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Mogli nei Tir e mariti felici Cap. 4


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
16.07.2024    |    10.851    |    16 9.5
"Il mio amico è il marito della donna che sta dentro alla cabina di quel Tir” risposi indicando la cabina nella quale era salita Sofia e, poi aggiunsi “Io, ..."
Le due amiche, erano ormai completamente alla mercé della lussuria più sfrenata che le spingeva ad osare sempre di più perché sapevano bene che, di certo non si sarebbe placata facendo sesso con un solo maschio per quanto potente e cazzuto fosse stato .
Perciò, continuarono a fermarsi davanti ad ogni Tir o autoarticoltato o grosso furgone che incontravano passeggiando per la grossa area di sosta e mettendo in bella mostra i loro sinuosi corpi praticamente nudi sotto gli spolverini che aprivano davanti alle cabine.
Probabilmente ai camionisti, che stavano tutti seduti o in piedi nelle cabine sembrava un sogno che due femmine così arrapanti mandassero così tanto chiari messaggi di disponibilità e Sofia e Caterina ricambiarono il loro stupore e l'eccitazione che li stava sconvolgendo con maliziosi sorrisi, seguiti
dagli inconfondibili segni con le dita di mano che stavano a significare che più tardi li avrebbero raggiunti ad uno ad uno.
Sofia, evidentemente era molto navigata in situazioni come questa e lanciando uno sguardo con occhi pieni di irrefrenata libidine a Caterina, le disse “Che ne dici, diamo inizio alle danze?”
“Certo!” rispose mia moglie e aggiunse “Ho tantissima voglia di fare questa nuova esperienza. Pensi che ci dovremo mettere qualche limite o possiamo sbizzarrirci a fare qualunque cosa?”
“Per come sono io, l'unico limite è la mia fantasia e, come faccio sempre, do tutta me stessa fino allo sfinimento del partner di turno e, poi, continuo con gli altri fino a farli rimanere senza più una goccia di sborra nei coglioni. Mi sembra di aver capito però che anche tu non scherzi in fatto di sesso, perciò credo che farai anche tu come me, o sbaglio?”
“Non sbagli affatto e hai capito benissimo quanto io sia finalmente diventata troia e vorrei diventarlo ancora di più adesso all'idea che i nostri mariti staranno fuori ad immaginare cosa ci faranno questi energumeni. Perciò, bando alle ciance e saliamo in cabina e, quando ce li saremo fatti tutti, ci racconteremo come è andata e cosa abbiamo fatto. A più tardi, allora e buon divertimento!” le rispose Caterina mentre si accingeva a salire nella prima cabina con non poche difficoltà a causa degli altissimi tacchi e non senza avermi rivolto uno sguardo di amore ed un radioso sorriso.
“Caro amico, credo che ci toccherà aspettare un bel po' di ore prima di rivederle tornare da noi, magari un po' barcollanti e riempite a dovere ma, almeno per quanto mi riguarda, quando saremo a casa ci faremo una super scopata mentre lei mi racconta tutto quello che ha fatto. Succede sempre così, dopo che l'hanno sfondata a più riprese e, per questo, sono particolarmente eccitato.” mi disse Sergio mentre iniziava a menarselo lentamente seduto di fianco a me sul sedile passeggero.
Nel frattempo, Caterina era già salita nella cabina del Tir e subito dopo, insieme al camionista, era entrata attraverso la tendina che dava accesso alla parte in cui c'era il lettino.
Anche Sofia, che era già sparita attraverso la tenda che separava il posto guida dal retro della cabina con il lettino, forse stava già accovacciata a succhiare il cazzo del camionista in lungo e in largo per eccitarlo ancora di più prima di mettersi a pecora pronta a riceverlo fino alle palle.
Passarono lunghi minuti durante i quali ci parve di sentire lunghi gemiti provenire dalle due cabine, evidentemente le due se la stavano godendo alla grande sotto i colpi di potenti cazzi.
Poi, all'improvviso, notammo che gli altri camionisti sembravano parecchio impazienti che arrivasse il loro turno, alcuni ancora seduti al posto di guida mentre altri quattro erano scesi e stavano parlottando tra di loro, visibilmente eccitati forse perché probabilmente erano stati avvertiti dai due colleghi che se le stavano scopando, di quanto troie fossero le due.
Uscimmo, allora, dall'auto e li raggiungemmo per scambiare due parole con loro e sentire cosa sapevano e cosa speravano di poter fare con le nostre mogli.
