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Yara. Finalmente trans completa. Cap. 4 P. 1


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
15.09.2024    |    1.365    |    20 9.5
"” rispose e sorrise al mozzo come per farmi capire anche col tono della voce che tra loro c'era qualcosa che li univa che, secondo me, era il cazzo..."
Come mi aveva spiegato il “Professore”, oltre agli interventi chirurgici già pianificati e da fare in una Clinica privata, di altissima qualità, era anche già stato tutto organizzato il dove avrei passato i periodi post-operatori tra un intervento e l'altro.
Avrei avuto a mia totale disposizione una palazzina su due piani in zona un po' decentrata in una zona tranquilla e l'assistenza di una efficientissima infermiera, che aveva già dato dimostrazione delle sue capacità professionali e umane con tutte le altre ragazze trans della "villa" ma, sopra ogni cosa, assolutamente fidata e riservatissima.
“Se poi ti farà piacere, sicuramente verranno a farti visita Mereia, Sheyla e Naomi, ovviamente, compatibilmente con la loro attività nella quale stanno già brillando per bellezza, disponibilità e capacità professionale con i maschi e con le coppie che, mi risulta, siano rimaste molto soddisfatte.”
“E' una bellissima notizia. Sono già felice all'idea di poter passare un po' di tempo con le mie più care amiche e alle quali potrò chiedere consigli per quando terminerò le operazioni chirurgiche.”
“Lo so che siete molto unite, anche loro ti vogliono molto bene e, quando inizierai anche tu la lavorare, potrai fare sicuramente tesoro dei loro consigli.” rispose.
“Come farò per mangiare e tenere in ordine le mie cose e anche la casa, considerato che non saprei neanche da dove cominciare e poi, tra i vari interventi, potrò uscire, magari con le mie amiche?”
“Già tutto organizzato. Ogni tre giorni, due miei collaboratori porteranno tutto quello che servirà alla signora Emma, una donna fidata e molto brava nel cucinare e che ti farà anche compagnia fino all'ora di cena e, poi, dopo aver sistemato tutto, andrà via per tornare la mattina dopo.
Per quanto riguarda il cosa fare tra un intervento e un altro, dovrai strettamente seguire le indicazioni e le prescrizioni dei Dottori e, come ho detto, sarai seguita tre volte a settimana dall'infermiera e, quando, le ferite saranno rimarginate, che, comunque spariranno con un apposito intervento di chirurgia plastica, potrai tranquillamente uscire con chi vuoi.”
Stavo pensando, proprio a queste cose quando mi accorsi che stavamo imboccando il vialetto che conduceva alla Clinica che si presentava come una antica e bellissima dimora.
Augustin, l'autista, venne ad aprirmi la portiera dell'auto mentre l'altro, Malik, andava a prendere il mio trolley dal bagagliaio ed io scesi dall'auto un po' intimorita ma felice che il mio ultimo tratto del percorso stava per avere inizio.
Sulla porta di ingresso mi aspettavano due dottori e un'infermiera che mi sorrisero e mi dettero il benvenuto e, subito dopo, e ci dirigemmo nello studio del Primario mentre i due black seguivano un giovane Dottore che li guidava verso la camera a me riservata all'ultimo piano per posare i bagagli.
“A nome di tutto lo staff medico e infermieristico, le porgo il mio benvenuto nella nostra Clinica che, come saprà, è un'eccellenza nel campo della chirurgia per le persone in transizione. Le posso garantire che si trova in ottime mani e che il risultato sarà perfetto come quello che penso abbia già constatato guardando tutte le altre sue amiche che ci ha mandato il “Professore”, un uomo a cui dobbiamo molto per la fiducia che ci ha sempre dato e un uomo a cui è dovuto un grande rispetto.
Domattina presto, le faremo i prelievi per tutti gli esami necessari oltre ad una radiografia ed alcune ecografie che ci aiuteranno ad individuare i tipi di interventi più adatti a lei.
Poi, dopo colazione, inizieranno le visite e i colloqui con i vari specialisti e, se tutto è a posto, come credo che sia, nel giro di qualche giorno, massimo una settimana, avremo il quadro completo della situazione e, quindi, già alla fine della prossima settimana potrà tornare per effettuare il primo intervento che sarà quello di mastoplastica additiva, studiata tenendo conto di molti fattori tra cui la sua struttura fisica piccola ed esile quasi poco più che adolescente che ci metterà in grado di poter decidere, insieme a lei, il tipo di protesi mammaria ed anche di quale misura.” concluse il Primario.
