incesto
L'inizio di un ménage a trois. Cap. 7


07.03.2025 |
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"Uno sguardo, che tuttavia, tornandomi alla mente in quel momento, mi ricordai di averlo già visto molte volte in passato ma che avevo sempre interpretato..."
Seguito del Cap. 6Mia sorella Jolanda e mamma Cap. 6
“Jolanda, ma che stai facendo?”
Mi chiese Giacomo con faccia seria che, però, non mi sembrò né arrabbiata né che celasse una forte curiosità perché mi sembrò di leggere nel suo sguardo un diverso pensiero di ben altra natura, magari presente da tempo nella sua mente.
Uno sguardo, che tuttavia, tornandomi alla mente in quel momento, mi ricordai di averlo già visto molte volte in passato ma che avevo sempre interpretato come di affetto e di simpatia nei miei confronti.
Poi, col passare dei mesi e una volta scoperto il piacere del sesso solitario, quello stesso sguardo l'avevo iniziato a vedere nell'uomo che, nelle mie fantasie erotiche, mi montava forsennatamente e mi faceva godere degli stessi potenti orgasmi a cui arrivavo da sola e, questo, fino al giorno in cui, quell'uomo era stato sostituito proprio da Giacomo.
A questa considerazione, la speranza che quelle fantasie stessero per diventare realtà, mi fece allora accapponare la pelle e un dolce e lungo fremito, mi percorse la schiena ma, non essendo sicura che quella mia considerazione fosse giusta, cercai di dissimulare l'eccitazione che stava salendo impetuosamente dicendogli.
“Scusami se te lo chiedo, ma a quest'ora non dovevi essere anche tu al lavoro?” chiesi
"Sono rientrato poco fa perché un cliente era impossibilitato a venire all'appuntamento di lavoro che avevamo concordato. Non sapevo che anche tu eri in casa, poi passando davanti alla tua porta ho sentito dei gemiti e ho avuto paura che non ti sentissi bene e che, per questo, ti lamentavi.”
Significava che mi stavo sbagliando, allora? Mi chiesi e non posso nascondere che, perciò, mi sentii molto delusa.
Tuttavia, volli provare lo stesso a cercare di capire se davvero era preoccupato per me o se, invece, stava spudoratamente mentendo per qualche motivo, il suo reale interesse per me e, allora, decisi di rompere gli indugi.
“Tranquillo, sto bene, però mi vergogno che tu mi abbia trovata mentre mi stavo facendo....non so come dire... no, a questo punto non mi sembra giusto cercare altre parole per dire che....insomma che mi stavo masturbando.” gli dissi con finta vergogna ma ponendo in risalto la parola chiave “masturbazione”.
“Non c'è nulla di cui scusarti e, comunque, non certamente con me e, ad essere sincero, non trovo che ci sia nulla di strano che una ragazza di 18 anni lo faccia. Tranquilla, comunque, resterà un segreto, diciamo molto intimo tra noi due e che terrò ben custodito. Posso però solo chiederti quali pensieri o sensazioni ti portano a farlo?”
“Grazie, so che posso contare totalmente su di te. La mamma, comunque, già lo sa e so di poter contare anche su di lei. Per quanto riguarda, poi, cosa mi spinge a masturbarmi fin da quando avevo 13 anni o poco più, è come se fossi impossessata da un demone molto più forte della mia volontà perché non riesco a farne a meno e questa frenesia mi prende tutti i giorni ed anche più volte al giorno perché il piacere che mi dà il toccarmi lì, è davvero enorme.” risposi facendo finta di essere a disagio.
“E come fa a saperlo anche Paola, glielo hai confessato tu di tua iniziativa?” mi chiese.
“Qualche tempo fa, mi ha raccontato del fallimento del suo matrimonio, avvenuto per varie cause tra cui la ormai la totale mancanza di sesso con mio padre che, per lei donna esageratamente sensibile al richiamo del sesso come, peraltro lo era anche sua mamma che non riusciva a stare un solo giorno senza farlo e andava a cercarlo con chiunque oltre a quello che aveva provato il giorno in cui ti aveva conosciuto e della relazione che nacque tra voi due, il discorso era caduto sull'argomento Ma la cosa che più mi colpì fu che scoprimmo, in quella occasione, che eravamo davvero uguali perché anche lei, alla mia età, lo faceva con la mia stessa frenesia oltre al fatto che sua madre era proprio una ninfomane e, quindi, c'era qualcosa nel DNA di noi tre che evidentemente ci accomuna .” gli risposi decisa ad andare avanti sull'argomento sesso.
