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Mia sorella,troia assatanata Cap.5 P.2


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
12.01.2025    |    7.230    |    8 8.6
"” disse con una voce intrisa di una profondissima lussuria..."
Avevo davanti ancora un paio di ore prima che Mauro arrivasse per andare al negozio a comprare almeno un abitino molto succinto o un top nero, corto, sufficientemente trasparente e che, perciò, lasciasse intravedere le mie tettine con i capezzoli rosei e anche la pancia col mio girovita di 58 cm.
Ci tenevo molto a metterli bene in mostra perché mi avrebbero dato un'aria erotica da puttanella e, quindi, un chiaro messaggio ai maschi che ero molto disponibile a qualsiasi gioco sessuale volessero fare con me.
Già immaginavo l'effetto che avrebbe fatto una minigonna particolarmente corta, le calze autoreggenti che mi avrebbero fasciato le gambe e un piccolo tanga che, alzando la gonna, sui fianchi da 90 cm, avrebbe messo a nudo il mio culetto di cui già aveva goduto Mauro per l'intero pomeriggio, prima rompendomelo totalmente e poi, scopandomelo per tre ore consecutive intervallate da ben quattro pompini che gli avevo fatto e bevendo tutta la sborra, calda e pastosa che mi aveva scaricato.
Pensai, però, che quello che avevo addosso, mi faceva apparire forse troppo più grande d'età mentre io, invece, avrei voluto un qualcosa che mi facesse diventare uguale a quelle sissy, vestite da studentesse di college che avevano un aspetto da adolescenti molto carine ma anche tremendamente sexy e provocante.
Mi soffermai, allora, a guardare sul web qualche sito che mi desse l'ispirazione di cosa comprare ma, ce n'erano talmente tante di sissy, vestite con microgonne di vari colori, in genere svasate o di stoffe tipo tartan che, a malapena, coprivano una minuscola parte della pancia ad almeno quindici centimetri sotto l'ombelico mentre l'orlo inferiore si fermava solo qualche centimetro sotto l'inguine.
Era quello che cercavo e già mi vedevo con una microgonna come quelle, una camicetta bianca senza maniche, un po' trasparente e con i bottoncini del colletto chiuso sotto il quale pendeva una cravattina da donna dello stesso tessuto della gonna e immaginai l'effetto che avrebbe potuto fare su quei maschi che la sera successiva mi avrebbero scopata a turno o, perché no, anche in due o tre alla volta e che mi avrebbero ricoperta la lingua di sborra che avrebbero scaricato con lunghi e numerosi schizzi e che poi, con la bocca totalmente piena, li avrei guardati con riconoscenza e, sorridendo a loro, avrei ingoiato in un solo colpo o, al massimo in due.
Ma, la confusione che avevo nell'averne viste tante di quelle “mise” e, soprattutto, indecisa se quell'abbigliamento fosse davvero giusto, mi fece decidere di provare di nuovo qualche capo di abbigliamento di mamma che magari non avevo già indossato e che non si era portato dietro in vacanza, tanto avevo ancora a disposizione quasi due ore e mezza di tempo.
Cominciai, perciò, a rovistare nei cassetti, pieni zeppi di biancheria intima, calze e reggiseni da “vecchia signora perbene” ma scavando più a fondo, mi imbattei in una serie di tanga, perizomi di vari colori, calze con la fascia grande con relativi reggicalze e tutto, ma proprio tutto, esageratamente sexy e provocante.
Era un tipo di lingerie che, insieme a vari abitini con spacchi ai due lati e scollature profondissime, che arrivavano quasi fino alle natiche, molto ben nascoste nell'armadio, insieme a gonne cortissime con uno spacco laterale, che non avrei mai immaginato potesse indossare, a meno che, cominciai a pensare, non fossero riservati ai momenti di intimità con mio padre oppure che lei, forse, avesse un amante che voleva si vestisse così quando se la scopava oppure che, addirittura i mie genitori, frequentassero altre coppie e/o singoli quando uscivano di sera e tornavano a notte fonda.