Rimasi, allora, d'accordo con Augustin e Malik che loro sarebbero tornati nel tardo pomeriggio del giorno dopo per portarmi a casa ed aiutata a sistemare le mie cose nei cassetti e l'armadio e farmi un po' di compagnia.
Il giorno dopo, terminati i colloqui e le visite dei vari specialisti, chiamai subito i miei “angeli custodi” che, nel giro di mezz'ora erano già fuori che mi aspettavano in auto e in poco più di quindici minuti, arrivammo al cancello di ingresso della palazzina.
Ci venne ad aprire Emma che, dopo avermi salutato con affetto, mi fece visitare la casa che era davvero molto carina e arredata benissimo, poi salimmo al secondo piano dove si trovava la mia camera da letto, bella, spaziosa, luminosissima e con un grande letto, chissà perché matrimoniale.
Una settimana, dopo, venni sottoposta all'intervento che mi avrebbe regalato finalmente il bel seno che avevo tanto sognato e forse, proprio per questo, non mi parve particolarmente lungo, infatt, quando mi risvegliai nella mia camera, l'infermiera mi disse che era durato poco meno di due ore e che sarei rimasta in clinica solo due/tre giorni durante i quali mi avrebbe assistita personalmente e, ovviamente, dal Chirurgo che aveva proceduto a fare l'intervento e, poi, avrebbe continuato a casa.
Leticia, questo era il suo nome, in quei giorni fu molto premurosa e spesso veniva a chiedermi come andava e a fare tutti gli altri controlli di sua competenza.
Era una deliziosa donna, intorno ai 35/40 anni, dolce e affettuosa, non perché lo imponesse il suo ruolo ma perché, mi sembrava, che si fosse un po' affezionata a me ed era sempre presente e disponibile al punto che mi dava l'impressione che vivesse solo per il lavoro.
Certo, vestita da infermiera era sì molto carina, con un viso angelico, bellissimi occhi azzurri che sarei stata felice se li avessi avuti anch'io, una pelle chiarissima e capelli neri appena sopra le spalle ma il suo corpo ne rimaneva sacrificato sotto quella divisa quasi monacale che indossava, con scarpe bianche senza tacchi mentre invece, non so perché, istintivamente sentivo che sotto quegli abiti, si celasse una donna anche fisicamente ben fatta con quelle belle e grosse tette, forse una 3^ coppa D che si intravedevano sotto l'austera camicetta della divisa.
Quell'intervento di mastoplastica additiva, mi aveva regalato un seno di una 4^ coppa D , talmente fatto bene che, al termine del periodo di convalescenza e dagli accertamenti diagnostici dai quai risultò che era tutto perfettamente a posto, spesso mi guardavo allo specchio e godevo nel vedere quanto fossi diventata femmina con quello splendido seno a goccia, largo e pieno alla base e con capezzoli che avevo voluto fossero molto sporgenti al centro di una areola abbastanza larga.
Poi, arrivò anche l'intervento per la femminilizzazione del viso che mi diede un ovale perfetto, sopracciglia più alte, la modifica dell'attaccatura dei capelli, il riempimento delle guance e degli zigomi, e due labbra carnose con quella superiore molto più vicina al naso e che già vedevo sensualissime con un bel rossetto rosso fuoco e, infine, un ulteriore intervento di riduzione delle corde vocali e del pomo d'adamo che mi trasformò ancora di più in una ragazza molto femminile nel volto e nella voce.
Nel frattempo, anche Leticia e Emma cominciarono a conoscersi meglio e diventare, quasi subito, molto amiche e, spesso, quando riposavo un po', le sentivo chiacchierare a lungo sottovoce, forse per non darmi fastidio e, qualche volta, addirittura restavano in silenzio per un bel po'.
Anche Emma, era una bella donna, sulla cinquantina o poco meno, grandi tette che spingevano forte la parte superiore del camice che indossava per lavoro, alta, un bel portamento, lunghi capelli biondissimi, sempre in ordine, un sorriso che le illuminava il viso e una bocca carnosa con un filo di rossetto rosa e occhi blu che la rendevano una donna molto attraente ed io mi chiedevo spesso chissà come sarebbe stata, vestita con qualche abitino più bello e con scarpe con tacchi alti.
Molte volte, si era fermata anche dopo aver rassettato tutto e, questo era avvenuto ogni qualvolta che anche Leticia era rimasta a cena ed erano state sempre piacevolissime serate passate in spensieratezza e allegria e tra di noi si era andata a consolidarsi un'amicizia anche più intima, nel senso che ci eravamo raccontate, nel corso del tempo, un po' della nostra vita e dei nostri desideri.