“Conosco la storia di Paola e di sua madre e, devo dire che Paola è una donna non solo molto sensuale ma anche e soprattutto, una straordinaria femmina assatanata di sesso che non riesce a stare un solo giorno senza farlo anche due/tre/quattro volte in qualsiasi del giorno o della notte.”
“Voglio diventare come lei e godere quante più volte è possibile.” gli dissi con voce eccitata.
“Tua mamma è una donna straordinaria ed io l'ho desiderata fin dal primo sguardo che si incrociò col suo. Oltre ad essere una bellissima donna innamorata, è sempre stata sconvolgente anche nel sesso, una peculiarità che, adesso scopro anche in te. Ma dimmi, in che senso ti senti preda di un demone, è solo una tua fantasia o è una persona reale che, magari, ha anche un nome?” chiese e mi parve, nel guardarlo e nella sua voce, che fosse anche lui eccitato, anzi ad essere precisa, molto eccitato.
“Tutte e due le cose. L'immagine di un uomo reale mi scatena la fantasia che mi fa pensare a lui e questo pensiero alimenta, a sua volta, la fantasia che, alimenta l'immagine.” gli risposi con aria falsamente un po' mesta.
“Beh, penso che sia normale che possa accadere in una ragazza della tua età a cui magari piace un particolare ragazzo e che tu lo desideri così tanto ma, vedrai che, poco alla volta, si attenuerà. Vuoi che ne parliamo? Forse potrebbe esserci un modo per tenere a bada questo demone.”
“Saresti davvero disposto ad aiutarmi? A dirti il vero, io conosco un solo modo per acquietarlo” gli dissi sperando che mi desiderasse tanto quanto lo desideravo io.
“Certo, lo sai che ti voglio bene e che mi sta a cuore il tuo benessere. Farei qualsiasi cosa per te” disse accentuando il tono della voce sul “qualsiasi cosa e, poi, aggiunse ” E quale sarebbe questo modo che conosci?”.
“Mi fa impazzire immaginare quell'uomo mentre...come dire?....mentre ...fa l'amore con me!” dissi.
“Fammi capire, tu pensi ad un uomo che realmente conosci e questo pensiero ti eccita a tal punto che non riesci a trattenerti dal toccarti le parti intime, e quindi sarebbe proprio questo il modo di cui parli, oppure ho inteso male? ”
“E 'esattamente questo. Sono sicura che se la mia fantasia potesse diventare realtà, quel demone si calmerebbe almeno per qualche ora.” gli risposi guardandolo fisso negli occhi e, forse senza neanche del tutto accorgermene, mi sfiorai un capezzolo che era uscito da sotto un panno che avevo messo quando era entrato e che mi copriva solo dal seno all'inguine.
Sembrò per un attimo smarrito, il suo sguardo si spostò per un paio di volte nel vuoto a destra e a sinistra, poi, lo volse verso di me e, in modo risoluto, mi disse.“ Sei diventata una splendida ragazza e sono sicuro che un giorno incontrerai il ragazzo che fa per te, te ne innamorerai e farai l'amore con lui.”
Allora, prendendo il coraggio a due mani gli dissi con fermezza “Non voglio un ragazzo, desidero con tutta me stessa un uomo, magari della tua età e che mi sappia dare tutto quello che cerco da troppo tempo. Possibile che tu non l'abbia ancora capito?”
“Certo che ho capito ma sei troppo giovane e, forse, confondi me con quello che cerchi.” rispose.
“E se ti dicessi chiaramente che nella mia fantasia, sei tu l'uomo che mi monta per ore?” chiesi con la sfrontatezza e la perentorietà di una donna che riesce a tirare fuori quando vuole ciò che desidera con tutta l'anima.
Sembrò che quella frase lo avesse colpito fin dentro il cuore ma anche fin dentro i suoi pantaloni perché si avvicinò a me, mi accarezzò il viso e, con gli occhi mi chiese se poteva continuare ed io rispondendogli, con gli occhi e con la testa, un chiaro “sì”, allungai la mano sulla sua patta sotto la quale c'era una "pacco" molto grosso e durissimo .