La madre che conoscevo, seria e amorevole, evidentemente era totalmente diversa da quello che credevo perché nascondeva una femmina, sexy e provocante che viveva probabilmente, una seconda vita votata al sesso sfrenato, insomma, una specie di troia assatanata di sesso.
Se fosse stato così, allora avrei capito da chi avevo ereditato il mio grande desiderio di diventare non solo femmina, ma anche quello di avere una vita sessuale intensa e diventare anch'io una vera vacca da monta per il totale soddisfacimento delle mie fantasie sessuali e quelle di tanti maschi.
Indossai, perciò, una sua splendida camicia bianca lasciandola sbottonata all'altezza dei seni, infilai con cautela le calze e le agganciai al sottile reggicalze, indossai la minigonna tirandola più su all'altezza dell'inguine e, dopo aver messo la bellissima parrucca di mia sorella mi sparsi un po' di fondotinta, una leggerissima passata di cipria sulle guance, un leggero trucco sulle palpebre e le ciglia perché mi sarei dovuta struccare velocemente appena si fosse fatta quasi l'ora in cui stava per arrivare il “mio” uomo cosi bello e, soprattutto, con quel cazzone al quale mi ero concessa totalmente e col quale la sera successiva mi sarei data, per lui, a tanti suoi amici.
Mi guardai allo specchio e fui molto soddisfatta, poi andai nel salone, misi un cd a tutto volume e iniziai a passeggiare sulle dècolletè tacco 12 che avevo trovato in fondo all'armadio ben nascoste.
Mi sentivo una gran figa vestita così sexy, e l'eccitazione diventò fortissima al pensiero che la sera dopo, avrei leccato e succhiato tanti cazzoni e, poi dare ad ognuno dei maschi anche il mio culo.
All'improvviso, mi sembrò di sentire la voce di Jolanda, mia sorella che, a voce alta tentando di sovrastare il volume della musica quasi gridando, diceva“ Ehi, ci sei? Cos'è questa musica a pall...?
La frase si interruppe e la domanda restò appesa quando, varcando la soglia del salone, mi vide.
Mi squadrò da capo a piedi mentre io venivo presa dal terrore di essere stata scoperta ma lei, anziché rimanere stupita e riempirmi di domande, restò con un'espressione quasi disincantata.
Mi affrettai a spegnere il lettore CD, la guardai sperando che non mi facesse una scenata ma lei, abbassando il tono della voce e con voce pacata mi disse “L'avevo intuito da molto tempo che tu fossi....insomma, voglio dire che a te piace...mannaggia, non trovo le parole giuste....voglio dire....”
“Forse che sono una checca, una femminella? Beh, è proprio quella che sono perché da sempre mi sono sentita femmina ma dentro un corpo che non era il mio. C'è qualcosa di male in tutto questo?”
“No, non c'è nulla di male. Io lo avevo intuito, poco alla volta, non solo per il tuo corpo così esile, i lineamenti del viso così belli, dolci come quelli di una ragazzina ed anche per le tue deliziose tettine naturali e mi ricordo, quando quelle volte sulla spiaggia in estate, durante gli assolati pomeriggi in cui eravamo da sole perché mamma e papà restavano a casa, che vista da dietro sembravi proprio una ragazzina appena adolescente con due belle e incipienti tettine.
Non so, se tu ti accorgevi degli sguardi dei ragazzi ma anche degli uomini adulti che, con la bava alla bocca, ti guardavano con concupiscenza.
Poi, ho cominciato a trovare, qualche perizoma, le calze velate, qualche abitino molto corto, insomma belle cose da donna, che risultavano spostate da dove le avevo riposte, nei cassetti e nell'armadio e, poiché non poteva essere stata mamma che di questi capi di vestiario ne ha a bizzeffe, né tanto meno poteva essere stato papà, non rimanevi che tu.”
“Lo sapevo bene che i maschi mi guardavano eccitati e, questa cosa mi piaceva molto, perché già a quei tempi adoravo essere desiderata e provocare pensieri libidinosi su di me.” le risposi.
