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Mio Cognato


di giov60
26.01.2025    |    21.895    |    11 9.6
"Mi saluta facendomi l’occhiolino e abbraccia la cognata con molto calore! Ma il mio pensiero è per mia sorella e per quello che adesso proverò dentro di me nel..."
Mio cognato si chiama Giuseppe ha 37 anni quasi quanto me che ne ho 38 e mi chiamo Giulio. Lui si è sposato con mia sorella Ada di anni 34 mentre io sono sposato con Lella coetanea di mia sorella. Io e Lella siamo sposati da otto anni, dopo esserci conosciuti e frequentati per altri sei anni, mentre Giuseppe ed Ada sono sposati solo da tre.
Ci frequentiamo spesso dato che abitiamo nella stessa cittadina che non offre molto dal punto di vista dello svago. Poi c’è da dire che io e Lella abbiamo un figlio di quattro anni che ci impedisce molti movimenti. Anzi devo ringraziare i miei suoceri e i mei genitori che accolgono spesso nostro figlio quando vogliamo ritagliarci qualche momento per noi. I nostri pranzi domenicali si dividono tra suoceri, genitori e cognato. A giro, quasi come un calendario non scritto, una domenica qui, una lì e la terza dall’altra parte. E, come nel calcio, una in casa e l’altra in trasferta. Un tran-tran piacevole anche se a volte noioso. Frequentare mio cognato e mia sorella è la cosa che mi dà più piacere visto che come ho già detto siamo coetanei e quindi i problemi, le voglie e il modo di pensare sono molto simili. Ultimamente Giuseppe, che tutti chiamano Pino e così lo chiameremo, sembra volersi legare ancora di più con me quasi a cercare una intimità che di solito non c’è in casi del genere. Ma siccome lo conosco da sempre ben venga questa voglia di condividere con me anche i suoi pensieri più nascosti. Infatti, abbiamo passato la prima gioventù come amici nello stesso gruppo di persone e già da ormai quindici anni ci frequentiamo e abbiamo spesso fatto assieme le stesse esperienze. Sono stato proprio io a presentarlo a mia sorella che, molto titubante prima, ha poi accettato la sua corte. E da mia sorella ho anche saputo che il buon Pino è ben dotato e ha anche molta fantasia nell’intimità, fantasia che a volte però la allarma un po’.
Anche io e mia moglie abbiamo le nostre fantasie a letto e devo ringraziare il fato per averla sposata! Ma certamente le fantasie di mio cognato sono molto più lussuriose delle nostre. Rimane il fatto che vivendo in una cittadina, poco più grande di un paese, non ci è possibile realizzarle con facilità.
Usciamo spesso insieme e durante le nostre frequentazioni, come tutti gli uomini, abbiamo iniziato a parlare delle nostre vite coniugali e anche a parlare dell’intimità delle nostre rispettive vite da sposati.
“Senti Giulio, posso farti una domanda senza che t’incazzi come un toro?!”
“Dipende dalla domanda!”
“Beh, anche tu mi hai detto che con Lella avete fantasticato di voler fare giochi…maliziosi, se mi capisci, con altre coppie e che vi piacerebbe poter andare in vacanza senza figlio per…provare questa cosa! Invece io debbo confessarti che la mia fantasia ricorrente che più mi fa girare la testa è poter giocare proprio con te e Lella, Io e Ada e tu e Lella…Capisci?!!?”
“Ma cosa ti frulla dentro il tuo cervello??!! Mi stai dicendo che vorresti scopare mia moglie… mentre io…rimarrei a bocca asciutta, dato che Ada è mia sorella!”
“Senti Giulio, le cose non stanno proprio così: io morirei dal piacere a vedere proprio te e Ada fare sesso insieme!!”
“Ma sei scemo?? Questo si chiamerebbe incesto!!”
“Appunto, mi manderebbe fuori di testa!! Io da figlio unico ho sempre sognato di poter avere una sorella con cui fare l’amore, ma solo nella mia mente questo è stato possibile, se invece tu accettassi potrei vedere dal vero un fratello e una sorella fare l’amore!!”