Era quello che avevo sognato tante volte, un uomo bello, fisico possente, un accenno di pancia che lo faceva molto maschio e, soprattutto, con una mazza di dimensioni parecchio fuori norma che, tante volte, avevo guardato di nascosto attraverso il buco della serratura quando si asciugava dopo la doccia.
In meno di un decina di secondi, fu nudo ed io, facendogli un po' di spazio sul letto mi tolsi il panno restando nuda e fremente in tutto il corpo per la certezza che stava per avverarsi finalmente il mio sogno.
Lui si stese di fianco a me ed io girai la testa verso la sua, le sue labbra si appoggiarono sulle mie, ed io aprii leggermente la bocca e, mentre tremavo per l'emozione e per l'eccitazione, lui mi baciò con passione ed io sentii la sua lingua cercare la mia e ricambiai quel bacio con tutta la passione che avevo coltivato fin da quando l'avevo visto entrare, la prima volta con le valigie.
Poi, con delicatezza, la sua lingua lentamente percorse lo spazio tra la mia bocca e il mio seno e, quando iniziò a leccarmi i capezzoli, un nuovo e più intenso brivido mi percorse la schiena e avvertii la mia vagina già abbondantemente bagnata.
La lingua continuò a scendere ed io allargai istintivamente le cosce per riceverla anche lì dove stava il mio clitoride già gonfio per l'eccitazione e quando lo raggiunse e iniziò a leccarlo con delicatezza facendola roteare più volte, mi sembrò di toccare il cielo con un dito ma quando introdusse la prima falange di un dito dentro il mio orifizio vaginale, si fermò all'improvviso.
“Ma sei ancora vergine?” mi chiese con voce tremula ma anche piena d'eccitazione.
“Sì e voglio che sia tu a portarmela via. L'ho immaginato tantissime volte e non desidero altro.”
Allora, si alzò in piedi, mi prese con le mani sotto il bacino e mi spostò sul bordo del letto “Tranquilla, non ti farò male, userò tutta la dolcezza che mi ispiri ” mi disse sussurrando ed io, con gioia, allargai le cosce per accoglierlo, lui puntò la cappella all'ingresso della mia vagina ed io, come se l'avessi fatto già altre volte, gli circondai l'addome e la schiena con le gambe.
“Scopami!” gli intimai forse con eccessiva enfasi ma era esattamente ciò che desideravo di più.
Quando entrò, avvertii chiaramente la rottura dell'imene e, subito dopo, che si allargava anche il mio orifizio vaginale sotto la spinta della sua grossa mazza che proseguì centimetro dopo centimetro dentro il mio ventre fino a fermarsi quando arrivò alla sua base e producendo un rumore di bagnato seguito da quello dello sbattere delle sue palle contro il mio pube.
Ero finalmente, come si dice, diventata donna e mentre mi scopava con sempre più vigore, pensai che quella non sarebbe stata la sola volta in cui mi sarei data a lui e, quel pensiero, mi rese felice al punto che l'abbracciai stretto a me e, nel mentre continuava a baciarmi, lo sentivo che mi percuoteva in continuazione con micidiali affondi che presto mi portarono al primo orgasmo da donna fatta e che fu violento quanto quello che raggiungevo tutte le volte che mi masturbavo.
Mi scopò per un tempo indefinibile. Qualche minuto,un'ora? non saprei dirlo ma, so per certo, che provai ben due orgasmi a pochissima distanza l'uno dall'altro.
“Amore mio.” gli dissi “Non sborrarmi dentro, però, non vorrei rischiare di restare incinta. Fra qualche giorno andrò dal nostro medico di famiglia a farmi prescrivere la pillola e allora, potrò finalmente sentire il caldo del tuo seme tutte le volte che vorrai perché ricordati che sarò sempre disponibile.” conclusi e con gli occhi che mi sembrarono umidi per la commozione.
“Lo so, non ti preoccupare. Vuol dire che sborro sui tuoi splendidi seni.” mi rispose.
“No, non voglio che vada sprecato e non voglio perdere anche l'occasione di provarne il sapore, perciò godi nella mia bocca ed io ti farò caoire quanto ti voglio e, se lo vorrai, continuerò a succhiartelo anche mentre continui a scoparmi la gola e ingoierò tutto fino all'ultima goccia.” dissi eccitata al massimo.