“Buonasera.” dicemmo quasi all'unisono io e Sergio.
“Buonasera.” ci risposero in coro i quattro uomini.
Nel nostro immaginario ma anche quello di tantissime persone, eravamo convinti che i camionisti, proprio per il lavoro che svolgevano che richiedeva molta forza fisica, fossero tutti degli energumeni, alti e possenti e, soprattutto, nell'immaginario delle donne, a partire da Sofia e Caterina, che avessero tra le gambe dotazioni fuori misura.
Al di là dell'idea delle dimensioni dei loro cazzi che, ovviamente non potevamo vedere, fisicamente erano parecchio diversi gli uni dagli altri sotto il profilo della stazza fisica.
Due di loro, tuttavia, prevalevano rispetto agli altri per il loro fisico massiccio, per la statura e per l'età piuttosto bassa, forse tra i 35 e i 40 anni rispetto ai restanti due.
Uno dei due, biondo, alto e grosso che aveva l'aria del più intraprendente e l'altro, era probabilmente arabo o turco, con un fisico muscoloso, pettorali altrettanto ben scolpiti, sicuramente per natura o per il tipo di lavoro e non per attività fisica fatta in palestra mentre gli altri due, ad occhio potevano aggirarsi attorno ai 50/55 anni, di statura nella media ed anche con una pancia piuttosto prominente.
Il “biondo” ci squadrò da capo a piedi e, con un sorriso sardonico ci chiese. “Voi siete i mariti o i compagni di quelle due incredibili figone?” ci disse mentre si aggiustava il contenuto della patta in modo che fosse chiaro che lo avesse molto grosso e, in effetti le dimensioni del rigonfiamento del bermuda che indossava, testimoniavano senza ombra di dubbio che era davvero fuori norma.
“Sì, siamo noi. Il mio amico è il marito della donna che sta dentro alla cabina di quel Tir” risposi indicando la cabina nella quale era salita Sofia e, poi aggiunsi “Io, invece, sono il marito di quella che sta in quell'altra cabina.” e indicai anche quella col dito della mano.
“Beh, di sicuro si staranno divertendo molto visto che è già mezz'ora che stanno dentro.” disse il camionista arabo o turco mentre anche li si toccava il “pacco” che sembrava enormemente rigonfio.
“Comunque, tranquilli, le tratteremo benissimo e saranno sicuramente più che soddisfatte quando torneranno a voi, cari cornuti contenti. Ce le scoperemo a più riprese e in tutti i buchi ed ho già una mezza idea di far partecipare anche tutti gli altri alla scopata perché sono sicuro che le vostre mogliettine saranno ben contente di prendere tre cazzi contemporaneamente.” concluse.
Proprio in quel momento si udì la voce di Sofia che, con una serie di fortissimi e affannosi gemiti incitava il maschio a scoparla sempre più veloce mentre lui l'apostrofava continuamente chiamandola grandissima troia, vacca e cagna in calore e tutto questo andò avanti per molti minuti fino a quando tutti insieme udimmo un urlo di liberazione per il raggiungimento di un violento orgasmo che, comunque, non l'aveva ancora placata perché iniziò di nuovo ad incitarlo a continuare a scoparla con sempre più forza.
Quasi contemporaneamente, si levò alto anche il grido di Caterina per un orgasmo che sicuramente fortissimo e che le trasformò la voce in un suono quasi animalesco a cui si aggiunse quello del maschio che era molto simile ad un prolungato grugnito.
Poi all'improvviso, tutti udimmo un nuovo urlo di mia moglie “Porco! Mi stai spaccando in due come una mela. Sei un porco ma continua, non ti fermare!” e, dopo una decina di minuti si udì un nuovo urlo, questa volta per l'immenso piacere per l'arrivo del secondo e più violento orgasmo.
Era passata poco più di mezz'ora quando vedemmo un veloce fascio di luce provenire dal retro della cabina e, un attimo dopo, apparve Caterina che, scavalcato il sedile del passeggero, aprì la portiera e, con la stessa cautela posta nel salire, scese dal TIR, mandò un bacio con la mano all'uomo e, subito dopo, gli mostrò il dito pollice in su per fargli capire che le era piaciuto molto.
Poi, iniziò a dirigersi verso di noi e tutti notammo che mentre camminava si toccava il fondoschiena perché evidentemente l'uomo l'aveva inculata selvaggiamente e ripetutamente.