Sono scombussolato all’udire le sue parole che, mi rendo conto purtroppo, stanno accendendo anche il mio cervello. E tutto questo mi riporta indietro a tanti anni fa quando molte volte mi sono masturbato spiando la mia dolce sorellina che, prima innocentemente, non si rendeva conto del mio interessamento verso di lei, ma che con il passare del tempo, da ragazzina sveglia e anche con una certa voglia, ha preso coscienza della situazione e, prima con un certo imbarazzo ma poi sempre più maliziosamente, è diventata anche attiva in questo sottile gioco di eccitazione reciproca. Nemmeno ricordo per quale motivo, nonostante ci cercassimo spesso, ci trovassimo l’uno di fronte all’altra a masturbarci e per poi farlo reciprocamente, non abbiamo mai trovato il coraggio di fare l’amore! Ma adesso le cose che Pino mi va dicendo rimbombano nel mio cervello e mi rivedo a leccare la figa di Ada e la vedo quando, per imparare diceva lei, mi faceva dei meravigliosi pompini specialmente alla domenica mattina quando i miei uscivano di casa per la passeggiata e avevamo almeno due ore di assoluta tranquillità. Le immagini che mi tornano alla mente sono tantissime e danno un piacevole dolore a mio ventre che, come un calore, si spande per tutta la mia persona!
“Senti Pino, ma di questa tua insana fantasia Ada ne sa qualcosa?? Siccome non vedo tumefazioni sul tuo viso penso che te la stai suonando e cantando da solo!”
“Cognatino, se parlo è perché, se non tutto quello che mi frulla in mente, ma certamente qualcosa ho già accennato a tua sorella!”
“Cioè?
“Le ho detto che quando ci vediamo solo noi senza genitori o suoceri tra le palle, sarebbe bello che intanto lei si vestisse in modo più malizioso…tanto per verificare la tua reazione e quella di mia cognata e moglie tua! Perché potremmo, se la risposta fosse positiva, poi trasferire questo giochetto anche nei confronti degli altri amici che frequentiamo qui in paese, perché sono certo che molti tra i nostri comuni conoscenti... hanno le stesse voglie, ma non sanno metterle in pratica o, più semplicemente hanno paura di ritrovarsi sputtanati e argomento di pettegolezzo. Qui altrimenti si muore di noia!!”
A questa cosa, devo essere sincero, non ci avevo pensato… Già immagino di far entrare nel gioco alcune coppie che io e Lella vediamo con continuità!
Già devo essere grato a mio cognato per avermi risvegliato ricordi che a suo tempo la mia dolce mogliettina mi aveva estirpato dalla mente a forza di magnifici pompini e sontuose scopate, ma siccome sono quasi sempre dubbioso su quanto mi dicono, prima di coinvolgere mia moglie, voglio verificare la cosa con mia sorella. Non ho idea di quali parole usare e di quando affrontare questo discorsetto con la mia sorella bona dato che lei, come la mia signora è una bella donna con un personale che attira l’attenzione anche quando indossa uno scafandro, scafandro che non indossa mai!
“Pino, mi hai scombussolato abbastanza! Adesso me ne vado a casa e, devo essere sincero, non so se riuscirò a confidare questa nostra chiacchierata a Lella!”
“Sono certo che troverai le parole giuste!”
“Dai ti faccio sapere! Ciao! Bacia Ada per me!”
“OK, la bacerò sulla figa, allora!”
Che porco di cognato!
Al mio rientro a casa il mio uccello è ancora bello duro e teso dentro i pantaloni. Lella come mi abbraccia se ne avvede e il suo sguardo subito diventa languido!
“Stavi pensando a me?! Ti va una bottarella così su due piedi?” dice mentre la sua mano mi accarezza da sopra i pantaloni.
“Il piccolo dov’è?!”