“Caspiterina, eri già una troietta già a quei tempi? Vieni qui e fatti abbracciare. Sei davvero una gran bella ragazza e, devo dire, anche molto sexy ed elegante. Guarda come ti stanno bene queste scarpe di mamma così alte!”
Mi abbracciò con forza e tanto amore ed io le poggiai la testa sul seno e sentii il suo cuore battere forte nel suo petto così tanto prosperoso, addirittura esagerato per quel corpo esile come il mio.
“Sarebbe bellissimo essere come te e mamma, così belle e così tanto femmine. Vi ho sempre ammirate e, forse anche per questo ho cominciato a sognare di diventare donna anch'io.” dissi.
“Hai voglia di raccontarmi qualcosa di te? Poi, se vuoi, io ti racconto di mamma e di me stessa.”
Così, fattami coraggio e avendo piena fiducia in lei, le raccontai della mia scoperta dell'esistenza di un'altra me dentro di me e, che da quel momento, non feci che assecondare quella mia parte femminile, ovviamente di nascosto e sempre con la paura di essere un giorno o l'altro scoperta da mamma.
“Non è stato facile accettare quell'Alter Ego perché diventava sempre insistente nel voler uscire allo scoperto come non è stato facile, poi, sopportare gli sberleffi e le risatine dei compagni e delle compagne di scuola quando mi apostrofavano con termini come “Femminuccia” o frasi come “Ti piace il cazzo, eh puttanella?” e si divertivano e ridacchiavano mentre lo dicevano e poi, quelli più grandi d'età e col testosterone a mille che nei bagni della Scuola, mentre facevo la pipì con i pantaloni abbassati, mi dicevano sottovoce “ Che bel culo che hai, te lo romperei volentieri” le confidai quasi con le lacrime agli occhi.
“E tu, come reagivi? Glielo hai mai dato a qualcuno di loro?” mi chiese e mi sembrò un po' eccitata visto che, forse senza volerlo, cominciava a passarsi le dita della mano su un seno.
“No, di certo! Nel mio sogno di diventare femmina, c'era anche quello di incontrare, magari un giorno, un ragazzo oppure un uomo già fatto che si innamorasse di me e che mi portasse a vivere con lui e, immaginavo di svegliarmi la mattina accanto a lui e far l'amore prima di fare colazione e, poi, tornare a letto e ricominciare daccapo e vederlo felice di avere una “mogliettina” servizievole, dolce e appassionata ma anche molto troia e disposta a fare qualsiasi cosa per lui. Per questo, il mio sogno contemplava di rimanere vergine fino a quando non avessi incontrato l'uomo perfetto.”
“Sei stata brava e matura nel mantenere quella decisione. Non sono tante le ragazze che arrivano ancora vergini a 16/17 anni. Spesso arrivano ad avere il primo rapporto in modo totalmente con cognizione di causa, altre invece hanno una sensibilità sessuale fortissima che le porta a non resistere alla richiamo del sesso e perciò fanno sesso alla prima tentazione che capita.”
“Voglio essere sincera con te. Solo ad un cosa non sono stata in grado di resistere.” le dissi.
“Non capisco, c'è qualcosa che mi sfugge. A cosa non hai resistito?” mi chiese mia Jolanda.
“Spero di non deluderti e, soprattutto, di non scandalizzarti.”
“Dai, tranquilla, non sono per niente una donna che si scandalizza, anzi potrei essere io a scandalizzarti quando di racconterò di me e, non ci crederai, anche di mamma.”
“Mi stai dicendo che tu e mamma siete, come me, attratte dal sesso?” chiesi con un filo di voce.
“Posso solo anticiparti, in questo momento, che ci possiamo definire “assatanate” di sesso e abbiamo fatto entrambe, più o meno, lo stesso percorso da quando eravamo poco più che adolescenti.”
“Aspetterò che tu mi racconti tutto ma, mi sembra però già di intuire, che tra me, mamma e te, abbiamo moltissime cose in comune: l'adorazione per il cazzo.