Emma, da qualche anno era rimasta vedova e senza figli e, questo la rattristava moltissimo ma, essendo una donna forte, era riuscita a venir fuori da quell'evento così traumatico e a trovare un lavoro che, non era proprio il massimo che si potesse trovare ma aveva il grande pregio di tenerla costantemente in contatto con altre persone.
Leticia, invece, era nubile e dava l'impressione di non essere interessata ad alcuna relazione, insomma una donna tutta casa e lavoro ma, il suo sorriso, un gesto, un tono della voce, mi davano la sensazione che fosse diversa da quella che appariva.
Da ultimo, tempo dopo, mi sottoposi anche all'intervento di allungamento e ingrossamento del pene senza inserimento di alcuna protesi ma con una tecnica innovativa che mi conferì ben 5 centimetri in lunghezza e poco più di 3 in circonferenza.
Durante i 3 giorni di degenza in Clinica, Leticia come sempre più volte al giorno mi seguì provvedendo a somministrarmi vari farmaci e, infine, a togliere le bende che erano state messe e il Chirurgo controllò lo stato delle cicatrici.
Forse fu solo perché ero felice che finalmente veniva liberato e che tutto andava per il meglio ma lessi negli occhi di Leticia una luce di meraviglia e nel viso una vampata di rossore mentre mi sembrò anche che avesse trattenuto il respiro per un attimo.
Il Chirurgo mi disse che era molto soddisfatto dell'esito dell'operazione, che andava tutto benissimo e che sarei stata dimessa due giorni dopo e che l'infermiera sarebbe, poi, venuta a casa per controllare e seguirmi nella convalescenza e che, in un mese circa, avrei potuto fare una normale vita “Anche sessuale, se vuoi e ti capita l'occasione.” concluse con un sorriso malizioso.
E così avvenne, Leticia già due giorni dopo venne a casa e per un'oretta si occupò di me con una professionalità, come sempre impeccabile ma avvertii che qualcosa era cambiato perché mi guardava con uno sguardo diverso da quelli con cui mi aveva guardata nei mesi precedenti e la sentii anche parlare con Emma, abbastanza sottovoce ma che io riuscii a sentire anche se solo alcune frasi in cui l'argomento riguardava qualcosa di dimensioni enormi sia in lunghezza che in larghezza.
Quando, andò via, chiesi ad Emma di cosa le aveva parlato e lei, con le gote rosse mi rispose
“Mi stava parlando di un vestito che aveva una sua collega che era veramente di dimensioni enormi sia in lunghezza che in larghezza.” ma io non potei non notai che mentre lo diceva, il suo sguardo si posava sul lenzuolo sotto il quale ero distesa e con particolare insistenza verso il mio bacino.
Questi sguardi di entrambe, però, si ripeterono più volte nel corso delle quattro settimane successive e, quando finalmente, andata in clinica per l'ennesima visita di controllo, il Chirurgo mi disse che ero perfettamente guarita.
Appena tornata a casa, allora, mi fiondai davanti allo specchio, mi spogliai nuda e mi guardai di profilo, di fronte e da dietro e, devo dire, che trovai che ero una splendida ragazza di poco meno di vent'anni con un corpo femminile praticamente perfetto, due tette grosse con capezzoli dritti e voluminosi, un viso di una femminilità incredibile, occhi grandi sovrastati da palpebre ben evidenziate, un vitino stretto su due fianchi molto ben delineati, gambe che si erano rimpolpate e un culo che dire che era da “trofeo” era ancora poco rispetto a quello che vedevo.
Il tutto, poi, su un fisico minuto di 1,60 per 48 chili che faceva risaltare ancor di più un cazzo da 18 centimetri a riposo e 24 in erezione e molto largo che mi arrivava quasi a metà delle cosce.
Ero talmente al culmine della felicità che, dopo avermi accuratamente pulito il viso con crema detergente, seguendo gli insegnamenti della make-up artist, mi truccai il viso con un risultato che mi sembrò ottimale, poi rifinii le sopracciglia con la matita e gli occhi con un bellissimo eyeliner dopo aver steso un ombretto dai toni caldi, un po' di mascara voluminoso che mi diede occhi decisamente grandi e luminosi e, infine, un rossetto liquido rosso speziato.