Dopo qualche passo, però, si fermò a un metro di distanza da noi, si rimise un po' in ordine le calze che si erano staccate dal reggicalze e quel gesto, unitamente alla conseguente mostra delle belle gambe che uscivano dallo spolverino, mandò nuovamente in visibilio tutti gli altri camionisti, ciascuno dei quali sicuramente sperava di essere quello prescelto a scopare quella magnifica donna.
Qualche secondo dopo, anche Sofia iniziò a scendere dal Tir, mantenendosi però saldamente al poggiamano della portiera evidentemente per non rischiare di cadere rovinosamente per terra e far sparire così la possibilità di far sesso anche con altri.
All'improvviso, dalla penombra che avvolgeva i vari “bisonti della strada” e qualche mezzo autoarticolato e nella quale ci trovavamo anche noi, il “biondo” con la scusa di aiutarla, la prese per i fianchi e, quando lei mise i piedi per terra, l'abbracciò da dietro e stringendola forte le fece sentire spudoratamente il contenuto del suo pacco.
Lei, a quel contatto emise un forte gemito di piacere e spinse indietro il suo bel fondoschiena e gli consentì di abbracciarla con le grosse mani sui seni e di spingere ancora più forte il suo bacino in avanti mentre lei stessa lentamente e lussuriosamente si strusciava per sentire meglio la consistenza di quello che le era sembrato, fin dal primo momento, di grosse dimensioni.
“Wow! Che bel cazzo che hai ed è anche durissimo.” esclamò quasi estasiata da quel contatto.
Il grosso autista le sussurrò, allora, qualcosa all'orecchio e lei, girandosi verso di lui, gli rispose
“Certo che lo voglio assaggiare, non si trova tutti i giorni una cazzo come il tuo e, perciò, me lo voglio godere tutto e ovunque tu voglia, non ho limiti. Andiamo nella tua cabina?”
“No, perché per te ho una proposta che sono sicuro che accetterai da brava troia quale sei.
“Prova a farmi questa proposta e vediamo se mi piace come tu dici.” rispose Sofia.
“Ce ne andiamo nel rimorchio di quel Tir che sta in mezzo al mio e a quello del mio amico arabo. Il rimorchio è vuoto, chiudiamo i portelloni e, insieme anche ad un altro amico, ci divertiamo. Che ne dici? Per te non credo sia un problema a prenderne tre contemporaneamente. O sbaglio?”
“Hai detto giusto, per me non è un problema anzi tutte le volte che ho già tenuto testa anche a più di tre maschi arrapati, mi hanno fatto impazzire di piacere e ho avuto anche fino a sei orgasmi sia vaginali che anali.” le rispose Sofia con gli occhi già iniettati dalla libidine più sfrenata.
Poi, girandosi verso Caterina, le disse “Bella, che fai? Vieni anche tu o ne preferisci uno solo?”
Mia moglie rispose prontamente “Tesoro, ti sembro il tipo di femmina che si tira indietro ad una proposta del genere? ” e, quindi, rivolgendosi al “biondo” gli chiese.
“Ma tu e i tuoi due amici riuscirete a tener testa ad entrambe?”
“Per noi non sarebbe un grosso problema ma ci vorrebbero almeno due/tre ore per scoparvi un paio di volte ma, purtroppo, tra qualche ora dovremo riprendere a viaggiare. Magari possiamo organizzarci per una prossima volta iniziando appena si fa buio e continuare fino a quando non ci avrete soddisfatti tutti e vi garantiamo che vi porteremo all'orgasmo fino a quando non ce la farete più. Perciò, per questa volta ci saranno altri tre amici che si prenderanno cura della figa, della bocca e del culo di una di voi.” rispose il “biondino”.
“Perfetto. Non vedo l'ora di cominciare. Chiama i tuoi amici e andiamo nel rimorchio.”
Poi, si volse verso di me “Amore mio, sono contenta di questa lunga serata prima con Matteo e adesso con tra maschi che sembrano molto arrapati e spero anche molto dotati. Sei contento di vedermi in mezzo a loro? Io farò di tutto per essere all'altezza della troia che sono diventata anche grazie a te e sono sicura che ti ecciterai tantissimo e, quando saremo a casa saprò ampiamente ripagarti del tuo amore e mi darò a te nello stesso modo che fra poco potrai vedere. “
“Tranquilla” intervenne il giovane arabo e poi continuò “Lo faremo, anzi li faremo, eccitare entrambi i vostri mariti che potranno filmare tutto quello che faremo, ovviamente solo le parti basse, poi se vogliono potranno, invece, filmare voi due anche di viso mentre riceverete tutta la nostra sborra che, vi assicuro, sarà tantissima.”