Anch'io, come ti accennavo prima, ho deciso di aspettare di incontrare un uomo che mi facesse vibrare dal desiderio di farmi sverginare da lui per diventare vera femmina ma, nel frattempo, non ho resistito però a succhiare il primo cazzo ad un compagno di scuola dentro i bagni.
E mi era piaciuto talmente tanto quando mi venne in bocca che, un pomeriggio della settimana successiva, invitata a casa sua con la scusa di farmi una lezione di matematica che era per me un po' ostica ma nella quale, però lui, che stava avanti di due anni, era davvero molto ferrato, ci andai volentieri, ne avevo molto bisogno ma appena entrata nella sua cameretta, mi si avvicinò e mi disse di togliermi la T-shirt perché voleva vedere se era vero che avessi due tettine da ragazza.
Sentii il mio cuore correre all'impazzata nel mio petto, era un ragazzo bellissimo e, ogni volta che lo guardavo, la mia eccitazione saliva immediatamente e, immancabilmente, i miei capezzoli si inturgidivano fino a farmi un po' male.
Mi sfilai, allora, in fretta la maglietta “Ti piacciono le mie tettine?” gli chiesi emozionata.
La sua risposta fu che me le accarezzò con le dita delle due mani dopo averle bagnate con la saliva, poi, iniziò a leccarle delicatamente e, subito dopo, a succhiarle.
“Che bella che sei, peccato che non ti fai rompere quella delizia di culo che hai. Mi piacerebbe, però, un bel pompino come me lo hai fatto la scorsa settimana.” mi disse mentre con le mani spingeva sulle mie spalle per farmi accovacciare davanti a lui.
Stavo già pregustando il momento in cui glielo avrei preso tutto in bocca quando disse, ad alta voce “Forza venite che la troietta ha sete.” e qualche secondo dopo, entrarono altri tre ragazzi con i loro uccelli già belli in tiro e si misero ai suoi lati.”
“Allora, bella troietta, datti da fare e succhiaceli come sai fare e fammi fare bella figura perché ho parlato a loro di quanto sei una perfetta bocchinara.” esclamò eccitato al massimo mentre mi puntava la rosea cappella larga verso il mio viso.
Deglutii per il forte desiderio e mi venne l'acquolina in bocca. Quattro cazzi tutti per me, che meraviglia, pensai e, ad uno ad uno, li succhiai fino a farli eiaculare una incredibile quantità di sborra che bevvi da ciascuno di loro.
Da quel giorno, ne ho fatti davvero tanti di pompini fino al momento in cui conobbi Mauro, un uomo di una bellezza fuori dal comune al quale, oggi pomeriggio, ho donato la mia verginità e che mi ha scopato per tre ore consecutive, sborrandomi dentro il culo ormai rotto e più volte anche nella bocca che era ben serrata intorno al suo cazzone grosso e duro come il marmo.”
“E con le donne, non hai mai avuto esperienze?” mi chiese Jolanda sempre più interessata.
“No, tranne un sola ragazza.”
“Qualche amica o compagna di scuola?”
“No, una ragazza che era molto, ma molto, vicina a me.”
“Ma stai, mica parlando di me?” mi chiese.
“Beh, voglio essere totalmente sincera. Sì, eri proprio tu.” le risposi con un filo di voce e poi proseguii “Quando ti vedevo spogliare nuda e, indossata una vestaglietta leggerissima e corta, ti infilavi nel letto così come accadeva, la stessa cosa, quando osservavo di nascosto mamma che si spogliava allo stesso modo, mi eccitavo a tal punto che andavo a chiudermi in bagno e mi masturbavo anche due/tre volte di seguito.
Ti ricordi quelle volte che mi hai fatto dormire con te, durante quell'orribile periodo in cui ero oggetto di sfottò da parte dei miei compagni e, tu pur non conoscendo il motivo della mia inquietudine, mi accarezzavi per tranquillizzarmi?