Allora, scesi da letto e mi accovacciai ai suoi piedi spalancando la bocca e tirando fuori la lingua.
Pochi secondi dopo una lunga sequenza di fiotti vennero “sparati”come un mitra da quel cazzone, molti sulla stessa lingua e gli ultimi due o tre direttamente in gola, fiotti che con ingoiai uno ad uno mentre lo guardavo da sotto con occhi pieni di gioia.
“Mamma mia che femmina che sei!” esclamò d'un tratto mentre glielo ripulivo tutto con la lingua continuando a guardarlo.
“Sei stato tu a far uscire la femmina assatanata che era in me e mi hai fatto andare fuori di testa tre volte di seguito ad ogni violento orgasmo a cui sono arrivata. Con te ho perso ogni vergogna e ogni virtù e, perciò, da adesso in poi, mi darò a te in tutti i modi che vorrai perché sarò sempre pronta a qualsiasi gioco tu voglia fare e farmi diventare una vera troia completa.”
“Ti scoperò ogni volta che vorrai o che vorrò e sarai la mia bella troia e, se davvero lo vuoi, ti aprirò anche quel bellissimo culo a mandolino che hai e che mi fa impazzire anche solo al guardarlo.”
“Sono una troia, una cagna in calore e che non desidera altro che godere, Ti prego solo di non farmi troppo male, quando me lo romperai. Poi potrai scoparlo con forza, voglio provare tutto e sarò sempre pronta, ora che ho scoperto le gioie del sesso.”
Restammo, poi, distesi vicini sul letto per quasi mezz'ora scambiandoci carezze e baci profondi e appassionati.
All'improvviso, mi venne in mente mamma.
Cosa avrebbe detto se fosse venuta a conoscenza di quell'amplesso tra me e il suo uomo? Si sarebbe incazzata al punto di cacciarlo via da casa o avrebbe capito che lo aveva fatto per aiutarmi ad uscire da quel circolo che, da un certo punto di vista poteva essere definito “vizioso” ma, da un altro, considerata la mia fortissima voglia di masturbarmi e gli intensissimi orgasmi a cui arrivavo sempre più frequentemente oltre all'immagine di un uomo che mi scopava in tutti i modi, poteva invece essere considerato “virtuoso” nel contesto del mio desiderio/sogno di diventare una sorta di ninfomane e, se fosse stato così, avrebbe avremmo continuato a farlo di nascosto o glielo avremmo detto e lei avrebbe acconsentito che continuassimo a farlo o, addirittura, dopo averlo saputo, avrebbe magari gradito guardarci?
Beh, quello che desideravo si potesse avverare, era finalmente avvenuto e mi ero data a Giacomo con tutta me stessa ed ora una nuova e irrefrenabile voglia mi spingeva a perdere anche quella anale per diventare una scatenata femmina volta a godersi tutte le variazioni dei rapporti sessuali e per i quali mi sarei battuta per rifarlo ancora mille e mille volte.
In quel mentre, squillò il mio cellulare, era mamma che chiamava.
“Ciao Jolanda, come stai?” mi chiese
“Benissimo mamma.”
“Lo sento dalla tua voce allegra e serena. Dimmi la verità, hai mica fatto quella cosa che ti fa toccare il cielo con un dito?”
Uscii dalla cameretta e andai in bagno per non farmi sentire da Giacomo.
“Sì e ho goduto immensamente come al solito e tu lo sai bene quanto sono violenti gli orgasmi clitoridei.”
“Certo che lo so bene, te l'ho raccontato io stessa!”
“Ma mi hai chiamato per dirmi questo?”
“No tesoro, ho chiamato solo per dirti che stasera esco con un'amica e tornerò molto tardi, perciò ti devi organizzare tu a cucinare qualcosa da mangiare.”
“Va bene, però adesso, dimmi tu la verità. Esci con un'amica o, magari, con un amico?” le chiesi.
“Beh, ad essere sincera, esco con una coppia mia amica e andiamo al ristorante e poi....”
“E poi? Sii sincera, tanto lo sai che ormai ti conosco benissimo.”
“Vabbè, è una coppia molto speciale e ogni tanto ci vediamo e passiamo una bella serata insieme.”
“Intendi dire che passate una bella serata insieme nel senso di stare... stretti stretti, vicini vicini?”
“Si, in quel senso e, stasera, ne ho proprio una grandissima voglia.”