“In salotto che guarda i cartoni in tv! Non si alzerà di lì fino alla fine del programma…che è appena incominciato!” Sento la zip dei miei pantaloni venir tirata giù e una mano vogliosa che mi tira fuori il cazzo. Lella mi trascina in cucina da dove può tenere d’occhio nostro figlio e appoggiandosi al banco dei fornelli si tira su la gonna e mette in mostra il suo bel culo dove non c’è traccia di mutandine ma solo di una sottile striscia di stoffa che emerge dal solco delle chiappe e lascia intendere la presenza di un minuscolo tanga. Apre uno dei cassetti in basso e vi poggia il piede così esponendosi alla mia vista e con una mano sposta di lato la striscia dello slip mettendo in mostra la sua figa depilata e vogliosa.
“Dai torello mio, dammi sta botta di vita e non sbagliare buco che altrimenti sono costretta a gridare!!”
So che mi sporcherò i pantaloni ma non me ne importa nulla e in un secondo riesco ad infilarle tutto il cazzo nella figa e inizio a pompare con tutta la voglia che ho in corpo. Non possiamo dire nulla altrimenti il bambino potrebbe accorgersene, ma, comunque, un leggero mugolio riempie la cucina.
“Ma dove sei stato per tornare così bello carico?”
“Ho visto Peppe!”
“Sempre Peppe!! E dove ti ha portato, a puttane per farti eccitare così?”
“No no abbiamo passeggiato avanti e indietro…,” e il mio uccello mi imita nell’andirivieni, “parlato e, se proprio vuoi saperlo, mi ha confidato che, per esempio adesso, a lui piacerebbe stare al mio posto!”
La figa di mia moglie ha come una stretta sul mio cazzo che incontra adesso una certa resistenza a penetrarla.
“Ma che cazzo dici?!?!?”
“La verità!”
“Cazzo, mi vuole scopare?!?!”
“Si, ma vuole anche che io lo faccia con Ada!”
“Oddio!! Ma tra fratello e sorella è… incesto!!”
“Se è per questo, penso che anche tra cognati…. Anche loro sono parte della famiglia...! Pensi che ne dovrei parlare con Ada?!? Ma non so da dove cominciare!”
Anche Lella non è insensibile al pensiero di un atto incestuoso consumato in sua presenza, segno che anche se nessuno ne parla, sono in molti a sognarlo e qualcuno riesce anche a farlo!
“Prova ad iniziare mettendole una mano tra le cosce…. Se ci sta…. vorrà dire che Peppe è stato sincero con te! Sempre che quello che ti ha detto sia solo farina del suo sacco e solo una sua fantasia!!”
L’immaginare la mia mano sulla figa di mia sorella la fa godere all’istante e: “Dai porco riempimi che sto godendo come una cagna!! Dai fammi sentire la tua sborraaa !!!”
Anche io sono al limite e mi lascio andare pompandole nella vagina una sborrata da adolescente alla sua prima scopata!
Ci ricomponiamo appena in tempo per abbracciare il nostro figliolo che avendomi visto in cucina è voluto venire a salutarmi. Vedo le gambe di Lella che presentano lunghe scie di sperma che, partendo dalla sua figa allagata, adesso scendono verso le caviglie!
Con l’approssimarsi del nostro pranzo domenicale dico a Lella che, visto che saremo loro ospiti, potremmo portare il bambino dai nonni…. E che sarebbe auspicabile, vista la sua reazione alle cose che le ho confidato, che si vestisse anche in modo appariscente!
“Non devi certo dirmelo tu! Farò il possibile!”
La domenica mattina, sono quasi le undici, ed io e il bambino usciamo di casa per andare dai miei a salutarli e a lasciare in custodia il pargolo con la promessa che poi, nel tardo pomeriggio o in prima serata sarei passato a riprenderlo. Mia madre mi accoglie con il solito smagliante sorriso mentre il bambino si sfila dalle mie mani per correre dal nonno, mio padre che subito inizia a spupazzarselo!
“Figlio mio ma quanto sei bello stamattina!! Hai una luce particolare addosso e fattelo dire da una ormai vecchia signora che, però, sa ancora apprezzare la bellezza maschile e che ha ancora intatto l’orgoglio di mamma!”