Era bellissimo sentirti così vicina a me e, durante la notte, quando dormivi profondamente, spesso allungavo la mano con leggerezza sulla tua coscia e, poi, sempre facendo molta attenzione acchè non ti svegliassi, la facevo risalire piano piano fino a inserirla in alto tra le tue cosce e, sempre con tantissima cautela, iniziavo a far scorrere un mio dito lungo la tua vagina." dissi.
“Ed io, poco alla volta le allargavo e mi piaceva moltissimo sentire il tuo dito che passava sulle mie grandi e piccole labbra e, poi, sul clitoride ma facevo finta di dormire come un sasso anche se mi saliva la libidine e un forte piacere mi faceva venire i brividi” mi rispose mentre si toccava proprio lì con una mano e con l'altra, dentro il reggiseno, continuava a toccarsi i capezzoli.
“Quindi te ne accorgevi?” le chiesi mentre il mio uccello iniziava a indurirsi dentro il perizoma.
“Certo! Non ti ti sei mai accorta che mi bagnavo tutta?” rispose lasciandosi sfuggire un leggero gemito.
“Perdonami, non volevo farlo ma era più forte di me. Chissà cosa avrai pensato!” le dissi.
“Tesoro, era del tutto normale che tu lo facessi, succede quando l'eccitazione sale e non soltanto nei maschi ma anche nelle ragazze o donne più grandi e, soprattutto, in quelle che sono particolarmente sensibili al richiamo sessuale.” rispose mentre una serie di sospiri leggermente affannosi le uscivano dalla bocca appena socchiusa.
“Non avrei mai immaginato che potesse così anche per voi donne.” dissi mentre sentivo crescere una forte eccitazione mi fece indurire ancora di più il pisello talmente tanto che era molto visibile una forte impronta sulla minigonna che indossavo.
“Che dirti? Anche noi donne siamo fatte di carne e ossa e la sensibilità sessuale, in molte di noi, è pari se non superiore a quella dei maschi ma si presenta in modo del tutto diverso”
“Cioè?” le chiesi mentre lei fissava la protuberanza sotto la minigonna.
“Cosa mi fai dire, mannaggia!” esclamò quasi in un sussurro e proseguì, dopo aver tratto un lungo sospiro, pensierosa come se non sapesse se continuare o no nel discorso “Hai notato la reazione che hai avuto e che si vede chiaramente? Vedi, ai maschi si irrigidisce l'uccello per l'eccitazione. A noi donne, invece, succede questo e tirando su la gonna fin sui fianchi, spalancò le cosce. “Ecco quel che succede quando una donna è molto eccitata: la vagina si bagna moltissimo perché si sta preparando a ricevere l'organo riproduttivo del maschio ed è talmente tanta la quantità di lubrificante che produce che, come puoi notare, il perizoma non solo diventa fradicio di quel liquido ma, addirittura, una parte può fuoriuscirne fino a colare lungo le cosce.”
Ero talmente estasiata da quella visione, che evidentemente agiva sulla mia parte maschile, al punto che non pensai più che ero vestita da femmina tranne il fatto che non avevo pantaloni da sfilare e, istintivamente, alzai anch'io la gonna, spostai il davanti del perizoma e liberai il mio uccello che, forse per l'eccitazione immensa che mi aveva invasa, mi sembrò molto più grosso del solito.
“Mannaggia a me” esclamò Jolanda “Come mi è venuto in mente di parlare di queste cose? E adesso come faccio? Sai tenere un segreto segretissimo?”
“Mi chiedi se ne sono capace? Dopo tutto quello che ti ho confidato di me?” chiesi duro.
“Hai ragione, tesoro! E' che queste cose, che pur succedono in tante famiglie, mi mettono un po' a disagio trovandomi adesso dentro in quella stessa situazione ma, è arrivato il momento di dirti quanto io sia debole davanti a un bel cazzo, non riesco a fermarmi perché voglio solo godere di averlo dentro, proprio come te e mamma.” rispose Jolanda alzandosi in piedi e sfilandosi completamente l'abitino di stoffa leggera, poi anche il tanga e il reggiseno, si avvicinò e si accovacciò ai mie piedi.
