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Lui & Lei

Giorgia mia moglie!


di giov60
06.02.2019    |    11.519    |    5 9.4
"Passati i titoli di testa sono concentrato a seguire la storia che si dipana sullo schermo quando avverto di essere guardato dalla ragazza che siede al mio..."
E’ Lunedì di Pasqua e siamo attorno alla fine degli anni settanta del secolo scorso.
Sono uno studente universitario al primo anno di medicina e frequento la facoltà a Chieti. Siccome abito in un paesino ad una ventina di chilometri dalla sede, sono costretto ad usare i mezzi pubblici per andare e tornare anche perché mio padre non mi concede spesso l’uso della scassatissima fiat seicento con ancora gli sportelli controvento delle prime versioni che pure ha acquistato proprio per me per la folle somma centocinquantamilalire.
Ma essendo giorno di festa, alla mia richiesta, acconsente di darmi le chiavi per cui terminato il pranzo, parto per Pescara per andarmene al cinema poiché tutti i miei amici sono occupati in famiglia e non saranno liberi che per il tardo pomeriggio. Il tepore della primavera mi fa andare in giro con un leggero maglione ma con addosso ancora il mio loden verde. Giunto nella città adriatica decido di andare a vedere un film al cinema Corso che oggi non c’è più, sostituito nel corso degli anni da un signorile negozio di moda. Il film è uno di quelli di richiamo per cui, nonostante sia davanti al locale ben prima dell’inizio del primo spettacolo, devo fare una certa coda per entrare e sono costretto a prendere posto nella quarta o quinta fila della sala che è già piena al mio ingresso e che prima dell’inizio del film conterà decine di persone in piedi, come allora usava in certe occasioni. Mi siedo sulla prima poltroncina della fila e quella accanto a me rimane vuota fino a quando, iniziati i trailer della prossima programmazione, sono costretto ad alzarmi per far passare una persona che, sola anche lei, intende occupare il posto a fianco al mio.
E’ una ragazza che dovrebbe avere circa la mia età, nulla di eclatante a vederla così nella penombra del locale. Poggia il suo spolverino sulle gambe cosi come io ho sulle mie il mio soprabito e si concentra con lo sguardo sullo schermo.
Passati i titoli di testa sono concentrato a seguire la storia che si dipana sullo schermo quando avverto di essere guardato dalla ragazza che siede al mio fianco. Faccio per girarmi ed infatti riesco a sorprenderla a fissarmi prima che lei torni a guardare il film. Vorrei attare bottone con lei ma non oso, sia per la mia innata timidezza, sia perché penso di disturbare la sua concentrazione e decido di scambiare con lei qualche parola solo durante l’intervallo. Mi sto facendo già i miei castelli in aria su come potrebbe evolvere la cosa, quando avverto sulla mia gamba destra il contatto con la sua. A quel primo contatto ne segue un altro, come a farmi capire che il primo era anch’esso voluto. L’emozione mi blocca lo stomaco in pochi secondi e al terzo contatto non posso esimermi dal rispondere appoggiando io la mia gamba verso la sua e portando la mia mano sul comune bracciolo della poltrona per poi, lentamente, portarla sulla sua mano sinistra che, nel frattempo, ha sfilato da sotto il soprabito per posarla sull’indumento. Sono lento e circospetto nel movimento ma altrettanto certo che non rifiuterà l’imminente contatto ed infatti si lascia solleticare la mano con un leggero sorriso di soddisfazione. Quando le nostre dita iniziano un gioco di intreccio dolcemente ma decisamente, approfittando della cosa, stringe le mie dita tra le sue e io mi sento trascinare la mano sotto il soprabito e a contatto che la sua gonna. Avverto il calore della sua coscia sotto il palmo della mia mano e inizio a provare dolore al basso ventre dove il mio uccello si è gonfiato e sta soffrendo costretto negli stretti jeans che indosso.