Poi indossai un tanga bianco con il filo posteriore che subito scomparve dentro le natiche mentre feci non poca fatica per nascondere, in qualche modo, i miei 18 centimetri di cazzo e ci riuscii solamente seguendo tutti gli insegnamenti ricevuti.
Infine, indossai un mio adorato reggicalze al quale agganciai calze velatissime 20. den e calzai le décolleté tacco 12 e mi infilai un bellissimo vestitino bianco di tessuto leggero e leggermente trasparente con collo a girocollo che mi stringeva di lato il prosperoso seno libero e con i capezzoli che spingevano da dietro con i capezzoli che si chiaramente si intravedevano.
Mi piacque moltissimo vedere nello specchio quella donna, piccola, minuta ma con un seno grande e con un abito che metteva così tanto in risalto le curve dei fianchi, un culo “brasiliano” sotto un girovita strettissimo e dissi ad alta voce e con orgoglio a me stessa riflessa nello specchio “Sei esattamente come sognavi di diventare quando sei arrivata alla villa del “Professore” e ti vestirai così quando arriverà la prima notte in cui darai il culo a chi se lo potrà permettere.”
Avevo appena poco di vent'anni ed ero finalmente pronta ad affrontare il mio futuro con gioia e grandi aspettative a partire dalla bellissima casa che il “Professore” mi aveva concesso di vivere in altra città.
Ma, come funzionava il meccanismo di essere contatta dalle persone che mi volevano per una notte o un weekend?
Me lo spiegarono Mireia, Sheyla e Naomi che erano venute una settimana prima che io la lasciassi per trasferirmi nelle nuova casa.
“Vedrai che tra qualche giorno, inizieranno a chiamarti più persone a cui il “Professore” ha fornito il tuo numero di cellulare.
Saranno, comunque, sempre persone altolocate e quasi sempre molto ricche e, quindi, con grandi disponibilità di danaro e che anche noi abbiamo conosciuto e con le quali abbiamo passato nottate di sesso sfrenato in qualche villa di amici fidati e selezionatissimi e, più volte, siamo state ospiti per più giorni su yacht di lusso di loro proprietà in giro per isole e posti bellissimi.
Tutti, però, hanno in comune non solo il fatto di essere colti, eleganti e importanti in molti settori dell'economia, della finanza o grandi professionisti o, semplicemente, ricchissimi di famiglia ma, soprattutto, quello di essere dei veri porci e spesso con mogli altrettanto vacche e vere troie che non ne hanno mai abbastanza di prenderlo in tutti i buchi, capaci di farsi scopare per una notte intera o più per intere giornate nelle lussuose camere da letto dei loro costosissimi yacht con tanto di equipaggio.
Ed infatti così avvenne.
Mi ero trasferita da qualche giorno nella nuova casa, in una città medio-grande distante una cinquantina di chilometri dalla precedente.
Era una villetta bellissima, lussuosamente arredata, grande, su due piani e con una “tavernetta” delle stesse dimensioni dell'intero pianterreno, che dava diretto accesso al grande giardino pieno di piante e cespugli e con un magnifico ed efficiente camino, con due divani da tre posti ciascuno messi uno di fronte all'altro e un tavolo lungo per almeno dieci commensali.
Stavo proprio studiando come spostare qualche mobile, il televisore e gli stessi divani per dare a quella “tavernetta” un'impronta più personalizzata, quando squillò il cellulare.
“Pronto” dissi.
“Yara?” mi chiese una voce calda e affascinante.
“Sì. Lei chi è?” chiesi
“Il suo numero me lo ha dato il “Professore” qualche giorno fa.” rispose
Al sentire quella frase, il mio cuore ancor prima che la mente iniziasse a capire, iniziò a battere velocemente nel petto.
“Mi dica” esortai
“Ci farebbe enorme piacere conoscerla di persona.” disse con cortesia ma con decisione quella voce.
“In che senso “ci” piacerebbe?” chiesi leggermente allarmata.
“Si scusi, intendevo dire che a me e a mia moglie farebbe enorme piacere averla come ospite sulla nostra imbarcazione per un intero weekend.” rispose.
“Lei è a conoscenza che per me sarebbe la prima volta in assoluto?” chiesi giusto per tastare il terreno e che fosse a conoscenza che ero ancora vergine.
“Certo e sappiamo anche quale all'incirca potrebbe essere la sua parcella. Per noi non c'è alcun problema qualsiasi essa sia.” rispose con decisione e aggiunse “Il piacere di averla come nostra ospite è talmente tanto che, mi creda, sarà ricompensata come vuole. Dica soltanto un numero di due cifre ed io capirò”
Feci finta di pensarci per qualche secondo prima di rispondere ma solo perché volevo tenerlo un po' sulla corda “40” buttai lì per vedere la sua reazione.