“Hai voglia di me?” chiese quasi sibilando come il “serpente tentatore” e guardandomi dritto dalla posizione in cui si trovava.
“Sì, moltissima ma non so se sia proprio tanto giusto fare questo.” le risposi.
“Neanche se ti dicessi che mi piacciono tantissimo le femboy, le trav e, soprattutto, le trans?” mi chiese totalmente nuda.
“Ti sei fatta scopare anche da loro?” chiesi ma non posso nascondere che mi eccitai ancora di più.
“Certo, le adoro. Fare sesso con una femmina con un cazzo, talvolta anche molto grosso, mi manda in estasi e, spesso, ne incontro qualcuna o anche due per farmi scopare sia la bocca che il culo. E' un'esperienza esaltante e se un giorno dovesse venirti la voglia di provare, fallo perché prenderne due è qualcosa che ti procura un doppio piacere veramente intensissimo.
Al tocco della sua mano, mi venne il primo brivido che divenne subito molto più intenso quando, avvolse la mia cappella con la sua bocca e, in men che non si dica, era già arrivata alla base facendo sparire tutta la mia asta dentro le sue avide fauci.
Poi, come facevo anch'io quando facevo pompini a qualche maschio, iniziò subito a ritornare alla cappella per poi affondare nuovamente fino al mio scroto e ripetere l'operazione più volte seguendo con la bocca la mano che mi segava avanti e indietro, avanti e indietro, gemendo come una cagnetta così come gemevo anch'io sotto i veloci colpi della sua lingua che roteava intorno alla mia cappella e ,subito dopo, fare un nuovo affondo e riempendomi totalmente il tutto con tanta saliva.
Mi sentivo come estraniata dalla realtà e pensai che non la dovevo guardare più come mia sorella ma solo come una femmina in calore che adorava il cazzo di chiunque fosse mentre la realtà stava lì e mi diceva che dovevo lasciar perdere per almeno una mezz'ora piena il mio sentirmi femmina.
Poi, si staccò da me e mi disse “Adesso scopami quello che vuoi, tanto sono ben aperta anche di dietro e senza proferire più una parola, si diresse verso la mia cameretta.
Era la mia prima scopata della vita ed era un'occasione eccitante e, egoisticamente sperai che non fosse anche l'unica.
La raggiunsi in un attimo, stava già stesa sul mio letto ed era di una bellezza incredibile.
“Possibile che non mi sia mai accorto di quanto fosse bella e, soprattutto, quanto fosse troia?” mi chiesi.
Aveva già le gambe spalancate e mi guardava avanzare con gli occhi pieni di lussuria.
“Succhiami il clitoride, è una cosa che mi fa impazzire.” mi ordinò senza mezzi termini.
Guidata da lei, la leccai a lungo e le succhiai quello che sembrava un piccolo pene mentre lei riprendeva a gemere tenendomi la testa ben ferma sulla sua figa e facendola salire e scendere spasmodicamente gridò come un'ossessa al raggiungimento del violentissimo orgasmo clitorideo.
Mentre ancora le tremava tutto il corpo, si alzò, si pose a quattro zampe sul bordo del letto e “Scopami dove vuoi ma fammi godere.” mi disse con tono perentorio.
Davanti e me, con le gambe ben aperte, la sua figa e il suo buco del culo, oscenamente aspettavano il mio cazzo ed io non resistetti più ed entrai, con tutta la mia forza, nell'orifizio della vagina.
Un guaito simile a quello di una cagna montata da un grosso cane le uscì ,appena la mia cappella entrò seguita dall'intera asta e, quel guaito subito si trasformò in una interrotta serie di gemiti e, poi, di lunghi lamenti inframmezzati da respiri affannosi.
“Dai, più forte e più veloce, non ti fermare, continua, continua così, più forte, più forte.” ripeteva in continuazione e lo ripeté fino all'arrivo di un nuovo orgasmo ancor più violento del primo.