La sua mano intanto mi guida verso un qualcosa di metallico che avverto essere presente sulla sua gonna: è uno spillone che tiene chiuso i lembi dell’indumento, superato i quali mi permette di infilare la mano ed arrivare ad accarezzarle la coscia sinistra che tiene ben distanziata dalla coscia destra. La mia mano può vagare e accarezzarle comodamente l’interno e iniziare a risalire fino a che il mio dito mignolo avverte la presenza del suo pube. Inizio a strisciarle il lato della mia mano sulla protuberanza che avverto calda e sono supportato da fatto che lei allarghi ancor più le gambe per facilitarmi nel compito che mi sta scombussolando tutto per l’eccitazione. Per fortuna riesco a capire che siamo prossimi all’intervallo e riesco, prima che le luci si riaccendano in sala, a togliere la mano per non essere sorpreso da quanti, anche in piedi, sono intorno a noi due.
Durante l’intervallo cerco di muovermi per dare sollievo al mio basso ventre e anche la mia compagna di posto, con cui non scambio nessuna parola ma solo sguardi complici e maliziosi, , si muove come ad aggiustarsi la gonna mentre si tira fuori la camicetta da questa per poi sbottonare l’ultimo bottone per meglio posizionarla sul suo grembo. Comunque approfitto della luce in sala per apprezzare anche il suo viso non bellissimo ma che esprime tutta la sua femminilità e il suo fisico che non nasconde un bel seno e un paio di gambe molto belle con caviglie sottili e nervose. Poi, mentre le luci iniziano a spegnersi per il secondo tempo lei con una mossa veloce mette parte del suo soprabito sopra il mio ed infila la sua mano destra sotto di esso. Non appena sullo schermo compare la scritta “secondo tempo” la mia mano è di nuovo tra le sue cosce e trova la sua mano destra che, dopo aver aperto lo spillone della gonna così da permettermi di non avere quell’ostacolo, si porta verso l’alto ad afferrare l’elastico del collant e della sottostante mutandina e abbassarli fino a concedermi impunemente di poter infilare la mano tra le labbra della sua figa coperta da peli che in un attimo districo per poi infilare le mie dita dentro la sua intimità già abbondantemente bagnata. Percepisco nella penombra della sala il suo viso da cui traspare il piacere che sta provando e mentre cerco di vedere meglio la sua espressione di godimento per l’ospite che accoglie nella sua intimità, la sua mano sinistra si presenta sul mio basso ventre duro e costipato approfittando della copertura offerta dai nostri soprabiti sovrapposti.
Non ce la faccio più ed anch’io, infilata la mia mano sinistra sotto il mio loden, provvedo a sbottonare il bottone più alto dei miei jeans mentre la sua mano già fa scorrere verso il basso la cerniera dandomi il sollievo che cercavo da tempo. Si morde le labbra quando mi afferra il cazzo che, con abile mossa, ha fatto uscire dal mio slip, come a significare che è piacevolmente sorpresa dalla consistenza dell’organo che ha tra le mani. Inizia una maliziosa carezza che arriva fino al mio scroto dove palpeggia per poi stringere vogliosa le mie gonfie palle. Tornata su mi afferra il cazzo per iniziare una lenta e studiata masturbazione. La mia mano intanto continua a infilarsi sempre più nella sua intimità e, avvertita la presenza del suo duro e prominente clitoride, si concentra su questo per lunghi minuti. Alla metà del secondo tempo, dopo quindi circa una ventina di minuti, il suo bacino inizia un movimento di spinta verso la mia mano come ad incitarla a dare il meglio di se e, pochi istanti dopo, le sue gambe si stringono sulla mia mano mentre la sua testa cade all’indietro segno che sta godendo. Il mio uccello, vittima del piacere che sua mano gli procura, conseguentemente, inizia a pulsare sempre più velocemente fino ad eruttare una copiosa sborrata che io cerco di contenere per quanto riesco, con il fazzoletto che avevo già tirato fuori precedentemente e che tengo con la mia mano sinistra. La vedo che lentamente rialza la testa fino a quel momento arrovesciata all’indietro e sento la mia mano liberata dalla morsa delle sue gambe e a malincuore la sfilo dal suo nido che immagino circondato da una peluria castana come i suoi capelli. Anche lei lascia la presa sul mio cazzo e sfila da dentro i miei pantaloni la sua mano parimenti bagnata alla mia. Entrambi ci portiamo alla bocca le nostre dita per assaporare, giustamente, il piacere l’uno dell’altra. E lo facciamo guardandoci negli occhi.