“Mamma grazie ma mi sono solo preparato per la solita domenica in compagnia di cognato e sorella!”
“Poco fa ho sentito Ada e, non so, anche lei mi è parsa diversa al telefono, aveva una voce quasi eccitata mentre mi diceva che stava finendo di preparare il pranzo. Era come se avesse desiderio di fare una bella figura oggi, ma, oramai dovreste essere abituati a frequentarvi!”
“Non saprei, mamma, forse vorrà stupirci con una cucina particolare, o ha preparato una sorpresa per me e Lella tanto per fare qualcosa di diverso!” ma dentro di me devo ammettere che mamma ha perfettamente ragione e che è riuscita a percepire una situazione nuova e diversa.
Salutati i miei, rientro a casa dove trovo Lella perfettamente truccata e con indosso una veste di maglina che le disegna il bel personale come una seconda pelle. Non faccio fatica a capire che sotto non ha indossato altro che un tanga, le calze autoreggenti e un tacco dieci ai piedi, visto che i capezzoli pare vogliano bucare il leggero tessuto, che il suo ombelico fa affossare quanto basta l’abitino e le sue chiappe sono praticamente visibili nella trasparenza del vedo-non vedo della veste che, se fosse stata di color bianco, nulla avrebbe celato alla vista di chiunque.
“Sono abbastanza provocante!?!?” mi dice girandosi su sé stessa con fare malizioso.
“Non saprei, adesso che usciamo, vediamo la reazione di quanti incontriamo e poi ti dirò!”
“Metterò il soprabito, scemo! Così i nostri concittadini non potranno apprezzare tutto questo ben di Dio! A me basta vedere che hai già il cazzo in tiro, porcellone!”
Alle dodici e trenta suoniamo a casa di mio cognato che ci aspetta e che in un attimo ci apre il portone.
Mi saluta facendomi l’occhiolino e abbraccia la cognata con molto calore! Ma il mio pensiero è per mia sorella e per quello che adesso proverò dentro di me nel vederla.
Entriamo nel soggiorno che da direttamente in cucine e la vedo di spalle indaffarata ai fornelli. Indossa un vestito molto scollato sulla schiena che non porta segno di reggiseno, stretto appena sopra il giro vita così che il tessuto scenda a fasciarle il bacino con molta fluidità l’orlo dell’ abito le arriva a meta coscia e posso ammirare le sue gambe con indosso delle setose calze tenute su da un reggicalze di cui intravedo il punto di attacco dato che le calze hanno un evidente stiramento verso l’alto proprio al centro della coscia appena sotto il sedere. Quando si gira per salutare prima Lella, posso ammirare la profonda scollatura dell’abito che scopre il generoso seno e parte delle mammelle che ballano libere da costrizioni.
Un fiocco mollemente appoggiato sulla sua anca sinistra dice che l’abito è tenuto su da una cintura e non da un elastico e il lembo del vestito sul davanti si apre fin quasi all’inguine mostrando, adesso sì, la stringa del reggicalze.
Mi punta lo sguardo negli occhi mentre mi avvicino e in quello sguardo c’è tutto il suo desiderio e la sua voglia, segno che Peppe non mi ha detto fesserie. Ma adesso toccherà a noi due rivelare ai nostri rispettivi consorti quanto da anni io e lei ci portiamo dentro in gran segreto.
Quando Lella sfila il soprabito, gli occhi di Peppe quasi schizzano fuori dalle orbite, ma anche lo sguardo di Ada non è da meno come se si fosse già instaurata una complicità che fino a ieri non esisteva affatto.
Ada quasi ha fretta di servire il pranzo, ci invita a sederci al tavolo già apparecchiato. Io siedo di fronte a mia moglie che ha al suo fianco Peppe mentre io siedo accanto a Ada.