“Va benissimo. Venerdì mattina sul presto, l'aspettiamo al porto, il tempo è bello e potremo godere anche del sole. L'aspettiamo con ansia” mi rispose mettendo fine alla telefonata.
“40mila dollari, wow!” pensai e mi accorsi che stavo sorridendo felice.
Lo stesso pomeriggio, andai in un negozio di alta classe nel quale guardai con attenzione e curiosità qualche bikini che poteva piacermi ma avevo un problema di non poco conto, con un seno così tanto prosperoso ma con un girovita così sottile, fu impresa ardua.
Ne presi, allora tre ed andai in camerino a provarli, erano tutti bellissimi ma, come avevo temuto, se andava bene per il seno, era troppo grande per il sotto.
Alla fine, ne acquistai 4 di due misure differenti, così ottenni due bikini che mi calzavano a pennello, col pezzo di sopra che sì era di taglia più grande ma abbastanza piccolo nella sagoma delle coppe e che, perciò, ricopriva poco più su dei capezzoli e quello di sotto, col filo posteriore sottilissimo che mi lasciava praticamente il culo nudo ed ero sicura che, in tal modo, il mio compagno di gioco avrebbe potuto goderselo nel guardarlo mentre prendevo il sole sulla prua dello yacht e sua moglie avrebbe potuto godersi la vista dei miei 24 centimetri nude entrambe.
Acquistai anche un copricostume leggero e trasparentissimo e un bel cappello di paglia.
La mattina del venerdì, chiami un taxi che mi lasciò una ventina di metri dal porticciolo, scesi dall'auto e mi incamminai, con passo lento, lungo la banchina mentre mi sentivo addosso gli occhi di tanti maschi ed anche quelli di qualche donna un po' invidiosa ma non me ne curai, anzi ero fiera di come ero diventata e gli sguardi allupati dei proprietari delle imbarcazioni ormeggiate e dei marinai degli equipaggi mi confermarono che ero molto desiderabile.
Quando, dopo qualche minuto di “passerella” arrivai davanti allo yacht nel quale avrei passato tre giorni a prendere il sole e non solo quello, mi sentii chiamare e vidi un bell'uomo che, in piedi a poppa mi salutava con la mano.
“Benvenuta a bordo della Dafne IV (nome di fantasia)” mi disse mentre attraversavo la passerella di imbarco sperando di non inciampare e fare una figuraccia da inesperta.
“Sono M. e questa è mia moglie S.” mi disse indicando una bellissima donna di circa 40 anni, bionda, elegante nel viso e nel portamento, belle gambe, uno splendido fondoschiena, un seno grosso come il mio e, soprattutto, con una espressione nello sguardo da grandissima troia succhiacazzi e, sicuramente, molto avvezza a prenderlo anche nel culo.
“Ed io sono Yara e sono felice di conoscervi.” risposi sorridendo ad entrambi.
“M. e S. mi condussero a visitare la parte dedicata agli alloggi, composta da 5 camere lussuosamente arredata con letti matrimoniali e una finestre enormi che davano direttamente sul mare, 6 bagni altrettanto lussuosi e poi, saliti al piano superiore, un salone enorme pieno di divani, un tavolo molto grande e lungo e con vista e accesso sulla parte di prua anch'essa con due grandi poltrone e, davanti, due materassi bianchissimi uno vicino all'altro sui quali potersi stendere a prendere il sole.
Poi, mi presentarono il capitano, un gran bell'uomo che l'uniforme che indossava, lo rendeva ancora più bello e affascinante.
Mi strinse la mano con una presa così forte che sentii un po' di male alle dita mentre anche lui mi dava il benvenuto a bordo con uno sguardo che mi trapassò l'anima per intensità e, soprattutto, desiderio che lessi nei suoi occhi.
“Chissà, se i due porcellini M. e S. faranno partecipare anche questo bel maschione ai nostri giochi. Magari S. già si fa scopare da lui col beneplacito del marito e, se è così, non mi dispiacerebbe succhiare il cazzo anche a lui o scopare S. insieme a lui facendole una bella doppia.” mi dissi tra me e me.