Dopo esserci ricomposti come meglio si poteva, decido di sussurrarle all’orecchio parole di ringraziamento e di un invito a rimanere insieme per poi andare a mangiare una pizza. Ma lei come infastidita dalle mie parole, non attendendo nemmeno la fine del film e si alza per uscire dalla sala.
Lo sguardo compiaciuto di una coppia che li accanto a me si era resa conto di quanto andava avvenendo e ne aveva evidentemente apprezzata la conclusione visto che il lui teneva ben alto l’orlo della gonna della sua compagna come a regalarmi un malizioso ringraziamento, sopisce la mia delusione per la inattesa fuga della mia complice compagna di piacere di cui non sono riuscito a sapere nemmeno il nome.
Passo i giorni seguenti a masturbarmi al ricordo di quanto accaduto e sono disperato di non essere riuscito a conoscere quella che per me è la dea della trasgressione.
E’ giovedì pomeriggio e sono in attesa nella piazza del duomo di Chieti dell’arrivo del pullman per rientrare a casa dopo le lezioni in facoltà, quando scorgo una ragazza che sta salendo su un altro mezzo pubblico diretto verso una cittadina sulla costa. Poiché le sue sembianze mi ricordano quelle della ragazza incontrata al cinema tre giorni prima, mi avvicino al bus e la riconosco come lei, guardando fuori dal finestrino, riconosce me. Non ci penso un attimo e, prima che il mezzo si metta in moto, salgo anch’io e vado a sedermi accanto a lei.
Come mi siedo ha come un moto di stizza nei miei confronti ma poi, forse per non dare nell’occhio, torna a guardare verso l’esterno come a cercare di ignorarmi.
Consapevole che forse non riuscirò a tornare a casa quella sera perché una volta arrivato a destinazione nella cittadina rivierasca non ci saranno mezzi per arrivare al mio paese, ma deciso a conoscere quella ragazza, mi presento con buona educazione senza volutamente ricordarle il nostro primo fortuito e trasgressivo incontro. Prima mi risponde piccata a monosillabi per poi, dopo qualche chilometro percorso dal vetusto mezzo pubblico, forse anche a causa della situazione in cui mi trovo e che lei considera comica ma soprattutto forse perché sente che il mio interesse per lei è reale, aprirsi in un bel sorriso che scioglie finalmente tra noi quell’atmosfera di diffidenza che si era creata. Mi dice che si chiama Giorgia ed è anche lei una studentessa al primo anno di lettere. E’ molisana e vive in un piccolo appartamento proprio in riva al mare dove si è trasferita per motivi di studio. Dopo una chiacchierata che dura fino al momento di scendere dal pullman e che ci consente di intavolare una certa confidenza, conscia che non potrò tornare a casa mia, appena scendiamo dal mezzo pubblico, mi indica una cabina telefonica dalla quale avviso i miei che sono costretto a rimanere in città per motivi di studio insieme ad altri colleghi di corso e mi invita a casa sua offrendomi ospitalità per quella notte. La seguo nel palazzo fronte mare che la ospita e lei mi fa strada fino ad un minuscolo appartamento situato all’attico: se non fosse ben vestita come a significare una certa agiatezza economica, lo squallore e la piccolezza della sua dimora mi sarebbe simile a quella di Mimì nella Boheme pucciniana.
