “sverginato” la bocca in modo del tutto inaspettato per i miei gusti sessuali.
Si alza dal divano e afferra entrambi i cazzi a sua disposizione come per guidarci. Franco fa per prendere la via della tavernetta, ma lei, decisa, punta verso l’ampia gradinata che conduce al piano superiore.
“C’è sempre una prima volta, mio caro Franco!! Oggi è un giorno speciale! Tu celebrerai l’unione tra me e Carlo come fossimo moglie e marito, e come dal ragazzo auspicato due lustri fa!”
Capisco che sto per essere ammesso dove nessuno prima d’ora era mai stato. E’ evidente che Il luogo dei giochi è nel seminterrato, mentre io adesso io sto per entrare nel talamo di Raffaella e Franco.
Un grande letto matrimoniale king size troneggia nell’ampia camera da letto e Raffaella appena varca la soglia, molla la presa sul cazzo del marito e scioglie il nodo che regge al collo tutto il peso dell’abito che indossa. Con un leggero fruscio l’indumento scivola a terra e, calpestato da Raffaella e me, si affloscia appena dopo l’uscio.
Come avevo pensato un corsetto nero le fascia il busto, senza spalline e con coppe che al massimo sorreggono ma non contengono le generose mammelle dalle aureole scure ed ampie, i capezzoli che pensavo grandi sono invece simili a delle nocciole ma sono duri e ben visibili. Le due stringe posteriori del reggicalze delimitano un sedere da gran premio un po' più abbondante del necessario ma sicuramente sodo! Il monte di venere è coperto da un pelo corto e molto curato mentre le grandi labbra della figa sono completamente depilate così come il perineo e tutto il solco tra le morbide chiappone!
“Sono ancora una bella pollastra!! Vero!!??” dice piroettando su sé stessa per farsi ammirare! Ma lo sa benissimo perché ha già constatato quanto dura sia la mia voglia!
“Bambino mio così ben cresciuto, in tutti i sensi! Adesso, come da te desiderato quando eri ancora un piccolo uccellino senza ne penne ne piume, Franco farà da celebrante della nostra lussuriosa unione così che, come tua compagna di lussuria, io possa finalmente accontentare la tua richiesta di Pompe! Come vedi non ho dimenticato nulla anzi io quel tuo scritto lo conservo gelosamente!”
Non so se riuscirò ancora a controllarmi perché non sto più nella pelle per la voglia che ho di lei e per la felicità che sto provando.
Raffaella sale in ginocchio sul letto e mette in mostra il suo sedere imperiale e con esso, la sua maestosa figa che tra le grandi labbra si apre di un rosa molto acceso! Franco le si mette dietro e, in ginocchio, le lappa tutto lo spacco per deporvi la saliva che sta producendo. Poi mi chiama a se e abbocca il mio uccello per insalivarlo e poco dopo lo estrae dalla bocca lucido ed umido.
Mi prende lo scroto in mano e, facendosi da parte, guida il mio cazzo all’imboccatura della vagina della moglie che assiste alla scena guardando tra le sue gambe.
Vengo risucchiato nella calda figa fino a sentire il contatto del mio osso pubico sulle morbide carni di Raffaella!
“Maestra…che belloooo!”
“Che gran bel cazzoooo!”
Franco assiste alla scena carezzandosi l’uccello! Si vede che gli piace vedere la moglie con altri uomini. Ma Raffaella non mi permette di continuare a scoparla alla pecorina per molto. Con grazia si sfila da me e siede sulla sponda del letto: il mio cazzo lucido dei suoi umori è a portata della sua bocca. Lo rimira per alcuni secondi e la sua lingua fa capolino dalle labbra e le umetta con fare malizioso.
“Adesso ho voglia di farti la prima di tante “Pompe” come mi hai chiesto tanti anni fa! Lasciami fare ti prego abbandonandoti a me!!”