“Wow! Che magnifico e potente cazzo che hai! Vieni, stenditi sopra di me con la testa tra le mie gambe, così faccio godere anche te mentre tu me la lecchi di nuovo.”
“Chi lo avrebbe mai potuto immaginare quanto troia è mia sorella!” pensai e mi stesi sopra di lei.
“Leccami mentre te lo succhio e non ti scostare quando sarai sul punto di sborrare. Voglio che raggiungiamo l'orgasmo insieme.” disse con una voce intrisa di una profondissima lussuria.
Affondai la testa tra le sue cosce e, con un colpo in giù le penetrai la bocca fino al fondo della gola, le leccai con passione la figa soffermandomi più volte sul suo clitoride mentre lei, strizzandomi i capezzoli dava con la bocca, potenti colpi in su assecondando i mie affondi.
I nostri iniziali sussurri, divennero gemiti e poi lunghissimi lamenti di piacere ed entrambi ci eccitammo all'inverosimile mentre la velocità della sua bocca lungo tutta la mia asta, aumentava e i miei affondi diventavano sempre più profondi e veloci.
Quella femmina era davvero un' indemoniata, godeva, poi, rideva e, subito dopo, ritornava a succhiare con una bramosia che mi fece immaginare che il marito, probabilmente, non le bastava più ed era questo che la portava a cercare sempre nuove persone con cui fare sesso.
Godemmo nello stesso preciso momento in cui io le sborrai una lunghissima serie di fiotti direttamente in bocca e nel fondo della gola e lei ululando, con urli prolungati e lamentosi, appena soffocati della presenza del mio cazzo, che continuava a salire e scendere fino a battere sulla sua gola, ingoiava ogni singolo schizzo caldo e denso.
Eravamo entrambi stravolti e scossi in tutte le membra come foglie al vento ed io mi accasciai di fianco a lei e l'abbracciai stretta a me ma, all'improvviso, mi tornò in mente che era quasi l'ora che in cui sarebbe arrivato Mauro per andare nel negozio.
“Dio mio. Fra poco arriva Mauro e mi chiamerà appena avrà parcheggiato da qualche parte!”
“Il Mauro che ti ha rotto il culo?” mi chiese con curiosità mista ad un accenno di nuova eccitazione.
“Sì, come ti ho detto, è un uomo bellissimo con poderoso cazzo che quando mi ha sverginata, ho sentito un dolore infinito e, la cosa più incredibile che ha, è quella che riesce a sborrare ben tre volte di seguito senza fermarsi mai e perciò non è necessario usare gel lubrificante, basta la sua sborra.
A Jolanda immediatamente si accese di nuovo la luce lussuriosa nei suoi occhi.
“Mi piacerebbe conoscerlo questo maschione. Digli di lasciare la macchina da qualche parte e di venire qui, voglio proprio vedere se è così bello, cazzuto e resistente come dici.”
“Non vorrai mica farti scopare anche da lui?” chiesi con meraviglia.
“Beh, è da molto che non trombo con una cazzone di grosse dimensioni e, se vuoi, ci facciamo scopare tutti e due così mentre lui scopa me, tu gli fai un bel pompino stando stesa sotto di lui e, quando scoperà te, farò anch'io lo stesso.” rispose con un sorriso tanto malizioso quanto la sua irrefrenabile voglia di cazzo.
“Ma guarda che dobbiamo andare in un negozio a comprare delle cosine per me da mettere per domani sera!”
“Perché, cosa succede domani sera?” mi chiese con molta curiosità.
“Domani, ci sarà una serata di sesso con lui e altri tre/forse quattro suoi amici tra cui due sudamericani che mi ha detto hanno dotazioni tra i 22 e i 24 centimetri.”
“Dai, solo il tempo di dargli il mio culo e poi, andiamo tutti e tre al negozio e domani, se ti fa piacere, vengo pure io, l'ultima gang a cui ho partecipato, risale e quasi un anno fa. Poi, ritorniamo qui e dormiamo insieme. Se vogliamo dormire.”


...continua....
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