“E Giacomo viene anche lui?”
“No tesoro, Quando torno so io come farlo star bene fino a notte fonda. Adesso lo chiamo e glielo dico anche a lui, spero che stia tornando e, dopo aver cenato, vi farete un po' di compagnia. Domattina, se vuoi, ti racconto come è andata.”
“Va bene, mamma. Ti auguro una splendida serata, allora e, mi raccomando, godi più che puoi.”
“E' ciò che voglio. Vai a letto presto, mi raccomando e magari stai un po' tranquilla con quella cosa che ti piace tanto fare.”
“Stai serena, dopo cena passeremo il resto della serata sul divano e poi andremo a letto.” le risposi già pensando che a letto ci sarei andata con Giacomo e, finalmente, gli avrei dato il culo e questo pensiero subito mi fece arrivare l'eccitazione a mille.
Ma a mamma, quella frase “andremo a letto” evidentemente le era suonata male e, infatti, mi chiese. “In che senso andrete a letto? State mica organizzando qualcosa che... ”
La interruppi giusto mentre stava per finire la domanda dicendole, in modo provocatorio ma usando un tono della voce che sembrava molto ironico “Perché, se anche fosse quello che stai pensando, con molta malizia, ti incazzeresti tanto?”
“Ragazza mia, questa è una cosa che prima o poi capiterà e, proprio perché ho capito che sei uguale a me, penso proprio che accadrà molto presto. Ormai sei maggiorenne e sei libera di fare quello che vuoi. Se poi, sarà Giacomo o un altro uomo è solo un fatto secondario e, poiché il rapporto tra me e Giacomo, come avrai capito, è assolutamente aperto, non me ne potrebbe fregare di meno se fosse lui a portarti via la verginità.” ma non colsi nella sua voce rassegnazione ma una leggera eccitazione.
Dicendo questo, interruppe la telefonata e, subito dopo, squillò quello di Giacomo che, ascoltò in silenzio tutto quello che gli stava dicendo e alla fine si limitò a dire soltanto “Ok, tranquilla la tratterò benissimo e tu divertiti più che puoi!”
Mi sembrò più sollevato perché quello che gli aveva detto, probabilmente era una sorta di autorizzazione ad un rapporto sessuale con me, finalmente libera di far sesso con lui ma e che tra noi poteva instaurarsi un rapporto intimo e continuativo.
Allora, gli dissi “Visto che abbiamo tutte queste ore davanti a noi, non credi che sia meglio farlo subito, poi ceniamo e, dopo, lo rifacciamo ancora e poi ancora?”
“Ho voglia di te, del tuo corpo, del tuo profumo e della tua giovinezza, perciò andiamo!” rispose.
“Solo qualche attimo però, giusto il tempo di andare a tirar fuori dal freezer qualcosa da mangiare a cena.”
“Ok, ti accompagno, così faremo più presto.”
Andammo, allora, in cucina. Avevo indossato una vestaglietta piuttosto trasparente che sicuramente lo avrebbe eccitato ancor di più di quanto non lo fosse già e, con la “sapienza “ da vera troietta che ormai avevo imparato, allungando le braccia verso la cella freezer e sulla punta dei piedi, l'orlo della vestaglietta si alzò fin quasi a metà delle mie natiche.
Giacomo, nel vedermi in quella posizione così invitante, si avvicinò, mi prese per i fianchi e mi sussurrò all'orecchio “Non posso più trattenermi. Vieni che lo facciamo qui adesso e vedrai che ti piacerà.”
“Ma non sarà troppo scomodo?”
“Solo un pochino ma, credimi, sarà una esperienza esaltante. A Paola piace tantissimo e, visto che siete così uguali, abbassati e stenditi sul tavolo con i piedi ben puntati per terra. Ecco, brava, adesso ti scopo per un po' la figa e se lo desideri veramente anche dietro, dimmelo ancora una volta.”
“Farò tutto quello che vuoi, scopami fino a portarmi al primo orgasmo e, dopo, finalmente sodomizzami!”
Mi tolsi allora la vestaglia, mi stesi sul tavolo e spinsi indietro il fondoschiena per favorire la mia prima penetrazione in piedi mentre già sentivo che mi stavo sbrodolando per l'eccitazione.