Quando arrivammo, i portelloni del Tir erano già spalancati e dentro due grosse torce illuminavano l'enorme container totalmente vuoto sul cui fondo qualcuno aveva già steso tre, forse quattro, grossi teloni che sarebbero serviti per la scopata quasi da gang bang.
Salimmo tutti e dieci nel rimorchio ma io e Sergio rimanemmo un po' più distanti mentre Sofia e Caterina, unitamente ai sei maschi si fermarono sopra i teloni e, in poche mosse, restarono
praticamente coperte dalle sole calze velate e con le scarpe con gli altissimi tacchi e a seno nudo mentre i camionisti si spogliavano velocemente fino a rimanere completamente nudi e, subito notammo che avevano cazzi di diversa tipologie, forma e dimensioni.
Dall'energumeno biondo che aveva fatto la proposta, dotato di un cazzo decisamente largo sormontato da una cappella ancora più larga e lungo almeno ventidue centimetri con due grossissime palle a quello del suo collega più grande di età, calvo, con un torace largo e tonico e con una bastone di carne non particolarmente largo ma sicuramente molto lungo e, infine il terzo, l'arabo, col suo fisico possente e con un palo tra le gambe più largo di quello del biondino e lungo attorno ai 23/24 centimetri.
Tra i tre “nuovi arrivati”, invece, spiccava vistosamente un omone dai capelli rossi, probabilmente del nord Europa e sfoggiava un signor cazzo che era il più grosso in assoluto, almeno 24/25 centimetri, larghissimo e con una cappella davvero spropositata mentre quelli degli altri due erano abbastanza nella norma, il primo, quello del 50/55enne con la pancia prominente non era particolarmente lungo ma aveva una peculiarità che Caterina non aveva ancora incontrato, la sua cappella era fatta a punta ma da questa in giù l'asta si allargava fino a diventare con una circonferenza molto grossa che dava l'idea di essere il cazzo ideale per una deflorazione sia vaginale che anale perché entrava sicuramente con minor dolore per chi lo avesse ricevuto ma allargava gradualmente l'orifizio vaginale o quello anale fino ad aprirlo per molti centimetri.
L'altro, invece, con un fisico magro, molti peli sul torace e sulle gambe aveva una mazza, di medie/grosse dimensioni che curvava verso l'alto la cui asta era praticamente della stessa circonferenza dalla cappella fino alla base.
Davanti a tutto quel ben di dio, Sofia sembrava simile ad un oggetto di ferro attratto da una calamita, deglutì ripetutamente l'acquolina secreta dalle ghiandole salivari per il desiderio di leccarli e succhiarli con la consueta passione che provava davanti ai cazzi durissimi che aveva a portata di mano e che la libidine le stava salendo per i palpeggiamenti che sei mani le procuravano nel toccarle i seni, i fianchi e tra le cosce sulle quali già scendevano gli umori di una figa bagnatissima.
Allo stesso modo, anche Caterina veniva palpata sui grossi seni, leccata sui capezzoli che erano diventati durissimi e sporgenti, le cosce ben aperte attraverso le quali una mano, evidentemente esperta, le toccava la figa e il clitoride fino ad infilare più dita dentro la vagina mentre una, poi due dita di una terza mano le aprivano lo sfintere anale e proseguivano per qualche centimetro oltre.
A quei tocchi e a quelle succhiatine di due bocche sui capezzoli, Caterina fu pervasa da una fortissima e incontrollabile libidine e vedendo che Sofia si era già accovacciata davanti a tre maschioni ed era già intenta leccare e succhiare a turno i suoi partner della serata, fece altrettanto e brandì i due cazzoni dei maschi che si erano posti ai suoi lati.
Sofia, nel frattempo, si era già avventata su quello dell'arabo e, dopo averlo ben bagnato con molta saliva, se lo stava gustando fino alla base per poi passare agli altri due cazzoni ai suoi lati e guardò l'amica con aria di sfida in una gara a chi delle due sarebbe stata più brava nell'arte della fellatio.
Caterina non si tirò affatto indietro in quella gara e più volte, tenendo con le due mani i due che aveva ai lati, iniziò un sontuoso pompino senza mani a quello del “rosso” che era il più grosso in assoluto con i suoi ben oltre i 24 centimetri e bello largo e passando alternatamente anche agli altri due in un "continuum” di pompini salivosi e a gola profonda.