Come era stata prima infastidita e poi gentile nei miei confronti così, appena chiusa la porta di casa dietro le sue spalle, ridiventa la femmina che avevo conosciuto al cinema. Mi sento spinto addosso alla parete a fianco dell’uscio e appena sono con le spalle appoggiate al muro comincia a strusciarsi su di me abbracciandomi e offrendomi la sua bocca per un primo bacio che sa molto di erotico e poco o nulla di amorosi sensi. Anch’io che non sono da meno in quanto a carica sessuale, rispondo immediatamente facendole sentire quello che lei va cercando e così, nel giro di qualche istante, il bacino, che lei voluttuosamente sta facendo muovere sul mio basso ventre, avverte la consistente presenza del mio uccello affamato. Con maliziosa soddisfazione staccata la lingua dalla mia, guardandomi negli occhi se sempre strusciandosi addosso a me, inizia una lenta discesa verso quello che per lei è l’ospite d’onore della serata. Arrivata con il viso all’altezza del mio bacino le sue mani, con una abilità insperata per una ragazza della sua età, provvedono ad aprirmi i jeans e a tirar fuori la mia virilità che orgogliosamente si presenta alla sua vista. Non per vantarmi ma la mia terra natia è la stessa di quella di un noto personaggio odierno del mondo dell’hard, e quindi feconda nel gratificare molti suoi figli di dotazioni sopra la media. Alla vista del mio cazzo Giorgia va in deliquio e mi dice che è ancora più bello di quanto pensasse dopo l’incontro di tre giorni fa, e, mentre io accolgo le sue parole con malcelata soddisfazione, lei accoglie nella sua bocca il mio uccello con una goduria che la spinge ad arrivare con le sue labbra fin quasi alla base del cazzo, cosa che le provoca un piccolo conato di vomito che lei supera brillantemente. Dopo un paio di affondi golosi torna a leccarmi la cappella per poi spingersi verso i miei coglioni che prima lecca goduriosamente poi prende in bocca uno alla volta solleticandoli con esperta sicurezza. Torna su per infilare nuovamente la sua lingua nella mia bocca facendomi così gustare per la prima volta il sapore del mio cazzo. Terminato il bacio lussurioso mi prende in mano l’uccello e mi trascina verso il piccolo divano dove mi spinge a sedermi. Lei, in piedi davanti a me, inizia a spogliarsi mentre mi dice che ha finalmente incontrato il cazzo della sua vita e che non mi mollerà tanto facilmente e che della cosa era già inconsapevolmente certa fin dal nostro incontro al cinema poiché aveva apprezzato, come mai le era successo, quei momenti di trasgressiva intimità al punto tale che, se avesse potuto, non si sarebbe lavata la mano intrisa del mio sperma, perché il ricordo di quanto accaduto tre giorni prima ancora le scombussolava la mente. Aveva cercato di nascondere la sua felicità nel rivedermi perché da tre giorni pensava solo a me e, in modo particolare al mio cazzo che le era piaciuto molto al solo tatto e che ora era sicura di non voler più mollare. Anch’io le dico che le sue sensazioni sono anche le mie e che la mia presenza lì con lei in quel momento ne è la prova lampante. Mentre ci diciamo ciò, lei continua a spogliarsi come farebbe una spogliarellista professionista e nel giro di qualche minuto è orgogliosamente nuda davanti a me. Ho davanti ai miei occhi la femmina dei miei sogni fatta persona: seno sfacciatamente prominente, belle gambe lunghe, sedere che disegna un perfetto violoncello con le sue spalle ampie e la vita stretta ed una figa coperta da un serico e corto pelo castano chiaro che tende al biondo che adesso lei offre oscenamente aperta alla mia vista infoiata da tanta bellezza muliebre. Presenta la sua figa alle mie labbra e io affondo con tutta la voglia che ho dentro in quel luogo di piacere. Il suo sapore è forte e allo stesso tempo dolce: si sente che avrebbe avuto bisogno di una rinfrescata, ma la situazione è tale che non è stato possibile né a lei né a me provvedere di conseguenza. La mia lingua fa conoscenza con il suo clitoride di cui ricordavo l’impunente presenza tra le mie dita e solleticato a dovere le fa piegare le gambe cosi che, in un sol colpo mi ritrovo con la faccia tra due morbide e sode mammelle mentre i nostri due sessi hanno modo di incontrarsi per la prima volta senza bisogno di lunghe presentazioni. Voluttuosamente mi cavalca come un’abile cavallerizza e questa sua esperta dote offusca entrambe le nostre menti. Ma io voglio sentirla mia completamente per cui poco dopo la rovescio sul piccolo divano e inizio ad affondare in lei con tutta la mia possanza. Giorgia gode rumorosamente del trattamento che le sto riservando e solo un attimo di lucidità mi permette di uscire da lei e spruzzare la mia felicità sopra il suo petto e il suo ventre e lei con le dita porta una parte del mio piacere alla sua bocca assetata.