Giacomo, mi penetrò con un unico colpo del bacino, subito dopo, mi cinse i fianchi con le sue forti mani e iniziò a montarmi con forza e ritmo, inizialmente lenti e poi con crescente forza e velocità.
Un intensissimo piacere cominciò ad invadermi e nel mentre gemevo come una cagnetta in calore stringevo con forza i bordi del tavolo per non cadere perché ad ogni affondo, venivo spinta in avanti con i seni che strusciavano avanti e indietro lungo la superficie di legno e restai in quella posizione per molti minuti fino a quando non sbottai in un intensissimo orgasmo.
Allora, uscì dalla mia figa, impugnò la sua grossa mazza che era bagnatissima per gli umori che erano usciti, appoggiò, quindi, la cappella all'ingresso del mio sfintere, mi cinse nuovamente i fianchi con le mani e la spinse in avanti allargandomi e sfondandomi l'ano che cedette subito sotto la spinta.
Stoicamente sopportai il lancinante dolore che sentii quando quella prima “porta” cedette e cercai di non urlare ma non potei non lasciarmi sfuggire un fortissimo e lungo gemito.
“Tutto bene, tesoro?” mi chiese premuroso.
“Ho sentito un immenso dolore, ora sfondami tutto il resto, fammi godere. Che gran cazzo che hai!”
Una nuova spinta e anche la seconda “porta” cedette e tutti gli oltre 21 centimetri ben presto furono tutti dentro le mie visceri ma, stavolta, un urlo mi uscì anche se attutito dalla mano che avevo sulla mia bocca “Dai sfondami! Fammi diventare una femmina completa e una rottainculo, trattami da vacca quale sono già ”
Sentii l'intera asta che andava avanti e indietro e, ad ogni affondo, ritornavo ad essere spinta in avanti sul tavolo.
Mi scopò per moltissimi minuti mentre, ormai o forse finalmente, anche le mie visceri erano bagnate e perciò non sentivo quasi più dolore ma solo il piacere mi invadeva fino al momento in cui arrivai al secondo orgasmo esattamente in perfetta sincronia col suo mentre i nostri gemiti si sommarono ancor di più quando i numerosi fiotti di caldo seme mi riempirono totalmente.
“Ti fa molto male?” mi chiese.
“No, tesoro. Avevi perfettamente ragione, è un'esperienza incredibile. Adesso anche l'ultimo mio desiderio si è avverato ma non credere che finisca qui.” gli risposi col respiro affannoso.
Infatti, dopo esserci lavati, anche se mi faceva un po' male il sedere appoggiato sulla sedia, ero felice ed eccitata al pensiero di farlo di nuovo e di essere stata finalmente aperta come avevo spesso desiderato.
Erano ormai le 21:15 quando ci alzammo da tavola e mi accostai a lui. “Lo facciamo di nuovo?” gli chiesi.
“Sì, anche se mi sento un po' stanco, sai, non sono più giovanissimo e dopo aver fatto sesso con te tante volte in poche ore, sento il bisogno di aspettare un po' per ricaricarmi e anche per mantenere un'erezione forte.” disse con un leggero imbarazzo.
“Dai, non ci credo! Hai sempre avuto una mazza durissima e hai sempre sborrato come una fontanella. Ho ancora voglia di te, del tuo bel cazzone, della tua abbondante sborra da ingoiare più volte e di essere aperta tantissimo come una perfetta troia.”
Iniziai, perciò, a leccargli e succhiargli i capezzoli, poi, iniziai a scendere sul suo addome e, infine, scendendo all'altezza del suo pube, afferrai con una mano il suo bastone e lo imboccai voracemente.
Un gemito di piacere gli sfuggì ed io, già eccitata, lo sentii ingrossarsi subito fino ad occupare l'intera bocca fino in fondo alla gola con la punta della cappella che mi toccava l'epiglottide e andare anche oltre e, nel giro di un minuto lo sentii diventare duro come il marmo e pronto a sodomizzarmi di nuovo.
“Ti va di provare un'altra posizione che consenta anche a te di gestire la scopata?” mi chiese.
“Sono pronta a tutto pur di godere mentre mi apri il culo quanto più possibile.” fu la mia risposta.
Allora, mi prese in braccio, mi portò in camera sua e di mamma, poi si allontanò ritornando subito dopo con una delle robuste sedie della cucina e ci si sedette sopra a gambe spalancate.