Alla fine del suo dire inizia per me il periodo più bello della mia vita sessuale: non so quanto tempo è durato il gioco di bocca di Raffaella ma è stata sempre capace di rimandare il mio orgasmo fino a quando ha voluto lei! Un pompino di oltre venti minuti credo, i primi dieci minuti circa, con lei quasi in ginocchio come davanti ad una reliquia, a baciare, mordicchiare, percorrere con la bocca tutto il mio uccello leccandolo anche da entrambi i lati come se suonasse una armonica a bocca, carezzarsi il volto per poi tornare ad ingoiarlo e a frullare con la lingua tutta la cappella e, ogni volta che sentiva incipiente il mio godere, abbandonava il boccone e mi vellicava lo scroto; poi, per la durato di un bacio, si è alzata e mentre le nostre labbra erano ancora unite, mi ha buttato sul letto e si è messa a cavalcione su di me per un fantastico sessantanove durante il quale ho potuto gustare il dolce/salato sapore della mia maestra, percorrendo con la mia bocca e con la lingua in lungo ed in largo la sua figa fino al suo sfintere anale che, ho saggiato con la punta della lingua apprezzando la sua elasticità.
Devo essere stato bravo perché lei ha iniziato a sopsirare sempre più intensamente e, quasi senza che me ne accorgessi, mi sono ritrovato il cazzo di Franco che chiedeva strada per occupare la vagina della moglie: evidentemente su richiesta di lei e, certamente, avvezzo a una tale situazione.
Più volte durante l’andirivieni del suo uccello, questo è uscito dalla calda tana e si è presentato alla mia bocca che lo ha accolto senza remora alcuna e quando, rientrato nella matura pesca, non ho avuto timore a leccare i coglioni gonfi che mi sbattevano sulla fronte e sul viso, suggendoli ora l’uno ora l’altro.
Intanto Raffaella aveva iniziato a succhiare sempre più, ed io, come lei mi aveva chiesto di fare, mi sono abbandonato al suo volere. Mentre il primo fiotto del mio piacere le bagnava la bocca il suo bacino si è schiacciato sul mio viso e ho avuto anche io in faccia prova che stava godendo ancora impalata dal consorte che, resosi conto dell’orgasmo della consorte, l’ha gratificata riempiendole la vagina della sua altrettanto copiosa sborrata.
Come diligentemente Raffaella, passato il climax, ha ripulito il mio cazzo di ogni residuo di piacere e lo ha fatto con ingordigia, anche io non mi sono sottratto nel suggere tutto il suo piacere misto alla sborra di Franco.
“Allora, meglio la mia pompa? Sono abbastanza brava per te?”
“Sei sublime, mia cara maestra!”
“Non credere che sia finita qui!” dice la mia dolce maestra quando siamo tutti e tre distesi sul grande letto con lei al centro di noi maschietti, “Adesso mi devi scopare e farlo bene!!”
Franco ha già in mano un preservativo ma Raffaella: “Il momento è irripetibile, sarebbe un sacrilegio! Voglio sentire la sua carne viva!”
Mentre con la bocca assaporo la morbidezza del suo seno e la durezza dei suoi capezzoli, nella più classica delle posizioni rientro dentro di lei spingendo fini in fondo alla sua figa il mio cazzo che solo per pochi secondi si è rilassato. Lei agevola la mia penetrazione allargando e alzando le gambe fino a che non sente la punta della mia cappella sbatterle sulla cervice dell’utero.
“Che bel cazzo ti ha fatto tua madre! È il cazzo perfetto per questa mia figona matura!”
Ci baciamo con passione e, mentre le sue gambe mi attanagliano dietro la schiena impedendomi qualsiasi tentativo di fuga, tra le nostre bocche avide si fa strada il cazzo di Franco che reclama attenzioni per tornare completamente turgido e trova subito conforto entrando ora nella mia ora nella bocca della moglie.
Adesso sono io a menare le danze e siccome voglio sentire mia questa donna che sogno da anni e sulla quale ho incentrato il desiderio di tante masturbazioni, inizio un martellamento incessante e prolungato facendo arrovesciare gli occhi a Raffaella per il piacere e alla fine, per la seconda volta consecutiva in meno di un’ora, raggiungiamo l’orgasmo contemporaneamente e lei accoglie dentro di sé tutto il mio piacere! Stavolta è compito di Franco ripulire il campo di battaglia con la sua bocca.
“La serata credo sia ancora lunga! Ma posso già chiederti, con il consenso del mio dolce maritino, se tu non voglia trasferirti qui da noi! Ufficialmente prenderai possesso della piccola dependance qui dietro casa e potrai studiare con tutta la calma del mondo, ma poi, specialmente quando Franco è via per i suoi interessi in giro per il mondo, il tuo posto è qui su questo letto accanto a me! Che ne dici?!”
Già la settimana dopo prendo possesso sia della nuova sistemazione sia, in segno di festeggiamento, del suo bel culo che io riempio mentre Franco sta al caldo nella sua figa!
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