Io e Sergio, eravamo già eccitatissimi e avevamo appena iniziato le riprese video in modo che arrivati a casa, le avremmo riviste con le rispettive mogli e eccitati più del solito ce le saremmo scopate con furore ma anche con infinito amore.
Sergio, però, non riusci a fermarsi e tirando fuori nuovamente il suo cazzone ricominciò a segarsi lentamente eccitato alla vista della moglie che, dopo aver ingoiato ad uno ad uno i tre cazzi a sua portata, si stava calando sull'asta del più giovane fino a farla scomparire dentro la sua figa e, nello stesso tempo a ricominciare a succhiare l'uccello dell'uomo calvo.
Il giovane arabo intanto aveva iniziato a sferrare poderosi colpi verso l'alto che, portarono subito Sofia a gemere lungamente fino a che quei gemiti diventarono urli quando arrivò il primo orgasmo.
Poi, mentre lei ancora continuava il saliscendi sulla poderosa asta e ancora in preda dell'orgasmo, girò la testa verso il biondino e gli ordinò di incularla.
Il biondino non se lo fece ripetere due volte e, appoggiata la cappella dietro l'apertura anale della donna, con un sol colpo gliela aprì procurandole un vistoso tremito in tutto il corpo che le fece sfuggire un forte urlo di dolore quando l'ano cedette di schianto sotto la spinta della cappella.
“Adesso sfondami” gli disse con rabbia ma che, forse, era solo sfrenata lussuria e lui, con un secondo colpo di bacino ben assestato, entrò con tutta l'asta dentro le visceri aprendo le “porte” e i punti che nessuno mai era riuscito fino a quel momento ad allargare ma lei, presa dal raptus della lussuria, lo esortò nuovamente a continuare.
“Porco, sei un porco! Ma mi stai facendo impazzire, continua, sfondami!”
E lui continuò a colpire le sue natiche con le palle e a montarla quasi con cattiveria tenendola stretta per i fianchi e aumentando sempre di più la velocità anche dopo che la donna fu scossa da un nuovo orgasmo e, questa volta, doppiamente violento per l'intenso piacere procuratole dai due cazzi che la scopavano contemporaneamente al punto che imboccò nuovamente l'asta del “calvo” con una foga e passione che Sergio non le aveva mai visto fare e che ben presto portò l'uomo ad inondarle il collo e i seni di una quantità incredibile di sborra appena un attimo prima che sborrassero anche gli altri due mandandola in visibilio tanto che sembrava posseduta da un demonio.
La “doppia” durò quasi una ventina di minuti durante i quali Sofia ebbe due orgasmi consecutivi, nel sentire il cazzo dell'arabo che la scopava da sotto con potenti colpi mentre quello del “biondino” continuava senza soluzione di continuità a scoparle il culo.
Era questa un tipo di scopata che molte volte aveva provato ma questa volta, forse per le dimensioni extra dei due maschi e per la potenza con cui la chiavavano, la mandarono nuovamente in estasi e facendole perdere la cognizione del tempo totalmente annullata dalla enorme goduria che provava e questo stato mentale non finì neanche quando i due “tori” godettero a più riprese.
Caterina, invece, aveva optato per una diversa posizione, dopo aver appoggiato i palmi delle mani contro la parete del rimorchio container, spinse indietro il bacino e quando il “rosso” le entrò col suo imponente cazzo fin dentro l'utero, anche a lei sfuggì una serie ininterrotta di gemiti.
Il “rosso”, agevolato dalla grande quantità di umori vaginali della donna, ormai totalmente in preda alla libidine e ad una furiosa lussuria, la scopò con veemenza per molti minuti fino a quando anche Caterina fu scossa da un violento e irrefrenabile orgasmo.
Poi, disse all'uomo che aveva il cazzo a punta di penetrarla analmente aprendola bene e arrivare fino alla spropositata base per prepararla a ricevere quello enorme del “rosso”.
Quando il bastone a punta entrò, Caterina non sentì dolore ma quando l'asta cominciò ad avanzare sentì chiaramente che il suo ano andava allargandosi sempre di più fino poi a sentirlo in tutta la sua inusuale circonferenza quando il rumore delle palle schioccò chiaramente contro le sue natiche.