Sia io che mio cognato non abbiamo occhi che per le belle fattezze delle due donne seduta accanto a noi che con malizia si lasciano ammirare: Lella ha l’orlo della gonna ben alta quasi all’altezza del gluteo e lascia scoperte le gambe fino all’inguine; Ada che siede alla mia destra ha entrambi i lembi del vestito che le cadono verso il basso aprendosi un a destra e l’altro a sinistra mettendo in mostra tutte e due le cosce e riesco anche ad intravvedere il nero dei suoi slip al centro di queste.
Ogni volta che si alza il vestito non fa in tempo a richiudersi così che anche Lella e Peppe ammirano lo spettacolo che attira gli occhi di entrambi.
Io cerco di mangiare ed apprezzare l’abilità culinaria di mia sorella ma, e credo che la cosa sia comune a tutti e quattro, mi rimane difficile anche ingoiare i bocconi per quanto sono eccitato e, diciamo pure timoroso, per quanto dovrò spiegare a mia moglie e quanto Ada dovrà spiegare, se già non lo ha fatto, al marito!
Sono da poco passate le tredici e trenta quando Ada porta il caffè poggiando il vassoio sul basso tavolino che separa il divano a tre posti e le due poltrone che completano il salotto di casa sua. Sullo schermo della tv passano le immagini del telegiornale che nessuno di noi sta ascoltando: siamo arrivati al momento fatidico!
Lella e Pino hanno preso posto sulle ampie poltrone mentre io e Ada sorseggiamo il caffè seduti sul divano.
Ognuno di noi è come in attesa di qualcosa che sfondi una porta che, alla sola vista delle due donne, sembra essere già ampiamente aperta.
Poggio la tazzina del caffè sul vassoio e incrocio lo sguardo con mia moglie che, mollemente seduta quasi di fronte a me, non fa ostacolo ai mei occhi del bel panorama della sua figura. Ma pur apprezzando quanto lei offre al mio sguardo, il mio stomaco si sta contorcendo per il nervoso che pure sto provando, ma il suo sguardo languido e dolce mi dà la forza di iniziare a parlare.
“Parlo per prima perché sono il più “vecchio” della compagnia anche se di poco. Giorni fa, cara sorella, Pino mentre passeggiavamo, come facciamo spesso, lungo le strade di questa bigotta cittadina, se ne è uscito con una delle sue. Praticamente mi ha detto che gli sarebbe piaciuto far fare al nostro rapporto di famigliari un salto qualitativo: passare da normali parenti ed affini a coppie scambiste visto che avrebbe voluto scoparsi Lella. Ho detto la verità?”
“Sì proprio come te l’ho chiesto!”
“Ho fatto notare all’ingenuo cognato che per lui era tutto facile ma che per me, in caso avessi accettato, la cosa non era proprio un semplice scambio, dato che io di fronte mi sarei trovato mia sorella! Capirete il mio stupore nell’apprendere che era proprio questa situazione a eccitarlo maggiormente! Lui ha candidamente ammesso che una delle sue fantasie più forti era proprio quella di assistere di persona ad un atto incestuoso! Vorrei adesso sapere da lui che cosa ha fatto scattare nella sua mente perversa una tale richiesta!”
“Giulio, devi sapere e chiedo adesso conferma a tua sorella affinché possa dire le cose come stanno” e così dicendo guarda Ada che accenna favorevolmente, “tutto è iniziato qualche settimana fa mentre io e Ada giocavamo e ci confidavamo durante un amplesso. Ad un certo punto Ada, presa dal gioco ha fatto il tuo nome proprio mentre stava per godere mentre la scopavo come merita! Le ho chiesto come mai e lei mi ha detto che la fantasia non ha confini e che se fosse dovuta stare al gioco sarebbe stata libera di pensare quello che voleva!”
Pino prosegue confidando che l’immagine di fratello e sorella che fanno sesso era una delle sue più recondite voglie e che ha voluto approfittare della situazione che si era creata a letto per verificare se questo suo sogno potesse diventare realtà. In più era voglioso di poter avere rapporti anche con la cognata, gran bella donna di cui io spesso esaltavo le gesta a letto descrivendola, come in effetti è, una femmina di alto profilo e di grande appetito sessuale!