Placatosi il furore, mi rendo conto che quello appena terminato non era stato solo una grandiosa scopata ma era stato un grandissimo atto d’amore. Lo confido a lei che non può che confermare con gli occhi lucidi come i mei, che anche lei ha provato lo stesso sentimento.
Ancora ubriachi per quanto appena accaduto riprendiamo le nostre confidenze e Giorgia mi rivela che lei, pur educata con rigore dalla famiglia e consapevole del suo stato ha, incerte occasioni, come uno sdoppiamento della sua personalità che la fa passare da ragazza tutta casa e studio a vogliosa femmina pronta a tutto. Anche lo scorso lunedì che stava trascorrendo in compagnia di una sua amica che, tra l’altro, vive nello stesso palazzo, e questa per gioco le ha proposto di andare al cinema per poi dividersi per prendere posto accanto ad uno sconosciuto e stuzzicarlo, aveva accettato la proposta dell’amica solo per divertirsi alle spalle del malcapitato di turno. Il gioco doveva rimanere in un principio di provocazione che non sarebbe dovuto andare oltre un certo limite e così era stato per l’amica che era riuscita a tenere a bada l’uomo che le sedeva accanto e che, oltre tutto aveva al suo fianco la propria moglie che è rimasta ignara del tramestio del marito. Infatti il poveretto non era potuto andare oltre ad una fugace carezza sul ginocchio dell’amica. Lei invece, trasformatasi nel giro di qualche attimo in femmina famelica e che era capitata accanto a me, non era riuscita a trattenersi dal ricercare il piacere fisico a costo di farsi sorprendere. Ma non per questo non aveva apprezzato quanto delicato ed al tempo stesso deciso fossi stato io nel farla godere e non ultimo era rimasta stupita della mia dotazione e anche della mia resistenza alle sue carezze.
Le rivelo allora che almeno una coppia che stava in piedi accanto a noi si era accorta di tutto e avevano preso spunto dal nostro fare per godere anche loro per quanto il luogo permettesse.
Sono felicemente sconvolto dalla sua rivelazione che mi mette di fronte la femmina dei miei sogni: carina, puttana e trasgressiva.
Quando le dico che è stato il destino che ha voluto che ci si incontrasse perché lei per me era la donna che da sempre avevo sognato, mi butta le braccia al collo e quasi piange per l’emozione. Il bacio che ci scambiamo è il primo vero bacio d’amore tra noi.
Vista l’ora decido di scendere in giù per prendere due pizze per cenare insieme. Poi la notte ci avvolge con i suoi profumi che ci tiene compagnia per la nostra prima notte d’amore.
Da quel giorno sono passati quasi quarant’ anni e ho avuto la fortuna di passarli con una meravigliosa donna che li ha attraversati da protagonista godendo e facendo godere a me, a tanti altri uomini e a molte donne tante situazioni di trasgressivo piacere.
Siamo in febbraio e lei in questi giorni compie il suo cinquantanovesimo compleanno: Auguri Amore Mio!!
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