L'uomo, con soddisfazione guardò l'ano della donna attorcigliato intorno alla sua asta. Era allargato tantissimo e, perciò, per completare ed assestare la nuova apertura, la scopò a lungo e, poi, disse al “rosso” “Quello che dovevo fare l'ho fatto, adesso approfitta della caverna che le aperto e, fai presto prima che inizi a tornare ad una misura più normale. E' tutta tua, goditela perché ne vale davvero la pena. Partecipa con una intensità emotiva che personalmente ho incontrato raramente eppure me sono scopate tante che di notte ci vengono a cercare ma questa è davvero scatenata, non ne ha mai basta e, secondo me se ci stessero un ventina di maschi, si farebbe chiavare tre a tre alla volta e poi, credo di poter dire, ricomincerebbe un secondo ed anche un terzo giro.”
“Questo lo avevo intuito fin da quando è scesa dal primo Tir ma, con me ha trovato pane per i suoi denti, me la scoperò fino a farla gridare e credo proprio che è quello che si aspetta il cornuto.” rispose il rosso mentre indossava il preservativo che, però, arrivava solo a poco più della metà del suo cazzone e stringeva talmente tanto la circonferenza della cappella e dell'intera asta che sembrava stesse per spaccarsi da un momento all'altro.
Si avvicinò, allora, a Caterina che ansimava ancora per l'orgasmo precedente ma ancora pronta a ricevere tanti altri cazzi perché, spingendo forte le mani contro la parete del rimorchio, spingeva indietro molto anche il culo mentre con le gambe ben aperte era già in attesa che il “rosso” le facesse sentire in lunghezza e larghezza tutto il suo palo.
Quindi, dopo aver velocemente sbirciato il buco del culo di Caterina, praticamente largo come una caverna grazie all'opera del suo collega, l'abbracciò forte tenendola ben stretta per i fianchi e impugnato strettamente con una mano il suo durissimo palo di carne, con un colpo del bacino in avanti entrò e l'ano della donna, nonostante fosse già molto largo, cedette lo stesso quasi di schianto facendola urlare per un'immensa fitta di dolore che avvertì e che continuò anche quando il cazzone proseguì dentro le visceri aprendo ancora di più tutto quello che incontrava nel suo percorso.
Per fortuna il dolore cessò abbastanza presto lasciando il posto ad un crescente piacere che Caterina iniziò a sentire già con i primi successivi affondi e, via via che l'andirivieni continuava incessantemente, divenne sempre più forte fino a farla urlare di nuovo ma questa volta per l'intensissimo orgasmo che la fece fremere più volte e desiderare che quel palo continuasse così.
Ero eccitatissimo, così come lo era anche Sergio ma io ero anche molto preoccupato per il modo selvaggio in cui l'uomo continuava a incularla e stavo per intervenire in suo aiuto ma Caterina mi fermò con un gesto della mano dicendomi “Non ti preoccupare, tranquillo va tutto bene. E' solo un po' tanto grosso il cazzo di quest'uomo ma sto godendo nuovamente. Resta dove sei e fai il video che, poi, a casa lo rivedremo”
Neanche il tempo di finire la frase che il “biondino” la sconquassò in modo ancora più potente con nuovi e più potenti affondi del suo bestione similmente ad un palo di una macchina che colpisce il terreno per costruire un pozzo e avanza centimetro per centimetro fino a sparire dentro il foro.
Non posso nascondere che la visione di mia moglie, scopata da quell'uomo già da quasi mezz'ora, mi avesse eccitato molto e che, solo se mi avesse chiamato, mi sarei precipitato anch'io a partecipare magari anche solo per sborrarle in bocca ma, purtroppo, non fu così e dovetti solo fare la parte dello spettatore o, se volete, quella del marito cornuto che gode nel vedere la moglie godere.
Proprio mentre stavo pensando a queste cose, il “biondino” emettendo un grido quasi da porco quale in fondo era, all'improvviso sborrò e, poco dopo, senza dire una sola parola, insieme a tutti gli altri se ne uscì dal rimorchio lasciandoci almeno il tempo di aiutarle a ripulirsi dalla sborra che le avevano schizzato in faccia, sul collo e sulle tette.
Quando finì, ce ne tornammo lentamente verso le nostre auto, erano esauste ma contente di aver passato una gran parte della notte ad essere ripetutamente scopate da quei vigorosi maschi e per l'amicizia che nata e consolidata tra tutti e quattro.
Decidemmo, allora, di consolidarla ancora di più incontrandoci tutte le volte che fosse stato possibile e, perciò, ci scambiammo i numeri di telefono e, dopo esserci abbracciati e baciati sulle guance, alle 4 di notte riprendemmo le rispettive vie di casa.
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