“Comunque c’è una cosa che adesso dovete sapere e che io e Ada non abbiamo mai confidato a nessuno: noi non abbiamo mai fatto l’amore tra noi!....”
“Beh, certo questo è normale!” dice Lella entrando nel racconto.
“Dicevo non abbiamo mai fatto l’amore tra noi ma io non sono sconosciuto a lei e lei non è sconosciuta a me!”
Il volto stupefatto dei due cognati la dice lunga su quanto adesso vortica nella loro testa!
“Fin da quando sono adolescente lei è stata innocente ispiratrice delle mie prime masturbazioni, poi appena si è resa conto del mio interessamento verso di lei è iniziato un gioco perverso tra noi che prima ci ha portato a non nascondere più il desiderio, poi ad iniziare a renderlo concreto con i primi giochi tra dottore ed ammalata che in poche settimane è cambiato il dottoressa ed ammalato, dato che era lei a voler esplorare il mio corpo quanto e più io riuscissi a esplorare il suo.”
La tensione che avevo addosso prima di iniziare a parlare adesso, con il passare dei minuti, sta scemando e, mentre prima ero seduto quasi sull’orlo del divano ed in posizione di difesa ora sono comodamente appoggiato allo schienale e le mie braccia, prima conserte, adesso sono scivolate lungo il mio busto. Anche Ada, seduta al mio fianco, ha le spalle appoggiate allo schienale del divano e ha la gamba dal mio lato accavallata all’altra mostrando al mio sguardo buona parte del suo gluteo carnoso. Lella invece mi pare la più partecipe a quanto vado dicendo perché è quasi scivolata sulla seduta della poltrona, ascolta con la testa appoggiata allo schienale mentre ha esposto il suo bacino alla vista di tutti e con le gambe leggermente divaricate mi offre la vista della sua figa appena celata dal minuscolo tanga. Pino invece ha la faccia più stupefatta che eccitata: non era preparato forse a questa rivelazione da parte mia e di Ada che, pur non avendo mai preso la parola, è certamente complice con me e con quanto vado dicendo.
“Ho esercitato la mia bocca baciandole la figa quando ero io il dottore, e lei ha imparato a fare pompini quando era lei la dottoressa! Non sono mai riuscito a capire se queste pratiche orali piacessero più a me o a lei, sicuramente ci facevano godere tantissimi e accrescevano la voglia di stare insieme a coccolarci!”
Fisso i miei occhi allo sguardo lussurioso di Lella che, fissandomi come raramente ha fatto, porta intanto la sua mano sul suo monte di venere e inizia una carezza intima che va trasformandosi sempre più in una aperta masturbazione. Mentre fisso la mano di mia moglie percorrere tutto il solco che lo slip disegna della sua figa carnosa, Ada, anche lei presa dal racconto, porta la sua mano sinistra sul mio uccello tornando a provare un piacere ormai da troppo tempo sognato. Parimenti anche io provo di nuovo il brivido mai dimenticato di accarezzare la coscia di mia sorella che, ubbidiente al mio desiderio, scavalla e allarga permettendomi di sfiorarle la figa che avverto calda e umida.
Lella ormai in preda ad un raptus erotico mentre infila la sua mano sotto il tanga: “Dai fratellino adesso, invece di continuare a parlare, usa la lingua per leccare incestuosamente tua sorella!! E mettevi in modo tale che possa vedere bene tutta la scena!”
Raccogliamo insieme l’invito di mia moglie ma prima ci alziamo, ci abbracciamo e, dopo quasi tre lustri, riassaporiamo a vicenda la dolcezza dei baci: le nostre lingue tornano a frullare una con l’altra mentre le nostre bocche si cercano con calore e traporto.