“Vieni qui, sali sopra di me mettendo le gambe ai due lati della sedia, poi scendi col bacino fino a far entrare la mia asta dentro di te e, se come hai fatto prima in cucina, ti bagni tutta anche con l'orgasmo, ti stacchi e ti cali sul mio cazzo prendendolo tutto nel culo e sarai tu a dettare il ritmo e la profondità mentre io te lo scoperò da sotto. Vedrai che ti manderà in estasi.”
L'idea mi piacque moltissimo e, perciò, seguendo le sue indicazioni gli circondai il collo con entrambe le mani, gli diedi un profondo bacio e abbassandomi lo sentii entrare tutto nelle vagina.
Cominciai, subito a salire e scendere facendo leva sui miei piedi ben saldi sul pavimento mentre Giacomo con potenti colpi in su, mi scopava con forza e, questa volta, lo sentii arrivare molto più in profondità e molto più agevolmente grazie alla lubrificazione prodotta dai miei continui umori vaginali ed eccitandomi talmente tanto nel sentire il rumore delle sue palle ad ogni nostro affondo, presto, arrivai ad uno dei più intensi orgasmi che mai avevo provato sia con le mie mani che con lui.
“Wow! Che vacca che sei diventata, sono sicuro che nella tua vita farai impazzire qualsiasi uomo a cominciare da me che ho avuto il piacere di sverginarti entrambi i buchi e anche la bocca. Dai forza, continua così!”
Era vero, ormai ero diventata davvero esperta e la voglia di imparare ancora tante cose, mi eccitò ancora di più e, allora, ripetendo le mosse che avevo fatto prima, mi calai sul suo cazzo senza un attimo di esitazione e, quando arrivai, col mio sfintere anale davanti alla cappella, con una decisa spinta in giù sentii ancora una volta metà asta dentro le mie viscere.
“Che meraviglia di cazzo che hai, Giacomo! Sfondami adesso e dacci dentro con forza!” lo esortai quasi gridando.
Se la prima volta in cui mi aveva sodomizzata avevo sentito un immenso dolore, questa volta, vuoi perché ero già stata ben aperta, vuoi perché la voglia era davvero esagerata, fatto sta che con due spinte in giù, il grosso bastone lungo e largo, entrò senza quasi alcuna fatica ed io, volutamente, rimasi ferma seduta sulle palle del mio amante.
Lo baciai di nuovo con passione e, mentre gli accarezzavo il possente torace, iniziai a salire e scendere lentamente per sentirlo bene tutto dentro di me e far sentire a lui l'interno del mio culo.
Poi aumentai la velocità in sincronia perfetta con i suoi affondi da sotto e, da vera vacca che ero diventata, ogni tanto, anziché continuare col saliscendi, da totalmente seduta su di lui, muovevo il mio bacino avanti e indietro per consentire a me sia di “gustarmi” quella mazza che, e soprattutto, di allargare di molto l'ano e l'intero tratto del mio intestino.
“Troia, sei diventata una vera troia e mi stai facendo veramente impazzire con questi movimenti” mi diceva mentre continuavo imperterrita a scoparmi il culo da sola e a bagnare talmente tanto la sua mazza che oramai scivolava dentro di me come un coltello dentro un pezzo di morbidissimo burro.
Per l'eccitazione che aumentava con sempre maggiore intensità e per l'intenso piacere che provavo, mi scopai praticamente da sola il culo per un buon quarto d'ora ed ero così in estasi che non avvertii alcuna contrazione pre eiaculatoria della sua mazza avvertendo, invece subito, il caldo della sua sborra scagliata dentro di me con numerosi fiotti ravvicinati.
I nostri gemiti, che avevano squarciato il silenzio della stanza per tutto il tempo della scopata e che, nel momento in cui entrambi arrivammo simultaneamente all'orgasmo, si trasformarono in rantoli e urli, quasi animaleschi, non sentimmo né la porta di ingresso aprirsi né il rumore dei tacchi a spillo di mia madre e ce ne accorgemmo solo quando la vedemmo a due passi da noi che ci guardava silenziosa.
Care lettrici e cari lettori, spero che questo ulteriore capitolo di questa storia, sia stato di vostro gradimento. Se è così, mi farebbe molto piacere leggere i vostri commenti che sono sempre graditi e che mi aiuteranno a capire se continuare o meno a scrivere anche i successivi capitoli. Grazie.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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