“Adesso, se vuole, può prendere possesso della sua camera che è vicinissima alla nostra mentre gli alloggi dell'equipaggio è da tutt'altra parte. Fra qualche minuto, salperemo e ci dirigeremo verso un'isoletta che dista poco più di un'ora di navigazione.,
Nel frattempo, faremo un po' di conoscenza e, dopo, se ha voglia potra prendere il sole insieme a S. che sicuramente ne sarà felice quanto lo sono già io perché, se mi permette, devo dire che lei è di una bellezza rara se non unica.”
“Grazie, sono molto contenta che io vi piaccia e anche voi siete due bellissime persone. Sono sicura che faremo amicizia e, quando volete, sarò felice di approfondirla come più vi piacerà e per tutto il tempo che vorrete. E' da moltissimo tempo che aspetto questo momento e sono certa che passeremo ore di fuoco, sarò tutta vostra e voi sarete tutti e due miei, non ho limiti di alcun genere e, spero che anche voi non ne abbiate.” risposi e notai subito che gli si era ingrossato il pacco e S. si era appena sfiorato il seno e poi un capezzolo e, subito dopo, guardandomi con uno sguardo lussurioso, se lo stringeva forte tra le dita.
Presi, allora, congedo e mi recai nella splendida camera che mi avevano assegnato, mi spogliai e andai sotto la doccia per poi indossare uno dei due bikini, poi indossai il copricostume bianco e trasparente, infilai il cappello di paglia e presi la strada per arrivare in "coperta".
Nel tragitto, incrociai il cuoco, un omone grande e grosso come un armadio che stava preparando un drink e più tardi avrebbe iniziato a cucinare.
I miei occhi si incrociarono con i suoi “Buongiorno signorina, fra poco porterò il drink che il signor M. adora come, peraltro, anche la sua signora.”
Gli feci un accenno di sorriso perché non sapevo se avesse fatto piacere o no a M. che mi fermassi a parlare e fare conoscenza con gli uomini dell'equipaggio e, perciò, continuai nel mio cammino.
“Buongiorno signorina.” mi sentii pochi metri più avanti dire da una voce che arrivava mentre stavo per abbandonare il corridoio anch'esso arredato lussuosamente.
Girai la testa verso la voce e, rimasi folgorata da un ragazzo alto, con due pettorali muscolosi che dovevano anche essere durissimi, gambe robuste, fisico asciutto e con la classica “ tartaruga” che era ben visibile a torso nudo.
In quel momento, comparve S. “Ciao, sto andando a mettere il costume da bagno e andiamo a prendere il sole, che ne dici?” mi chiese ma, quando si accorse che stavo parlando con il ragazzone, lo guardò con nello sguardo un lampo di disappunto. “Stavo proprio cercando te ma vedo che sei impegnato con la signorina che mi sembra che stesse sul punto di andar su, perciò se sei libero, vieni ad aiutarmi, ho bisogno di te perché c'è la porta del box che non scivola molto bene.”
“Sì, stavo proprio per andare. Ti aspetto sul lettino di prua e spero che non sia una cosa molto lunga” le risposi guardandola dritta negli occhi.
“Non ti saprei dire, dipenderà da quanto tempo il nostro caro mozzo impiegherà a sistemarmi la porta.” rispose e sorrise al mozzo come per farmi capire anche col tono della voce che tra loro c'era qualcosa che li univa che, secondo me, era il cazzo.
Era del tutto evidente, a questo punto, che la signora S. si scopava sicuramente sia il Comandante che il Mozzo e magari anche tutti e due assieme e, magari ancora, col marito seduto a guardare.
Qualche minuto dopo, ero sdraiata a godermi quella splendida giornata di sole mentre la frescura della brezza marina, che passava dolcemente, sul mio corpo mi dava un senso di un sottile piacere e mi venne da sorridere compiaciuta.




Care lettrici e cari lettori che siete arrivati fin qui e avete seguito, nei precedenti racconti, gran parte della storia della protagonista e del percorso che ha seguito per realizzare il suo grande sogno di diventare donna e, infine, una stupenda trans e che finalmente, sta per completare il tutto dando la sua verginità anale a M. e poi continuare, per tre giorni consecutivi, a fare sesso tutte le notti, se vi interesserà sapere come avverrà l'ultimo step di femminilizzazione e se, poi, prenderà parte e in che modo anche S. e/o altri, lo potrete conoscere nel prossimo capitolo a cui seguirà, se questo sarà di vostro gradimento, anche una successiva e ultima parte,.
Spero, perciò di leggere molti vostri commenti che mi serviranno per decidere se affrontare una nuova fatica nello scrivere o meno anche l'ultima parte.
Grazie.
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