Mentre ci stacchiamo Ada scioglie il nodo che tiene stretta alla vita la sua gonna e io infilo le mie mani nelle spalline dell’abito che, frusciando, cade a terra lasciando mia sorella con le sole calze tenute su dal reggicalze e un misero slip che, con eleganza si sfila e va a raggiungere l’abito afflosciato ai suoi piedi. Mentre io mi tolgo la maglietta lei si accovaccia davanti a me e con esperienza mi slaccia i pantaloni e mi sfila lo slip. Prima di accontentare mia moglie però mi arpiona le chiappe ed esclamando: “Che bello rivederti dopo tanto tempo!” abbocca il mio cazzo che è a pochi centimetri dalla sua bocca. Rivivo il calore e il piacere dimenticato da anni!
Ma anch’io ho voglia e la tiro su dopo pochi istanti in cui mi ha portato in orbita attorno alla luna e la invito a sedersi di nuovo sul divano. Si posiziona in modo tale da permettere alla cognata di non perdersi nulla di quanto sta per succedere. Come apre le cosce posso di nuovo ammirare quella figa che è stata compagna dei miei godimenti giovanili e che adesso, con il pelo corto e curato, si schiude davanti ai miei occhi! Cado in ginocchio davanti a lei e, fissando mia moglie che continua a carezzarsi lasciva, bacio per prima il caldo sesso di Ada e poi comincio a leccarla con una voglia ormai più che decennale!
Già Ada mi prende la testa come a non volermi lasciar andare, cosa che io nemmeno mi sogno e guarda anche lei verso la cognata con occhi languidi, la bocca lucida di saliva semiaperta e la punta della lingua che lecca vogliosa le labbra che sanno di me.
Lella, affascinata come Pino della scena che sta guardando, strattona mio cognato, come a svegliarlo e lo guida fra le sue gambe ormai aperte oscenamente e, scostando il pezzettino di stoffa del tanga mette la sua figa completamente depilata e ormai bagnata di piacere davanti alla bocca di Pino: “Dai cognato fammi vedere quanto vali a leccare una figona come la mia!”
Io intanto mi tuffo nella figa di Ada che vellico come mai ho fatto; infilo il naso nella sua vagina mentre con la lingua riesco a leccarle il sedere e, forzandolo con la punta, ne provo la resistenza che è molto simile a quella di Lella segno che entrambe solo aduse ad ospitare uccelli nel retto.
Avverto quando Ada è prossima a godere e, assetato di lei come un viandante disperso nel deserto, mi preparo a bere tutto il frutto del suo piacere. Infatti, sento il mio capo essere stretto dalle sue mani che lo imprigionano mentre il suo bacino comincia a dondolare e a vibrare. Un urlo liberatorio si spande nell’aria della stanza e, mentre vengo quasi soffocato dai suoi umori, che riesco a bere completamente, Ada si lascia travolgere da un potente orgasmo come mai avevo avuto modo di assistere!
Le due donne non hanno mai lasciato di guardarsi e così anche Lella arriva a godere mentre Pino la lecca ma, credo, più per sintonia con la cognata che per l’impegno dell’uomo!
Dopo aver dissetato la mia bocca lascio il ventre di mia sorella e lentamente risalgo tutto il suo corpo passando dal curato pelo castano del suo monte di venere all’ombelico per poi asciugarmi il volto tra le sue mammelle che ho visto prima spuntare e poi crescere e che adesso mi accolgono nella loro opulenza. Le bacio e mordicchio i capezzoli duri ed irti. Infine, arrivo alla sua bocca dove unisco la mia in un bacio pieno di lussuria ma anche di amore fraterno!
Ho l’uccello che mi fa male per quanto è duro ed eccitato e le sue mani che intanto mi abbracciano intorno alla vita, scendono tra i nostri corpi e vanno ad afferrarlo iniziando una sublime carezza che rendono più sopportabile la tensione del mio cazzo.
Quando le nostre bocche riescono a staccarsi ci alziamo entrambi dal divano per abbracciarci di nuovo così che lei possa apprezzare tra le sue gambe la consistenza, forse mai dimenticata, della mia virilità. Era il massimo della nostra intimità di allora strusciare uno contro l’altro i nostri sessi!
“Adesso siediti fratellone, che voglio essere io ad impalarmi sul tuo cazzo che desidero da troppo tempo!” mi dice Ada spingendomi di nuovo sul divano “Lella, Pino vedete bene?!” e senza aspettare risposta, si inginocchia tra le mie gambe e abbocca il mio cazzo teso allo spasimo umettandolo con abbondante saliva. Per alcuni istanti mi godo il calore, mai dimenticato della bocca di mia sorella, e il sapiente movimento della sua lingua che tante volte ha accolto il mio piacere negli scorsi anni! Poi, offrendo le sue tette alla mia bocca, si mette a cavalcioni su di me ed invita il marito a guidare il mio cazzo dentro di sé. Sento una mano afferrarmi appena sopra lo scroto e avverto il calore delle grandi labbra della figa di mia sorella sulla mia cappella che Pino, con sapienza, guida in un andirivieni dal clitoride alla vagina di Ada. Poi è lei a muovere il bacino e quando è in posizione perfetta si lascia cadere sul mio cazzo impalandosi con un grugnito di piacere. La mano che mi guidava adesso ha mollato la presa e già al secondo affondo posso sentire l’umidità della vagina di Ada sui miei coglioni. Stringo con le mani le sue tette e affogo in quella carne morbida mentre il mio cazzo affoga nella sua figa!
Intanto Lella riemersa dalla poltrona si alza e girandole intorno va ad appoggiarsi allo schienale di questa e invita Pino a posizionarsi dietro di lei.
“Dai cognato fammi sentire il tuo cazzo dentro!”
Pino, mai distogliendo lo sguardo da me e Ada, si mette dietro Lella e con un colpo ben assestato la penetra riempiendole la figa!
La voglia di noi maschi è tanta e Pino dopo pochi minuti di cavalcata alla pecorina, estrae il suo uccello dalla figa di mia moglie e le inonda la schiena con una calda sborrata. Tanto è il calore del suo piacere che Lella, sentendosi così inondata guaisce di piacere godendo ancora una volta!
Anche io sono quasi al punto di non ritorno ed Ada: “Dai fratellino mio, non uscire per favore, altrimenti ti stacco le palle a morsi! Allagami come avresti dovuto fare già da tempo!”
Il suo cavalcarmi diventa sempre più forsennato e produce l’effetto desiderato.
Le mie mani l’afferrano alla vita per non farla muovere mentre io, con un ultimo affondo che la riempie completamente, vengo dentro di lei con diversi copiosi schizzi. Godiamo appieno di questo momento indimenticabile per entrambi, baciandomi con voluttà! Alla fine, siamo tutti e quattro accasciati sul divano e sulle poltrone. Sono le diciassette e trenta ed è ora che io e Lella torniamo ad essere bravi genitori, per cui, una volta ricompostici al meglio possibile, lasciamo a malincuore quella che per alcune ore è stata un’alcova per andare a riprendere il pargolo.
Tornati a casa sentiamo entrambi il desiderio di una calda doccia e mentre il bambino guarda un po’ di televisione, ci infiliamo sotto la doccia rigeneratrice. Ci coccoliamo alquanto sotto il getto caldo dell’acqua e la mia eccitazione è evidente e anche Lella non è da meno per cui le nostre mani corrono sui nostri rispettivi corpi a deliziarci con il loro tocco malizioso. La mia mente torna a quanto appena successo e, sono certo anche Lella ha nei pensieri le stesse mie immagini di piacere. Ma la mente delle donne è molto più sottile di quella di noi maschi per cui, mentre cerco di approfittare del momento, Lella si sottrae alle mie attenzioni: “Giulio non è me che stai desiderando così come io ho ancora una certa voglia!”
Indossato l’accappatoio la vedo prendere il cellulare che però inizia a squillare prima che lei possa comporre il numero.
“Ciao Ada, stavo appunto per chiamarti! .... Davvero!? ..... Penso anche io che sia la cosa giusta! ... Ok allora siamo perfettamente d’accordo! …. Ciao!”
“Era Ada? E che voleva?”
“Quello che pensavo io! Adesso infilati una tuta e corri da lei che a Pino me lo cucino io per bene stanotte!!”
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